Leggere attentamente


ogni riferimento a fatti e persone è puramente casuale, se qualcuno dovesse riconoscersi in tilla papilla bullo ti sbullo o sullo catullo o, riconoscere qualcun'altro, probabilmente è affetto da una forma degenerativa della coscienza, malattia che ancora non ha nome e chissà se mai lo avrà, e semmai dovesse averlo si correrebbe il rischio che qualcun'altro potrebbe riconoscersi nel nome di quella malattia, comunque, ritornando a questa forma degenerativa si consiglia agli affetti da tal malanno una buona dose di cazzi propri, da farsi naturalmente

martedì 31 agosto 2010

La cura


Stamane ero fuori casa all'alba.
Mi sono guardata in giro che ormai non si sa se esci vivo e torni nelle medesime condizioni, potresti incontrare qualche squilibrato che ti mena fino ad ammazzarti perchè s'è incazzato con la fidanzata o un pazzo che prende a mitragliate ignari passanti.
Vabbè, io ce lo fatta, nessuno psicopatico sulla mia strada.
Arrivo al centro ambulatoriale e passo subito.
Mi fanno indossare un camice di carta e mi fanno stendere.
Il macchinario della risonanza è aperto, ma comunque sempre sotto sto coso tondo devi andare.
Mi ingabbiano la faccia con un mascherone di plastica dura.
Mancava la palla ovale e sarei potuta essere degna di un giocatore di rugby.
Mi dicono di non deglutire e non muovermi.
Mi danno una pompetta e mi dicono di pigiarla se ci fossero dei problemi.
Mi fanno scivolare sotto il macchinario.
In un millisecondo il mio cuore schizza, la salivazione si azzera e io mi sento in trappola.
Cerco di resistere che quando voglio divento stoica, mentre penso che qualche goccina di ansiolitico me la sarei pure potuta prendere.
Cerco di non pensare a cose che potrebbero aumentare la mia ansia, chiudo gli occhi e immagino fiori.
Non so perchè, ma di solito nei filmsss dicono di pensare ai campi fioriti.
Potere della filmografia retorica.
Seguo il ritmo del rumore che osserva il mio rachide cervicale.
Resisto.
Devo farlo, non posso fare una figura di merda.
Cioè, potrei visto che è la prima volta che vengo in questo centro e non mi conosce nessuno, ma decido che non sia il caso.
Dopo 30 minuti esco illesa, ricomincio a respirare senza andare in iperventilazione, la saliva torna al suo posto, il cuore si cheta.
Una vittoria su me stessa che vale almeno quanto una mastercard.
E' solo la prima, porco cazzo!

sabato 28 agosto 2010

Ticket to ride


Se sapessimo gestire la nostra enfasi e la nostra rabbia, non ci sarebbe bisogno di avere una tessera del tifoso.
Si andrebbe allo stadio, si tiferebbe anche animatamente, ci sarebbero sberleffi e sani cori d'insulti, si uscirebbe dallo stadio senza timore alcuno.
Dal momento che andarci è diventata una guerriglia dalla quale potresti uscire con qualche contusione se ti va bene o morto se ti va male, ben venga questo strumento.
Gli ultras sono incazzati, parlano di stadi lager, disertano le partite per protesta.
Ma il vero tifoso se ne fotte, gode del bel gioco, non si porta le mazze da casa, neppure la bandana per coprirsi il viso.
Non abbiamo la capacità di essere responsabili e ne paghiamo le conseguenze.
Proprio gli irriducibili dovrebbero essere i primi a tenere a bada i facinorosi.
Al contrario danno fuoco ai seggiolini e le macchine parcheggiate.
E mi chiedo se usino le pietre focaie che a me l'accendino lo facevano buttare all'entrata del secondo anello curva Maratona!


venerdì 27 agosto 2010

Sign your name


Che fa un certo effetto vedere le proprie parole tra quelle di Salinas, Gibran e Neruda.
Mica cazzi.
Cioè, qualcuno sceglie poesie di grandi poeti e le copia nel suo spazio.

Poi sceglie un post della sottoscritta e fa altrettanto.

Passato il primo incazzo e chiarito con l'autrice del misfatto, subentra la lusinga.
Perchè il mio ego s'impenna quando si accorge che un pensiero che ho scritto è piaciuto talmente tanto da indurre qualcuno a farlo suo.
Fa un po' sentire grande fra i grandi.
Spesso è successo che me lo abbiano chiesto e non ho avuto mai alcun problema a regalare i miei scritti, altre mi sono stati "estorti".

In questo caso mi sale la carogna e divento irragionevole.

