Leggere attentamente


ogni riferimento a fatti e persone è puramente casuale, se qualcuno dovesse riconoscersi in tilla papilla bullo ti sbullo o sullo catullo o, riconoscere qualcun'altro, probabilmente è affetto da una forma degenerativa della coscienza, malattia che ancora non ha nome e chissà se mai lo avrà, e semmai dovesse averlo si correrebbe il rischio che qualcun'altro potrebbe riconoscersi nel nome di quella malattia, comunque, ritornando a questa forma degenerativa si consiglia agli affetti da tal malanno una buona dose di cazzi propri, da farsi naturalmente

venerdì 29 aprile 2011

Buonanotte fiorellino

Non ho mai capito perchè dal momento in cui mi addormento a quello in cui mi sveglio, sembra sempre passare solo un attimo!

lunedì 25 aprile 2011

Kiss from a rose

"Ah se solo riuscissi a metterti nei miei panni"

"Mia cara, dubito che riuscirei a entrare in uno dei tuoi perizomi microscopici e farci stare i miei attributi fisici"
"Che scemo, parlavo metaforicamente"
"Ma io prendo tutto sul serio e se mi si chiede di vestire i panni di qualcuno, valuto attentamente come mi ci sentirei. Con i tuoi mi sentirei ridicolo"
"Allora devo riformulare la mia frase; ah se solo tu potessi capire come ci si sente"
"Posso supporlo, immaginarlo. Ognuno vive le fasi della propria esistenza partendo da un personale punto di vista che non può essere lo stesso, dal momento che non si è coinvolti nella medesima situazione"
"Mi prendi per il culo o parli sul serio?"
"Sono serissimo. Affronto l'argomento con calma ed attenzione. Dovresti essermi grata per questo. Non ti sto offrendo risposte palesemente banali o false, ma se lo preferisci posso sforzarmi e provare"
"Forse era quello di cui avevo bisogno, che tu fingessi di capire o provassi davvero a fare quel piccolo sforzo per arrivare a raggiungere i sentimenti che mi legano a questo momento"
"Quindi avresti preferito una qualsiasi risposta superficiale?"
"A volte è sufficiente a farci sentire comprese"
"Ma tu hai la mia comprensione, sono io che non ho le risposte, neppure le posso inventare"
"Ok, fai finta che non ti abbia detto nulla e ripiombiamo nel nostro silenzio. E' più d'aiuto che tutte le tue parole inutili e irritanti"
"Come si fa si sbaglia con voi"
"No, è che qualunque cosa facciate, riuscite sempre a sbagliare. E dire che avete sempre a disposizione il 50% delle possibilità, ma non riuscite mai a beccare quella giusta. Dovrebbero inventare dosi di sensibilità. A quest'ora te ne avrei sparata in corpo una massiccia. E non sono neppure sicura che sarebbe bastata"


martedì 19 aprile 2011

Ja sei namorar


Caro Ildebrando,

non ci siamo più parlati da quando mi lasciasti senza parole.
Eppure quanti ricordi mi hai lasciato, un principio di gonorrea, una candida che impiegai mesi a curare.

Ricordo che pendevo dalle tue labbra.
Nel frattempo scacciavo gli acari dal letto e preparavo cocktails con l'acido muriatico.
Ti facevo massaggi col mattarello e ti pettinavo ore ed ore l'ultimo capello che continuava a risiedere sul tuo cranio.
Adoravo baciarti le palpebre per quello quel giorno decisi d'incollarti gli occhi con il vinavil.
Non  capii perchè non apprezzassi tanto amore e decidesti di cacciarmi malamente dalla tua casa.
Uscii perplessa senza sbattere la porta, portando via la spazzatura.
La tengo con me, sparsa nel salotto così quando la guardo, slaccio i pensieri e le mutande e ti penso.


Con immutato amore
Rosalinda

lunedì 18 aprile 2011

L'amico è

Rubiconda94 mi scrive:
"Cara Amour, sono molto triste.
Da quando si è fidanzato, il mio best trova mille scuse per non vedermi perchè quella zoccola della sua ragazza, non vuole.
Quello che mi fa incazzare, è che prima di essere il suo ragazzo, era mio amico e mi spiace che, oltre a non vederci più, lui si lasci manipolare in questo modo.
Soffro tanto.
Che devo fare?"

