Leggere attentamente


ogni riferimento a fatti e persone è puramente casuale, se qualcuno dovesse riconoscersi in tilla papilla bullo ti sbullo o sullo catullo o, riconoscere qualcun'altro, probabilmente è affetto da una forma degenerativa della coscienza, malattia che ancora non ha nome e chissà se mai lo avrà, e semmai dovesse averlo si correrebbe il rischio che qualcun'altro potrebbe riconoscersi nel nome di quella malattia, comunque, ritornando a questa forma degenerativa si consiglia agli affetti da tal malanno una buona dose di cazzi propri, da farsi naturalmente

lunedì 23 agosto 2010

Le cose che abbiamo in comune


Una delle mie priorità è capire, capirmi, capirsi, capirti.
Quindi quando non riesco a capire qualcosa di generico divento nervosa e irritabile, chiedo mille spiegazioni, indago a fondo, sclero alla ricerca della risposta di quel percorso mentale.
Capirmi è diventato piuttosto semplice, l'esperienza mi ha insegnato come affrontarmi e se non è una cosa è l'altra, permettendomi di avere un margine d'errore del 50%.
Capirsi è determinato dalla volontà di condividersi, pertanto nonostante certi atteggiamenti possano di primo acchito lasciarmi basita e stupe.fatta, una volta elaborato che trattasi di un rapporto superficiale e non ci sia interesse reciproco, glisso e mi disinteresso allo stesso modo, che è lo scopo ultimo del capirsi.
Capirti è una necessità oggettiva una condizione necessaria affinchè tra me e te ci sia un collegamento mentale, un dialogo che vada oltre le solite banalità.
E' guardarti, pensarti, leggerti e capire con un solo sguardo, pensiero, lettura quello che intendi dire, fare, baciare, lettera, testamento.
E' farsi largo tra le sfumature e il buio e riuscire a trovare la luce.

19 commenti:

  1. il rischio è che quando trovi la luce, cerchi l'interruttore per spegnerla ...

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  2. Capire,capirsi e capirti presuppone una logica comune almeno per quanto riguarda "il capirti",
    desisti immediatamente da questa analisi,in quanto il linguaggio e la logica e' diversa.Esiste una logica e un linguaggio maschile e femminile...quello che ho imparato nella vita e' di dare un peso alle parole il piu' omogenee possibile.Non capire gli uomini e' davvero difficile:sono talmente semplici!!!! Ti offro una chiave di lettura:agli uomini interessa solo il sesso e piu' e' soddisfacente piu'sarai la donna della loro vita.Piuttosto capire le donne e' una professione impegnativa....ho rinunciato da tempo.

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  3. Aitor, questo tuo commento si presta ad una doppia interpretazione.
    Illuminami!!! eheheheh

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  4. Ciao Primo.
    Il fatto che le donne siano complicate è diventato un luogo comune.
    Le femmine, nella maggior parte dei casi, sono agglomerati di sentimento.
    Il linguaggio che viene adoperato è prevalentemente legato al cuore e ai suoi margini.
    Invero trovo che molti uomini, siano diventati cerebrali, introspettivi, pieni di paure e paranoie e, paradossalmente, più complicati.
    Il sesso è una cosa che interessa tutti, poi c'è chi lo chiama amore e chi trombata.

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  5. Onestamente pensavo di più a un meglio quando stavamo al buio, oppure adesso che ti ho visto veramente (con la luce) la spengo per farla finita..

    Però immagino che tu alluda al fatto che "spegniamo le luce e trombiamo" come ricci giusto ?

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  6. Per me la luce rappresenta onestà intellettuale, la chiarezza.
    Per cui se ti trovo e ti capisco, diventi luce e spegnerti vuol dire non capirti più.

    Eeeeh si, alludevo a quello!!!
    :D

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  7. Credo che sia uomini che donne abbiano gli stessi problemi interni, di equilibrio, sobrietà o filosofici, Per questo ogni incastro molecolare li rende unici, tutti seguiamo delle linee guida, di poco differiamo gli uni dagli altri, ma sono quelle sfumature che mi fanno odiare una persona ed amarne un'altra.
    Capire, capirsi o capirti.... questo è un punto difficile quanto riuscire a Vivere.

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  8. La nostra condanna è il bisogno di condivisione per cui io, che sono un uomo intelligentissimo, ti dico che De Sisti giocava nella Fiorentina.

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  9. Rige, da quanto tempo...
    Si, probabilmente sarebbe più adatto parlare di persone, piuttosto che di una differenza derivata dal sesso di appartenenza.
    Il mio limite è quello di non riuscire ad odiare.
    Solitamente tendo a cancellare chi ho smesso di capire (e non per volontà).
    A volte neppure mi resta il ricordo, forse quello del dolore provato, resta un po' più a lungo, ma è una questione di pratica e di tempo.

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  10. Lorenzo, di contro ti potrei rispondere che l'11 maggio del 1947, Vittorio Pozzo, il commissario tecnico della Nazionale, vestì dieci granata d'azzurro.

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  11. le cose che abbiamo in comune? Forse il pelo superfluo

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  12. ad entrambe ci piace il... BIIIP!! Scherzo.
    Ciauuu bella

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  13. Dubito che scherzi!!!
    ahahahaha
    Tornata???

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  14. e chi era l'unico giocatroe non granta degli 11 ? :-)

    signorina ha 30 sec per rispondere...

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  15. sì, ieri nel tardo pomeriggio. Non faccio altro che dormire

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  16. Ti capisco. O almeno credo. :)

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  17. certo che mi capisci...l'hai sempre fatto!

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