Certo, quello che metti nel web smette di appartenerti nel momento in cui lo pubblichi, ma io mi affeziono ai miei post come alle mie cose, ai miei gatti, ai miei amori so riconoscerli a distanza di anni e so difenderli con unghie e denti.
Chissà quanta roba ci sarà sparsa per l'etere di cui non mi sono mai accorta.
Che questa volta mi è andata bene ma in altre potrei essere finita in mezzo a glitters e brufoli!

mercoledì 25 agosto 2010

Non me lo so spiegare


Sai cosa mi fa veramente incazzare?
Quando le persone che hanno finto amicizia, mi coinvolgono nei loro casini e mi usano come capro espiatorio.
Ed ogni volta, succede che perdo qualcuno a cui tengo in quanto ingiustamente, vengo ritenuta responsabile di non aver fatto la pettegola e aver spifferato la verità a terze persone coinvolte.
Come se spettasse a me fare i comunicati stampa delle corna altrui.
Questo perchè, come persona informata sui fatti, avrei dovuto a mia volta mettere in guardia colui che è stato tradito.
Quindi io divento la stronza di cui non ci si può fidare (!), mentre il/la cornificatore/trice, risolve con una bella chiacchierata in cui dichiara che nulla si può opporre all'innamoramento e all'ammmore.
Le conseguenza sono paradossali: io non ho più a che fare con tutte le persone coinvolte, mentre traditi, traditori e nuovi entrati si relazionano senza problemi.
Lo so, è ridicolo eppure questo è successo e non posso neppure affermare di aver avuto a che fare con persone poco intelligenti, anzi!
E' che l'amore, corrisposto o meno, è un flagello mentale e fa smettere di essere obbiettivi.
E continuo a chiedermi se tutto ciò sia una cosa meravigliosa o un grande limite.

lunedì 23 agosto 2010

Le cose che abbiamo in comune


Una delle mie priorità è capire, capirmi, capirsi, capirti.
Quindi quando non riesco a capire qualcosa di generico divento nervosa e irritabile, chiedo mille spiegazioni, indago a fondo, sclero alla ricerca della risposta di quel percorso mentale.
Capirmi è diventato piuttosto semplice, l'esperienza mi ha insegnato come affrontarmi e se non è una cosa è l'altra, permettendomi di avere un margine d'errore del 50%.
Capirsi è determinato dalla volontà di condividersi, pertanto nonostante certi atteggiamenti possano di primo acchito lasciarmi basita e stupe.fatta, una volta elaborato che trattasi di un rapporto superficiale e non ci sia interesse reciproco, glisso e mi disinteresso allo stesso modo, che è lo scopo ultimo del capirsi.
Capirti è una necessità oggettiva una condizione necessaria affinchè tra me e te ci sia un collegamento mentale, un dialogo che vada oltre le solite banalità.
E' guardarti, pensarti, leggerti e capire con un solo sguardo, pensiero, lettura quello che intendi dire, fare, baciare, lettera, testamento.
E' farsi largo tra le sfumature e il buio e riuscire a trovare la luce.

venerdì 20 agosto 2010

Heal the world


L'umanità fa cagare fino al momento in cui nuoce al nostro sopravvivere.
Ci piace invero, scoprire che ci sono oasi indulgenti e gentili che danno luogo a meraviglia.
Ed ecco che ogni nostra certezza diventa controvertibile.
Nulla è tutto sebbene tutto possa essere nulla!

giovedì 19 agosto 2010

Vengo anch'io (no tu no)


Quanti appuntamenti avrebbero dovuto condividere prima di dargliela senza passare immediatamente per troia?
Che a lei questa cosa qui la preoccupava.
Non succedeva alle sue amiche che, senza impudenza, la elargivano a destra e a manca già da subito.

Per questo si sentiva diversa e proprio perchè lui le piaceva davvero non voleva apparire come quella unicamente da trombare.

C'è da dire che l'unica volta in cui si era concessa nell'arco di un tempo che aveva ritenuto ragionevole, lui era sparito subito dopo.
S'era vestita con cura, si era concessa il parrucchiere, desiderava piacergli almeno allo stesso modo in cui lui piaceva a lei.
Mentre pensava, la pioggia e mille libellule blu cominciarono a girarle intorno.
I segni del destino sono sempre imperscrutabili.

lunedì 16 agosto 2010

Splendido splendente


Siamo tutti egoisti.
E tutti lo sappiamo, ma ci piace fare gli splendidi, ci piace far credere agli altri di essere dei grandi altruisti.
"Lo faccio per te"
Peggio ancora "Ho fatto tutto questo per te"
Mai cazzata fu più grande di questa.

