Leggere attentamente


ogni riferimento a fatti e persone è puramente casuale, se qualcuno dovesse riconoscersi in tilla papilla bullo ti sbullo o sullo catullo o, riconoscere qualcun'altro, probabilmente è affetto da una forma degenerativa della coscienza, malattia che ancora non ha nome e chissà se mai lo avrà, e semmai dovesse averlo si correrebbe il rischio che qualcun'altro potrebbe riconoscersi nel nome di quella malattia, comunque, ritornando a questa forma degenerativa si consiglia agli affetti da tal malanno una buona dose di cazzi propri, da farsi naturalmente

mercoledì 29 giugno 2022

Generazione di fenomeni

 Una volta, ma mica tanto tempo fa, per diventare un personaggio famoso, dovevi aver fatto qualcosa di straordinario o, comunque, possedere una dote, un dono, un carisma che altri non avevano. 

Oggi ti basta avere un account. 

Possibilmente su tik tok. 

Attenzione, io sono assolutamente pro tecnologia, ma assolutamente contraria a certi usi.

Vado a spiegarmi.

Trovo veramente imbarazzante che si possa diventare famosi perché si spopola con video in cui una ragazzetta "insegna" a parlare in corsivo...parlare, non scrivere.... il corsivo che diventa una lingua (mentre digito la mia faccia assume espressioni impossibili da tradurre in linguaggio scritto...chi mi conosce, può ben immaginare!)

Nonostante l'elevatissimo numero di utenti incapaci di parlare in italiano, nonostante gli italiani siano messi malissimo con la capacità di esprimersi in inglese, nonostante mille altre ragioni, spopolano video di sta roba che davvero non si può sentire.

Nonostante ritenga che questa generazione abbia perso molto a prescindere dal covid, con grande rammarico e dispiacere, mi sembra lobotomizzata.

Questo è il limite di internet.

Se non esistesse, queste manifestazioni, rimarrebbero relegate nel nulla cosmico assoluto ponendo peraltro l'interessato, al ludibrio da parte dello sfortunato ascoltatore che si limiterebbe a sottolineare il tutto con un semplicissimo "ma che cazzo stai dicendo?" 

Finirebbe li. 

L'autore di cotanta stronzata probabilmente sarebbe portato a ragionare e realizzare che si, in effetti ha appena partorito la cagata del secolo.

Invece, l'uso improprio delle meraviglie tecnologiche e milioni di menti devastate da anni di accondiscendenza, portano al successo immediato.

Per fortuna, effimero.





sabato 12 dicembre 2020

We wish you a merry Christmas (???)

Che io manco per qualche mese e la piattaforma cambi tutto l'ambaradan non è che mi stia tanto bene.
Non ho più l'età e il piglio per star dietro a queste evoluzioni, perbacco.
Nella mia vita, tutte ste novità, mica ci sono.
Sono rinchiusa nella regione di adozione, per andare a lavorare devo portarmi dietro l'autocertificazione, conosco sempre più gente che si è "covidizzata" ma che, per fortuna, ne è uscita indenne.
La mia vita sociale è in caduta libera assoluta.
Non che prima fosse tutta frizzi e lazzi, ma questa solitudine assoluta, alla lunga, comincia a crearmi disagio e disturbo.
In più, l'appropinquarsi delle feste, mi rende ancora più intollerante.
Capisco che non sia un gran periodo e che il virus, nella sua natura di entità biologica, è infido e bastardo e che le precauzioni non bastino mai, ma mascherine a parte, è davvero riuscito a  toglierci la cosa che più amiamo in assoluto: la libertà. 
La possibilità di scegliere chi vedere, cosa vedere, dove andare, cosa fare, cenare fuori dalla propria dimora più altre varie es eventuali, alla lunga fa sclerare.
Perché in quanto animali sociali, per quanto la gente ci stia sul culo, abbiamo bisogno di interazione, di spazio, di uscire dalle mura domestiche di prendere la macchina e vagare senza meta.
Questo nulla cosmico che abbiamo intorno ci divora e incattivisce.
Questo Natale sarà atipico, quasi stressante.
Allora mi chiedo cosa augurare quest'anno ad amici, parenti e conoscenti.
Che dire Buon Natale, mi sa tanto di presa per il culo!


giovedì 21 maggio 2020

Andrà tutto bene!

