Leggere attentamente


ogni riferimento a fatti e persone è puramente casuale, se qualcuno dovesse riconoscersi in tilla papilla bullo ti sbullo o sullo catullo o, riconoscere qualcun'altro, probabilmente è affetto da una forma degenerativa della coscienza, malattia che ancora non ha nome e chissà se mai lo avrà, e semmai dovesse averlo si correrebbe il rischio che qualcun'altro potrebbe riconoscersi nel nome di quella malattia, comunque, ritornando a questa forma degenerativa si consiglia agli affetti da tal malanno una buona dose di cazzi propri, da farsi naturalmente

venerdì 28 settembre 2012

Comprami

Ora, se io metto un annuncio per la vendita di uno scooter, mi aspetto che chi risponde possa voler trattare sul prezzo o che, al massimo, mi chieda maggiori informazioni.
Allora vorrei capire quale concetto non sia chiaro.
Se la parte  incomprensibile sia nella forma o nella sostanza.
Fin'ora mi sono stati offerti:
a) una macchina pari importo
che la mia richiesta è di 400 euro e quindi mi stai proponendo uno scassone
b) una palestra da casa compresa di pedana vibrante
sarà che non ho specificato che la modalità pigra è inserita in maniera costante nel mio dna?
c) prestazioni sessuali
ma dai!
E' che mi sa tanto che si sia tornati ai tempi del baratto, domanda e offerta non si compensano col soldo ma con lo scambio di materiali.
Alla peggio, o alla meglio, dipende dai punti di vista, di fluidi.
Ma siccome di roba da buttare ne ho a iosa, tengo duro e aspetto che qualcuno risponda in maniera congrua.
Volendo può chiedere l'aiuto da casa, non può usufruire del 50 e 50 e quando è sicuro, accenderla.

mercoledì 26 settembre 2012

Cosa resterà di questi anni 80

Quando aprì gli occhi gli parve fosse passata una notte.
E neppure.
Si guardò intorno e capì che qualcosa non andava come avrebbe dovuto.
Mancava sicuramente la fedele Brionvega dal comodino.
Allungò la mano verso il cassetto.
Sapeva di aver lasciato dei gettoni, nel caso avesse avuto necessità di telefonare.
Si sorprese di non trovare nulla.
Fece mente locale.
Cosa aveva fatto la sera prima?
Era stato ricoverato per esami di routine.
Aveva riposto nell'armadietto i vestiti, l'autoradio, qualche musicassetta (non sia mai che ti aprano la macchina e ti portino via tutto), le chiavi della ritmo e il portafoglio con non più di diecimilalire che non si sa mai.
In quell'istante entrò nella stanza  un medico che parlava da solo.
"Scusami, ti devo lasciare" disse il dottore
"Ma come, sei appena entrato" 
"Ma lei è sveglio"
"Si decida, o ci diamo del lei o del tu"
"Come dice?
"Ok, vada per il lei"
"Chi l'avrebbe mai detto, dopo tutto questo tempo"
"Veramente ci siamo appena conosciuti. E neppure, non ci siamo presentati"
"Sono il medico di guardia, stavo facendo il giro di routine tra i pazienti. Sono anni che passo da lei"
"Ma che cosa sta dicendo? Io sono qui da ieri sera"
"Mi spiace doverglielo dire ma lei è qui da 32 anni."
"Ok, sto sognando. Ora mi addormento e quando mi risveglio torna tutto a posto"
"E' già a posto. Non avremmo mai pensato che si sarebbe risvegliato"
"Lei mi sta dicendo che ho dormito per 32 anni? E che quindi mi sono addormentato 45enne e mi sono risvegliato 77enne? Vuole scherzare vero?"
"Vorrei non doverglielo dire, ma è esattamente così"
Ed improvvisamente si rese conto che tutto andava esattamente come doveva.
Tranne lui.

lunedì 24 settembre 2012

Money

Lo vuoi un bel luogo comune?
I soldi non fanno la felicità.
Esticazzi, ti rispondo io.
Non ti fanno felice se sei ricco sfondato e sei depresso di tuo, ma se sei alla canna del gas, minchia se ti fanno goire.
Come dici?
La felicità non si compra con i soldi?
Vabbè, ad avercene,  io ci comprerei tutto il contorno.
E poi, torniamo pure a parlarne.