Cara Rubiconda94,
l'amicizia purtroppo subisce spesso queste battute d'arresto, soprattutto se l'amico in questione è facilmente corruttibile e ricattabile dal punto di vista sentimentale.
Ha fatto la sua scelta, ha scelto di vivere un rapporto sereno ma disequilibrato con un'arpia che gli tarpa le ali, rinunciando a quello che era, per vivere quello che è, con tutti i suoi limiti.
A volte l'amore ci fa comportare in modo stupido e  permette che un altro decida per noi.
Non credo fosse un grande amico, dal momento che ha acconsentito a metterti da parte quindi, fossi in te, smetterei d'insistere e lo lascerei al suo destino.
Del resto sono proprio queste le occasioni in cui un ragionamento perde ogni ragione d'essere.
Ora come ora, lei rappresenta il suo centro d'attenzione e nulla potrà portarlo a vedere le cose in maniera diversa oppure obiettiva.
Se un giorno dovesse tornare, sarai tu a decidere se varrà la pena  frequentarlo ancora.
A quel punto capirai quanto sia importante per te.
Non soffrire, distraiti e pensa che il destino è come la fortuna, una ruota che gira.

giovedì 14 aprile 2011

E dimmi che non vuoi morire


Ci sono certi momenti in cui tutto mi sembra inutile.
Sono i momenti d'intolleranza estrema, in cui non sopporto nulla.
Non c'è giustizia, non c'è sacrificio utile che riesca a portarmi via da questo stato amorfo e inconcludente.
Che cazzo ci faccio io ancora qua?
Dovrei prendere baracca e burattini e andare altrove.
Per non fare niente in questa città, vado a fare un cazzo da un'altra parte per dio.
Dico a mia figlia di studiare e dentro mi chiedo a cosa serva.
Perchè se sei ignorante tolleri meglio le storture, non le vedi, non ti fai domande esistenziali.
Vivi la tua vita con allegra superficialità e lasci che sia.
Non stai a mangiarti il fegato e il cuore e il cervello cercando di capire perchè sia successo proprio a te.
E mentre lo pensi ti sale quella rabbia cattiva, quella brutta.
Vivo in un paese dove la meritocrazia si misura con la qualità di un pompino.
Perdo in partenza...farne d'indimenticabili non rientra tra le mie capacità
Neanche mediocri, se è per quello.
Tristemente, soccombo.

mercoledì 13 aprile 2011

The riddle


Che mica siam qui a pettinar le bambole noi.
Agiamo, pensiamo, azioniamo il cervello, anche se questa affermazione non ha valore universale.
Insomma, c'abbiamo sempre qualcosa da fare.
E quando ci fermiamo, ci sentiamo persi.
Ma non subito, nell'immediatezza.
All'inizio ti sembra di meritartelo quel momento.
E' a lungo andare che diventa opprimente, pesante.
Un po' come il cinghiale che ti si deposita sullo stomaco quando non hai digerito.
T'inventi qualcosa da fare ma rimandi cercando qualcosa di meglio.
Perchè c'è sempre qualcosa di meglio.




martedì 12 aprile 2011

E poi


Voglio chiamarti amore e voglio farlo un giorno, un mese, un anno o per la vita intera.
E te lo scrivo, sul ruvido foglio bianco o sulla pelle, perchè non possa dimenticare, perchè possa vedere il cammino che mi ha condotta al tuo cuore.
Lungo il percorso dalla bocca agli occhi, sotto la pioggia che si accoccola piano sull'epidermide, distanti da ogni luogo, persi ovunque.
Voglio chiamarti amore quando le tue mani scivolano su di me e si soffermano sul piacere dei sensi, accarezzando luoghi che diventano familiari e sempre nuovi.
Oltre la luce del giorno, sotto la coltre di stelle, la luna guarda corpi abbracciati proteggendoli dal buio.
Leggi i miei occhi, agita le palpebre al suono della voce e lasciati avvolgere dal mio respiro.
Guardati intorno, tu e io riempiamo il nulla di spazi aperti, morbidi istanti che si proiettano in cielo.
E, nell'universo, restiamo tatuati come un marchio.
Eternamente.

sabato 9 aprile 2011

Il triangolo no


Riflettevo sul fatto che fondamentalmente sono una babba capace di bersi qualunque cazzata.
Io mi accontento del fatto che sia credibile, la fiducia fa il resto.
Tipo quella volta in cui B. decise di venire a trovarmi.
Era fidanzata con E. che era sposato con una lettera qualsiasi dell'alfabeto.
Invece che con me, B. uscì con il mio amico G.
Quando tornò a casa le chiesi dove fosse stata e lei mi rispose che lui aveva voluto farle vedere la pianta che aveva in ufficio.
Le chiesi cosa fossero i segni dei morsi che aveva sulle spalle, e lei rispose che la pianta era carnivora e aveva cercato di mangiarsela.
Quando E. mi telefonò per sapere come si fosse comportato il suo preferito trastullo, dichiarai che nulla di sconveniente era accaduto e che sbagliava a non fidarsi di lei.
Tant'è che non capii il motivo per il quale E. quasi scuoiò B. quando la vide e mi accusò di non essere una buona amica per avergli taciuto la terribile verità.
Li per li, non capii.
Anche dopo diverso tempo continuai a non capire.
Tutto si risolse quando al mio amico G. scappò di rivelarmi che possedeva si un ufficio, ma data la sua terribile allergia a nessuna  pianta era concesso il privilegio di risiedervi.
Ogni nodo venne al pettine, improvviso s'illuminò un mondo di verità.
Nel frattempo E. mi aveva depennata dalla sua rubrica, B. cercava nuove strade da percorrere e G. fece una cura di fosforo per evitare di dimenticare ciò che era necessario ricordare a costo della vita.
E capii.
Capii che anche gli amici mentono, capii che l'egoismo ti salvaguarda più dell'altruismo, capii che tra una B. e un E. è meglio non mettere un G.
Ma quello che ancor di più mi fu chiaro è che qualunque decisione si possa prendere in certe circostanze, scoprirai a tue spese, che sarà sempre e solo quella sbagliata.
Quindi, comincia a fartene una ragione!