Sulla lunghezza d'onda dello "sticazzi" precedente, ci siamo ritrovati  dentro la bolla del nostro quotidiano rinchiusi in casa con i familiari conviventi (che potrebbero anche essere stati noi stessi!).
Il mio lockdown è stato una montagna russa continua.
Momenti in cui pensavo che sarebbe stato un passaggio interessante per approfondire il rapporto con me stessa e l'altro (mio marito) e che altrettanto interessante sarebbe stato interiorizzare i pensieri che in situazioni normali sono solo superficiali e schizzano via veloci; insomma un buon momento evolutivo.
Poi c'erano gli altri momenti, quelli  di scoramento ingiustificato(?), di paura profonda, di compulsione per la temperatura corporea, l'età, i genitori, la figlia.
Insomma puro "panicopaura"!
Nel frattempo m'intrattenevo e m'intrattengo con la didattica a distanza, che significa lavorare come se non ci fosse un domani, le serie nostalgiche proposte da Prime.
Mi chiedo cosa mi resterà di questo periodo e sinceramente non so cosa rispondere.
Vedo che un sacco di gente sembra aver vissuto su Marte negli ultimi due mesi e quindi si muove inconsapevole e festosa, vedo la natura, che si era ripresa il suo spazio, perdere terreno nell'arco di un amen, vedo il sacrificio di molti gettato alle ortiche, vedo le dinamiche sociali che se ne fottono di permessi e del rispetto per il prossimo.
Insomma vedo un mondo che non ha imparato un cazzo, che non ha memoria, nè storica nè a breve termine, vedo un ambiente che dovesse decidere di farci estinguere avrebbe, tutto sommato, la mia approvazione. 
Perchè noi siamo così, cantiamo sui balconi fingendo di volerci tutti bene ma quando le cose si aggiustano smettiamo di riconoscerci e torniamo a vivere nel nostro egoismo, nel nostro piccolo io.
Quindi non è vero che andrà tutto bene e il pollice opponibile, invece di renderci specie suprema, ci ha motivati a distruggerci.
Siamo solo un triste spettacolo per la natura che osserva.






giovedì 5 dicembre 2019

Al di là dell'amore

Ok, eccomi.
Non ricordo neppure quando sono entrata l'ultima volta.
Ci sono, ho compiuto proprio ieri 50 anni per la quinta volta e sto bene.
Cioè sto bene se non penso di avere tutti questi anni addosso che a volte uno capisce perchè i vampiri non potessero specchiarsi...non avevano età.
E se non guardare il mio riflesso può servire a farmi sentire come mi sento dentro, allora vaffanculo agli specchi.
Che se arrivasse un vampiro a chiedermi l'anima gliela venderei subito...magari poteva venire un po' prima che ora qualche ruga di troppo mi infastidisce e la ciccia prodotta dalla menopausa non è una balla che raccontano.
Se mettiamo che ho pure smesso di fumare...e sti cazzi, insomma.
Comunque ci sono, ogni tanto, di passaggio...un abbraccio.

domenica 23 settembre 2018

La cura

Vorrei proteggere i tuoi sogni e le tue speranze, vorrei esserti cura e poggiare le mie mani sui tuoi occhi guarendoli.
La mia mano è li, pronta a sorreggerti.
Scaccia gli incubi e le facce scontente di coloro che ti hanno chiuso il cuore o magari non te lo hanno mai aperto.
Scaccerò gli acari dai cuscini per permettere il tuo sonno e ti prometto di non farti trovare più nessuno che non sia io.
Insieme in un mare di meraviglia.



(fiato alle bozze!)

