Leggere attentamente


ogni riferimento a fatti e persone è puramente casuale, se qualcuno dovesse riconoscersi in tilla papilla bullo ti sbullo o sullo catullo o, riconoscere qualcun'altro, probabilmente è affetto da una forma degenerativa della coscienza, malattia che ancora non ha nome e chissà se mai lo avrà, e semmai dovesse averlo si correrebbe il rischio che qualcun'altro potrebbe riconoscersi nel nome di quella malattia, comunque, ritornando a questa forma degenerativa si consiglia agli affetti da tal malanno una buona dose di cazzi propri, da farsi naturalmente

martedì 28 giugno 2011

Dust in the wind

Carissimo Giocondo,

ho pensato di prendere la macchina e venire da te, magari passando attraverso la Germania che lì la posso tirare fino a 364 chilometriallora, anche se la mia non supera i 150.
Ma che importa, mi fiondo come un sasso lanciato con l'elastico con una canna tra le labbra fatta d'erba che coltivo in casa in mezzo alla cicoria.
Ma sono perplessa.
Quando ti ho scritto che mi manchi mi hai risposto con un messaggio della minchia tanto che ho pensato non ti fosse arrivato tutto intero.
Chessò, magari se l'è mangiato l'etere, ma sono certa che avrei ottenuto maggiore attenzione se ti avessi scritto di metterti un dito in culo e fischiare la fanfara in otto ottavi.
Ora ti lascio mio amato amore, vado a far partire la lavatrice, un lavaggio a 40 gradi di tessuti misti.
Chissà che non si mischino i colori e le parole e i sussurri e i pensieri e te.
E io.

Alberta

domenica 26 giugno 2011

the crying game

Ti funzionano le reni?
Faccio litri di piscio e lo guardo.
Voglio vedere il colore del liquido espulso.
Riempio il corpo d'acqua, aspetto che quasi esploda e poi via, prima che m'ingolfi e m'impedisca di respirare.
Ti annuso e mi accorgo che ti puzza lo scroto.
Devi lavarti pezzo d'animale.
L'acqua non ti entrerà dai pori, scivolerà accarezzandoti la pelle come su un telo di cerata fa la pioggia.
Ti manco almeno un po'?
Vaffanculo te e la tua ragione.
Succederà, lo sai?
Succederà che conoscerai l'amore.
Ti cadrà addosso e gli darai il suo nome.
Quel giorno la ragione farà un passo indietro.
E sarai un gambero, un cane con la coda tra le gambe.
Impazzirai perchè non riuscirai a capire.
Ti guarderò di nascosto, piangere sulle piaghe del cuore.


sabato 25 giugno 2011

Le radici ca tieni

Cara Giuditta,

come sai ho perso un pezzo di cuore.
Si è sbriciolato non so quando e non so dove e, ora, passo il tempo tra la noia di una compagnia raccattata per strada e un passaggio verso un orizzonte che non è mai il mio.
Tu lo sai, amica cara, sono un essere che si adatta facilmente, sempre pronta a condividere passioni che neppure mi appartengono pur di avvicinarmi a mondi diversi dal mio.
Ma ho la pretesa di pretendere di stare bene, di sentire il solco di un sorriso sul viso.
Sono stanca di tremare di disappunto e fare finta di niente, come se neppure mi sfiorasse la carogna che alberga nel centro del gozzo.
Allora elimino problemi alla radice, togliendomi possibilità per esorcizzare ogni possibile futuro di malessere, rendendo la fuga  la mia panacea.
Lo so, amica cara, la presunzione del divenire non è mai cosa certa, ma mi conosco abbastanza per sapere dove andrei a finire e quale potrebbe essere il grado di sofferenza al quale potrei andare incontro.In fondo, quando tutto è ancora instabile,  è come cancellare una lavagna.
Devi solo avere la forza e la voglia di ricominciare a scriverci sopra qualcosa.


