Leggere attentamente


ogni riferimento a fatti e persone è puramente casuale, se qualcuno dovesse riconoscersi in tilla papilla bullo ti sbullo o sullo catullo o, riconoscere qualcun'altro, probabilmente è affetto da una forma degenerativa della coscienza, malattia che ancora non ha nome e chissà se mai lo avrà, e semmai dovesse averlo si correrebbe il rischio che qualcun'altro potrebbe riconoscersi nel nome di quella malattia, comunque, ritornando a questa forma degenerativa si consiglia agli affetti da tal malanno una buona dose di cazzi propri, da farsi naturalmente

lunedì 17 settembre 2012

Liberi liberi

"Ma secondo te, la responsabilità delle proprie azioni, funziona come la libertà?"
"Come dici scusa?"
"Si, no. Insomma, intendo dire, secondo te, finisce dove inizia la tua?"
"Eh?"
"No, perchè mi stavo chiedendo se ci fosse un limite. Se mi prendo la responsabilità di una scelta, fino a che punto resta mia? Gli altri non giocano un ruolo fondamentale?"
"..."
"Voglio dire, fino a che punto sono responsabile di una scelta se quella  viene sconvolta dagli eventi e dalle situazioni dettate dalla presenza di altri individui che a loro volta devono confrontarsi con altri ancora?"
"Fatti misurare la febbre"
"No, sto bene. Vorrei solo capire quando finisce la mia e comincia la tua, la sua, la loro, come si fa a togliersela di dosso, qual è il momento adatto per smetterla di sentirsi responsabili per cose indipendenti dalla propria volontà e ci si possa sentire sollevati da tale peso."
"Beh, credo dipenda dal genere. Ce ne sono alcune che ti porti dietro per sempre. Dovresti prendere qualche lezione da quelli che delegano gli altri a prendersele al posto loro. Pare anche che non conoscano il senso di colpa e, in ogni caso, lo sappiano gestire molto bene"
"Dici che si può cambiare?"
"No, non credo. Ci puoi provare, ma sarebbe comunque innaturale e alla lunga non riusciresti a sostenerlo e ricadresti nella stessa routine comportamentale. Del resto, chi nasce tondo, al massimo muore ovale.
Mai quadrato"

(liberi liberi - vasco rossi)

14 commenti:

  1. ecco, appunto!!non aggiungo altro, concordo!

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  2. Un quadrato non può pensare ad un numero semplice, ma cerca sempre ad un numero elevato al cubo. Da più soddisfazione mentale che dedicare del tempo su un numero che al massimo aggiungerà qualche decimo nella sua vita, ma non arriverà mai a diventare quadrato. Ricapitolando, il numero semplice pensa a se stesso, il quadrato pensa a se e al suo interlocutore immediato, il numero cubo pensa oltre alla suo interlocutore anche a comunicare con terzi non presenti al momento ma in futuro. Tu Francesca sei elevata al cubo. Primo Jr .....io non arrivo neanche al numero semplice perché non ho mai pensato a me stesso

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  3. Bella la serata Francesca. Nel calda nel fredda come piace a me. Primo Jr ....

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  4. La mia libertà finisce dove inizia la tua. Quindi vedi di spostarti. No, non lì, vai avanti ancora un pò, ancora un pochino, ancora un cicinin. Ecco, ora che se lì comincia a camminare e conta millemila passi. Poi puoi fermarti. Grazie. :))

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    1. e se non mi sposto? Cazzarola, c'ho un potere immenso e neppure lo sapevo!

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  5. non è sbagliato come ragionamento.

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  6. Non è cosa facile stabilire dove comincia e dove finisce una responsabilità...io credo che attualmente con questo individualismo esasperato del cazzo si tenda a responsabilizzare il singolo anche per scelte non sue (colpe e/o meriti si attribuiscono solo a lui, come se l'interazione sociale e le sue conseguenze -gli altri non scelgono forse a loro volta?- non contassero mai una mazza). Come quando, allargando il discorso, si afferma di essere noi stessi gli unici artefici del nostro destino...così facendo, dov'è il confine? Quando si comincia a interferire nel destino di altre persone (convinte ugualmente di averne il controllo) facendo loro prendere strade diverse da quelle che avevano "programmato"? E cosa impedisce che non ci succeda lo stesso? E' un bel casino.

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    1. Beh, per evitare tutto questo, basta starsene rincantucciati nel proprio spazio senza rischiare mai!

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    2. Con conseguente noia, accidia e grande rottura di coglioni, of course :)

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    3. obviusly!!!
      A volte un passo verso i destini degli altri ci permette, comunque, di sentirci vivi.

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