Leggere attentamente


ogni riferimento a fatti e persone è puramente casuale, se qualcuno dovesse riconoscersi in tilla papilla bullo ti sbullo o sullo catullo o, riconoscere qualcun'altro, probabilmente è affetto da una forma degenerativa della coscienza, malattia che ancora non ha nome e chissà se mai lo avrà, e semmai dovesse averlo si correrebbe il rischio che qualcun'altro potrebbe riconoscersi nel nome di quella malattia, comunque, ritornando a questa forma degenerativa si consiglia agli affetti da tal malanno una buona dose di cazzi propri, da farsi naturalmente

martedì 30 giugno 2009

L'importante è crederci



tu ci credi al destino?
A quegli istanti in cui avvengono le cose a prescindere dalla tua volontà?
Alla casualità del tempo che si mischia con lo spazio in maniera impertinente e che ti lascia sospeso tra le domande e le risposte?
Pensi che ogni cosa non accada per caso, che ci sia un disegno, un libro della vita nella quale qualcuno si è divertito ad inventare la tua storia e alla quale tu assisti e diventi protagonista impotente?

Io si, ci credo e osservo e vivo qualcosa che non so.
Certo è che l'autore del testo della mia vita doveva essersi calato un acido di quelli belli tosti.
Se lo incontrassi adesso, sarei indecisa se chiedergli qualcosa o se sparargli in mezzo agli occhi.
Giusto per evitare che possa compiere ulteriori danni collaterali.
Fanculo.

lunedì 29 giugno 2009

Confessioni di uomo solo

"Non mi fare domande e non dovrò mentirti.
Prendimi per quello che sono.
In fondo scopo bene e ti faccio venire in mille modi diversi e in tutti gli altri, quelli che ancora devo inventare.
Ma tu non dire nulla, lascia da parte il cuore e le menate, conservali altrove.
Nel congelatore magari, in modo che possano avere una scadenza lunghissima.
Con me ne perderesti ogni volta un pezzo e mi accuseresti di essere un bastardo, di essere come tutti gli altri.
E forse lo sono ma quantomeno ti sto mettendo in guardia, ti sto aiutando a cadere in piedi.
Non avere pretese, scapperei.
E se ogni tanto mi lascio andare alla dolcezza, prendi quel momento e tienilo stretto ma vivilo per l'attimo che rappresenta.
Dall'attimo dopo potrei non esistere più.
Non è bello, non crederlo.
Amare è un dono, non riuscire a sentirlo t'inaridisce le arterie, ti rende schiavo di una ricerca inutile che ti fa scappare fuori da ogni letto dopo un orgasmo e passare al successivo e a quello dopo e dopo ancora.
Svegliarmi accanto a qualcuno e non avere nulla da dire e vedere l'aspettativa su quel volto, un punto di domanda che mi trapassa indifferente.
E continuare a scappare e continuare a cercare.
E credere e sperare che dentro le scosse di ognuna di quelle piccole emozioni, ci sia dentro un attimo di felicità"

sabato 27 giugno 2009

More than words

Che magari lo sai anche tu, ma io voglio spiegartelo ugualmente.
I ricordi sono come un mucchietto di sabbia bagnata nella mano.
Mica solo quelli belli, che quelli cerchi di tenerli lì il più possibile, anche quelli brutti che ci piove sopra quelli lì, mentre gli altri, quelli belli dico, li devi stillare per farli
resistere.
E per quanto tu faccia, sia per gli uni che per gli altri, il tempo asciugherà quel mucchietto di sabbia e ci vorrà un attimo perchè diventi polvere sottile e si disperda e ti cada dalla mano, anche solo un applauso sgembo e quel pulviscolo che ancora ti tiene legato a quel ricordo cadrà inesorabilmente.
E allora mi viene da pensare che il ricordo sia soggetto agli aliti di vento e che la nostra mente non abbia abbastanza spazio per contenerli tutti.

venerdì 26 giugno 2009

What Difference Does It Make?



Bisognerebbe ricordarsi sempre di chiedere agli altri se e quanto sono felici.
E gli altri, di loro, dovrebbero avere l'ardore di dire la verità e non trincerarsi dietro alla solita maschera di finzione.
In realtà nessuno lo chiede più per la paura di quanto potrebbe seguire come risposta a una domanda che tutto è fuorchè banale.
Quindi si dovrebbe avere l'accortezza di esprimere risposte brevi e concise.
"Sei felice?"
Opzioni disponibili:
"si"
"no"
Se poi si volesse approfondire, vuol dire che si è pronti a raccogliere tutto quello che l'altro ha voglia di raccontare.
Basterebbero queste piccole regole per conoscerci un po' di più senza spaccarci reciprocamente i coglioni.

giovedì 25 giugno 2009

Love of a common people

Si erano baciati compulsivamente e si erano ritrovati nudi in un arco di tempo che va da zero a uno.
L'amore era ostaggio delle ipotesi.
Decisero che si sarebbero scopati con radiosa armonia, deliziandosi i corpi sconosciuti con le dita e con i sensi disegnando ghirigori di sensibilità sulle loro emozioni.
Raggiunsero compatibilità impensabili godendo dei reciproci orgasmi.
Il mattino li accolse nel suo nuovo giorno avvolti in un abbraccio.