Ti bacio.
Rachele

martedì 21 giugno 2011

Nothing else matters

Improvvisamente tutto ha una forma.Come l'acqua che si adagia tra i suoi confini.Com'è facile, quando tutto è perduto, capire qual era la cosa giusta da fare.L'evidenza dei fatti traccia il profilo della riconducibilità degli eventi.E allora tutto quello che non c'era, improvvisamente potrebbe esserci.Ma prima, appena prima, dov'era?Sono una barchetta fatta col guscio di una noce.Sono la mollica che tiene la bandiera fatta di carta.Ora non ho tempo per pensare ad altro che non sia io.Navigo verso il domani seguendo la rotta imprecisa del mio presente.Certa del mio passato, indugio sulle possibilità del mio futuro.


(niente musica, niente immagine... ho un collegamento di fortuna che va come un bradipo a riposo...almeno per ora!)

giovedì 16 giugno 2011

Who can it be now?

Supponeva che l'indomani potesse piovere, ma non poteva prevedere il futuro.
Supposizioni, previsioni sempre più distanti.
Ogni sera lei si allontanava. ogni sera un passo più in là.
Chissà, magari lui pensava che scopasse con un altro, ma giunti dov'erano giunti era davvero quello che importava?
Ricordava l'istante in cui si erano amati, amati davvero, non solo con le parole.
Ma lei era stanca, stanca di non vedere che anche solo un fatto accompagnasse quella promessa.
Pensava di essersi umiliata abbastanza, aveva vissuto sulle spalle tutte quelle situazioni e non poteva più sopportare nessun altro peso, nessuna recriminazione, neppure un grammo di tolleranza.
Lui lo sapeva, sapeva tutto di lei, sapeva leggerle le orbite oculari e i lobi delle orecchie, ma  traduceva quelle implorazioni così come avrebbe voluto sentirle emergere dalle labbra stravolgendone il significato.
Si ritrovarono a parlarsi in modi sconosciuti, a vivere in modi sconosciuti, a sopravvivere in mondi sconosciuti.

martedì 14 giugno 2011

Dammi solo un minuto

Parole incolori inanellate.
In attesa.
Fuori posto, fuori orario, fuori sincrono, fuori scena.
Pioggia all'imbrunire che cade dietro un sipario emozionale.
Puntini, sospensione.
Dire tutto e niente, aspettando, attendendo.
E sbagliare, non aver contato i tempi giusti.
Impulsività dell'anima.
Contatto mancato.
Occasione persa.
O solo rinviata.
Tutto ruota intorno all'attimo.
Un attimo ancora è pur sempre un secondo di troppo.

venerdì 10 giugno 2011

The great pretender

E' impazzita, non sa più cosa vuole.
La vedi meditare buttata in un angolo.
Sta lì e non sai cosa pensa, a chi.
Perchè.
Cerca in mezzo ai neuroni di trovare le orme di un cammino che non vede.
Brancola nel buio.
E dire che ha la luce a portata di mano.
Non sa come accenderla.
Teme di rimanere fulminata.
Non che non lo sia, ma solo per eufemismo.
Nessuno può aiutarla.
Così si lascia dietro le molliche di pane sperando di ritrovarle e tornare a casa.
Ma è pronta anche, a perdersi per sempre.

giovedì 9 giugno 2011

For a friend


Ti ricordi quando sulla strada stretta andavamo a due all'ora e aspettavamo fino a che una fila infinita di vetture non si fosse formata per poi dare quel colpo all'acceleratore e schizzavamo via ridendo?
E ti ricordi quante volte idealizzavamo i sogni inframezzandoli con mille fantasie per poi scoprire quanto fosse deludente la realtà?E quante volte abbiamo visto il nostro viso dentro ogni goccia di pioggia che sembrava di poterci abbeverare l'uno dell'altra?Ed i discorsi sussurrati e le parole che si disperdevano dentro gli anelli di fumo di una sigaretta, li ricordi?E quando decidemmo cosa fare della nostra vita, quando facevamo ipotesi sul futuro e stringendo il pugno leggevamo nelle righe, quanti figli avremmo avuto.Quando ci dicemmo che ci saremmo stati sempre se avessimo avuto bisogno, giorno e notte, in tutte le stagioni e per tutti gli anni a venire.Lo so che mi vivi accanto, lo posso percepire.