martedì 21 agosto 2018

Arrivederci


Non credo sia capitato solo a me, ma è una cosa che fondamentalmente non riesco a spiegarmi.
Quando sei in un posto lontano, gli amici o presunti tali, continuano a dirti quale peccato sia che il tuo luogo di residenza sia così distante rispetto al loro.
Poi capita che ci vai in quella città così lontana dalla tua.
E non ci vai per qualche giorno, bensì per cinque settimane.
35 giorni in tutto, nei quali ti aspetti che quelle stesse persone che si lamentavano che abitassi in culonia, riescano a trovare del tempo per te.
E non si spiega come mai il tempo per vederti non lo trovino.
Mai!
Grazie al cielo la vecchiaia porta saggezza e, se prima ci rimanevo di merda, ora che le mie aspettative hanno raggiunto il minimo storico e la mia modalità zen è on, devo ammettere che la cosa riesce a scivolare in una indifferenza più o meno consapevole.
Vieppiù che una consapevolezza si fa breccia dentro me ovvero che a queste persone, di me, non gliene frega una beata.
Che ci sta.
Mica i sentimenti sono sempre condivisi.
Ma all'ipocrita "che voglia di vederti che ho" preferisco un bel "ho i cazzi miei da fare e non ho tempo per te"
Chiarificatore e preciso.
Non toglie niente a nessuno e non lascia spazio ad aspettative pronte ad essere disattese.
Ci vuole tanto ad essere sinceri col prossimo?


lunedì 18 giugno 2018

Miserere


Le cose cambiano.
Cambia la vita, le situazioni, cambiano le persone con le quali ci relazioniamo.
Non è una questione di cattiva volontà ma di percorsi alternativi e divergenti che si presentano inaspettatamente.
Quindi smettiamo di fare qualcosa per fare qualcos'altro.
E quello che fino all'istante prima sembrava importante non lo è più.
Priorità differenti prendono il sopravvento e ci si lascia trasportare, sballottare, catapultare dentro nuove esperienze.
Ci si lascia avvolgere, quasi fagocitare fino al punto in cui tutto il resto diventa passato.
Qualcuno mi diceva che non è bello avere nostalgia.
Forse ha ragione.
Il passato è dentro di noi, risiede nella memoria, nei suoi cassetti.
Pensare a ciò che è stato non può cambiare niente di ciò che è.
Avessi fatto, avessi detto diventano solo tempi verbali privi di un vero significato ai fini del nostro vissuto.
E' un mero esercizio di grammatica.
La vita è tutto il resto.

sabato 13 gennaio 2018

Victims



Non c'è equità, non c'è ragione.
Mi chiedo perché accada che ci siano persone che vogliono vivere, destinate a morire ed altre, a cui la vita si appiglia, che decidano di reciderla.
Mi dicono che è la depressione, quella strana forma mentis che si accaparra la parte migliore del sé e decide che puoi averne abbastanza di tutto.
Lo chiamano il mal di vivere.
Allora, se giustizia esistesse, ma è ovvio che la giustizia sia solo un'idea, bisognerebbe fosse possibile regalare quel tributo di linfa vitale alla quale si vuole rinunciare, a chi è meno fortunato e farebbe carte false per poter continuare a guardare il mondo e le sue sfumature.
Così osservo una giovane che se ne va, stroncata da un male che non le ha dato speranze, soffrendo e cercando una via di scampo e un'altra, meno giovane che decide di porre fine alla sua esistenza, di rinunciare allo spettacolo e al miracolo della vita stessa, che si arrende ad un male diverso, che fugge vigliaccamente.
E' vero, non conosco la sofferenza che un depresso sente dentro e neppure posso immaginarla.
Non è nelle mie corde perché per me una soluzione ai problemi della vita, si trova sempre.
E' solo più semplice lasciarsi sopraffare che combattere.
Perché il vuoto che lascia chi ha dovuto soccombere ed ha combattuto le sue guerre, non è lo stesso  di chi ha deciso di arrendersi.

domenica 12 novembre 2017

Non è nel cuore

Risultati immagini per orgasmo



La prima volta che ho scoperto il potere di un orgasmo, non sapevo neppure cosa fosse.
Successe per caso quando, appena adolescente, durante una doccia avvicinai il soffione alle pudenda.
Ricordo che mi spaventai, corsi da mia madre che leggeva una rivista e le dissi:
"tu stai qui a leggere tranquillamente e io per poco non svenivo mentre facevo la doccia. Due volte!"
Ora, non mi è dato di sapere se mia mamma avesse capito e avesse scelto di glissare, come suo solito su certi argomenti o se la sua indifferenza fosse genuina, fatto sta che a distanza di millemila anni questo fu quello che pensai.
Che stessi svenendo.
Due volte.
Che non è neppure tanto sbagliato se lo paragoni ad una perdita di controllo e di te.
Quando prendi coscienza le aspettative spesso disattese, diventano altissime e capisci che la meraviglia di allora resta un ricordo che col senno di poi ti riempie ancora di tenerezza.

