Leggere attentamente


ogni riferimento a fatti e persone è puramente casuale, se qualcuno dovesse riconoscersi in tilla papilla bullo ti sbullo o sullo catullo o, riconoscere qualcun'altro, probabilmente è affetto da una forma degenerativa della coscienza, malattia che ancora non ha nome e chissà se mai lo avrà, e semmai dovesse averlo si correrebbe il rischio che qualcun'altro potrebbe riconoscersi nel nome di quella malattia, comunque, ritornando a questa forma degenerativa si consiglia agli affetti da tal malanno una buona dose di cazzi propri, da farsi naturalmente

lunedì 29 aprile 2013

Di sere nere

Leggo abbastanza.
Non ho un particolare genere al quale rivolgermi.
Leggo di tutto.
Poi c'è quello che mi piace assai, e quello che mi fa cagare.
Ma difficilmente lascio un libro a metà.
E, siccome non giudico mai senza aver appurato, spinta dalla curiosità, mi sono fatta prestare un libro di Fabio Volo.
Che comprarlo mi sembrava brutto.
Oltre 200.000 copie vendute, mica pizza e fichi.
Che mi sono detta che magari penso sia un cazzone per partito preso, ma se tanta gente legge quello che scrive, magari sono io che mi sbaglio.
Non mi sbagliavo.
"E' una vita che ti aspetto" 172 pagine di luoghi comuni.
Una roba che ognuno di noi potrebbe aver scritto.
Ma nessuno di noi si chiama Fabio Volo, e avessimo proposto questa accozzaglia di banalità, qualsiasi casa editrice ci avrebbe tirato dietro il manoscritto.
Ora, non so se continuare e cercare di capire se può offrire di più andando a cercare "Esco a fare due passi" che mi dicono essere un best sellers, o terminare qui e rimanere col dubbio.
Però, il fatto di non averlo segnato tra i libri in lettura su anobii perchè mi vergognavo, la dice lunga.

mercoledì 17 aprile 2013

My name is Luka

Che mi chiedevo quale potrebbe essere il motivo che ci porta ad americanizzarci i nomi.
Qui da noi, le Maria, diventano Mary, le Rosa, Rosy, gli Antonio, Tony e così via.
Che ci sta che a qualcuno non piaccia il nome che si porta addosso.
Ma allora perchè non cambiarselo del tutto?
Non è che se ci metti la y in fondo cambia significato o persona, che è un po' come credere che se aggiungi le s alle finali delle parole, parli spagnolo.
Ti chiami Rosa, il tuo nome ti fa cagare, scegli di farti chiamare Alberica, o Anastasia, o quello che ti piace, insomma.
Ma fai una scelta radicale, perbacco.
Altrimenti c'hai solo messo una y banale, ma non hai cambiato nulla.
Se non ti piace, cambia, ma davvero.
Tipo un amico il cui padre, un genio, ha messo il nome Scipione.
L'abbiamo scoperto per caso, perchè si fa chiamare con tutt'altro nome.
Come dargli torto?
Insomma, volere è potere, anche per queste generiche cazzate.

p.s. ma a voi, piace il vostro nome?

(my name il luka - suzanne vega)


lunedì 15 aprile 2013

Barbie girl


La mia soglia del dolore, è nota a tutti.

Per chi non lo sapesse, è approssimativamente vicina a -106.
Pertanto, se non assolutamente necessario, evito di procurarmi dolore fisico gratuito.
Ricordo ancora le lacrime della prima volta in cui usai l'epilady.
Un trionfo di bestemmie.
Quindi, invece di estirpare, tendo ad andare di rasoio, che nonostante non elimini alla radice il problema, aiuta nell'intento.
Questo per dire che in quarantotto anni di vita, mai avevo provveduto a dettagliare le mie sopracciglia.
Intendiamoci, hanno una bella forma, non sono cespugli o " un rifugio per gli insetti, un nido per gli uccelli che si amano tranquilli tra i miei pensieri e il cielo" (cit. Niccolò Fabi), ma sono esattamente come natura vuole.
O meglio, erano.
Perchè avere una diciottenne pargola che studia per diventare estetista, m'impone non solo di essere cavia ma di non soddisfare più i suoi canoni di bellezza.
Così, armata di pinzette professionali, si è dedicata al mio arco sopracciliare.
Volete l'elenco delle parolacce in ordine alfabetico oppure sparso?
Ho pianto, lo confesso.
Ma a lavoro finito, gonfiore sgonfiato, mi sono guardata ed ho pensato che ho guadagnato dei bei punti.
Ad ogni modo, a me il detto "chi bella vuole apparire, un po' deve soffrire" m'irrita.
Possibile che per essere phighe si debba provare dolore?



