Leggere attentamente


ogni riferimento a fatti e persone è puramente casuale, se qualcuno dovesse riconoscersi in tilla papilla bullo ti sbullo o sullo catullo o, riconoscere qualcun'altro, probabilmente è affetto da una forma degenerativa della coscienza, malattia che ancora non ha nome e chissà se mai lo avrà, e semmai dovesse averlo si correrebbe il rischio che qualcun'altro potrebbe riconoscersi nel nome di quella malattia, comunque, ritornando a questa forma degenerativa si consiglia agli affetti da tal malanno una buona dose di cazzi propri, da farsi naturalmente

venerdì 27 febbraio 2009

Ragnatele


Cosa sei venuto a fare?
A scopare
Da dove vuoi cominciare?
Dagli angoli remoti e nascosti
Non sarebbe meglio qualcosa di meno impegnativo?
Se iniziamo da li, tutto il resto sarà spianato e semplice
Sento la voglia scorrere in te
Quando arriva il tempo le cose vanno fatte è inutile rimandarle
E' vero, è inutile continuare a tergiversare.
Sono pronto, sarà fatto con impegno e dedizione.
Bene...non dimenticarti la paletta!

giovedì 26 febbraio 2009

Deliri consapevoli



Lotto per desideri oscuri e impenetrabili.
Troppo facile eliminare qualcosa semplice da eliminare.
Mi applico sull'implosione del dubbio e l'esplosione del piacere, alla ricerca di drammi armonici che invento nel mistero dei pensieri che non ho.

mercoledì 25 febbraio 2009

Meravigliosa creatura



Ricordo quando ero una figurina, della Panini probabilmente.
No, niente a che fare con i calciatori, al massimo potevo essere la palla.
Ma non andiamo fuori tema.
Ero una figurina, dicevo e aspettavo le mani attente della prima bambina gentile che mi avrebbe staccata dall'involucro di cellophane, per attaccarmi nella casellina corrispondente al mio numero nell'album dei suoi desideri.
Ahimè, quando scartarono la partita della quale facevo parte, caddi involontariamente e lasciai che il vento di quel giorno mi trasportasse lontano dal mio mondo.
Rimasi appiccicata ad un albero, col quale intrattenevo meravigliose chiacchierate sulla moda, soprattutto durante i cambi di stagione.
Io mi scolorivo, lui cambiava il colore delle foglie, io mi scolorivo, lui perdeva le foglie, io mi scolorivo, lui aveva foglie nuove e bellissime, io non ero più visibile, lui era ricoperto da fronde.
Finchè un giorno lo tagliarono e ne fecero carta.
Sono sempre appiccicata a lui, oggi come allora.
Io figurina, lui album.

martedì 24 febbraio 2009

Della mediocrità



Ho sempre sbagliato i tempi...
troppo veloce, troppo lenta...
sempre in disaccordo con l'armonia del mio tempo.
Sono stata mediocre in moltissime cose, spesso non sono arrivata dove avrei voluto giungere.
Sono la coda di me stessa!
Ma continuo ad allenarmi perchè barcollo tanto, ma non mollo mai!

lunedì 23 febbraio 2009

Del tempo che diviene


Non so.
Sarà che me ne sono sempre fregata, che ho continuato a trattarmi male mangiando ogni porcata mi venisse a tiro, che i capelli bianchi si confondono con i colpi di sole.
Sarà che quando ho compiuto 40 anni ero felice perchè li ho festeggiati come una rinascita.
Sarà che ogni cosa ha un suo tempo e c'è un tempo per ogni cosa.
Sarà che adoro la naturalezza delle proporzioni del tempo e che le rughe mi danno l'idea della saggezza.

Sarà per tutto questo e forse altro ma io non ho nessuna paura d'invecchiare...