mercoledì 6 aprile 2011

L'anno che verrà


Caro Marcantonio,
mi sei venuto in mente l'altro giorno, mentre mi chiedevo se il docente in materia di sicurezza, fosse arrivato in ritardo per il fatto di essere stato trattenuto dalla trombata delle 13,30 o da un momento di sano onanismo per chetare una pulsione improvvisa.
Non che ti somigliasse, al contrario semmai.
Si è presentato con aria antipatica e saccente e se, ancora mi conosci, sai bene quanto detesti le due cose insieme mentre riesca ancora a tollerarle individualmente.
Si è parlato di paradossi scontati e scottanti e allora mi sei apparso, come la madonna.
Peccato fossi solo una proiezione della mia mente e non potessi metterti sul muro in bella vista.
L'ultima volta in cui ti ho visto era un Aprile di un anno in cui il tempo si era concesso qualche bizza.
Nevicava e nonostante il freddo, indossavo una minigonna giropassera in onor tuo.
Masticavo ancora il boccone amaro dovuto al tuo abbandono e come ultimo regalo o forse sfregio, avevi deciso di passare la serata con quello che era rimasto di me.
Non servirono i segnali e le provocazioni, non mi degnasti nè di quella considerazione che invocavo apertamente, nè del tuo cazzo.
Una serata inutile, ora che ci penso.
Ma ti ho perdonato sebbene non conosca una buona ragione per farlo.
A volte mi chiedo se ti scappa mai di pensarmi.
E poi mi dico che preferisco di gran lunga non saperlo.
Con calcolato distacco
tua Angelica


(l'anno che verrà - lucio dalla)

domenica 3 aprile 2011

Libertango

Confidatemelo, suvvia.
Io lo so che vi è capitato.
Siete un po' giù di morale e che fate?
Una passeggiatina lungo la spiaggia, dove c'è un baruccio gremito di gente nel quale entrate e voilà, non fate neppure in tempo a chiedere da bere che un tizio vi sorride, vi acchiappa e vi fa ballare un tango che, naturalmente, voi conoscete perfettamente.
E voi signori uomini, anche voi.
Siete al baruccio con gli amici che vi tracannate la vostra birretta, entra una depressa arrivata da chissà dove e vi prende il trip di ballarci, non un lento guancia a guancia, stiamo scherzando?

No, ci ballate un tango che, naturalmente, voi conoscete perfettamente.

Come se fossimo tutti tangheri e ogni posto sia una milonga.

Lasciamo stare che certi art director abbiano una fantasia che sta alla credibilità come un politico sta all'onestà d'intenti, ma se a me il tango non piacesse?
Non c'è più niente di democratico, neppure le pubblicità.

sabato 2 aprile 2011

Love is love

Tu lo sai, difficilmente le cose le mando a dire, ma ci sono occasioni e persone che mi spiazzano.
Allora comincio da lontano, tipo che se devo parlarti del Piemonte, comincio dalla Puglia.
Insomma, cerco il modo, il mezzo, la circostanza affinchè possa farmi capire senza essere esplicita.
Perchè mi conosco, lo so come sono  e se davvero facessi in modo che le parole uscissero con la stessa costante temporale del pensiero, i rigurgiti di carogna ti arriverebbero addosso come sputi.
Un attimo dopo mi rendo conto che sta formula qui, mica funziona, perchè le cose sono due, o non riesco a farmi capire o proprio non capisci.
Magari fai finta, perchè lo so che ci sono occasioni in cui far finta di non capire salva il culo.
E sono quelle le occasioni in cui mi sento impotente, perchè comunque, sia che proprio non capisca sia che faccia finta, la situazione non evolve.
In nessun senso.
Arriva una sorta di rassegnazione che mi ripugna e l'insicurezza delle mie potenzialità raggiunge i minimi termini.
E mi sorge spontanea una domanda, a che serve che io sprechi parole?