Leggere attentamente


ogni riferimento a fatti e persone è puramente casuale, se qualcuno dovesse riconoscersi in tilla papilla bullo ti sbullo o sullo catullo o, riconoscere qualcun'altro, probabilmente è affetto da una forma degenerativa della coscienza, malattia che ancora non ha nome e chissà se mai lo avrà, e semmai dovesse averlo si correrebbe il rischio che qualcun'altro potrebbe riconoscersi nel nome di quella malattia, comunque, ritornando a questa forma degenerativa si consiglia agli affetti da tal malanno una buona dose di cazzi propri, da farsi naturalmente

martedì 25 marzo 2014

Eroe

Ai colloqui di lavoro, laddove ce ne sia uno, capita che ci si senta in imbarazzo.
Perchè tu, alla tua veneranda età, dovresti essere sistemata da un pezzo, essere più vicina alla pensione che al percorso lavorativo ancora da produrre, perchè non è facile stare seduta in mezzo a ventenni ancora, buon per loro, ridenti e speranzosi.
Invece sei li, proprio insieme a loro.
Tu non ce l'hai più da un pezzo la faccia della speranza, l'hai persa da quando ti è giunta la consapevolezza che nonostante tutti i tuoi pregressi e la professionalità, non c'è trippa per gatti.
L'hai persa quando ti hanno scartata come commessa o baby sitter, che mica cercavi per forza una sedia su cui poggiare il culo.
No, ti saresti accontentata, perchè ormai è così che funziona, devi prendere quello che c'è, quando c'è, se c'è.
E mentre sei lì che aspetti, in questa enorme azienda dove forse ti assumeranno per un trimestre, ti guardi in giro e osservi il fancazzismo di chi ci lavora con un contratto serio e inattaccabile.
Che sembra quasi un paradosso, dal momento che pare quasi che nessuno stia lavorando.
C'è chi canta, chi urla con la collega, chi fa avanti e indietro per i corridoi.
Guardi mentre la tua faccia diventa un grande boh! e nel frattempo trovi un sacco di risposte a un sacco di domande sui motivi per cui siamo arrivati a questo punto.
Non ci stai, ma non puoi fare niente.
E prendi quello che c'è, quando c'è, se c'è.

23 commenti:

  1. So benissimo come ti senti. Fin troppo bene.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. in questo caso non è che mal comune diventi mezzo gaudio!

      Elimina
  2. io non dimenticherò mai un episodio capitatomi all'inizio della mia carriera lavorativa, quando, giovane impiegata volenterosa e diligente, venni "prestata" dalla mia società ad un ufficio pubblico, per aiutarli a smaltire degli arretrati. Insomma, una specie di "consulente esterna" prima che i consulenti esterni diventassero la normalità.
    E io, dopo che mi spiegarono cosa avrei dovuto fare, ho iniziato a farlo.
    Se non che, dopo un paio di giorni, arrivò uno dei pezzi grossi dell'ufficio pubblico a chiedermi cortesemente "di lavorare più lentamente, perché i suoi impiegati non riuscivano a tenere il mio ritmo". Mi viene da pensare che dev'essere proprio grazie a questa lentezza che ci abbiamo messo tutti questi anni ad arrivare a questo punto.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Non mi stupisco.
      Se stiamo andando a rotoli non è mica solo per quello che succede adesso, ma per quello che è successo prima.

      Elimina
  3. Prendere quello che c'è, quando c'è, se c'è...adattabilità, flessibilità, pazienza. E se solo ci si azzarda a dire che in questa "filosofia" caricata per anni sempre e solo sulle spalle del singolo individuo qualcosa non funziona -l'hai provato sulla tua pelle, mica per altro lo dici- arriva l'immancabile "parli perché te lo puoi permettere". No, parlo perché ne ho pieni i coglioni. Perché era facile capire molto tempo fa che, non cambiando mai -né volendo mai davvero farlo- un cazzo in questo nostra fogna di mercato del lavoro, lo stoicismo del "meglio un minestrina che niente" da un momento all'altro non sarebbe più bastato a fartelo trovare, un lavoro. E la guerra fra poveri non fa altro che mantenere immutato questo status quo...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. E' proprio una guerra tra poveri.
      E poi ci sono estreme facce di merda che si permettono pure di dire che se gli si abbassa lo stipendio milionario se ne vanno all'estero.
      E quando li si prega di andare a fare in culo, ci ripensano e restano nonostante lo stipendio si sia abbassato di uno zero.
      Infami!