Di uno dei peccati capitali (o forse più)


Tra le mie compulsioni, nate come hobbies e trasformatesi nel tempo, c'è il gioco delle carte.
Innocuo, nel senso che non gioco a soldi, ma deleterio perchè è diventato quasi ossessione.
Ma anche un divertimento.
Il gioco è on line e si chiama burraco e altro non è che il nome moderno della canasta.
In breve: ci sono una serie di livelli, più sei bravo e fortunato (che la bravura da sola non basta) più sali.
Questi ultimi sono espressi in animali, quindi sei farfalla al momento dell'iscrizione poi topo, gatto, leone, falco, pantera fino ad arrivare a drago.
Dipende dalla differenza che hai tra le partite vinte e quelle perse.
Se hai molto molto culo, sali in fretta, diversamente resti dove sei.
Si gioca due contro due, per cui ti siedi ad un tavolo virtuale e aspetti il tuo socio ignoto e ignaro.
C'è grande discriminazione, assurdo ma esiste, per cui difficilmente un drago giocherà con una farfalla e a volte perfino le farfalle stesse si discriminano tra loro quando una delle due ha più partite perse che vinte, litigano perchè tizio ha fatto questo invece che quello a volte si mandano a cagare tra soci.
Io sono un falco, ho l'avatar più brutto di tutto il server, cerco di essere sempre cordiale e gioco con tutti che si vince e si perde altrimenti che gusto c'è?
Ieri giocavo con una farfalla.
Questa stronza ad un certo punto comincia ad inveirmi contro, mi comunica che era un drago e che sapeva giocare, chiude la partita e mi fa perdere.
Credo le sia pure scoppiata la giugulare.
Ora, va bene tutto, puoi essere nervosa e incarognita, puoi avere velleità di vittoria, puoi sentirti brava e inappagata, ma cazzo proprio con me devi venire a sfogare le tue frustrazioni?
E fuori, nella vita tua, nel tuo quotidiano, come sarai mai messa?
Mica puoi rivendicare di essere un lupo travestito da pecora, che la gente ti guarda e ti chiede di dimostrarlo, cretina!
Chi sa di essere bravo, non ha bisogno di dirlo.
Lo è.
Punto.

sabato 21 febbraio 2009

Ad ognuno i suoi circuiti


"Le Trung, ingegnere 33enne canadese di origini giapponesi, troppo impegnato con il suo lavoro per andare a caccia dell’anima gemella, crea da sé un robot-moglie. Il robot si chiama Aiko ed è molto portata per i lavori domestici"
(Fonte web)



In Italia qualcuno inventa Arisa e la fa cantare a Sanremo!





venerdì 20 febbraio 2009

Quante cose che non sai di me


Bene, ho deciso di dirtene alcune in una sorta di outing innovativo:

Come ti chiami: Alessandra
Come ti chiamano gli altri: Ale, Sandra, Amore.
La cosa che sai fare meglio: controllare, con capacità acquisite nel tempo, le crisi di panico.
Le cose che sai fare peggio: le conversioni di valuta e rollare le sigarette.
Un pregio caratteriale: ascoltare chiunque abbia qualcosa da dire, con attenzione
Un difetto caratteriale: lo scazzo cosmico improvviso ed ingestibile
Un pregio fisico: ancora e finchè la gravità non farà il suo ingrato compito, le tette
Un difetto fisico: tutto il resto
Cosa ti piace di te: l'ingenuità che mi porta a credere a tutto e a tutti
Cosa non ti piace di te: l'ingenuità quando dopo l'ennesima delusione, diventa carogna
Come pensi di essere: non ho mai conosciuto nessuno che si ritenesse un cesso quindi non vedo perchè dovrei cominciare io...diciamo che mi porto discretamente addosso le mie 44 primavere.
Cosa cambieresti di te: tutto e niente, dipende dall'umore.
Se tornassi indietro rifaresti le stesse cose?: che cazzo di domanda..certo che no. Rifarei quelle che mi sono riuscite bene ed eviterei tutto il resto.
La tua certezza più grande: oltre la vita c'è il nulla, quindi è meglio che approfitti di questa opportunità e mi faccia meno paranoie
Previsioni per il futuro: prendere l'aereo dopo sedazione chimica e riuscire ad andare finalmente da Rita. Intanto guardo i prezzi dei traghetti...

