Leggere attentamente


ogni riferimento a fatti e persone è puramente casuale, se qualcuno dovesse riconoscersi in tilla papilla bullo ti sbullo o sullo catullo o, riconoscere qualcun'altro, probabilmente è affetto da una forma degenerativa della coscienza, malattia che ancora non ha nome e chissà se mai lo avrà, e semmai dovesse averlo si correrebbe il rischio che qualcun'altro potrebbe riconoscersi nel nome di quella malattia, comunque, ritornando a questa forma degenerativa si consiglia agli affetti da tal malanno una buona dose di cazzi propri, da farsi naturalmente

lunedì 29 aprile 2013

Di sere nere

Leggo abbastanza.
Non ho un particolare genere al quale rivolgermi.
Leggo di tutto.
Poi c'è quello che mi piace assai, e quello che mi fa cagare.
Ma difficilmente lascio un libro a metà.
E, siccome non giudico mai senza aver appurato, spinta dalla curiosità, mi sono fatta prestare un libro di Fabio Volo.
Che comprarlo mi sembrava brutto.
Oltre 200.000 copie vendute, mica pizza e fichi.
Che mi sono detta che magari penso sia un cazzone per partito preso, ma se tanta gente legge quello che scrive, magari sono io che mi sbaglio.
Non mi sbagliavo.
"E' una vita che ti aspetto" 172 pagine di luoghi comuni.
Una roba che ognuno di noi potrebbe aver scritto.
Ma nessuno di noi si chiama Fabio Volo, e avessimo proposto questa accozzaglia di banalità, qualsiasi casa editrice ci avrebbe tirato dietro il manoscritto.
Ora, non so se continuare e cercare di capire se può offrire di più andando a cercare "Esco a fare due passi" che mi dicono essere un best sellers, o terminare qui e rimanere col dubbio.
Però, il fatto di non averlo segnato tra i libri in lettura su anobii perchè mi vergognavo, la dice lunga.

29 commenti:

  1. lascia perdere, ne ho letti credo due, ma non ricordo il titolo nè la trama nè di cosa parlavano!

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    1. Quindi mi fermo con la certezza che siano tutti uguali.
      Come le 50 sfumature insomma.

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  2. sai, il numero di copie vendute lascia un po' il tempo che trova. Soprattutto in italia, famoso popolo di lettori. Ti ricordo che da noi è stato al top delle vendite un libro di ricette di Benedetta Parodi, una che sta alla cucina come io alla danza classica.

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    1. Hai ragione.
      E' che mica posso andare a vedere il numero di copie di un libro venduto negli stati uniti d'ammmerica!
      Ma pensa che io le ricette le tiro giù da internet aggratis!
      Che col cazzo che regalo soldi alla Parodi.

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    2. ma pensa che io - le rare volte che cucino - le ricette me le invento a cazzo.

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    3. Ah io no.
      Le devo leggere e seguire alla lettera.
      Tranne se si tratta della fettina in padella o l'uovo al tegamino.
      Che poi ognuno dice la sua e tu devi anche interpretare quale ti potrebbe piacere di più.
      Peggio di un'analisi sociologica.
      Tanto non è che c'ho altro da fare.
      Minchia, mi sto trasformando in Cenerentola!

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  3. Ho letto un solo libro di Fabio Volo. Anche io ero curioso e sapevo che esiste una sorta di censura, di scarsa accondiscendenza letteraria nei suoi confronti. Non l'ho trovato così male.
    E' una scrittura lineare che parla del quotidiano di molte persone e lo fa con un linguaggio che appartiene loro..
    C'è spesso un rapporto conflittuale tra fruibilità, semplicità, contenuti, stile, registri, successo, critica e non sarà certo Volo a fare eccezione.
    A volte hai voglia di un semplice ritz, senza doverti sedere a tavola.
    E così è anche per la scrittura.

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    1. Quello che intendo, è che è un libro che avremmo potuto scrivere anche noi.
      Che facendo parte di quelle persone, è anche il nostro di linguaggio.
      Solo che non solo non avremmo avuto lo stesso consenso, non ce lo avrebbero neppure pubblicato.
      I contenuti del raccontino che ho letto, sono banali, poveri.
      Va bene, in fondo anche molte vite sono povere e banali, e uno si può ritrovare dentro quelle parole, ma da un successo letterario, mi aspetto qualcosa di più.
      Tant'è che io scrivo su un blog, per intenderci!

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    2. Già...tenendo conto che, ripensando anche alle condizioni -forse momentanee, forse no- in cui te lo eri trovato davanti quella volta a Milano (quelle di tanti altri, quando capita di rimanere in città a ferragosto e limitiamoci al ferragosto), lui stesso potrebbe non sentirsi poi così rappresentato fino in fondo dalla quotidianità descritta nei suoi libri. Chissà, può darsi esista addirittura un Volo capace di raccontare storie sorprendenti e meno stereotipate, anche se rimango mooolto scettico...comunque, di questo passo non credo che lo sapremo mai.