(money - pink floyd)

sabato 22 settembre 2012

La cura

Faccio parte della categoria di persone alle quali piace non farsi mancare mai nulla.
Quindi, mentre le scatarrate vanno alleviandosi, ho lasciato che un nuovo virus s'impossessasse di me.
Praticamente è come aver mangiato chiodi e dopo aver passato una notte intera a fare sogni stravaganti, tipo dover pulire i rigurgiti di una donna che aveva appena vomitato hot-dog provvisti di piedi che pur di non farsi prendere correvano da una parte all'altra salvo sbattere e rimbalzare contro i muri (si, lo so, solo io!), ti resta la sensazione di andare in giro con una zavorra da 5 chili sulla bocca dello stomaco.
La farmacista, alla quale non ho neppure dovuto spiegare i sintomi, in quanto già a conoscenza dell'avvento virale, mi ha fornito pastiglie di viakal per esseri umani, che fortunatamente, fanno il loro sporco dovere.
Comunque, non fosse per il fatto che avere il sistema immunitario minato mi renda estremamente nervosa, ho apprezzato e apprezzo l'interessamento che alcune persone hanno manifestato.
Ti fa sentire in un soffice, amorevole abbraccio.
Bella storia avere amici così.
Grazie.

(la cura - franco battiato)

giovedì 20 settembre 2012

Don't let the sun go down on me

Stanotte mi sono persa dentro gli occhi di una donna.
La luce fioca dei suoi sogni non bastava a rischiarare le poche speranze.
Stanotte ho visto gli occhi di una donna.
Dietro le macchie nere del mascara scorgevo gentili pensieri di gioia.
Vedevo il cielo, sentivo il mare, vedevo ambizioni e decisioni di felicità che si rompevano in una lacrima di delusione.
Stanotte ho visto gli occhi di una donna.
Sorrideva.
Sorrideva a lei.
Ma ho rotto lo specchio.
Anche nel buio della notte è troppo doloroso veder morire la speranza.

(1986)

(don't let the sun go down on me - elton john)


martedì 18 settembre 2012

Fever

Sono arrivata ad una conclusione: quando uno è influenzato è giustificato a sembrare un cesso.
I motivi per i quali la succitata è verità incontrovertibile sono i seguenti:

  • la febbre ti fa sentire come se al posto delle ossa avessi un immenso blob
  • gli occhi che si riempiono di lacrime non sono sintomo d'emozione ma di prossimo, devastante starnuto.
  • il naso è grosso e arrossato in quanto vittima di innumerevoli fazzoletti di carta pronti a strizzarlo
  • la tosse catarrosa non è carina mentre s'interloquisce
  • la scomparsa dell'olfatto implica che potresti puzzare e non accorgertene
  • la fiatella ti mette in condizione di disagio (ma questo vale anche se stai bene)
  • ultima ma non ultima, la voce da trans è come il calzino quando fai sesso...la morte dell'uccello!

lunedì 17 settembre 2012

Liberi liberi

"Ma secondo te, la responsabilità delle proprie azioni, funziona come la libertà?"
"Come dici scusa?"
"Si, no. Insomma, intendo dire, secondo te, finisce dove inizia la tua?"
"Eh?"
"No, perchè mi stavo chiedendo se ci fosse un limite. Se mi prendo la responsabilità di una scelta, fino a che punto resta mia? Gli altri non giocano un ruolo fondamentale?"
"..."
"Voglio dire, fino a che punto sono responsabile di una scelta se quella  viene sconvolta dagli eventi e dalle situazioni dettate dalla presenza di altri individui che a loro volta devono confrontarsi con altri ancora?"
"Fatti misurare la febbre"
"No, sto bene. Vorrei solo capire quando finisce la mia e comincia la tua, la sua, la loro, come si fa a togliersela di dosso, qual è il momento adatto per smetterla di sentirsi responsabili per cose indipendenti dalla propria volontà e ci si possa sentire sollevati da tale peso."
"Beh, credo dipenda dal genere. Ce ne sono alcune che ti porti dietro per sempre. Dovresti prendere qualche lezione da quelli che delegano gli altri a prendersele al posto loro. Pare anche che non conoscano il senso di colpa e, in ogni caso, lo sappiano gestire molto bene"
"Dici che si può cambiare?"
"No, non credo. Ci puoi provare, ma sarebbe comunque innaturale e alla lunga non riusciresti a sostenerlo e ricadresti nella stessa routine comportamentale. Del resto, chi nasce tondo, al massimo muore ovale.
Mai quadrato"