giovedì 19 febbraio 2009

Emisferi paralleli



Adoro gli strati di parole che respiro.
Come vecchia carta al macero, che esprime i vissuti del tempo lungo la dorsale dell'esperienza.
Ancor più mi piace il modo d'inanellarle, come vecchie collane di perle alle quali si è rotta la chiusura.
Cambia la forma ad ogni ricostruzione e cambia il mondo intorno.
L'ignoranza non vede e dimentica che esistono le possibilità di guardare oltre le circostanze e corrompe e si fa sbattere dalla saccenza come una vecchia puttana.
Scopano per dovere dimenticando il piacere dell'orgasmo.

mercoledì 18 febbraio 2009

Io non so parlar d'amore (l'emozione non ha voce)


Non sono sempre incazzata col mondo.
Solo che quando non vanno una serie di cose, faccio fatica a relazionarmi con i sentimenti positivi mentre la rabbia esplode con estrema naturalezza.
Va da se che non so manifestare l'amore che mi porto dentro.
Non sono brava con le moine e spesso mi capita di palesare comportamenti che potrebbero indurre a dubitare dell'affetto che nutro dando luogo, inevitabilmente a dubbi e domande.
Eppure, è tutto dentro al cuore questo amore che mi porto addosso, nascosto dietro l'ombra di un cinismo che a mano a mano prende il sopravvento su di me.
Così, dimentico di dimostrare a coloro che amo quanto sono importanti per me, consapevole che ben presto si romperanno le palle di darlo per scontato e me ne chiederanno conferma.

Filtro me stessa, disarticolata e confutabile, come se il mio punto di vista potesse bastare a mantenere in piedi i rapporti.
Corro dei rischi consapevolmente e, consapelvolmente, so che potrei perdere...
Basta avere la voglia di continuare ad interpretarmi.
In fondo sono come una sintassi: se fai attenzione conoscerai di me la differenza e saprai senza esitazioni quand'è che voglio dire "mio.dio" oppure "mi.odio".

martedì 17 febbraio 2009

Come un cacciavite nella gengiva


Sono diverse le persone alle quali sto pesantemente sul cazzo.
Se mi stai sui maroni, te lo dico, non fingo di non vederti.
Al contrario, ti guardo bene, dritto dritto negli occhi e non puoi pensare che ti adori, perchè trasuda da ogni poro della pelle che ti detesto.
Non so fingere, è il mio limite, la mia debolezza.
Non ho diplomazia, non ti sorrido se non ti sopporto.
Anche perchè le volte in cui ho provato a fingere, per necessità oggettiva, sembravo colta da paresi laterale e non è carino che tu pensi che io sia malata mentre la verità è che ti defenestrerei.
Allora mi aspetto pan per focaccia.
Perchè ti odio anche di più se fai l'ipocrita del cazzo e magari mi stavi pure simpatico ma comincio a declinare l'idea a favore di un corrispettivo più equo.
Non possiamo amarci tutti, ma possiamo quantomeno provare ad essere onesti.
Eccheccazzo!

Impressioni di Febbraio


Mi sento come uno di quei feticci nei quali infilare spilloni.
Il dolore mi attraversa le pupille, zigzaga tra i lobi temporali e accende neuroni segmentando tormenti ed illusioni.
O forse sono allusioni a fatti intervenuti e mai risolti.
Contorco le ciglia racchiudendole in un nodo del ricordo.
Riccioli di fili sottili tra le dita.
Leggerò il mio futuro nel muco che soffierò dal naso e sputerò sentenze.
Le urlerò c
osì forte che anche i sonni sopiti di principesse dormienti da una vita, riusciranno a sentirmi.


