Leggere attentamente


ogni riferimento a fatti e persone è puramente casuale, se qualcuno dovesse riconoscersi in tilla papilla bullo ti sbullo o sullo catullo o, riconoscere qualcun'altro, probabilmente è affetto da una forma degenerativa della coscienza, malattia che ancora non ha nome e chissà se mai lo avrà, e semmai dovesse averlo si correrebbe il rischio che qualcun'altro potrebbe riconoscersi nel nome di quella malattia, comunque, ritornando a questa forma degenerativa si consiglia agli affetti da tal malanno una buona dose di cazzi propri, da farsi naturalmente

lunedì 28 febbraio 2011

Angel


Oggi ho ascoltato alcune telefonate arrivate in una radio circa le misure da prendere per l'ultimo assassinio commesso ai danni di una fanciulla di soli 13 anni.
Uno degli interlocutori asseriva che una volta smascherato il colpevole, bisognerebbe darlo alla pubblica piazza perchè la giustizia, non solo non fa il suo corso, ma non è in grado di gestire e giudicare con severità, questi crimini.
Ora, io posso rammaricarmi, intristirmi, arrabbiarmi, avere paura che possa succedere anche a me, ma non potrei mai vivere lo stesso dolore con un dolore riflesso di chi ha vissuto da vicino un dramma come questo, nè mi sentirei capace di dare fine alla vita di una persona che ne ha uccisa un'altra.
Dal momento che è acclarato che le pene non sono mai commisurate al reato, io lascerei che fosse la famiglia della vittima a decidere.
E' a loro che darei il carnefice.
Perchè se capitasse a me, mi vendicherei nel peggior modo possibile, ma c'è chi invece al contrario, è capace di perdonare, di non provare quel senso di vendetta e si affida al giudizio di una corte accettando la condanna senza condizioni.
La pubblica piazza, invero, scatenerebbe rabbia e frustrazione per interposta persona, ridurrebbe in mille pezzi l'assassino, ne farebbe brandelli e, senza accorgersene e con il beneplacito sociale, diverebbe assassina di un assassino.
E, ancora mi chiedo, chi sarebbe migliore di chi?

domenica 27 febbraio 2011

Accept yourself


Ciao,
sono quello che salta fuori nella notte alimentando i tuoi incubi peggiori.
Sono qui, perchè capisco il tuo desiderio di dare delle risposte a domande che neanche tu sai porti.
Eppure, non ti racconto niente che tu non sappia già.
Il destino ti ha prima premiata e poi ti ha tolto e tu non sai spiegarti come questo sia possibile.
Così uniformi nelle oniriche distanze, il modo di essere di chi uguale agli altri non è e non sarà mai.
E somatizzi e ripercorri ogni giorno che ti ha portato a dover sopportare malinconie latenti e felicità sepolte.
Riduci tutto ad uno stato d'umanità recisa che credi t'abbia portato a diventare cinica, temi di aver perso quell'incanto, quel senso di meraviglia e d'emozione dai quali amavi farti circondare.
Esorcizzi ogni possibilità per prepararti al peggio del peggio.
Prova a tornare agli attimi più belli, lascia che io possa correre fra prati immensi o tuffarmi tra le onde e la risacca.
So che ci provi e so di essere più forte di te.
Ti acchiappo quando sei indifesa.
Non posso darti suggerimenti, sono incontrollabile.
Ci vediamo nel tuo prossimo sogno, quello che tu chiami incubo e che a me piace chiamare verità del dubbio.