(non è nel cuore - eugenio finardi)


venerdì 28 aprile 2017

Non ho l'età

Sottotitolo:
differenze tra uomo e donna nel processo d'invecchiamento.

Tutti invecchiamo.
Chi meglio, chi peggio, ma rappresenta comunque una costante.
La differenza che intercorre tra l'invecchiamento di una donna e quello di un uomo è sostanziale.
L'uomo non invecchia, diventa affascinante.
La donna invecchia. Punto.
L'uomo non ha la cellulite.
La donna la combatte da quando ha memoria, con risultati scoraggianti.
Se l'uomo ha qualche capello bianco ha il fascino "sale e pepe"
La donna mantiene tutti i parrucchieri della zona,
Se l'uomo i capelli li perde, si rasa a zero e resta bellissimo.
La donna si mette la parrucca.
L'uomo che si accoppia con una donna più giovane, è un figo.
La donna una poveraccia o una milf.
L'uomo peloso è maschio.
La donna non ha cura di sè.
Essere fuori forma, per un uomo, non è degno di nota.
La donna combatte, perdente a prescindere, contro tutte quelle parti del corpo che crollano sconfitte dalla forza di gravità.
L'uomo con le rughe è saggio.
La donna sta invecchiando male.

In sostanza procediamo su binari differenti lungo questo divenire.
I maschi si sentono sempre più virtuosi, le femmine sempre più fragili.
E' un declino in disequilibrio, impari e scorretto.
E poi dicono che se potessero vorrebbero rinascere donne.
Provateci e poi ne riparliamo quando avrete superato i 50!


sabato 28 gennaio 2017

Siamo donne


Di noi si è scritto di tutto e il contrario di tutto.
Oltre le gambe c'è di più, non sempre, aggiungerei.
Sono in modalità "vi odio tutte"
La nostra incapacità di esserci complici mi disorienta.
Invero, la capacità di provare gelosia per coloro che, con fatica spesso, riescono ad affermarsi, mi fa incazzare.
Non esiste volta in cui accettiamo con piacere la presenza di un altro elemento femminile che entri a far parte della sfera delle nostre conoscenze.
Perché chissà cosa vuole quella, che c'è venuta a fare in mezzo a noi?
E che cazzo pensi che sia venuta a fare o testina  che giusto giusto le gambe puoi vantarti di avere?
Emarginate dalla nostra stessa razza.
Che tristezza.
Le cose che invidio ai maschi sono diventate due: poter pisciare in piedi e la capacità di un pensiero semplice e lineare.
Essere donna in un mondo di donne stronze, ti porta inevitabilmente ad adattarti e diventare peggio.
E' sopravvivenza.
Nient'altro.


sabato 31 dicembre 2016

December Song (I Dreamed of Christmas)


Bene bene.
Ultima giornata dell'anno del Signore 2016.
Sarebbe d'obbligo tirare le somme e fornire sé stessi di buoni propositi.
Tutto sommato non ci sono avvenimenti di rilievo nell'anno che volge al termine, di cui conservare un ricordo particolare.
Che non è un bene ma neppure un male.
Se togliamo il fatto che si è portato via una serie di artisti non indifferente, senza portarsi via chi non valeva niente, il resto è fuffa.
Per quanto riguarda i propositi.... non intendo farne.
Ho imparato che tutto quello che deve succedere, succederà, che ci piaccia o no.
Quindi lascerò che sia.
L'unica cosa che vorrei davvero, sarebbe riprendere a scrivere con una certa costanza, ritrovare il filo delle idee strampalate che decoravano la casa di mononeurone.
Comunque sia auguro a tutti voi che ancora passate per queste lande desolate, un 2017 con i controcazzi.
Auguri amici miei. 😊

mercoledì 21 dicembre 2016

E comunque

Buon Natale.

