Leggere attentamente


ogni riferimento a fatti e persone è puramente casuale, se qualcuno dovesse riconoscersi in tilla papilla bullo ti sbullo o sullo catullo o, riconoscere qualcun'altro, probabilmente è affetto da una forma degenerativa della coscienza, malattia che ancora non ha nome e chissà se mai lo avrà, e semmai dovesse averlo si correrebbe il rischio che qualcun'altro potrebbe riconoscersi nel nome di quella malattia, comunque, ritornando a questa forma degenerativa si consiglia agli affetti da tal malanno una buona dose di cazzi propri, da farsi naturalmente

venerdì 15 febbraio 2013

Un giudice

Siccome la serata di Sanremo di ieri sera, non ha offerto nessuna novità e le canzoni dei giovani facevano particolarmente cagare, tanto da poter affermare in tempi non sospetti che tra loro vincerà Renzo Rubino, oggi vi risparmio il tentativo di recensione.
Ma vorrei parlare dello sconcerto che mi coglie quando leggo della scarcerazione, dopo solo dieci anni, di un individuo che ha ammazzato con  VENTIDUE coltellate la propria compagna.
Vorrei parlare dell'incertezza della pena, della possibilità di ammazzare a sangue freddo, con premeditazione una persona e, in qualche modo, farla franca.
10 anni e via a ricominciare quella nuova vita che è stata negata a qualcun altro.
La pena comminata a questo individuo, che c'ho troppo rispetto per gli animali, per chiamarlo bestia, inizialmente era di 30 anni.
Ma la buona condotta (?), gli indulti, le varie e le eventuali, l'hanno ridotta a meno della metà.
E mi coglie un senso di nausea.
Perchè è un'apertura indiretta all'aggressione, alla possibilità di continuare a pensare che le donne non possano avere una propria appartenenza.
Nel 20012, 115 donne sono state uccise dal proprio compagno, un numero indefinito continua a subire maltrattamenti.
Quelle che riescono a denunciare vivono nella paura di probabili ritorsioni.
O sono costrette ad assistere ad una giustizia che non le salvaguarda.
2 anni e 3 mesi per aver subito una violenza sessuale.
Per aver rifiutato, per aver detto no e aver subito ugualmente.
Il peso di sentire la propria vita rovinata per sempre, appesa ad un filo.
Mentre il carnefice si lamenterà delle condizioni che dovrà subire in carcere per il sovraffollamento, come sua unica preoccupazione.
E tra 2 anni e 3 mesi, nella migliore delle ipotesi, si ritroverà libero di ricominciare.


6 commenti:

  1. credo sarebbe disgraziatamente successo comunque, che avesse ammazzato un bambino, un cugino, uno zio o un passante.
    non è che l'omicidio di una donna significhi sconto di pena.
    Che poi le donne (come i bambini) debbano subire maggiormente la violenza, spesso nell'indifferenza o addirittura nell'approvazione generale, è indubbio.
    Il vero male sta lì: nel farla franca prima ancora di essere giudicati.

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    1. Certo, l'incertezza della pena non è solo direttamente proporzionale all'assassinio delle donne.
      Se ammazzi qualcuno è probabile che ti faccia meno anni che rubando una mela.
      Paradossalmente i 5 anni di condanna di Fabrizio Corona, per estorsione, sono iniqui.

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    2. Purtroppo riguardo alla certezza della pena l'unica certezza che vedo, oggi come oggi, sta proprio nella ripetuta mancanza di proporzione con il crimine commesso (e magari a quella merda scarcerata anzitempo sarà pure concesso scrivere libri e partecipare a talk-show) :(

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    3. Lo daranno di sicuro, a lui... :(

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  2. sono notizie che mi lasciano un grande senso di frustrazione, mi inducono a desiderare di mettere in atto la legge del dente per dente. ma so che non servirebbe a lenire.
    però, forse...a dissuadere si?
    ma come possiamo aspettarci leggi migliori, certezza della pena, ecc. ecc. da una classe politica che non ha nemmeno la volontà di costituire il governo?
    "vecchi", nuovi, tutti d'accordo sul non fare niente, tanto che gliene frega, mica li paghiamo a cottimo!
    scusate, sono scivolata fuori tema, ma la rabbia è difficile da contenere!
    LA LUNA NERA (più nera che mai)

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