Con affetto.
Il tuo Inconscio.

giovedì 24 febbraio 2011

Sign your name


Chissà se ricordi.
Ogni volta in cui mi baciavi mi lavavi la faccia.
Ero arrivata a pensare che fosse necessario assaggiarsi per tentare di capirsi.
Costruivamo binocoli con i resti di rotoli di carta igienica per tentare di vederci l'anima o il cuore.
Cercavamo di sospendere i pensieri appendendoli al filo che univa due bicchieri di carta contrapposti.
Non avevamo niente d'importante da dirci.
Ci lanciavamo addosso molliche di pane e mattoni.
Ma non ti ho mai visto piangere.
Forse è per questo che non ricordo più il tuo nome.

martedì 22 febbraio 2011

Cocaine


Che poi certe volte la vita somiglia ad una cantilena.
Si ripete e si ripete, una nenia prevista e prevedibile.
Guarda me, per esempio, ogni mattina mi alzo, faccio colazione, sigaretta-cesso che l'una stimola l'attività nell'altro, invio di 10 -15 - 25 - 82 curriculum che già sai non avranno seguito, blogsss, post se sono in vena e tutto il resto del giorno, il nulla.
Concretamente dico.
Che se fossi ricca me ne sbatterei il cazzo e mi starebbe benissimo, ma siccome non lo sono, le mie ansie crescono esponenzialmente all'abbassamento delle mie finanze.
Per fare la puttana, la escort, la velina o la ministra, è tardi.
Non ho saputo sfruttare i miei anni migliori e solo ora rimpiango di non essere scesa a compromessi che, in fondo se valutati rispetto a quelli di oggi, non sarebbero stati così disdicevoli.
Ora, visto che come ladra non avrei speranze, dal momento che è rimasto ben poco da rubare stando in basso, ho pensato che potrei improvvisarmi spacciatrice, di cocaina pensavo, quella per i ricchi intendo, quella per chi ne usa e abusa.
Che voglio dire, l'onestà in tutte le sue forme se l'è presa nel culo in tutti i modi possibili e l'unica via sembra essere diventata quella di farsi furbi.
Più furbi degli altri e con sempre meno scrupoli.
Insomma, l'unico modo è diventare antitesi di se stessi, valutare la nuova prospettiva e farsela piacere.
E vaffanculo pure all'etica!

lunedì 21 febbraio 2011

Moonshadow


Vertici iridescenti indicano le vie di perdizione lungo le ipotenuse del vago ridiscendere.
Scagliavo pietre centrando il centro del centro.
Lumache si trascinavano stanche, case per lungo tempo abitate e mai rinnovate.
Bradipi sbrogliano con estrema lungaggine, pratiche burocratiche per lumache sfrattate.
Campi di nuvole all'altezza del terreno, coprivano campi di primavere in attesa di rondini.
Percorsi di salite e discese e salite, corse lungo i viali della rimembranza.
Un rapido rewind attorciglia il nastro intorno al dito teso ad indicare l'intenzione.
La pioggia rimbalza toccando terra piovendo in cielo, evaporando al sole che si accoccola nell'incavo del quarto di luna.

mercoledì 16 febbraio 2011

Pure intuition


Io e il mio intuito siamo in discreta sintonia.
Lui mi guida, io accolgo i suoi suggerimenti senza far domande imbarazzanti.
Mi fido, raramente sbaglia.
Ha quel guizzo geniale che io non possiedo.
Il giorno in cui dovesse abbandonarmi mi siederò su me stessa in attesa di vedermi passare.

martedì 15 febbraio 2011

Master and servant


Non tutti la pensano allo stesso modo.
Per fortuna.
Altrimenti non ci sarebbe confronto ma solo banali dati di fatto.
Il mondo è bello perchè è vario e perchè a tutti è consentito viverlo secondo parametri più o meno condivisibili.
Conseguentemente, nessuno è in grado di stabilire cosa sia giusto e cosa non lo sia, in quanto nessuno è latore di verità assolute.
Ognuno ha le sue regole ma è scorretto pensare che le proprie siano quelle incontrovertibili.
Altrimenti diventa limite.
Quindi avviene che lo stesso vissuto, visto da un punto di vista differente, abbia una prospettiva diversa.
Il gioco delle parti, nulla di più.
Resta il fatto che sia sempre più comodo continuare a guardare solo una parete, invece che tutta la montagna.