mercoledì 10 aprile 2013

Tutto il resto è noia

Esiste la crisi del "bloggatore"?
Dopo nove anni e dopo aver scritto tutto e il suo contrario, magari è pure lecito.
La fantasia scarseggia, le notizie non offrono buoni spunti.
Che io, per esempio, se parlo di politica ne parlo poco e male.
Che poi, questo mica è un blog di polemica.
E' pur vero che nessuno mi obbliga a dover scrivere per forza.
Ma se ti assenti per un po', la macchina s'inceppa.
Che se siamo qui e scriviamo è perchè desideriamo essere letti.
La storia "io scrivo per me" è una cazzata, altrimenti potremmo farlo come una volta, sulle agende e i foglietti.
Comunque è solo un post di servizio, per dirvi che non ho niente da dire.
Uffa!

venerdì 5 aprile 2013

Il cielo è sempre più blu

Futuro Marito mi ha comprato le scarpe che indosserò al matrimonio.
La descrizione è: tomaia in raso plissè e vernice, fodera e sottopiede in ecopelle con fondo tunit e tacco 10.
Le ho indossate ed ho mandato la foto ad un'esperta che, conoscendo la mia difficoltà a camminare su qualcosa che sia più di 1,5, si è preoccupata di sapere se sono comode e se riuscirò a reggere tutto il giorno.
Per quanto possa capirne io, mi sembrano abbastanza comode, se togliamo il fatto che dopo un po' che le ho su mi si addormentano le dita dei piedi.
Il presupposto è che spero di stare ferma il più a lungo possibile.
Intanto, per farci il callo, le metto tutti i giorni per un po' di tempo e ci cammino per casa.
E non essendo abituata a respirare l'aria di quell'altezza, mi iper ossigeno e sbatto contro le cose che, solitamente, neppure raggiungo con la testa.
Del resto, mica posso presentarmi con le ballerine o le scarpe da ginnastica.
E, per l'occasione, indosserò perfino un vestito.
Via il mio solito nero e pioggia di colori.
Robe che se non vedi, non credi!




mercoledì 3 aprile 2013

Sono un eroe

"Senza lavoro non c'è speranza, Senza speranza non c'è vita"
Così ha scritto un albergatore che ha deciso di togliersi la vita perchè oberato dai debiti.
Lo capisco.
Dopo tanto tempo, non vedere nessun tipo di progresso lavorativo ti annienta.
Sapete, io quelli che si lamentano per i colleghi, per il lavoro, per lo stipendio, li farei a pezzi.
Piccoli piccoli.
Perchè a me e a tanti altri come me, tocca l'umiliazione di non vedere alcun riscontro per ogni curriculum inviato, portato, inoltrato.
Una volta era diverso, ti guardavano in faccia e ti prendevano per il culo dicendoti che ti avrebbero fatto sapere.
Ma almeno te lo dicevano.
Ora non sai se ti hanno cestinata, se hanno finto almeno di leggerlo quel cazzo di c.v.
Li avete mai letti gli annunci?
Ci sono leggi, che prevedono che ognuno sia rivolto ad entrambi i sessi e a persone di tutte le età e nazionalità.
Sono le 903/77 e 125/91 d.l. 215/03 e 216/03.
E' specificato sempre, è obbligatorio farlo.
Peccato che nel testo ci sia sempre un limite di età o di sesso, che se uno avesse tempo e voglia, dovrebbe rompere i coglioni al garante delle pari opportunità.
Il lavoro ti permette di avere la speranza e la dignità.
Senza di essi puoi provare a sopravvivere.
E c'è chi ha smesso di farlo.