Leggere attentamente


ogni riferimento a fatti e persone è puramente casuale, se qualcuno dovesse riconoscersi in tilla papilla bullo ti sbullo o sullo catullo o, riconoscere qualcun'altro, probabilmente è affetto da una forma degenerativa della coscienza, malattia che ancora non ha nome e chissà se mai lo avrà, e semmai dovesse averlo si correrebbe il rischio che qualcun'altro potrebbe riconoscersi nel nome di quella malattia, comunque, ritornando a questa forma degenerativa si consiglia agli affetti da tal malanno una buona dose di cazzi propri, da farsi naturalmente

lunedì 25 marzo 2013

Libertango

Anni fa, quando mi proposero di andare in un locale di musica latinoamericana, accettai per amore di un'amica ma arrivai piuttosto prevenuta e schifata, primo perchè quel genere mi faceva assolutamente cagare, secondo perchè sapevo essere un ricettacolo di tamarri vestiti a festa.
Non che avessi sbagliato.
In questi locali, a prescindere dal fisico che ti porti appresso, c'è la messa in piazza delle tette e dei culi, delle minigonne ascellari, dello stivale più trash, delle magliette aderenti per gli uomini che non devono chiedere mai.
Oddio, ci sono pure figoni cubani e gnocche seminude che possono permetterselo.
Ciononostante,  qualcosa riuscì ad intrigarmi e feci di quel mondo il mio universo per almeno un decennio.
Vero è che dal momento che mi presentavo col lupetto e la scarpa da ginnastica, le probabilità di ballare erano inferiori a qualunque peggiore percentuale immaginabile, ma insistendo con la mia presenza, trovai un giro di amicizie che mi permisero di evitare di far parte della tappezzeria.
Per non farmi mancare nulla, provai anche le prime otto lezioni gratuite di tango argentino.
Volevo vedere l'altro mondo del ballo, quello raffinato, quello da brivido e passione.
C'erano diverse cose che mi allontanarono prima ancora di capire se potesse davvero piacermi: le gonne, praticamente obbligatorie, il tacco, la sofferenza che avvertivo nella musica.
Era un periodo in cui non avevo bisogno di dolore, non desideravo immergermi dentro quel mare di sentimentalismo.
Insomma, rinunciai.
Ho un paio di amici tangheri che per anni mi hanno ripetuto che mi avrebbero vista bene in quella disciplina.
Ma ben si sa,  non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire.
Che a pensarci oggi, avrei dovuto almeno provarci con un po' più di convinzione.
Magari insistendo, mi avrebbero accettata anche con le scarpe da ginnastica.
Anche se ne dubito.



26 commenti:

  1. La descrizione dei locali dove si salseggia, si bachatizza e si rumbeggia è piuttosto... efficace. ahahah
    C'ero passato anche io. Devo dire che amo danza e ballo.
    Ma ecco, quei posti avevano spesso una abbondante presenza di ... diciamo ruspanticità che devo molta gioia a quegli anni di danze afrocubane e qualche amico cercavo quella e trovavo il commercial-latino.

    Beh, 'sti posti sono anche dei luoghi con le loro liturgie.
    Si può andare al Piccolo indossando boccaglio, maschera e pinne ma avrai sicuramente più difficoltà a relazionarti cogli astanti indossando quella sorta di antagonismo disadeguante forse un po' ideologico ma non ti conosco.

    Col tango, che è oggettivamente difficile, non ci puoi provicchiare.
    O ci dai dentro e inizi ad amarlo ed essere posseduta da esso oppure dopo qualche settimana lo lascerai.

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    1. Ce lo so che c'hanno i loro riti questi posticini.
      Infatti mica per nulla mi sono allontanata senza quasi aver cominciato.
      No, non è ideologico, è comodo, casuale (nel senso che casualmente viene estratto dal contenitore).
      Nell'abito, nel tacco, mi sento fuori posto e fuori luogo.