lunedì 14 febbraio 2011

Se non ora quando


Ieri, Torino era bellissima.
Non ho idea di quanti fossimo ma tantissimi, donne, uomini, famiglie intere.
Colorati dagli ombrelli e da milioni di fili di lana.
E' stato emozionante.
Questo non può togliermelo chi nega l'evidenza, chi ci accusa di faziosità, chi scrive sul suo blog che il principe azzurro esiste e la bellezza va usata prima ancora dell'intelletto.
Gelmini, Berlusconi, Minetti, ci sono casi in cui, non foss'altro che per decenza, si dovrebbe avere il buon gusto di tacere.
Il problema è che voi, non ne conoscete i limiti.

venerdì 11 febbraio 2011

Message in a bottle


Scusami se ti ho lasciata.

Con affetto.

Il tuo cervello

mercoledì 9 febbraio 2011

Creep


Non ci avevo pensato, quindi l'ha fatto qualcun'altro al posto mio.
Il punto di vista dell'ombra... da qui a qui

Ho chiare intenzioni, come la luce che mi proietta sull'asfalto della strada dove fluido, come solo la libertà può immaginare, scivolo come una serpe che ha divorato quel legame che appesantiva la mia volontà. Eppure dovrò tornare, prima che sia notte, dovrò tornare a lui che raccoglie lacrime sotto la borsa dei suoi occhi. Accadde... com'è possibile? Dovrei indurlo domani, e così ogni giorno, a ricreare quelle condizioni particolari che mi hanno affrancato da quel corpo stanco, il cui sguardo sento ancora attorno, come se un ombra non potesse scrollarsi di dosso del tutto l'afflizione della fonte della propria forma.. questo ricordo che debbo portarmi dietro, la sua forma, è il monito del mio destino se dovessi attardarmi sulla via prima che.. prima che il sole tramontasse, appena dopo aver trattenuto in un brivido il corpo scosso da spasmi che minacciavano la fissione del suo organismo in numerose cellule decadute da un profilo altamente evoluto, riuscì a tirarsi via da quell'angolo freddo dove giaceva una pozza di maschere stracciate come prove d'identità compromettenti. Le deboli luci della notte pizzicavano appena la sua ombra, avvolta nelle fibre della carne. L'uomo, attinto alla visione, dispose ogni cosa come il rituale esigeva e, in attesa dell'alba, ripensò a quella donna che avrebbe scritto la sua storia, seppur un frammento, colto nell'aria, come un segugio degli spiriti, poco prima di andare a dormire.

martedì 8 febbraio 2011

Paradise circus


Successe un giorno.
Quel giorno l'immagine psichedelica del proprio cono d'ombra si staccò e improvvisò un viaggio.
Cercò di trattenerla, di riappiccicarsela addosso, invano.
Si arrese e la guardò allontanarsi.
Senza più immagine di sè, senz'ombra, si sentì creatura strana, mostruosa e ignara.
Il fatto che lo precedesse, era come mettere un piede dentro al futuro un attimo prima che avvenisse.
Si sentì nudo ed impaurito.
Dover affrontare tutto da solo lo trovò impreparato.
Si sospinse in un angolo di freddo.
Li, attese il suo ritorno, indossando maschere d'occasione.
Ancora adesso non puoi sapere, se sotto il suo sorriso giace nascosta una lacrima.

domenica 6 febbraio 2011

Change

Dicono che quando una donna voglia fare dei grossi cambiamenti nella propria vita, cominci dai capelli.

