Leggere attentamente


ogni riferimento a fatti e persone è puramente casuale, se qualcuno dovesse riconoscersi in tilla papilla bullo ti sbullo o sullo catullo o, riconoscere qualcun'altro, probabilmente è affetto da una forma degenerativa della coscienza, malattia che ancora non ha nome e chissà se mai lo avrà, e semmai dovesse averlo si correrebbe il rischio che qualcun'altro potrebbe riconoscersi nel nome di quella malattia, comunque, ritornando a questa forma degenerativa si consiglia agli affetti da tal malanno una buona dose di cazzi propri, da farsi naturalmente

mercoledì 28 ottobre 2009

Fiabe


Per lei gli uomini erano delle ottime puttane a basso costo.
L'aveva sempre fatta sorridere vederli scappare, sparire e nascondersi dopo aver scopato.
La loro incapacità di dare alle cose il proprio nome.
Il loro attrezzarsi di parole e gentilezze occasionali.
La disturbava la perdita di tempo, inutile e stucchevole.
La disturbava la loro paura.
Pensava che credessero di fuggire dalle donne, da un possesso presunto.
E che per molti di loro fosse questione di figa e mai di cuore.

Come se ogni scopata fosse il pezzo di un puzzle.
Per compiacersi di ogni conquista.
Per dare un senso alla propria solitudine.
E sapeva che l'innamoramento non era altro che la superficie

mercoledì 21 ottobre 2009

Santina



Non aveva nozioni fondamentali sul sesso.
Si era documentata attraverso letture sparse qua e la.
L'unica cosa di cui fosse certa era che l'uomo vuole la donna santa fuori dal letto ma dentro la preferisce puttana.
Così decise di essere.
Non importava avere esperienza, sarebbe bastato lasciarsi guidare dall'istinto o comunque dall'esplicite richieste del partner.
Si sarebbe semplicemente adattata.
Fu così che si adeguò quando vollero legarla come un salame.
Fece il culo rosso ad un tizio che voleva essere picchiato.
Si fece geisha danzano e servendo thè.
Poi successe.
Si stava producendo in un clamoroso pompino in apnea.
Nel momento stesso in cui emerse per riprendere fiato, il tapino esplose nel suo godimento fecondandole la narice destra.
Entrò nel panico più totale e dichiarò il suo ritiro dalle attività goderecce per sospetta gravidanza indesiderata.
Da lì in poi, ogni volta in cui si soffia il naso, controlla di non aver partorito il suo bambino.

lunedì 19 ottobre 2009

The sound of silence


"Stasera mi stai sul cazzo.
Ho sentito un discorso.
Era un dialogo di un film.

Lui diceva che l'amore non esiste e lei, femmina perfetta, rispondeva che è per questo che lo facciamo.
A me non sarebbe mai venuto in mente.
Non ho mai la risposta pronta.
Mi arriva sempre dopo, la risposta in differita.
Ma non vale più.
E tu taci, come sempre.
Neanche quando è troppo tardi sai cosa dire o se lo sai non l'hai mai detto.
I silenzi m'imbarazzano.
Tu m'imbarazzi con il tuo sguardo perso e quel silenzio assordante che fa più danni delle parole che non dici.

L'amore non esiste e non è vero che lo facciamo, lo inventiamo, lo creiamo.
Noi scopiamo senza lasciarci nulla, ci usiamo reciprocamente quando non abbiamo di meglio da fare.
In silenzio.
Come sempre."

venerdì 16 ottobre 2009

Otra vez

Ancora la mente vuota, sconfitta dal nulla che c'è intorno.
Nessun riflesso, nessuna scintilla, vene sgonfie lontane da qualsiasi dramma.
Potrei farmi ispirare dai fallimenti ma neppure quelli riescono a darmi una scossa costruttiva.
Cazzo è proprio quest'inappartenenza a generare stati di catatonico distacco.
Sullo schermo della vita appare solo un fermoimmagine.
Sarà il telecomando difettoso o solo le pile scariche.
Mi metto in un cassetto, in mezzo a pastiglie, calzini e mutande.
Tento un letargo salvifico.
Nell'ipotesi peggiore, mi sveglierò troppo presto.
O troppo tardi.