lunedì 16 febbraio 2009

Dell'amore e le sue forme


Che quando non resci a dormire la televisione diventa un'ottima saturazione del cervello.
T'impedisce di pensare e ti rilancia nelle vite degli altri pur senza esserci.
Così ieri mi sono trovata dentro i racconti di persone così diverse tra loro, unite dall'universalità dell'amore.
La coppia scambista, la donna del poliamore (che mi ha ricondotta inesorabilmente al pensiero di quanto sia devastante bere polisucco di HarryPottiana memoria, se al posto di peli umani sono presenti peli di gatto), il monogamo per codardia e pigrizia, l'etereologa del sesso e l'immancabile psicologo.
L'amore è bello quando ad ognuno è permesso viverlo secondo i suoi canoni e qualora sia privo di pregiudizi.
Ho subito il fascino del racconto di Rosalinda Celentano, del suo modo d'interpretare l'amore per le persone, al di la del sesso, un incontro di anima e non di forma.
Da quello che ho capito l'ha vissuto piuttosto male, dal momento che, come lei stessa ha dichiarato, è in analisi da sempre.
Dal di fuori, da persona che non vive la situazione, l'ho trovato un bellissimo modo di porsi a cospetto di un sentimento che ha bisogno sempre di poter essere collocato in qualche modo ed ho trovato lei, così androgina, affascinante.
E, la cosa, non mi preoccupa affatto!

sabato 14 febbraio 2009

Xanax, amore & fantasia


Ho provato ad ovviare alla pesantezza che avvertivo nel cervello tagliandomi i capelli.
Non è servito.
Quelli rimasti appiccicati al cranio, seppur leggeri, hanno continuato a far pendere e ciondolare la testa assecondando senza rimpianti la forza di gravità.
Ho consultato il medico, che senza girare intorno a mille cose, mi ha riferito che le possibilità si limitano tra due cose fondamentali, untumorealcervello o unostatodepressivo.
Opto per la seconda e mi avvio compulsivamente verso una prossima ossessione.
Nel frattempo elimino paturnie con cinque gocce d'ansiolitico pur di non ammettere di avere la possibilità d'esser depressa e non aver bisogno dello strizzacervelli.
Raccolgo rose rosse e blu e me le infilo nel cuore con spille di perle.

giovedì 12 febbraio 2009

Pillole di commenti


Un guerriero, uno di quelli veri, non rinuncia mai a combattere, trova sempre un motivo, un sogno al quale aggrapparsi.
E' istintivo difendersi in battaglia e fuori da essa.
La ricerca dello sguardo o di qualsiasi altra cosa necessaria a non mollare è riservata a chi guerriero non è mai stato ma ha solo pensato di esserlo...

Da altri luoghi


Ci chiamano parassiti, cercano di distruggere la mia razza da tempo immemore.
Siamo sempre riusciti a sopravvivere, abbiamo attraversato il mondo, non ci siamo mai arresi.
La nascita della nostra dinastia, si perde nella notte dei tempi.
Siamo stati alle corti dei sovrani, ma ci siamo diffusi anche tra la povera gente, democratici fin d'allora, non abbiamo disdegnato nessuno.
Mai.
E prima ancora, già c'eravamo.
Hanno tentato in tutti i modi di debellarci.
Anticamente cercavano d'inondare le nostre terre fertili, hanno provato a schiacciarci uno ad uno.
A noi bastava che uno solo sopravvivesse e partorisse nuovi figli.
E quell'eroe, riusciva sempre a cavarsela.
Abbiamo attraversato i secoli, abbiamo attraversato montagne e deserti, abbiamo visto estati e inverni susseguirsi, siamo stati tra le guerre.
Tutte.
Ora hanno nuove armi chimiche, polveri che si posano e ci annientano.
Forti e deboli.
Non abbiamo fatto in tempo a sviluppare gli anticorpi a questo nuovo preparato.
Io sono sopravvissuto per raccontare questa storia e creare una nuova specie, più forte.
Le mie piccole stanno per schiudersi.
E nessun Mom potrà più ucciderci.