Io ero così :




ora sono così :


Beh, almeno in testa!

venerdì 4 febbraio 2011

Amici mai


Fare l'amante single e innamorata, di qualcuno sposato (e viceversa), è un sacrificio immenso.
L'amante innamorata dell'amato, vive in attesa, sperando di ricevere una telefonata rubata, sperando che egli si liberi e le dedichi qualche ora quando va bene.
Ella vive aspettando e sperando.
Un'agonia immensa in nome dell'amore.
L'amato, innamorato anch'egli, ma incapace di prendere una posizione, vive malissimo, ma non quanto l'amante single e innamorata che spesso evita di uscire di casa perchè magari egli lui medesimo, riesce a fare una scappata da lei, o anche solo mandarle un messaggio.
Si strugge d'attesa e spera di trovarselo dietro la porta ogni santo giorno.
Sogna e s'illude, continua a credere che un giorno il suo sogno d'amore si coronerà.
Si sente una merda se proprio il giorno in cui l'amato ha provato a sorprenderla trovando il modo di trascorrerci del tempo, lei, stante l'inutilità di possedere un frigo, si è dovuta recare a fare un minimo di spesa, almeno per sopravvivere, facendo sfumare l'incontro.
E' capace di andare avanti per anni, trascorrendo vacanze, feste, momenti importanti, da sola.
Crede e spera che lui, pur continuando a vivere con la propria consorte, le appartenga e trombi solo con lei.
Salvo poi scoprire che non ci si possa sottrarre agli obblighi matrimoniali costantemente e che, finita ogni scusa possibile, egli tromberà allegramente con tutte e due, con una per dovere e con l'altra per amore.
L'amante single innamorata, ci resta proprio male ma all'inizio soprassiede.
A lungo andare però, s'incazza, si sente umiliata, si stanca.
E alla fine si rende conto di aver dedicato alla persona sbagliata, tutto questo popò si sentimento.
Dopo anni, rincontrerà l'oggetto di tanto amore e scoprirà che nulla è cambiato, egli vive dove ha sempre vissuto e nel frattempo, ha pure fatto un figlio.
Ma solo per dovere!

giovedì 3 febbraio 2011

Orzowey


oggi ho:

tagliato la frangia e sbagliato la misura (come sempre) per non perdere l'abitudine di assomigliare ad Orzowey che ci sono affezionata.

litigato con un romano testa di cazzo che m'insultava mentre giocavo a burraco (mi sono chiesta perchè non ci sia una bella offesa settentrionale capace di equivalere ad una meridionale...mi ha battuta a parole, ma la soddisfazione di averne consapevolezza non gliel'ho data a sto zamarro rimbambito)

tenuto a bada i giramenti di testa e di coglioni.

ascoltato musica con le cuffie da raga.

(non vuole proprio entrarmi in testa che ormai sono maggiorenne da 28 anni!)

mercoledì 2 febbraio 2011

The winner takes it all


Vorrei riuscire a scrivere qualcosa di geniale, invece sono vuota come i resti di una bottiglia d'acqua dopo una traversata nel deserto.
Quindi potrei evitare, prendermi la mia bella pausa, fare una video conferenza con Mononeurone, cercare nuovi stimoli, provvedere a resettarmi.
Invece sono qui e scrivo.
Lascio scorrere i pensieri di getto e le dita sono il tramite affinchè sia reso leggibile.
Lo so, spesso non è niente di compiuto.
Ma se solo riuscissi a vedere quello che ho in testa, tutto quello che gira dentro.
E' paradossale, tanto tutto e tanto nulla.
A volte devo distrarmi per evitare imbecillità più grandi, mordermi le dita per evitare inutili provocazioni.
Ma non oggi.
Neppure domani.
Sono in pace col mondo.
Non lo sono con me.

martedì 1 febbraio 2011

Hello Goodbye


"Mi hai dimenticato in fretta"
"Non immaginavo di doverti ricordare"
"Mi scusi, ci conosciamo forse?"
"Si, se ci fossimo già visti"
"Ah, ecco; in effetti non ricordavo o forse si... e domani, ricorderò?"
"Dipenderà dall'attenzione che metterai domani"
"Chissà se pioverà domani"
"Che differenza farà?"
"Parlavi con me?"
"Con te? No scusa, non ti conosco ed ho anche scordato chi ero"