Ai colloqui di lavoro, laddove ce ne sia uno, capita che ci si senta in imbarazzo.
Perchè tu, alla tua veneranda età, dovresti essere sistemata da un pezzo, essere più vicina alla pensione che al percorso lavorativo ancora da produrre, perchè non è facile stare seduta in mezzo a ventenni ancora, buon per loro, ridenti e speranzosi.
Invece sei li, proprio insieme a loro.
Tu non ce l'hai più da un pezzo la faccia della speranza, l'hai persa da quando ti è giunta la consapevolezza che nonostante tutti i tuoi pregressi e la professionalità, non c'è trippa per gatti.
L'hai persa quando ti hanno scartata come commessa o baby sitter, che mica cercavi per forza una sedia su cui poggiare il culo.
No, ti saresti accontentata, perchè ormai è così che funziona, devi prendere quello che c'è, quando c'è, se c'è.
E mentre sei lì che aspetti, in questa enorme azienda dove forse ti assumeranno per un trimestre, ti guardi in giro e osservi il fancazzismo di chi ci lavora con un contratto serio e inattaccabile.
Che sembra quasi un paradosso, dal momento che pare quasi che nessuno stia lavorando.
C'è chi canta, chi urla con la collega, chi fa avanti e indietro per i corridoi.
Guardi mentre la tua faccia diventa un grande boh! e nel frattempo trovi un sacco di risposte a un sacco di domande sui motivi per cui siamo arrivati a questo punto.
Non ci stai, ma non puoi fare niente.
E prendi quello che c'è, quando c'è, se c'è.