domenica 6 novembre 2016

O bella ciao


Sto diventando una brutta persona.
Una volta non avrei mai pensato di poter augurare le peggiori cose possibili a qualcuno.
Ma sta succedendo.
E' un movimento che mi scuote le budella, passa dallo stomaco e rigurgita come suono.
E non è mai un bel sentire.
Ora, a proposito di questo referendum che, tra l'altro, cade esattamente nel giorno del mio compleanno, altro motivo imperdonabile, non è che uno debba votare per forza NO o per forza si.
Ognuno porrà il suo voto in maniera libera e consapevole.
Almeno è quello che spero.
Perché "ho viste cose che voi umani non potreste immaginarvi: navi da combattimento in fiamme al largo dei bastioni di  Orione,e ho visto i raggi B balenare nel buio vicino alle porte di Tannhäuser.
E tutti quei momenti andranno perduti nel tempo,come lacrime nella pioggia.
È tempo di morire"
Beh, non davvero così tante ma ho sentito persone  che per superficialità e pressapochismo non hanno speso un minuto per informarsi, per capire.
Gente che non si rende conto dell'importanza di questo voto.
Non daremo il nostro dissenso o il nostro assenso  per una robina così, ma per qualcosa che cambierà radicalmente il nostro divenire. 
Quindi accertiamoci di fare la scelta giusta, qualunque essa sia.

martedì 30 agosto 2016

La descrizione di un attimo



Mi piacciono le persone dal carattere forte, quelle che quando decidono restano ferme sulle loro posizioni.
Lo so che non è facile, soprattutto per le storie che coinvolgono il cuore, ovvero lo è se osserviamo da spettatori, che ci vien bene in quel caso essere prodighi di consigli.
Ma mentre ci troviamo dentro l'intrigo e la passione, spesso succede che, nonostante le motivazioni siano valide per allontanarci da quelle circostanze, continuiamo ad arrampicarci tenacemente sullo specchio della possibilità, adducendo spiegazioni e giustificazioni che contravvengono al benessere e all'amor proprio.
Certo, allo spettatore si presenterà l'immagine di una persona incapace di vedere le cose esattamente come stanno, ovvero qualcuno che continuerà a perseverare nell'opera umiliante di trovare il significato dentro qualcosa che non esiste.
Credendoci peraltro.
Ma quel potere che certe persone hanno su di noi, siamo noi stessi a regalarglielo.
Allora, perché non avere la capacità di riprenderselo?
Cosa può darci qualcuno che noi stessi non siamo capaci di darci?
Possiamo davvero lasciare che qualcuno ci riduca a una pezza senza riuscire a fermarci e chiederci per quale motivo non riusciamo a reagire?
A volte farebbe bene mettersi davanti ad uno specchio e parlarsi.
Sarebbe il modo migliore per renderci conto che i peggiori nemici che abbiamo, siamo noi.

(la descrizione di un attimo - tiromancino)


mercoledì 24 agosto 2016

Whatever well be


Il mio mantra è sempre lo stesso ovvero se una cosa deve accadere sta sicuro che accadrà.
Alcuni lo chiamano destino altri caso.
Ma il destino in qualche modo ce lo costruiamo con le azioni che compiamo, siano esse consapevoli o no.
Il caso è un'altra storia.
Il caso ti si stropiccia addosso senza che tu te ne accorga a prescindere dalle azioni che compi.
Non puoi metterlo nel computo delle possibilità.
Accade e basta.
Ogni tanto mi chiedo, se mai ci fosse la possibilità, se davvero mi piacerebbe conoscere il futuro, vedere al di là dell'oggi.
Si, insomma, avere quella parte di consapevolezza sul domani che mi darebbe la possibilità di intercedere direttamente sull'esistenza.
Ma per il principio del mantra, questa conoscenza diventerebbe essa stessa un paradosso.
Perchè se è vero come è vero che tutto ciò che deve accadere accadrà, ecco che qualunque azione porterebbe comunque a quell'esatta reazione.
Quindi aspetto e spesso spero che il destino sappia cosa voglio e che il caso non s'intrometta tra me e ciò che dev'essere.


giovedì 5 maggio 2016

In a manner of speaking


Se c'è una cosa che mi fa girare il cazzo a mille è sentire italiani che non sanno parlare l'italiano.
Se in più hai i titoli che ti permettono d'insegnarlo anche agli altri, mi fa incazzare ulteriormente.
Perché è inconcepibile che l'uso del congiuntivo sia un optional, è disarmante ascoltare frasi senza logica.
E se c'è una cosa che mi fa davvero  rabbrividire, è l'uso indiscriminato delle cadenze dialettali.
Quindi lontani da me tutti quelli che "scendono il cane per pisciarlo", "salgono il bambino a casa", quelli che "penzano" e "muorono" quelli che vanno "a d'agio".
Con voi, non ce la posso fare.

