Leggere attentamente


ogni riferimento a fatti e persone è puramente casuale, se qualcuno dovesse riconoscersi in tilla papilla bullo ti sbullo o sullo catullo o, riconoscere qualcun'altro, probabilmente è affetto da una forma degenerativa della coscienza, malattia che ancora non ha nome e chissà se mai lo avrà, e semmai dovesse averlo si correrebbe il rischio che qualcun'altro potrebbe riconoscersi nel nome di quella malattia, comunque, ritornando a questa forma degenerativa si consiglia agli affetti da tal malanno una buona dose di cazzi propri, da farsi naturalmente

sabato 13 gennaio 2018

Victims



Non c'è equità, non c'è ragione.
Mi chiedo perché accada che ci siano persone che vogliono vivere, destinate a morire ed altre, a cui la vita si appiglia, che decidano di reciderla.
Mi dicono che è la depressione, quella strana forma mentis che si accaparra la parte migliore del sé e decide che puoi averne abbastanza di tutto.
Lo chiamano il mal di vivere.
Allora, se giustizia esistesse, ma è ovvio che la giustizia sia solo un'idea, bisognerebbe fosse possibile regalare quel tributo di linfa vitale alla quale si vuole rinunciare, a chi è meno fortunato e farebbe carte false per poter continuare a guardare il mondo e le sue sfumature.
Così osservo una giovane che se ne va, stroncata da un male che non le ha dato speranze, soffrendo e cercando una via di scampo e un'altra, meno giovane che decide di porre fine alla sua esistenza, di rinunciare allo spettacolo e al miracolo della vita stessa, che si arrende ad un male diverso, che fugge vigliaccamente.
E' vero, non conosco la sofferenza che un depresso sente dentro e neppure posso immaginarla.
Non è nelle mie corde perché per me una soluzione ai problemi della vita, si trova sempre.
E' solo più semplice lasciarsi sopraffare che combattere.
Perché il vuoto che lascia chi ha dovuto soccombere ed ha combattuto le sue guerre, non è lo stesso  di chi ha deciso di arrendersi.

15 commenti:

  1. Ho sofferto di depressione anch'io, tanti anni fa. Ricordo che le persone intorno a me evitavano di pronunciare quel termine (secondo me sbagliando). Ho combattuto contro un mostro e spesso sono stato preso dall' idea di farla finita. Per fortuna, perché sono stato aiutato e perché ho avuto la forza necessaria, ha vinto la voglia di andare avanti. Quando sento parlare di statistiche sui suicidi mi vengono i brividi. Nessuno pensa che dietro quei numeri ci sono delle persone, con storie di vita vissuta, persone che avevano aspirazioni, voglie, idee comuni a tanti altri esseri umani.

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    1. Allora sei la dimostrazione vivente che si può vincere, che lottando e facendosi aiutare si può continuare a vivere e raggiungere le proprie aspirazioni e le proprie voglie.

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  2. Sono due vuoti differenti (meno, però, di quanto possa sembrare a prima vista) ma terribilmente pesanti entrambi, amica mia... e se sicuramente in un caso si è lottato, sì, e perso, non è mai altrettanto sicuro che nell'altro caso ci si sia arresi senza lottare (anzi). Di certo, chi la depressione l'ha conosciuta davvero SA -e NON se lo dimenticherà finché campa- che NON è un qualcosa che si sceglie di avere e a cui si sceglie consapevolmente di soccombere...

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    1. Amico mio, ho dei dubbi sulla consapevolezza.
      Non è la prima volta che mi succede di vivere così da vicino l'incapacità di affrontare il futuro.
      Ho potuto constatare con quanta cura ed attenzione sono stati studiati i particolari per togliersi la vita.
      Sono certa che non sia una scelta trovarsi addosso la depressione come un vestito scomodo ed ingombrante ma non mi capacito, solo perchè fortunatamente non mi è mai successo di provarla, della perdita totale della volontà di lottare.
      Per me, che vedo meraviglia in tutto quello che mi circonda, è davvero incomprensibile che qualcuno non riesca a vedere, non dico altrettanto, ma anche solo un minimo di bellezza.

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    2. Il problema è che chi soffre di depressione NON RIESCE, appunto, laddove si continua pericolosamente a pensare (colpevolizzando e isolandolo sempre di più) che NON VUOLE...

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    3. non colpevolizzo e sicuramente non isolo.
      Non riesco ad entrare nell'ottica, è più forte di me.
      Le persone con le quali ho avuto a che fare io, apparentemente sembravano a posto. Nessun segnale, nessun grido d'aiuto. Nulla.
      Poi, quando è troppo tardi, scopri che erano depresse, sole, e tu ti senti pure una merda per non essertene accorta e scorri ogni possibile momento durante il quale forse, avresti potuto fare qualcosa.
      Questa cosa mi fa stare ancora peggio e mi fa incazzare

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    4. Sai come sono quei mantra che ci insegnano (senza sfumature, quando nella vita di sfumature invece ce ne sono eccome. Come nella fottutissima depressione) fin da piccoli... "non far pesare agli altri i tuoi problemi" e roba simile. Capita che delle volte il depresso applichi questi precetti alla perfezione, e allora può diventare molto difficile capire cosa -e quanto- non va :-(

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  3. Non credo sia giusto parlare di vigliaccheria di fronte ad una persona che si suicida. Ho passato recentemente un periodo pessimo: ero vicinissima alla depressione e ne ho annusato ogni sfumatura, ogni vibrazione, ogni scintilla.
    Ci si alza al mattino senza avere nessuna ragione per farlo, si galleggia durante il giorno senza trovare né stimoli né conforti, ci si corica alla sera sperando di non riaprire gli occhi il giorno successivo. E' un pozzo senza fondo e senza scampo.
    Chi decide si andarsene non è affatto vigliacco. Chi decide di andarsene è solo immensamente stanco e non vede fine al male nero che lo ingoia ora dopo ora. Non è un male facile da notare né facile da curare ma è un male diabolico e profondissimo.

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    1. Stanco...
      di cosa?
      Di tutto, mi viene da pensare.
      E la reazione invece di cercare di reagire è quella di sprofondare sempre di più.
      La vita non è facile per nessuno, ognuno di noi ha sicuramente passato periodi che non siano stati una passeggiata di salute.
      Io ho sempre scelto di cercare la luce.
      Forse ho la fortuna di avere il carattere giusto, forse è proprio per questo che non sono in grado di capire tutta questa oscurità

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  4. E' quello che ho sempre pensato anch'io, va bene le difficoltà, è normale sentirsi sopraffatti ogni tanto, ma ci sono persone che darebbero tutto non solo per vivere, ma anche solo per aver un terzo di quello che hanno, e mi riferisco soprattutto a chi dalla vita ha avuto tutto, salute, amore e denaro, e non riesce a "vivere"..

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    1. esatto.
      La prima domanda che ti fai in questi casi è "aveva tutto cos'altro voleva?"
      Forse avere troppo toglie gli stimoli?
      Mah non saprei; il problema è che oggi come oggi sono in tanti a non essere mai soddisfatti

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  5. Bell'argomento. Terribile. Chi più chi meno lo intravediamo tutti quell'abisso

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  6. Poffarbacco, sei tornata! :)
    Ora leggo.

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  7. Non pensare che il male alla mente sia diverso di un male ad altro organo. E anche la sofferenza, per chi resta, non credo abbia una classifica predeterminata, di lievità o gravità, tra i due casi.

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