      Elimina
    2. Già, enormi stronzi capaci di "ottimizzare" le risorse tagliando i treni dei pendolari...ma bisogna capirli, sono decisioni sofferte perché fanno un lavoro durissimo (dicono senza vergogna parlando di sé stessi, mica dei pendolari)!

      Elimina
    3. sapessi come soffro io a sapere che è ancora in mezzo al cazzo!

      Elimina
    4. E ha pure il coraggio di farci notare che ci sono colleghi europei che prendono più di lui... :-(

      Elimina
  4. molti non si rendono ancora conto della fortuna che hanno...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. già.
      Come dicevo, è facile fare il gay col culo degli altri

      Elimina
  5. Cavoli sembrava tu stessi descrivendo la scena di un film...purtroppo imbarazzantemente reale...non c'è limite al peggio ma ci siamo vicini in quest'epoca di precariato e annullamento delle speranze...

    RispondiElimina
  6. Io sento questa pagina anche perché sono alcuni giorni che sofro un po' di svogliatezza al lavoro e di un po' di fancazzismo.
    Del resto sono così nel lavoro, passo da eccessi stakanovisti al fancazzismo.
    Tu sei un'osservatrice attenta e hai osservato ciò che è vero: la "sicurezza" del posto allenta la tensione al lavoro e può comportare anche del fancazzismo.
    E' necessario essere corretti: sapere che a volte si lavora un po' di meno e che poi è necessario lavorare un po' di più quando l'azienda ne ha bisogno.
    Mi sembra corretto.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. beh, allora si erano messi tutti d'accordo nell'essere fancazzisti.
      Ma seriamente fancazzisti.
      Alcuni credevano di essere a x factor, atri a uomini e donne.
      Sarò capitata li il giorno sbagliato!

      Elimina
  7. Quel che hai visto negli uffici di quell'azienda mi ha riportato in mente una storia successa a me durante i miei primi anni universitari. Venivo da Civitavecchia ogni mattina e me ne andavo a piedi da Stazione Termini fino alla Sapienza, passando ogni volta proprio sotto l'edificio del Ministero dei Lavori Pubblici. Mia cognata mi diede una busta da consegnare a suo fratello, che lavorava in quel ministero, culo incollato a una poltrona per capirsi. Mi diedi il numero della stanza. Ci vado, tanto cosa mi costa? Trafila facilissima, allora, dicevo il nome della persona e il numero della sua stanza e passavo indisturbato. Nella stanza non c'era mai la persona desiderata. E`fuori stanza, mi diceva una collega. Ripassavo verso le 13,30 mentre tornavo al mio treno, ma la persona era sempre fuori stanza.
    Questo per due mesi, tanto che quasi litigavo con mia cognata che non mi credeva.
    Finalmente una volta lo becco, in un corridoio. Gli spiego come stavano le cose.
    "Ma dove mi hai cercato?"- "Nella tua stanza"-"E quando mi ci trovi?"
    Mi spiegò che lui ogni mattina prendeva una cartella, se la metteva sotto braccio e diceva alla collega che andava in archivio. Fine della giornata lavorativa.
    Capito? Poi ci si chiede il perché la burocrazia sia così lenta in Italia.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. La maggior parte dei lavoratori sicuri, quando ha il culo al caldo s'illude di essere dio.
      Non è solo la burocrazia, qui ci sono sempre meno cose che vanno bene e la colpa è anche di quelli uguali al fratello di tua cognata

      Elimina
  8. ...io ho appena firmato un contratto trimestrale (trimestrale!...e sono pure contentissimo....alla frutta...alla mia età...40...) ma prendi quello che c è, quando c è....
    D'altronde noi cosa possiamo fare? Emigrare? Ribellarci?contro chi?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. io lo firmerò martedì e pure io, che di anni ne ho 9 più di te, sono contenta nonostante sia un lavoro di fatica e con turni pomeridiani e notturni.
      Ci accontentiamo e con questi chiari di luna non possiamo fare altro!

      Elimina
    2. pensa che con le vecchie regole io quest'anno sarei andato in pensione...

      Elimina
    3. immagino tu sappia bene chi ringraziare...

      Elimina
  9. Si dice che tutto abbia un prezzo.
    In itaGlia questo prezzo lo sta pagando chi non c'entra un cazzo, ovvero quelli come noi che alla nostra "veneranda età, dovremmo essere sistemati da un pezzo, più vicini alla pensione che all'inizio del percorso lavorativo".
    Ma pare che vada bene così...

    RispondiElimina
  10. E insomma. No...è che non vorrei disturbare, ma dovresti passare dal mio blog. Lo so, ho fatto una di quelle cose che poi mi odierai per l'eternità, ma insomma.....vabbè dai, assecondami.

    RispondiElimina