martedì 3 maggio 2016

Grazie alla vita


Non è un caso, semmai una consapevolezza acquisita nel tempo vissuto, la convinzione che le persone non possano cambiare.
Puoi arrivare a plasmare i tuoi spigoli, trovare una dimensione di pace, ma quello che sei, resti nel tempo e nello spazio.
Se riguardo indietro mi rendo conto che l'età e la saggezza, aiutano ad evitare di farsi del male inutile e dannoso, ma quella che sono resta come una seconda pelle.
Puoi raschiare via il peggio, come epidermide morta o abbronzatura che ti abbandona ma dentro e tutt'intorno resti il punto fermo di te.
Nel bene e nel male.

giovedì 28 aprile 2016

Call me


Ci sono anche quei periodi in cui contattare un call center cresce in maniera esponenziale alla rottura di qualcosa o al mancato funzionamento di qualcos'altro.
Ecco, questo è il mio.
Vuoi per un motivo, vuoi per un altro, ne ho dovuti contattare diversi.
Ora, partiamo dal presupposto che se chiamo un'azienda italiana, mi aspetto la collaborazione di un tecnico italiano.
In realtà anche se chiamo un'azienda straniera che però ha sedi in tutto il mondo, nostra penisola compresa, mi aspetto altrettanto.
Nein!
Sono tutte persone straniere.
Per carità, niente da eccepire sull'uso della lingua, sulla reciproca comprensione e sulla gentilezza e cortesia ma, cazzarola, perchè mai il numero verde servizio italia dell'azienda pinco palla mi risponde dall'Ucraina? O dalla Romania?
Vabbè che le femmine di quei paesi sono fighe (ma solo quando sono giovani che alla distanza si perdono mentre noi teniamo  il passo ostinatamente), vabbè che di solito nascono con  un traduttore incorporato della capacità di almeno 5 lingue  (noi a malapena parliamo la nostra a volte neanche benissimo e qualche dialetto che non fa curriculum) ma perchè non c'è più un call center italiano?
Lo so,  la mia è una domanda retorica perchè alla fine della fiera è sempre e solo un problema di soldi, di stipendi, di risparmio.
Però può non starmi bene?
Cioè a loro piacerebbe che chiamando il servizio clienti di un'azienda di Bucarest rispondesse un'italiana?
"Bună dimineața , aș dori să știu de ce nu am telefon linia"
(buongiorno vorrei sapere perchè non ho linea telefonica - google traduttore docet)
"ehm uhm, sciura repeta por favor speak pian pian che no comprendo"
Che se vogliamo proprio dircela tutta chi parla il rumeno se non i rumeni?

(la signorina nella foto, non lavora in nessun call center, sappiatelo!)




giovedì 21 aprile 2016

Running up that hill


Esistono tanti tipi di ansia, quella da prestazione, quella dovuta all'emozione, quella per un evento o un incontro.
L'ansia, di per sé non è un male, se sta entro limiti accettabili e non insiste a starci addosso come una cozza facendo di noi il suo scoglio preferito.
Quando si propone è fino piacevole quando si manifesta con quel friccicorino d'attesa che c'investe, quando ci offre quel vuoto allo stomaco che con la fame non ha nulla a che fare.
Questa fa parte del tipo che tranne le facce buffe, la ripetizione a nastro delle stesse cose, il cambio compulsivo di abiti, non fa male, anzi, ha una sensibilità propria e sparisce nel momento in cui la prestazione, l'emozione, l'evento o l'incontro hanno luogo.
Poi c'è quella bastarda, quella che con te ci sta proprio bene, così bene che non ti abbandona mai, che si sente sola di notte e ti sveglia, che si sente frustrata e chiede la tua attenzione, quella che si annoia e ti chiama.
E lo fa con prepotenza.
Ti si getta addosso in maniera pesante, ti schiaccia.
E più ti ribelli più s'impunta.
E tu la punisci con l'ansiolitico, perché è così che lo chiami, che antidepressivo suona male.
E poi mica sei depressa.
Te lo ripeti come se ti vergognassi, come fosse una malattia insanabile e altamente infettiva.
Ma se ci pensi, se ci pensi bene, quelle goccine che ti aiutano a vivere un po' più serenamente, se davvero le chiamassi per nome, dovrebbero farti riflettere e capire che magari dentro dentro, nel profondo, inconsapevolmente anche a depressione sei molto simpatica e con ansia sono amiche per la pelle.
Inscindibili.
Quindi scavi dentro te aspettando di capire da dove tutto è partito, anche se un po' lo sai.
Ma il rimedio non è a portata di mano.
Quindi fai l'unica cosa possibile: ti dopi e vivi meglio che puoi.

