
Oggi ho ascoltato alcune telefonate arrivate in una radio circa le misure da prendere per l'ultimo assassinio commesso ai danni di una fanciulla di soli 13 anni.
Uno degli interlocutori asseriva che una volta smascherato il colpevole, bisognerebbe darlo alla pubblica piazza perchè la giustizia, non solo non fa il suo corso, ma non è in grado di gestire e giudicare con severità, questi crimini.
Ora, io posso rammaricarmi, intristirmi, arrabbiarmi, avere paura che possa succedere anche a me, ma non potrei mai vivere lo stesso dolore con un dolore riflesso di chi ha vissuto da vicino un dramma come questo, nè mi sentirei capace di dare fine alla vita di una persona che ne ha uccisa un'altra.
Dal momento che è acclarato che le pene non sono mai commisurate al reato, io lascerei che fosse la famiglia della vittima a decidere.
E' a loro che darei il carnefice.
Perchè se capitasse a me, mi vendicherei nel peggior modo possibile, ma c'è chi invece al contrario, è capace di perdonare, di non provare quel senso di vendetta e si affida al giudizio di una corte accettando la condanna senza condizioni.
La pubblica piazza, invero, scatenerebbe rabbia e frustrazione per interposta persona, ridurrebbe in mille pezzi l'assassino, ne farebbe brandelli e, senza accorgersene e con il beneplacito sociale, diverebbe assassina di un assassino.
E, ancora mi chiedo, chi sarebbe migliore di chi?