Leggere attentamente


ogni riferimento a fatti e persone è puramente casuale, se qualcuno dovesse riconoscersi in tilla papilla bullo ti sbullo o sullo catullo o, riconoscere qualcun'altro, probabilmente è affetto da una forma degenerativa della coscienza, malattia che ancora non ha nome e chissà se mai lo avrà, e semmai dovesse averlo si correrebbe il rischio che qualcun'altro potrebbe riconoscersi nel nome di quella malattia, comunque, ritornando a questa forma degenerativa si consiglia agli affetti da tal malanno una buona dose di cazzi propri, da farsi naturalmente

sabato 28 giugno 2014

Dove è sempre sole

Vedere un uomo piangere, mi ha sempre fatto molta tenerezza.
Perchè quando un uomo lascia che le proprie emozioni prendano il sopravvento e si lascia andare rendendole plateali,  lo fa sentire più vicino al mio universo.
Perchè l'uomo, solitamente, è trattenuto,  non deve chiedere mai, è freddo e razionale ed evita di piangere per non apparire debole agli occhi di chi l'osserva.
Come se la virilità si misurasse dal numero di lacrime evitate e la femminilità da quelle versate.
Come sempre è solo una questione di equilibrio.



(modà/jarabe de palo- dove è sempre sole)

23 commenti:

  1. Qualche giorno fa anche eSSe parlava di qualcosa del genere.
    E' che l'uomo DEVE fare l'uomo in ogni momento. E le lacrime fanno spesso a botte col suo smisurato ego.

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    1. Che è un bel luogo comune!
      Bisognerebbe capire cosa significa dover fare l'uomo a tutti i costi.

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    2. Comunissimo, direi.
      Ma l'uomo ci crede davvero.

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    3. I luoghi comuni fanno soltanto danni enormi...per questo io, come uomo, voglio starne il più lontano possibile. Che a volte -triste a dirsi- ci può essere pure chi non piange perché ne ha passate davvero troppe per poter aver ancora abbastanza lacrime a disposizione...non uomo a tutti i costi, solo uomo a un prezzo troppo alto. E no, non è la stessa cosa. :-(

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    1. Non credo si tratti di fingere qualcosa che non si è.
      Piuttosto l'uomo è spinto a dimostrare di essere impermeabile a certe emozioni che lo renderebbero vulnerabile agli occhi di certuni.

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  3. Ecco, così sei riuscita a farmi piangere! ;-)

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    1. Perchè è stato il mio ultimo giorno lavorativo?
      Certo, ma erano lacrime di gioia!!!!

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  5. Si' e' vero, si sottosta al luogo comune mentre dovrebbe essere una questione di equilibrio tra i generi.
    Per lavoro mi e' capitato di vedere uomini piangere ed e' solitamente un pianto terribile a vedersi, smarrito, silenzioso, arreso.
    massimolegnani (orearovescio.wp)

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    1. Il pianto maschile è quasi sempre legato ad uno smarrimento inconsueto.
      Proprio per il fatto di doverlo nascondere, qualora si proponesse, risulterebbe esattamente come l'hai descritto.
      E' un pianto che fa male.

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  6. Anche io l'altro giorno mi son ritrovato a piangere in ufficio. Con un certo imbarazzo. Il varco era stato aperto.

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    1. Riflettevo sul fatto che farsi vedere piangere provochi imbarazzo in generale.
      Chissà perchè tendiamo a nascondere le emozioni forti, come se fossero l'effetto di una causa ignobile.

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  7. Mi sono versato addosso il Nilo una volta. Quella donna a distanza di tempo mi confessò che in quella circostanza mi percepì un pò meno uomo, perchè venne a mancarle la mia "forza", quella sorta di pseudo integrità su cui evidentemente aveva bisogno di appoggiarsi...Ovviamente abbiamo preso strade diverse, così com'è diverso il nostro concetto di "forza". Il mio non ha a che fare con il granito, ma appunto con l'equilibrio.

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    1. Così dovrebbe essere.
      Del resto è facile scaricare sugli altri la responsabilità delle proprie inadeguatezze.
      La forza va cercata in ognuno di noi, maschi o femmine.
      Se hai bisogno di appoggiarti a quella di qualcun altro hai qualche limite da superare.

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    2. PS: ora che sono online, mi sono permesso di inserire il tuo blog nella lista brevissima delle mie isole di salvezza, spero non ti dispiaccia! ti leggo da parecchissimo come anonimo, e volevo dirtelo...
      A prescindere...io non biasimo qualcuno che senta il bisogno di appoggiarsi a me, chi non ha limiti da superare? purchè appunto questa persona sappia valorizzi la mia trasparenza nell'esternazione delle emozioni e non cerchi superficialmente quella forza apparente e marmorea che manco HULK ha mai avuto

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    3. Ma come può dispiacermi?
      Il mio ego si pavoneggia quando qualcuno dichiara di seguirmi da parecchissimo.
      Non si tratta di biasimare, piuttosto di avere la possibilità di essere sempre sè stessi di fronte al nostro interlocutore, senza doversi preoccupare di mascherare emozioni e sensazioni per non turbare il suo equilibrio.

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    4. Vero, vero...e poi, a pensarci bene, "appoggiarsi a" è un modo di dire che può trarre in inganno. "Unire le proprie forze" suona meglio, direi ;-)

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  8. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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    1. ...alle volte penso mio marito mi abbia conquistato dimostrandomi di saper piangere, sebbene io detesti gli uomini che lo fanno...
      contraddittoria, no?

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    2. beh, è decisamente un paradosso.
      Essere conquistata da qualcosa che detesti è quasi inquietante!
      :)

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