Firmato Capitan Pidocchio e le sue piccole Lendini

(Si ringrazia per la rimembranza, Keel)

mercoledì 11 febbraio 2009

Do ut des


Che si fa in fretta a dire che si da tutte se stesse in cambio di nulla.
Cazzate.
Partiamo forti di questo convincimento ma, alla fine, ci aspettiamo un corrispettivo, magari non al livello della nostra offerta, magari solo un soffio, una percezione di ricevere qualcosa in cambio.
Altrimenti non si spiegherebbe per quale motivo restiamo amareggiate e deluse dall'atteggiamento menefreghista della persona alla quale crediamo di aver donato tanto e che poco o nulla ci corrisponde.
Paradossalmente dovremmo continuare a elargire tutta la nostra disponibilità senza banfare e senza lamentele.
Invece nel tempo, dopo qualche tentativo e non senza aver fanculizzato e pensato in più occasioni che l'oggetto delle nostre attenzioni sia uno stronzo egoista, ci eclissiamo.
E quando qualcuno ci chiede che fine ha fatto tizio, non nascondiamoci dietro al fatto che sia sparito, in realtà siamo noi che abbiamo terminato, di fatto, la nostra disponibilità.

martedì 10 febbraio 2009

Pillole di commenti

A me riesce difficile anche uccidere.
Mi crogiolo nella mia inadeguatezza e lascio che mi conduca verso crisi nelle quali m'inabisso.
Come in un limbo, una melmosa tana nella quale riparare le orecchie per smettere di sentire.
Gli occhi socchiusi che c'ho paura del buio.
E li sto, aspettando che qualcuno mi dica cosa so fare.
Ma non arriva mai nessuno e rimango sospesa tra l'abulia e l'inettitudine.

lunedì 9 febbraio 2009

Corto circuito


Se potessi vedere dentro la mia testa, ci vedresti il caos.
Quadrilioni di pensieri che si accavallano mandandosi in dissolvenza.
Si rimarcano e sfuggono e ricompaiono.
Un turbinio, un vortice che mi lascia spossata e paradossalmente, vuota.
Le dita scorrono in completa autonomia, avrei talmente tante cose da dire che non me ne viene nessuna.
E loro vanno, disgiunte da me, animate dalla volontà di fuggire da eventuali parestesie che le farebbero friggere come un uovo al tegamino.
Vorrei sfogliare margherite o mangiare semi di girasole.
Vorrei solo essere lontana da me stessa almeno un giorno...

sabato 7 febbraio 2009

MOSTRI TRAVESTITI DA PRETI (E DA POLITICI)


Pensavo che finalmente la vicenda fosse chiusa.
Speravo che finalmente una figlia e un padre, per vie differenti, riuscissero a trovare la propria pace.
Il vaticano esulta, il presidente del consiglio da del vecchio rincoglionito a quello della repubblica. Da che pulpito!
Intanto un padre vede spezzarsi ogni 3x2 la speranza di dare pace finalmente, al guscio che resta della sua povera figlia e ad anni di lotte combattute per difenderne la dignità.
Preti e politica contro l'opinione pubblica dei liberi pensatori.
Facile fare i gay col culo degli altri!
La difesa della vita dovrebbe avere un limite, quello che contraddistingue la vita stessa, intesa come libertà e possibilità di assaporare un tramonto, ridere, confrontarsi.
Può chiamarsi vita 16 anni di nulla?
Spero solo, se dovesse mai succedermi, di trovare qualcuno che mi ami al punto di evitarmi di diventare un caso sul quale speculare.
Questa soddisfazione a sta manica di buffoni, proprio non la vorrei dare!
Mai!

venerdì 6 febbraio 2009

Della salvaguardia degli uccelli


Io e le nuove regole dell'estetica, viviamo due dimensioni differenti e ci evitiamo senza tanti drammi.
Per cui non ho idea di cosa voglia dire provare il gusto masochistico di fare una ceretta in ogni parte del corpo (e dico ogni), non mi sono mai fatta spinzettare le sopracciglia e così via.
Ho la fortuna di non essere una creatura pelosa e questo mi consente di procedere con il fai-da-te senza incorrere in spiacevoli e deprecabili ricrescite.
Altresì mi da la possibilità di evitare la conoscenza degli appellattivi che si danno ai risultati di una seduta estetica.
Quindi quando passa il tipo tutto fighettino e abbronzatino, non ridere se mi giro e ti dico
"ma pensa te, quello pure le sopracciglia a nido di rondine"
Per me le ali dei gabbiani sono bianche e soprattutto, ho l'abitudine ai cespugli!