Intanto, dal cielo, piovevano tasselli.

mercoledì 24 giugno 2009

Run baby run


Era una donna atipica ed era solita non aspettarsi nulla dagli uomini che passavano nella sua vita.
Riceveva e dava per quello che volevano ricevere e darle, senza pretesa alcuna.
Il cuore e l'anima compiono giri immensi e sono imperscrutabili e indipendenti dalla volontà e non c'è modo di consentirne una gestione personalizzata.
Questo l'aveva imparato nel tempo e nei vissuti.
Fino a qualche tempo prima si sarebbe dannata, ora aveva imparato che era tutto legato al fato e alle sensazioni.
Vederlo adulto e avere il ricordo di lui bambino, era stata un'autentica magia.
Si era emozionata esattamente come quando nell'attesa, si vive la sensazione dell'innamoramento.
Averlo, sentire il suo cuore batterle sulle labbra, giocare e viverlo come se il tempo non fosse mai passato le aveva consentito di rientrare dentro emozioni scordate.
Non era amore, ma non era stato solo sesso.
Vederlo andare via, nonostante la consapevolezza, la rese triste.
Si sarebbero rivisti?
Forse o forse solo dopo aver vissuto un'altra vita, ma se quello che le avrebbe lasciato fosse stato quello che le aveva lasciato allora, ne sarebbe valsa, comunque, la pena.

martedì 23 giugno 2009

Vento d'estate


Quell'anno l'estate durò 5 giorni.
Chi aveva appena completato il cambio degli armadi dovette invertire l'ordine dei tempi e tirare fuori nuovamente maglioni e collant.
Lei aveva aspettato il caldo con ansia e trepidazione.
Pensò che non aveva molti anni davanti a sè per mostrare le meraviglie del suo corpo ancora capaci di sfidare la gravità e non si rassegnò di dover riprendere a nasconderlo sotto spesse coltri di abiti.
Sfidò grandini e fiocchi di neve che scendevano copiosi e che riempivano terra e cielo di un candore innaturale e freddissimo, indossando gonnelline giropassera, top che non lasciavano alcunchè all'immaginazione e sandali da mare.
Non c'era anima che non si girasse a guardarla.
Qualcuno cercò anche di coprirla.
I più pietosi accessero fuochi per scaldarla.
Vanesia, tremante e bellissima pensò che aver fatto ciò che era sua intenzione le avesse dato modo di vincere la sua battaglia.
E non si era sbagliata.

lunedì 22 giugno 2009

Di mille vite più una

Non so quanto tempo fa ho vissuto la mia prima vita, fatto sta che ho avuto questo privilegio.
Ho avuto mille forme ed intenzioni ma posso sostenere, senza timore o remora, che nessuna di esse è nata per ledere.
Quando non ho potuto farne a meno, ho ucciso ma solo per saziare la fame o per difendermi.
Erano i tempi in cui ero animale.
Ho avuto culo, questo è certo, perchè sono nato leone e mio padre non ha avuto modo di uccidermi per l'estro di mia madre perchè è morto durante un combattimento per la supremazia del territorio, appena dopo la mia nascita.
E' stata dura quando sono diventato margherita di campo.
Sfilze d'innamorati cretini che pensavano di trovare le risposte spogliandomi dei petali.
Vita breve, comunque.
Quano sono diventato gatto ho vissuto veri attimi di terrore.
Qualcuno mi aveva detto che la fase successiva sarebbe stata il completamento del ciclo e sarei divenuto umano.
Nelle mie vite, avevo avuto modo di conoscerne diversi e nessuno mi aveva ispirato alcunchè di buono.
Ho sfruttato tutte le mie sette vite moltiplicandole mediamente per i quindici anni che mi erano stati accordati dal fato.
Ma venne il mio turno e dovetti cedere.
Così cercai mio malgrado, di adattarmi, cercando di dimenticare la meraviglia del passato e la libertà alla quale ero abituato.
Prigioniero della vita per la vita più lunga che mi era stata concessa.
Un oltraggio, una lesione all'anima.
Mi fu dato di patire a lungo e riuscii a combinare danni conclamati.
Quando riuscii ad uscirne feci la preghiera di ricominciare ad essere qualsiasi altra cosa, tranne quella.
Ed è così, che oggi mi ritrovo esca viva, attaccata alla canna da pesca di uno dei miei nipoti
.

venerdì 19 giugno 2009

Reel around the fountain

Hai finto di prenderti cura di me e mi sono abbandonata allo stupore.
L'abitudine collima col benessere e lasciarsi andare è stato un attimo.
Ingenua e bisognosa mi sono lasciata trafiggere.
Mi hai portata nel rifugio del tuo letto.
Mi hai scopata furiosamente.
Sembrava mi stessi pugnalando a colpi di cazzo.
Avrei voluto addormentarmi sul tuo petto e raccontarti sogni.
Non mi sono resa conto che tutto era finito nell'attimo esatto del tuo orgasmo.
Le tue palle e il mio cuore, svuotati.
Ho preso i miei occhi tristi e sono andata via senza voltarmi.
Si torna bambini anche da grandi.
Si diventa grandi anche da adulti.