mercoledì 14 ottobre 2009

Outing


Sono fallibile.
Non sono brava.
Non ho pazienza.
Dico ogni tipo di parolaccia.
Mi scazzo cosmicamente tempo zero.
Sono coerente.
Sono sintetica.
Odio cucinare.
Adoro il fancazzismo.

Sono poco femminile.
Adoro la modestia e l'umiltà.
Detesto la presunzione e la saccenza.

Ho un brutto carattere.
Punto.

lunedì 12 ottobre 2009

... di vista


- Vuoi che ti racconti una storia? -
- Solo se me la racconti tutta intera. Non voglio sentirne solo un pezzo. Mi piacerebbe sentire ogni versione non solo quella che ti piace che io ascolti. -
- Io posso raccontarti la mia, il mio vedere, il mio immergermi in quella porzione di vissuto. Come potrei raccontarti un punto di vista differente? -
- Hai mai provato ad ascoltare con il cuore? -
- Quando ho voluto credere ho messo molto più che un sentimento. Ho vissuto, precipitando la mia vita in altre vite, rischiando l'illusione del forse che sovente si è trasformato in mai -
- Vuoi raccontarmi la tua storia? -
- Si, solo il pezzo che ha smesso di farmi male -

mercoledì 7 ottobre 2009

ognuno dovrebbe condursi alla propria antitesi


E dunque, cosa mai dovrei diventare io?
Sono stata cielo e sole e aria aperta da respirare a pieni polmoni.
Ora tracimo col fiato sospeso lungo la perpendicolare di me.
Ma no, non faccio vittimismo.
Sono le cose.
E' la vita.
E' respirare me stessa attraverso i pori dell'epidermide, inglobare aria che si alterna indisciplinata e sghemba.
Non so stare alle regole rigide di qualsivoglia disciplina.

Mi rompo il cazzo ad assistere a lezioni di arti marziali, dove un sensei ti detta le regole.

Le sue.

Le mie sono elementari, basi morali controvertibili piccoli movimenti del sopracciglio.
Accenni.
Contraggo i muscoli e irrigidisco il corpo per poi lasciarlo andare, nella libertà che mi appartiene.

lunedì 5 ottobre 2009

Canto III


Mi capita di sentirmi inadeguata.
E di sentirlo attraverso me.
Io che ho smesso di starmi bene, mi sento di troppo con me stessa, mi do fastidio.
Mi sento sospesa, fuori da ogni appartenenza, un conflitto sterile che non ho voglia di affrontare.
Sto aspettando passivamente che capiti qualcosa, senza sforzo, posseduta da un'ignavia che ho sentito arrivare e non ho allontanato e dalla quale mi sono lasciata avvolgere.
Precipito nel vortice dei capogiri e un attimo prima di cadere cerco una reazione che mi riconduca ad un pensiero che mi sollevi e che riesca a portarmi lontano da quell'attimo.
Resto in bilico su un'altalena confusa tra l'essere e il divenire.

venerdì 2 ottobre 2009

Once in a lifetime



Non era una persona dolce e detestava le coccole esagerate.
Preferiva di gran lunga il prima che il poi.
Non le piaceva parlare mentre faceva l'amore, ancor meno mentre scopava.
Quando finiva, calcolava quale fosse il tempo opportuno prima di alzarsi e andare a fumare la meritata sigaretta.
Odiava quelli che le chiedevano se le era piaciuto, perchè non sapeva mentire ma neanche ferire e spesso le toccava glissare.
Le capitava d'immaginare che delirio sarebbe stato se i pensieri avessero preso forma.
Il rischio di mortificare sarebbe stato piuttosto elevato.