      Capito, anche se m'era tornato il languorino, rinunzio!

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    2. Considerato il tuo nomignolo, potrei fare la battuta scontata e in parte falsa "il tango è mentale" e quindi per una che l'"immaginato" è importante è la tondatura del quadrato.
      Ma nel tango ci sono anche le convenzioni, i ruoli che lo caratterizzano e che ne costituiscono l'anima affascinante, che va agli archetipi più profondi e antichi ai quali siamo più sensibili (uomo che propone, della donna che segue abbandonandosi). L'estetica borghese ed urbana che li contraddistingue sono anima di questa danza.
      Violentarla è violentare pure quell'arte (puoi sbaffarti una piatto di spaghi alle vongole passati al frullatore ma nonzo se ti piaceranno come quelli inte(g)ri).

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    3. Ho capito l'antifona.
      Ora ho la certezza che non faccia al caso mio.
      Sarà che son ribelle e che l'abbandono non mi si confà, ma a questo punto ho la matematica certezza che io e il tango siamo troppo in antitesi per trovare un punto di giunzione.
      Me ne farò una ragione.

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    1. Col tango niente scarpe da ginnastica!

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    2. FG, io non precludo.
      Ma ho la necessità di sentirmi calzare a pennello quello che faccio.
      Altrimenti tempo zero e mi rompo i coglioni.

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    3. Vipero, si, l'ho capito.
      Che palle però.

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    4. lo dico anche io ;o)

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  3. Invece io ti immagino proprio tangherA.
    Amore immaginato o lungo tre minuti.
    FG

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    1. E sbagli mia cara.
      Che vedermi con un vestito è roba da segnarsi come avvenimento straordinario

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  4. Ohbbrava Femmina Gaudente che incita a lasciare aperte le vie! :)

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    1. Sempre aperte messere. Che a chiuderle si fa sempre in tempo
      FG

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  5. Dimenticavo: la ballerina con cui studio al corso di Bologna mi diceva proprio staserache per lei c'è questa lotta perché nella vita conduce e guida e nel tango deve imparare (con somma gioia quando avviene) a fidarsi, a lasciarsi andare.

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    1. Ma sai, non è il fatto di dover cedere e lasciarmi portare quello che mi blocca.
      E' tutto l'ambaradan di contorno.
      Ho quasi la certezza che non faccia per me.
      Ma me ne farò una ragione.

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  6. A questo punto viene a me da chiederti per quale motivo ti era tornato il languorino...
    Così per capire.

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    1. Fondamentalmente per imparare una cosa che non conosco.
      E, siccome il ballo mi piace moltissimo, pensavo di provare l'esperienza.
      Ma temo ci siano troppi intoppi.
      Io sono ruspante.
      Speravo in un buon compromesso.
      Ma mi sa che mi sono sbagliata

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    2. Ostrega, direi che il tango non è eccessivamente ruspante anche se lo era in principio.
      'nzomma, qualcosa tipo balli popolari, mazurche francesi, pizziche, tammurriate, bourrée, tarantelle e gighe.
      Quelle sono ruspantemente diverse dal... ruspante (non di rado legermente tamarriche) dei caraibici.

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  7. Certo che tanghero come sinonimo di appassionato di tango non mi era mai passato per la testa, a dire il vero :) (ma tale scelta del termine potrebbe anche stare a indicare -inconsciamente, magari- quanto non ti fossi mai sentita granchè a tuo agio in quel contesto)...

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    1. Ma non me lo sono inventato.
      Si chiama proprio così colui che balla il tango.
      Non è che sbagli a porre l'accento?

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    2. Ops...sì, mi sa che è stato proprio l'accento a fregarmi!

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    3. ahahah
      per forza che ti sembrava strano!

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  8. Ecco vedi, questi locali qui a Cagliari mica ci sono! E ora come faccio io a vedere tette e culi in movimento?

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    1. Ma figurati se non ci sono locali di latinoammmmericano a Cagliari!

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