Nessuno fa niente per nessuno.
E' solo un mezzo per scaricare le proprie responsabilità su scelte rivelatesi errate.

Troppo comodo far credere di essere stati il mezzo o il modo.

Laddove c'è qualcuno che si crogiola, c'è qualcuno che si cruccia e, chi cade nella rete, invece di togliersi di dosso il peso di una prigione costruita ad arte, resta schiacciato da tutti i sensi di colpa presenti sul mercato del compiacimento.
Sappiamo già tutto e continuiamo a fingere di non sapere niente.

venerdì 13 agosto 2010

Relax


Bugiardino aveva un locale prestigioso nel centro storico del paese.
Elegante e raffinato.
La specialità della casa erano le bugie.
Per non confonderle con i famosi dolcetti di carnevale, Bugiardino aveva esposto un grosso cartello proprio sopra il bancone, nel quale c'era scritto "qui si servono menzogne in tutte le salse, per tutte le salse"
Il menù del giorno era così composto:
"Colazione: caffèscusaoriginale
Pranzo: zuppadiballemiste
Aperitivo: eiomelabevo
Cena: cazzatainsalsa"
Il successo fu assicurato dal passaparola degli avventori.
Venne perfino indetto un concorso a chi la sparava più grossa e credibile.
Vinse il presidente del consiglio che battè di un soffio il sindaco.
Bugiardino diventò un ricco possidente, chiuse il locale e si avventurò nelle foreste dell'Amazzonia, sogno della sua vita (ma nessuno ha mai potuto appurare se fosse andata davvero così).
Il paese rimase senza bugie e, nonostante necessariamente dicessero tutti la verità, nessuno più credette a nessuno.

mercoledì 11 agosto 2010

Dottore.


"Perchè sa, dottore, io sto spesso seduta.
Si, non ho nulla da fare a parte pulire di quando in quando, e la maggior parte del tempo lo passo davanti ad un pc, che lo so che è controproducente e oserei dire immorale, ma mi annoio, allora mi siedo e accendo.
Leggo blogzzz, gioco a carte, controllo la miseria della gente e la mia.
Insomma quel dolorino nuovo che mi porto addosso, è un'infiammazione e la postura non aiuta.
Ma si, facciamola pure la risonanza così mi tolgo ogni dubbio sulla mia morte apparente.
E due analisi mettiamocele pure dentro che ci facciamo una revisione completa.
E si, dottore, sono mesi che cerco un lavoro senza trovarlo, che non posso decidere più nulla che non sia economicamente destabilizzante.
Capisce vero la mia ansia?
Non è che il fatto che possa essere giustificata mi consoli.
Tra l'altro sono diventata iper sensibile.
Sa dottore, mi commuovo con nulla.
Oggi ho pianto davanti ad una fontana che faceva giochi d'acqua al suono di "con te, partirò".
Capisce come sono messa?
No, non me lo dica.
Mi lasci tutte le mie consapevolezze.
Sono le uniche certezze che ho."

martedì 10 agosto 2010

Non c'è più niente da fare


Che ti devo dire?
Non è periodo.
No, non lo è per nulla.
Ho l'ipocondria ai massimi storici e lo scazzo che ha raggiunto livelli cosmici universali.
Cadranno le stelle, dicono.
Porterò l'ombrello.
L'importante è che non cadano le tette.
Sogno una via di fuga da me stessa.
Un pertugio nel quale rifugiarmi.
Non valgo più un cazzo neppure come riccio, ho perso gli aculei e mi sono addolcita.
Almeno quando ero una merda mi sentivo fiera delle mie scelte incontrovertibili.
Che ti devo dire?
Nulla che non ti abbia già detto!

venerdì 6 agosto 2010

Nord sud ovest est


Quando ero piccola vivevo al sud.
Un giorno, presso la villa comunale che ero solita frequentare, conobbi una bimba della mia età.
Quando sei piccola, fai amicizia in circa tredici secondi.
La tipina parlava con un accento inconfondibilmente diverso dal mio, così mi venne da chiederle di dove fosse.
La sua risposta fu "del settentrione".
Io, che mai avrei ammesso di non sapere dove diavolo si trovasse settentrione, sorrisi e annuii.
Mentre tornavamo alla dimora, chiesi a mia mamma dove si trovasse questa città sconosciuta.
Con mia grande sorpresa, mi rivelò che non di città trattavasi ma di italica zona.
Col tempo capii che la piccina, complici i genitori che a una bimba non verrebbe mai in mente di rispondere in tal modo, era un'ogogliosissima nordista trapiantata al sud.
Non che fossi meno orgogliosa di vestire i panni della meridionale, ma doveva essere un gran posto questo settentrione se la fierezza assunta da quella bambina, non dava modo di ricondurre in un luogo specifico e meglio identificabile.
Dopo pochi anni toccò a me, meridionale per metà, settentrionale per l'altra e centrale per nascita, essere trapiantata al nord.
Non cambiò praticamente nulla.
L'unica differenza è stata il modo per l'identificazione che il popolo attribuiva alla controparte e che si era trasformata da "polentoni di merda" a "meridionali del cazzo"
E io sapevo di poter essere, orgogliosamente, tutto questo!