(running up that hill - placebo)

giovedì 7 aprile 2016

Psyco killer

Quando ho deciso di uccidere la mia famiglia, non l'ho fatto perché li odiavo
In realtà era da tanto tempo che desideravo che qualcuno mi notasse.
Ad un certo punto gli amici lasciano il tempo che trovano, soprattutto in un paesino come quello in cui vivo.
Volevo di più, volevo che tutti guardandomi, mi riconoscessero.
Sapevo che avrei dovuto fare le cose per bene.
E le ho fatte.
Ho finto di trovarli, di disperarmi.
Mi sono gettato tra le braccia di perfetti sconosciuti che cercavano di cullare il mio dolore.
Il mio dolore....
Ma loro cosa potevano sapere?
Ho fatto in modo che su di me ricadessero solo sospetti, nessuna prova certa.
Ero solo un candidato in mezzo agli altri.
Non importava che ci fossero colpevolisti e innocentisti, facevo notizia, avevo centrato in pieno l'obiettivo.
E tutto è cominciato.
La mia faccia su tutti i giornali, invitato in qualsiasi talk show, le donne che mi cadevano ai piedi.
Ah, il fascino del ragazzo maledetto.
Fama, ricchezza, senza sforzi.
Ero arrivato.
Ma non durò a lungo, solo fino al successivo omicidio.
In men che non si dica la faccia di qualcun altro aveva sostituito la mia, gli abbracci cullavano il dolore finto, vero, chissà, di altri e io mi ritrovai esattamente dov'ero partito.
Ma al contrario del principio, ero solo.
No, no, tranquilli, nessun pentimento, se tornassi indietro rifarei le stesse cose, rivivrei quelle emozioni mille volte e mille volte ricomincerei.
Perchè se per la società sei qualcuno, chiunque tu decida di essere, tutto il resto è discesa, tutto il resto è nulla, tutto il resto è vita.



sabato 2 aprile 2016

Singing in the rain

Oggi riflettevo sul fatto che quando nei filmzzzz c'è una scena in cui i protagonisti, maschi o femmine che siano, sono sotto la doccia, hanno sempre quella postura un po' sexy tipo: braccio steso con mano appoggiata alle piastrelle, testa china con scroscio omogeneo d'acqua direttamente sul capino, gambina leggermente piegata.
Nessun utilizzo di saponi-bagnoschiuma-shampoo, solo questo momento estatico in cui solitamente, lavano qualche vergogna o dispiacere subiti o sangue raggrumato.
In questo caso la scena immediatamente successiva avrà come protagonista  lo scarico, nel quale scorrerà il rifiuto cancellato dal corpo in maniera fluida, lasciando il piatto doccia immacolato.
Uscendo, metteranno una piccola asciugamano intorno alla vita gli uomini e intorno alle tette le donne, senza che un brivido li percorra neppure per sbaglio.
Ora, tutto ciò non è credibile.
Lasciamo perdere che sia difficile che possa capitare di doversi togliere di dosso tracce di sangue, ma una doccia umana prevede:
a) regolazione dell'acqua che sarà sempre un'impresa, troppo calda, troppo fredda, variabile mai stabile con scroscio che dipende sempre da quanto calcare si sia accumulato nei fori del doccione
b) posizioni inenarrabili affinché ad ogni orifizio sia dedicato il tempo e il modo per poterlo considerare adeguatamente ripulito
c) scarico nascosto da dettagli di schiuma che si agglomera esattamente nello stesso punto e che prima di sparire necessità di una considerevole quantità di bestemmie
d) piatto doccia disseminato di peli e capelli la cui reazione all'acqua è quella di abbandonare il corpo al quale appartengono
e) tentennare prima di uscire e balzare verso l'accappatoio; dopodiché tremare e strofinarsi energicamente in attesa di ritrovare una temperatura corporea soddisfacente.
Ecco cosa prevede una vera doccia.
Ed ecco perché la vita è vita e non un film.
Neppure quando facciamo finta di crederci.