(liberi liberi - vasco rossi)

venerdì 14 settembre 2012

Ho perso le parole


Che io quella cosa lì del "chi sbaglia rompe paga e i cocci sono suoi" non l'ho mai capita.
Che già solo il fatto di prendere coscienza di aver sbagliato  rotto è frustrante, perchè aggiungere dolore alla sofferenza?
E' come continuare a darsi martellate sulla palle.
Ho sbagliato rotto, ne prendo atto, ma non mi rompere a tua volta i coglioni con i tuoi cocci.
Prendili, raccoglili e fanne un po' quello che vuoi.
Che se ti dice bene, li rimetti insieme ed è capace pure che ne viene fuori qualcosa di carino.
E se ti dice male hai solo perso tempo e se li buttavi subito risparmiavi fatica.
Che, alla fine,  ti vien voglia di capirli quelli che non ammettono mai di aver sbagliato rotto.
Neppure davanti all'evidenza.
Saltano a piè pari i tempi passivi e continuano a dimostrare una sicurezza invidiabile.
Che dura solo fino a quando c'è qualcuno pronto a far finta di niente ma nel frattempo,  è un problema che non esiste.
Colui che invece ammette l'errore, oltre al senso di colpa, deve anche scusarsi, cercare di spiegare, trovare il modo di rimediare, più varie ed eventuali.
Quindi, chi sbaglia rompe paga, d'accordo, ma se paga bene, perdoniamolo perbacco!

(che cambiando l'ordine degli addendi, il risultato mica cambia! :)) )




(ho perso le parole - ligabue)






mercoledì 12 settembre 2012

Vengo anch'io no tu no



Copio/incollo da qui, perchè mi è piaciuto assai e voglio vedere l'effetto che fa!

"Non so quale rapporto abbiate con il vostro blog e con il vostro nick e quanto il vostro blog sia "segreto" o "clandestino", ne voglio violare la vostra privacy, ma mi piacerebbe avere una mappa di chi mi legge.
Ma anche, e soprattutto, mi piacerebbe sapere perchè.
La risposta è libera, naturalmente.
Il nome non è necessario, potete anche usare uno pseudonimo.
Comincio io."
Io sono qui, sono Alessandra e vivo a Torino. 47 anni. E mezzo.
Sono diversamente occupata o per meglio dire, disoccupata da un mese e scrivo qui dal 2009 dopo aver abbandonato un altro portale nel quale ho scritto per 6 anni.

martedì 11 settembre 2012

Walking away

Tre anni fa ho scritto un post nel quale inventavo una lettera di addio di un suicida.
Ho cercato d'immaginare le parole e i sentimenti che pervadono qualcuno che ha impresso il proprio destino nella sicurezza del non domani.
A distanza di tre anni è ancora uno dei post più letti.
E non lo dico con sicumera, semmai con tristezza.
Ho sempre pensato che il suicidio fosse un mezzo comodo per togliersi di dosso le responsabilità per cercare  un punto di non ritorno, un momento del quale non c'è tempo di pentirsi.
L'ho sempre immaginato come spegnere la televisione: prima scorrono immagini e subito dopo il nulla. 
Qualcosa  porta a non avere più la forza di reagire ed invece di rivendicare ai responsabili il diritto ad una vita migliore, viene chiesto perdono, oppure viene lasciato in eredità il silenzio, insieme alle domande sospese di coloro che  hanno ruotato intorno alla vita di questi individui. 
Ancora oggi dopo 19 anni, rimugino sulla mia impotenza, mi chiedo se avrei potuto fare qualcosa, una qualunque cosa per aiutare un amico che soffriva palesemente. 

Cercare delle risposte potrebbe dare sollievo, ma da un punto di vista meramente razionale, temo non esista.
Non ci sono colpevoli e/o responsabili.
Entrare nella visione d'insieme di chi prospetta o arriva a togliersi la vita è impossibile per chi quella stessa vita la vive. 