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    3. Bauman che è l'osservatore più preciso, cinico e disincantato della liquidità consumista citava un pensiero di Daniel Boorstin sulle celebrità.
      Io sono di parte e poiché tempo addietro c'era un collega che ascoltava il Volo del Mattino quando era su Radio DJ ed io con lui imparai a conoscerlo; la sua visione della vita la trovo interessante e quindi non sono così critico con l'autore bresciano. Penso che ci siano vipparoli molto peggio. Lo squallore pare sia proprio connaturato alla maggior parte delle notorietà. Il saper costruire una rete di relazioni che portano al successo fa parte del sapere gestire ed accumulare il potere. E' una sorta di abilità in questi sistemi.
      Poi c'è la questione della democrazia letteraria: tendiamo ad attribuire democraticamente valore ad un'opera per il successo che ha. Il fanatismo cieco in questa forma meno peggiore di governo la rende un feticcio e porta molte persone a volerla utilizzare in qualsiasi contesto. Come tu osservi il successo NON è affatto un segno di valore artistico di un'opera.
      Ci fu un periodo in cui mi contattarono (quando spippolavo il diario della ex-coppia) per invitarmi a pubblicare un libro. Mi sono sempre chiesto perché diavolo mai uno dovrebbe preferire un libro ad diario in linea o ad un'opera in linea.
      Un libro è morto. Un libro non ha commenti. Un libro non ha stimoli nel confronto con i lettori. Perché mai un libro?
      Per soldi?
      Ma chi se ne frega!

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    4. Cavolo Giuseppe.
      Ti ricordi di questo mio appuntino?
      Sono commossa.
      Non scherzo.
      Questo dimostra una certa attenzione e ritengo che sia un grande privilegio.
      No, non lo scopriremo mai, almeno finchè continuerà a guadagnare su questa falsa riga.
      Che, voglio dire, lo farei anch'io, intendiamoci.
      Perchè spremere il cervello quando è sufficiente la superficie?

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    5. Uomo, anche io ascoltavo il volo del mattino, e mi annoiava al punto che avrei cambiato volentieri frequenza.
      Anche li, mi aspettavo sempre che riuscisse a stupirmi.
      Sto ancora aspettando.
      Per quanto riguarda la pecunia, beh, dipende sempre da come sei messo.
      Se mi contattassero e mi chiedessero di scrivere una camionata di cagate con la garanzia di un guadagno anche piccino, mi venderei subito.
      Ma questo è il punto di vista di una disoccupata attempata.

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    6. Io sono sempre attento e poi, scusa eh...ma avevi Fabio Volo a portata di tiro e l'hai lasciato vivere, come avrei potuto dimenticarmi di una cosa del genere? ;D

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  4. ciao biondina. Hai letto quella roba che sai tu?

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    1. Ho dato la precedenza a Volo, ma rimedierò quanto prima!

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  5. Questa volta i miei pregiudizi personali su Fabio Volo avevano ragione.
    FG

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  6. Eppure non riesco ad invidiarlo.
    Lo ricordo alle Iene e beh, io nudo davanti ad Alessia Marcuzzi al cospetto di una telecamera non mi ci sarei mai messo.
    Quindi se ha un po' di successo, lo merita eh!

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  7. Lo scrittore è uno dei lavori che più mi sarebbe piaciuto fare, ne avessi avute le capacità. C'è però un però: io mi vergogno molto di quello che scrivo. O meglio: sono molto in imbarazzo se so che la gente lo legge. Più di quello mi imbarazza solo andare in giro con in mano le paste dolci impachettate. Non ho mai approfondito, però, le due cose.

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    1. E tu scrivilo con uno pseudonimo!
      Se diventa un successo letterario, ti sveli, altrimenti resti nascosto e quando qualcuno ne parla male puoi cassarti senza pietà.
      Come l'uomo ragno!

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  8. "Esco a fare 2 passi" mi era stato regalato da un'amica che non mi conosceva affatto, l'ho letto e sinceramente non mi è dispiaciuto.. Ma c'è da dire che non mi ha lasciato niente e c'è da dire anche che avevo tipo 17 anni....

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    1. Beh, un libro che non riesce a lasciare una traccia, anche solo una piccola bava, non è un gran libro.
      A mio avviso.

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  9. Ehmmm....lascia perdere. Piuttosto leggiti topolino!

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    1. Bene.
      Vedo che abbiamo tutti una stima considerevole nei confronti di Volo scrittore!!!

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  10. ...a volte basta essere al posto giusto nel momento giusto e con un po' di fortuna!

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