sabato 26 marzo 2016

Non ho l'età

Ma cos'è davvero che ci rende "anziani"?
No perchè si fa in fretta a dire "vedi quella? Ah quando era giovane era proprio una bella donna!"
Che significa?
Che ad ognuna di noi il tempo riserva il bonus ciofeca?
E perchè l'uomo invero diventa affascinante?
Lo capisco, avere un numero addosso, portarselo dietro e comportarsi da cazzara q.b, è sicuramente un paradosso generazionale, ma  vuoi mettere come ti senti davvero paragonato a quello che gli altri credono tu sia?
C'è tutto un mondo nel mezzo.
Come le sfumature.
Hai la saggezza di sapere come comportarti a seconda dell'occasione, hai la capacità di gestire i tuoi momenti ludici, sei indipendente dalle critiche che  finalmente riesci a farti scivolare addosso come una sottana di seta.
Ok, l'aspetto ti tradisce un po' e le aspettative di chi osserva sono altre.
Ma in fin dei conti, di chi aspetta e osserva e attende di vedere qualcosa che non sono, alla fine, ma che cazzo me ne frega?
Ah, la meraviglia delle nuove consapevolezze, la bellezza del raccolto di emozioni che mi porto dentro, tutto questo mi appartiene.
Ci ho messo il tempo necessario ma ora lo so e so che ci sono cose che non cambieranno mai, come una risata che parte dal cuore e si protende verso l'infinito.

giovedì 17 marzo 2016

E se domani

A volte spunto fuori, come i funghi.
E' che un'amica mi ha fatta riflettere.
Mi ha detto che sarebbe un delitto non potermi più leggere.
E so che le sue non erano lusinghe buttate lì tanto per.
Non lei.
Lei non spreca e non regala parole se non per dirti davvero ciò che pensa.
E mi piace proprio perchè è così, autentica, vera.
Così ho riaperto queste pagine e mi sono riletta parte delle mie storture.
Quanta vita, quanto pensiero, quanti voli ci sono qua dentro.
Una volta avevo più tempo e fantasia e avevo rabbia da scaricare, dalla quale spogliarmi.
In fondo era la mia valvola di sfogo, il mio rifugio interiore, ciò che mi permetteva di esternare il peggio perchè  garantiva protezione e riflessione a prescindere da un eventuale confronto.
A volte mi succede ancora, magari un sogno o un'esperienza e ci penso, mentre sono lì davanti allo specchio che mi preparo, con la bocca aperta e il mascara in mano, e me lo dico a voce alta, dovrei scriverlo questo, dovrei tornare.
Poi passa l'attimo e vengo inghiottita  dalla realtà, dal quotidiano, dai mille impegni, tutto torna a circondarmi, come una nebbia.
Ma ci sono volte, tipo questa, che pensi sia un atto dovuto a te stessa riprenderti  il tempo e lo spazio e fare ciò che ti piace.
Che a me, scrivere è sempre piaciuto tanto.


martedì 1 dicembre 2015

Hello

Ogni tanto mi prudono le mani, non più come una volta sicuramente, ma succede.
E' che in realtà vuoi parlare di tutto e di niente, vorresti che alcuni avvenimenti avessero avuto una svolta diversa, che certi altri si fossero evoluti.
Allora pensi che sia tutto in mano ad un destino che non puoi pianificare, nè prevedere.
Sei lì e aspetti.
Fai quello che devi, che puoi, poi ti metti lì e guardi scorrere il tempo e guardi che cosa ti porta in dono o cosa ti porta via.
A volte neppure in quest'ordine.
Che non è vero che sei l'artefice del tuo domani, perchè basta un attimo e tutto cambia.
Magari ti sei pure fatto un culo così.
Tutto inutile.
Devi stare fermo e aspettare.
Non serve neppure che speri.
Se deve succedere, succederà, che ti piaccia o no.
E ti ripeti come un mantra, che sono inutili i segoni mentali, le menate, le varie e l'eventuali.
E ti ripeti che devi vivere davvero ogni momento, buttartici a pesce, goderlo in ogni sfumatura.
Che tanto poi arriva il destino e ti stravolge la vita.
E tutto l'incazzo te lo potevi davvero risparmiare.