Ognuno reagisce a suo modo.
C'è chi combatte e chi si arrende.
Probabilmente è anche una questione caratteriale.
Le persone forti combattono e non si danno per vinte di fronte a nulla, neppure le cose più terribili.
Quelle deboli soccombono sotto il peso dei problemi.
Ciononostante, dire di qualcuno che era depresso per giustificare a sè stessi l'egoismo e le proprie incapacità, è troppo, veramente troppo semplice. 

sabato 8 settembre 2012

Sex & drugs & rock and roll

Ora, se una casalinga disperata è riuscita a vendere millemila copie di una trilogia che parla di sesso, non credo sia per la qualità dell'opera letteraria (che, peraltro, voci illustri mi dicono non abbia nulla di letterario, anzi) ma perchè parla di trasgressione.
Non l'ho letto e non lo leggerò quindi non posso recensirlo personalmente.
E' il fenomeno che è interessante.
Il fatto che il sesso e le sue inclinazioni, destino curiosità oggettiva.
Non importa come se ne scriva, basta eccedere.
Forse non sappiamo più immaginare o, forse, non si vuole ammettere di avere pensieri trasgressivi e il fatto che lo faccia qualcun'altro, ci da modo di toglierci dall'incombenza, ci autorizza in un certo senso.
Che poi, da quanto ho letto in giro, pare che non ci sia neppure tutta questa trasgressione e che sia oltremodo paradossale in certi passaggi.
Quindi, sono arrivata alla conclusione che io, che non so scrivere di sesso, sarei comunque riuscita a fare meglio.
Peccato che l'idea sia venuta a un'altra, avrei potuto eludere una bella serie di problemi.
E' che conosco i miei limiti.
Non so attizzare la mia sessualità figuriamoci quella degli altri!

(sex & drug & rock&roll - ian dury)




giovedì 6 settembre 2012

I can't tell you why

Quando rispondo alle offerte di lavoro, prima di inviare il mio curriculum, cerco di attendere alla richiesta.
Controllo di avere i requisiti e se anche uno solo non corrisponde, non ci provo neanche.
Per fare un esempio pratico, non ho risposto ad una richiesta di addetta al taglio formaggi, perchè nonostante ne sia ghiotta, credo che non ci si possa improvvisare.
Ogni ruolo richiede professionalità.
Bisogna anche togliere tutte le richieste di personale in  mobilità o l'appartenenza alle categorie protette.
Come è noto, resta ben poco.
Quindi, so con certezza, che quando mi propongo, è perchè sono in grado di gestire la richiesta.
E quando scartano il curriculum, senza neppure uno straccio di colloquio e senza sapere quale sia il motivo, ti senti trapassare, oltre che da mille domande, da una lama che ti trafigge e aumenta esponenzialmente il tuo senso di inadeguatezza.
Pensi che l'età non giochi a tuo favore, ti penti di non aver mai studiato il tedesco o l'aramaico.
Ti avvilisci.
Il nerd mi ha telefonato mentre ero in autostrada al mio ritorno dalle ferie, per riferirmi che il mio rapporto presso l'azienda, si poteva considerare terminato.
Che dovrei saperlo (e lo sapevo, giuro) che per quanto una persona prometta, mantenere è tutta un'altra storia.
E leggere un suo sms nel quale si offre di aiutarmi a cercare un lavoro, mi fa oltremodo incazzare.


lunedì 3 settembre 2012

September morn

Cara Poppea,
credo che con questa pioggia e questo vento (chi è che bussa a sto convento?), tu voglia dimostrare quanto sia incazzata con l'essere che durante una farneticazione trascendentale, ha deciso di affibbiarti tale nome.
Che se nasci ciclone, per prima cosa non vorresti averne uno e in secondo luogo, se proprio dev'essere, almeno maschile.
Fatto sta, che la tua vendetta sta ricadendo sulle nostre difese immunitarie.
Che sfido chiunque a passare da 40 a 17 gradi da un giorno all'altro.
Prendi me, ad esempio, che spinta dal desiderio di non porre la parola fine su quest'estate, nonostante l'ovvie avversità meteorologiche, sono uscita con i sandaletti.
Che illusa mi son detta "e che sarà mai? E' solo un po' di pioggia e i piedi mica si restringono con l'acqua!" e che mi sono dovuta rifugiare in un negozio per bambini e, avendo per mia fortuna un micropiede, ho potuto e dovuto acquistare un paio di galosce in saldo.
Lo so che sei solo di passaggio e che tra qualche giorno farai posto a Bacco che farà piovere vino senza averlo caraffato.
Sappi che il mio karma m'impedisce di  perdonarti per questo assaggio prematuro d'inverno.
Che se tutti quelli che c'hanno un nome del cazzo, dovessero agire come te, saremmo costantemente sotto una bufera di neve.

Cordialità
A_i

(september morn - neil diamond)