Leggere attentamente


ogni riferimento a fatti e persone è puramente casuale, se qualcuno dovesse riconoscersi in tilla papilla bullo ti sbullo o sullo catullo o, riconoscere qualcun'altro, probabilmente è affetto da una forma degenerativa della coscienza, malattia che ancora non ha nome e chissà se mai lo avrà, e semmai dovesse averlo si correrebbe il rischio che qualcun'altro potrebbe riconoscersi nel nome di quella malattia, comunque, ritornando a questa forma degenerativa si consiglia agli affetti da tal malanno una buona dose di cazzi propri, da farsi naturalmente

martedì 22 luglio 2014

Un'estate al mare

Che qui non se ne può più.
E' un continuo passare dai 37 gradi della giornata soleggiata ai 19 gradi delle piogge e forti temporali nel giro di un amen.
Che c'ho un'età e c'ho bisogno di stabilità, di un minimo di sicurezza ambientale, perbacco.
Quindi me ne vo, anche quest'anno torno a ballare in Puglia.
Che come si balla laggiù, non succede da nessun'altra parte.
Buone vacanze!

giovedì 17 luglio 2014

I want a new drug

Ma voi lo sapevate che fare il blogger è un mestiere?
Ovvero, che ci sono persone che alla voce lavoro mettono "blogger"?
Ma che mestiere è?
L'ultima fiamma di Lapo (quello che non ha mai sniffato la striscia di Gaza, per capirci)  è una fashion blogger.
Ma ti prego!
Ora, per me essere blogger è scrivere tutto quello che mi passa per la mente, quando mi va, se mi va, senza censure, lasciando che la fantasia e/o la realtà accorcino le distanze tra il mio pensiero e il vostro.
Cos'è per voi?

lunedì 14 luglio 2014

Victims

U.u.i.c., in un suo post ha fatto in modo che si sviluppasse in me una riflessione quando, in luogo ad una mia rimostranza, mi chiede, e cito testualmente
 "Ma quando una persona è più cattiva delle altre?
Come si fa a misurare la cattiveria?"
Ecco, io me lo sono chiesto e in realtà ci sto ancora bellamente rimuginando.
Quindi non è detto che il mio pensiero in proposito non possa subire sensibili variazioni.
Fin'ora sono giunta alla conclusione che la cattiveria si misuri per gradi di crudeltà e che certe persone e situazioni ne siano oggettivamente pregne e che non ponendosi alcun limite, possano arrivare al peggio del peggio.
Ma credo e penso anche,  che uno non possa sviluppare una cattiveria inaudita dal nulla; deve avercela in dotazione con l'allestimento iniziale, tant'è che parlando di un individuo capace di commettere atrocità, si scomoda la psiche facendo di lui un "disturbato", un "instabile", un "mostro".
Queste affermazioni m'inducono a credere e pensare pertanto, che le persone diventano più cattive di altre quando invece di ricercare un' affermazione sociale  nei modi convenzionali, saltano a piè pari la fase del ragionamento e del confronto, passando direttamente  all'attacco dannoso e/o doloroso.
Questo è ciò che credo e penso, almeno per ora.





lunedì 7 luglio 2014

Halo

Avevo dieci anni quando capii come andava il mondo.
Era il compleanno di Francesca, la figlia di un imprenditore, fidanzatina di Francesco, il figlio del dentista.
Io ero figlia d'operai, ciononostante, vuoi per gli sforzi di mia madre che mi cuciva vestiti da piccola principessa, vuoi perchè la bellezza conturbante che mi portavo appresso era visibile fin d'allora, vuoi per un'innata giovialità, nonostante l'eccezione, venivo sempre invitata.
A quell'età ti aspetti che la tua ingenuità appartenga a tutti quelli che ti stanno intorno, per cui, quando Francesco mi diede un bacio a stampo, pensai che si fosse confuso.
Ma quando reiterò, da subito sentii indignazione per un'azione che reputavo scorretta.
Ma era bello Francesco e io ero lusingata e Francesca era in un'altra stanza a tagliare la torta.
E poi, non ero stata causa, ma solo effetto di qualche misterioso meccanismo di seduzione che ancora non palesavo.
Quindi se doveva esserci un traditore, quello non ero io.
Crebbi con questa consapevolezza.
Tu puoi essere provocante, consapevolmente o meno, puoi tendere lascivi tentacoli di persuasione, puoi ammiccare e travolgere, comunque sia, se non c'è corrispettivo non c'è nulla.
Tu resti solo effetto degli altrui coinvolgimenti, qualora cedano alle tue lusinghe.
Allora, proprio non capisco, perchè si cerchi di attribuire la responsabilità del tradimento a chi ha tentato e vinto.
Forse perchè prendersela con chi ha ceduto equivarrebbe a confermare l'incapacità di un ruolo a cui si è appartenuto ed è più facile arginare il pensiero del fallimento se la colpa la si lascia a qualcun'altro.
Così ho capito che spesso non si riflette mai sul proprio rapporto, neppure quando traballa.
Si lascia che sia e qualora capiti qualcosa, il colpevole è sempre altrove.





giovedì 3 luglio 2014

Rehab

Credo nell'innocenza fino a prova contraria e credo che l'onere della prova spetti a chi accusa.
Non esiste la presunzione di colpevolezza, perchè presuppone una presunzione d'innocenza.
Non conosco i metodi investigativi delle nostre forze di polizia, ma resto interdetta quando dopo anni e anni dal fatto, nei quali si sono fatti milioni di buchi nell'acqua, improvvisamente si riesca a tirare fuori dal cappello a cilindro delle prove schiaccianti.
Che, se davvero lo fossero, porterebbero al colpevole senza alcun ragionevole dubbio.
Ma così non è.
Si buttano lì pezzi di conclusioni, si arresta qualcuno e si presume che sia colpevole.
Non si è certi in maniera assoluta.
Non c'è una prova incontrovertibile.
Così, magari, quel qualcuno, che ha il 50% di possibilità di non aver commesso quel fatto, si ritrova una vita rovinata.
Ci sono infiniti  casi in cui si sono arrestate e condannate persone senza prove evidenti, ma solo sull'ipotesi e l'idea che non possa essere stato nessun altro.
Se non c'è una confessione, se non si certifica una flagranza di reato, se chi ha ucciso è stato così bravo da non farsi scoprire, chi ci da il diritto di ritenere una persona colpevole?