giovedì 18 giugno 2009

Giro al mercato delle cose pazze

Al mercato delle cose pazze nevica porpora e le donne si tingono i capelli.
La donna cannone, vende palle di neve a prezzi modici.
Più avanti c’è la bancarella dei sogni perduti.
Si vendono in un cassetto.
Al banco verde si vende la speranza e la gente tutta intorno guarda sognante l’abile venditore di fumo.
Profumi dolcissimi arrivano dal banco dell’amore.
Quanta scelta...c’è l’amore sacro e quello profano, l’amore infranto e quello vissuto.
Puoi scegliere la faccia da indossare per ogni occasione, allegra per le feste, di circostanza per le feste, triste per le feste.
Si perché mica tutte le feste sono la festa dei tuoi sogni.
Ah già i sogni si vendono in confezioni da dieci, a volte qualcuna è fallata e ti può capitare di comprare un incubo.
I più coraggiosi si avvicinano al banco del destino per scegliere la via migliore, ma il venditore è disonesto e ogni tanto ti ruba i progetti indicandoti quella sbagliata.
Alla fine, c’è l’ultima bancarella, quella del passato vissuto.
Girano tutti alla larga e il venditore sorride, ha già intascato la ricompensa da ogni avventore a tempo debito.
Dal mercato delle cose pazze esci e sorridi…

martedì 16 giugno 2009

Double-face

"scopami il cazzo"
"tu parlami delle tue troie"
"sono tutte uguali. me le trombo dove capita ritmicamente e ciclicamente. sempre disponibili. mi danno molto piacere. godere è altra cosa. godere è quando tu mi scopi"
"non ci provare. non me ne fotte niente che provi a farmi sentire speciale. non ci dobbiamo nulla se non questi momenti."
"non farmi aspettare. non troppo almeno"
"il potere del silenzio sta in una bocca che non parla"
"taci allora e dedicati alla mia parte migliore"








(non è scritto da nessuna parte che questo dialogo possa avvenire tra un uomo e una donna...)

lunedì 15 giugno 2009

Precisazioni


di qua...di là... avevo un po' di nostalgia e tanta rabbia... non abbandono..scrivo dove mi porta il cuore.. o il culo!!!

lunedì 8 giugno 2009

Triplo mah!

Che si fa in fretta a parlare di rispetto.
Pretenderlo significa quantomeno essere talmente coerenti da darlo.
O di pensare di farlo.
Tutti bravi a lanciare anatemi inconsistenti e poi cadere negli stessi errori di quanti sono stati inquisiti.
La gente è strana.
Si nutre di egoismo e fagocita intenzioni.
E io, mi sono bellamente rotta il cazzo di tutta la falsità che mi circonda.



end transmission

sabato 6 giugno 2009

Dispersioni temporali

Perchè è così che ci si sente in certi momenti: sciolti.
Milioni di particelle elementari che ci abbandonano, disperse nel vento del sotterfugio.
Acqua, che crolla gravitazionalmente sul pavimento.
Leggiamo la notte sulle pieghe della pelle, capaci di confondere il risveglio con il sonno ancora legato al nostro inconscio.
Routinarie conseguenze del vivere, l'umore appare rancido, scaduto da tempo, da buttare.
Sforziamo le labbra in un sorriso ipocrita nascondendo stati d'animo palesemente contraddittori.
Perchè è così che ci si sente in certi momenti: prigionieri.

venerdì 5 giugno 2009

com'è difficile cercare l'alba dentro l'imbrunire

Tieni, fatti un tiro di vita e riassumi dal dolore nelle ossa il tuo equilibrio.
La distanza aumenta quanto più ti allontani da te stesso fino a restare un puntino in mezzo a distese infinite di nulla.
Apri gli occhi e illumina lo sguardo.
Gettalo altrove.
In fondo al fondo di quel nulla che t'inghiotte.
Sei la punta di un cuneo dentro il cono della tua ombra.
Puoi scegliere di vedere, di lasciarti illuminare, di farti risucchiare dal buio, di spegnere gli occhi e attendere.
E decidere dove vuoi che cominci la notte e finisca il giorno o il suo contrario, nel circolo vizioso del tuo divenire.

mercoledì 3 giugno 2009

Prospettive

Dipende sempre tutto da un fottutissimo punto di vista.
Piccole sfumature inutili, approfondimenti di argomenti ormai girati e rigirati come calzini che a furia di parlarne hanno voragini e non buchi, dentro i quali c'è il nulla.
Come stare sul ciglio di un orrido e liquefarsi tra i suoi anfratti, o rimanere lì, ad un passo da un burrone e cercare il fondo senza riuscire ad immaginare quanto sia lontano.
Come se per darsi pace, fosse indispensabile leggersi il futuro nella mano.