Leggere attentamente


ogni riferimento a fatti e persone è puramente casuale, se qualcuno dovesse riconoscersi in tilla papilla bullo ti sbullo o sullo catullo o, riconoscere qualcun'altro, probabilmente è affetto da una forma degenerativa della coscienza, malattia che ancora non ha nome e chissà se mai lo avrà, e semmai dovesse averlo si correrebbe il rischio che qualcun'altro potrebbe riconoscersi nel nome di quella malattia, comunque, ritornando a questa forma degenerativa si consiglia agli affetti da tal malanno una buona dose di cazzi propri, da farsi naturalmente

giovedì 7 maggio 2009

Io e gli "altri"

Non piego più il gomito, sconfitto da una psoriasi che l'ha riempito di tagli.
Lo medico con pomate lenitive, le stesse che provo ad assaggiare per dismettere quel dolore che sento altrove.
Nello stomaco, ai linfonodi, al cuore.
Giù per il tubo che unisce la bocca al culo, percorrendo le profondità raggiungibili da sondini e cibo ed aria quando ancora riesco a respirare.
Pago con aritmie cardiache la felicità che sono riuscita a cogliere per pochi istanti.
E se non ci pensa il cuore ci pensa tutto il resto.
E spesso dubito del fatto che quanto è intorno mi voglia serena o piuttosto faccia di tutto perchè non lo sia.
La generazione della dipendenza nasce dal bisogno.
Vogliono trasformarmi in una tossica di affetti esplicitati, vogliono umiliarmi, approfittano delle mie debolezze.
E dicono di volermi bene.
Preferirei mi odiassero.
Saprei come giustificarli.

3 commenti:

  1. Amore...il vero dramma è quando vogliono guarirti in nome dell'amore che provano per te e non sanno che non c'è nulla al mondo che tu desideri di più che di essere realmente "diversa", malata, piagata, fino alla spregevolezza per i più, ma "sostanzialmente" "bellamente" diversa.
    (sono una inguaribile pecora nera, affetta da più di una tossicodipendenza : mi drogo di me, d'immaginazione e illusioni, di sogni e parole, e qualche volta perfino d'amore)

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  2. Chiamare l'odio mi sembra non solo peculiare ma piuttosto vano. T'ameranno o t'odieranno tuo malgrado. Cercare di trasformarti potrà anche essere il loro scopo ma dovrai esserne complice perchè il gioco riesca. Potrai lasciarglielo credere, se ciò provocherà qualche attrito in meno. Ma non ti vedo a piegarti, se non per schivare e colpire più forte. Quanto al bisogno che genera dipendenza ( o viceversa?): non tutti i bisogni ( e le dipendenze!) generano per definizione schiavitù. Che comunque è un sentimento percepito che alle volte non corrisponde alla realtà fisica. Che ogni goccia di felicità si paghi con un bicchiere di tristezza è un fatto che noi pensanti conosciamo dal primo pensiero che abbiamo formulato. Se posso esprimere un parere, questa contrapposizione continua tra te e l'intorno potrà solo recarti dolore: se è un modo per accantonare moneta per comprare felicità, ben venga. Se è solo una difesa, non ti sarà sufficiente...

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  3. mi dicono: "non rinunciare alle emozioni! Saresti un vegetale"
    e giù una coltellata.
    mi dicono: "non te la prendere, non andrà sempre così!"
    e giù un'altra coltellata.
    poi finalmente mi càpita di ridere. O almeno vorrei, ma le cicatrici mi fanno male se il mio corpo si mette a vibrare.

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