giovedì 5 agosto 2010

Love is in the air


Ciao emerita testa di cazzo.
Come stai?
Dimmi che stai male così gongolo e soprattutto posso parlare male di te, di come ti piangi addosso, di come ne hai sempre una, di quando ti è scappato il gatto e hai pianto due giorni.
Che ho pure fatto finta di preoccuparmi, in realtà non me ne fotteva un'emerita minchia.
Non guardarmi con quell'aria da pirla.
Davvero pensavi che io e te potessimo essere amici?
Ma suvvia!
E' solo un'ipocrita e subdola finzione.
Appena giri l'angolo mi diverto a sputtanarti, ma se arrivi, aggiorno il mio sorriso più bello e lo sfodero per te.
Perchè lo sai anche tu come vanno queste cose.
Tizio parla male di caio che parla male di tizio, ma solo quando non c'è tizio e neppure caio.
Dai, su, fammi diventare la carta assorbente delle tue confidenze almeno ho qualcosa di cui sparlare, un gossip di carne umana quotidiana.
Che in fondo è così bello fingere d'interessarmi alle tue stronzate.
Credi d'essere importante per me?
Il fine è quello.
Peccato che dietro ci sia tutta l'aridità del nulla.
Che offesa alla tua intelligenza.
O magari lo sai e fingi che non sia così.
Ma ti farebbe una persona ancora più triste.
E sola.

mercoledì 4 agosto 2010

Candle in the wind


Perchè è così che ci si sente in certi momenti: sciolti.
Milioni di particelle elementari che ci abbandonano, disperse nel vento del sotterfugio.
Acqua, che crolla gravitazionalmente sul pavimento.
Leggiamo la notte sulle pieghe della pelle, capaci di confondere il risveglio con il sonno ancora legato al nostro inconscio.
Routinarie conseguenze del vivere, l'umore appare rancido, scaduto da tempo, da buttare.
Sforziamo le labbra in un sorriso ipocrita nascondendo stati d'animo palesemente contraddittori.
Perchè è così che ci si sente in certi momenti: prigionieri.

martedì 3 agosto 2010

Tutti frutti


Credo che i miei gradi di separazione dalla follia si siano di molto accorciati.
Ormai è cosa certa che stia diventando, agorafobica e compulsiva mentre ero già in possesso di ansia, claustrofobia e fobia da volo aereo.
Uscire sta diventando complicato e io, cocciuta come un mulo, me lo impongo come una medicina.
Quindi forte della forza che m'abbandona, lascio la dimora e vado.
Dove?
Ovunque.
Tempo zero e le pulsazioni cardiache aumentano esponenzialmente alla paranoia, mentre la sudorazione raggiunge i livelli di una doccia.
Controllo in giro se ci sono posti morbidi dove eventualmente svenire, ma so già che se dovesse succedere mi farei piuttosto male.
Comunque il massimo del minimo, l'ho raggiunto pochi minuti fa, mentre presa dalla compulsione per la pulizia di casa, lettore mp3 nelle orecchie, mi sono messa a cantare a squarciagola Gold, usando come microfono l'asta della scopa.
Se fosse morto, Tony Hadley si rivolterebbe nella tomba!

lunedì 2 agosto 2010

Upside down


Almeno la notte vorrei riposare in santa pace.
Invece sogno quel tizio che neppure conosco e che comincia pure a starmi pesantemente sul cazzo e che, mentre si sciacqua la faccia in un lavandino di un cesso pubblico, mi dichiara apertamente che ho perso la fantasia.
Ci sono rimasta come una cacca, e giacchè mi trovavo nell'ambiente adatto, ho cercato di annegarmi nel gabinetto.
Che lo so da me che non c'ho pensieri concreti e neppure aleatori, ma che un perfetto estraneo si permetta di gettarmi addosso tutta questa consapevolezza, mi fa svegliare incazzata!