giovedì 5 febbraio 2009

Lode alle Donne (ripro-post)

Ogni tanto ci penso.
Se fossi stata un uomo sarebbe tutto diverso.
Per antonomasia, il maschio è colui che deve provvedere ai bisogni della famiglia, che più se ne tromba più è figo, che ha la macchina più potente della famiglia, che se cucina lo fa per passione e pulisce casa solo se è single e vive solo.
E mi chiedo chi devo ringraziare a forza di sputi se tutti questi concetti siano diventati luogo comune.
Le femministe che hanno gridato per anni "la figa è mia e la gestisco io"?
Sarà ben per questo che gli uomini sono soliti credere che gliela si dia?
Ma che ti do? Mica te la regalo al massimo te la presto!
La chiesa, il cui leader è sempre stato uomo (comunque partorito da una donna)?
Credo che qualche meccanismo si sia inceppato durante l'evoluzione della specie; probabilmente già in tempi remoti ci siamo rese conto di essere superiori e l'istinto materno e buonista, ci ha fatto rinunciare al nostro ruolo di prestigio spingendoci ad un ulteriore sacrificio salvifico: far credere ai nostri compagni di essere i migliori.
E' stato facile!
Solo che si è arrivate ad un risultato che è sotto gli occhi di tutti ed è tardi per riprenderci i nostri diritti, i privilegi lavorativi, la libertà di non avere etichette preconfezionate quando trombiamo allegramente con uomini diversi.
Dannate e beffate.
Ma sempre fiere ed orgogliose e spesso con "due palle" che i signori uomini non potranno mai permettersi di avere.
Anche queste son soddisfazioni!

mercoledì 4 febbraio 2009

Confronti


E ti accorgi, se già non lo sapevi, di quanto sono "belle" certe persone.
L'istinto è uno dei miei beni primari, il mio segugio intellettivo, il metro del mio giudizio, nel bene e nel male.
Non mi ha quasi mai tradita e se l'ha fatto, sempre in buona fede.
E' la mia parte sensibile, forse l'unica che per il resto un elefante in un negozio di porcellane, farebbe meno danni.
Ma c'è e me lo tengo stretto come la coperta di Linus.
Parlarti oggi, è stato come dare voce ad un'idea.
E, mentre scrivo, sorrido.


martedì 3 febbraio 2009

Il peso dei pensieri


I pensieri hanno un peso specifico fatto di sostanza e di niente.
Zompettano irriverenti da un'idea all'altra a volte slegati completamente dall'inizio del discorso tra te e te.
Sorridono o si ribellano silenziosi tra i problemi e le cazzate di sempre.
Sono belli i pensieri, sono la parte più intima che un individuo possa conservare dentro, nell'anima a volte, a fior di pelle altre.
Li puoi vedere affiorare, fermarsi tra le rughe della fronte, ghirigori d'intenzioni di difficile interpretazione per chi distrattamente s'affaccia e t'incrocia il cammino.
Ma loro, sono segreti che evolvono e diventano parole assenti che ti capita di dire ad alta voce.
Piccole stille di memorie spezzate da parole, buttate li per li.

lunedì 2 febbraio 2009

Delle odiose sensazioni


Che mi sono anche rotta le palle di apparire buona.
Non sono buona, sono pessima.
E mi girano i coglioni, soprattutto in questo periodo soprattutto se ripenso a quanto ero felice e spensierata fino ad un paio di anni fa.
E mi girano i coglioni, quando incontro alle noveetrequarti il mio insegnante di ballo, perennemente sorridente, che se ne va in palestra mentre io vengo a buttare 10 ore della mia sacrosanta vita in mezzo ai pazzi e a un fracco di parassiti che ti stanno a sindacare su undicieuroundici.
E mi girano i coglioni mentre sorrido e spiego cose che sono così punto, ma mi tocca spiegartele come se fossi un bambino delle elementari.
E neppure.
E mi girano i coglioni per mille ed altre cose.
E, come dice in più occasioni qualcuno che ho conosciuto, viodiotutti!