Da quel luogo lontano mi osservi e mi incoraggi a non mollare.
Ed io continuo a vivere per tutti e due.

martedì 7 giugno 2011

Io vorrei, non vorrei, ma se vuoi


Stava guardando oltre la linea dell'orizzonte, la dove ci sono le risposte alle domande inespresse, quelle che ti porti dietro ma che non osi fare.
Doveva trovare il modo per proteggerlo e proteggersi.
Sapeva di non essere affidabile, sapeva di essere capace di farsi travolgere dalle emozioni e farle sfumare simultaneamente.
Un errore, lei era un errore e non sopportava di coinvolgere nessuno nelle sue distorsioni mentali.
Non sopportava di dover viaggiare con i sensi di colpa attaccati al culo.
Perchè sbagliare è un attimo, una debolezza che si può pagare cara.
E mentre si rodeva nelle sue insicurezze, prese per mano sè stessa e si allontanò sulla cresta di un'onda sperando di arenarsi dall'altra parte del mondo.


lunedì 6 giugno 2011

If you don't know me by now


A volte si domandava come si sarebbe comportata se fosse stata un uomo.
Immaginava cosa avrebbe fatto in quella circostanza.
S'immaginava essere un maschio capace di sorprendere, di stupire.
Non che come donna non ne sarebbe stata capace, ma per vissuti e convenzioni era abituata ad aspettare il primo passo dall'altra parte.


Lo sapeva che gli uomini sono restii a manifestare i propri sentimenti quando ne hanno.
Sembrano quasi anaffettivi,  incapaci di cogliere i segnali, anche quelli più evidenti.
O forse è solo indifferenza voluta.
Allora davvero avrebbe voluto sapere come sarebbe stata lei, uomo.
Sarebbe voluta entrare in quell'universo strano e capire quali sono i meccanismi, quali le paure, riuscire a pensare con la stessa semplicità di cui sono capaci.
Avrebbe voluto avere quella capacità che hanno di scopare e sparire, di dimenticare tanto in fretta visi che gli hanno goduto sulla faccia.
In fondo, voleva solo capire se avere un cazzo è davvero così diverso da possedere una figa.


mercoledì 1 giugno 2011

Don't leave me this way


Caro Melchiorre,
mi camminavi ad un centimetro dalla pelle,talmente vicino da poterti annusare.
Ma non avevi odore ed era come se ti portassi dentro quel dolore antico di un sogno spezzato e infranto.
Centellinavi le parole, le dosavi con sapiente maestria e le ascoltavo lente mentre le srotolavi in quel sussurro malinconico che mi assorbiva in un vortice di sensazioni che s'inspessivano senza esitazioni.
Ebbi paura di quello che nel mio immaginario stava diventando un'emozione e la trasfigurai e la feci a pezzi con   caparbietà per evitare di spiccare un volo che mi avrebbe inesorabilmente portata a precipitare e ferirmi.
Così scappai distruggendo il mio sogno senza speranza.
La lontananza mi avrebbe riportata al mio stadio abulico, al quale vivevo attaccata prima di conoscerti.
Se non c'è speranza non c'è dolore.
Dopo tutto questo vissuto, dopo esser ridiscesa ad uno stadio di indifferenza, riesco a dirti quello che ho rinchiuso nelle mie profondità e se, anche per un istante, anche per te è stato qualcosa di diverso, qualcosa di straordinario allora mi capirai.
E se così non fosse, potrai ridere di me, con me.



Un bacio.
Wanda