Leggere attentamente


ogni riferimento a fatti e persone è puramente casuale, se qualcuno dovesse riconoscersi in tilla papilla bullo ti sbullo o sullo catullo o, riconoscere qualcun'altro, probabilmente è affetto da una forma degenerativa della coscienza, malattia che ancora non ha nome e chissà se mai lo avrà, e semmai dovesse averlo si correrebbe il rischio che qualcun'altro potrebbe riconoscersi nel nome di quella malattia, comunque, ritornando a questa forma degenerativa si consiglia agli affetti da tal malanno una buona dose di cazzi propri, da farsi naturalmente

giovedì 28 marzo 2013

Si tu estuvieras

Prendendo spunto da un post di un uomo in cammino, ho cominciato a riflettere sulla figura della donna romantica.
Lasciando perdere le ragazzine che hanno tutto il diritto di credere all'amore eterno e al principe azzurro, quando sei abbastanza matura e hai vissuto le situazioni problematiche legate all'amore e le sue sfaccettature, se un po' di sano cinismo e realismo è entrato in te, comincerai a vedere le cose in maniera diversa.
E ti adeguerai alla condizione accettando quello che ti viene proposto se ti aggrada.
Poi, ci sono quelle che bluffano.
Ti fanno lo spiegone sul rapporto che vorrebbero, mettono le mani avanti e ti fanno capire che non si accontenteranno, prima ancora di sapere cosa o quale offerta stiano vagliando.
Ed è più facile che si cimentino in acrobazie di conquista proprio quando si sentiranno dire dall'altra parte, che oltre ad una sana ginnastica da letto, non ci sarà null'altro.
Perchè le conquiste impossibili, sono cariche di aspettative represse.
Loro pensano che saranno in grado di farti innamorare, ti si appiccicheranno addosso come un lenzuolo sudaticcio, saranno colme di attenzioni.
Dimentiche che dall'altra parte c'è un uomo e il suo pensiero semplice che se ti dice che vorrebbe solo trombare, e te lo dice a chiare lettere, nulla potrai per ottenere altro.
Ella soffrirà delle pene autoinflitte, additando egli come unico responsabile del suo dolore, accusandolo di averla sedotta e abbandonata, cosa peraltro chiara dall'inizio.
Perchè la donna romantica incazzata, delega sempre all'altro l'umiliazione della sconfitta.
E colleziona amori tutti uguali che crede di aver vissuto.
Tutti finiti nello stesso modo.




lunedì 25 marzo 2013

Libertango

Anni fa, quando mi proposero di andare in un locale di musica latinoamericana, accettai per amore di un'amica ma arrivai piuttosto prevenuta e schifata, primo perchè quel genere mi faceva assolutamente cagare, secondo perchè sapevo essere un ricettacolo di tamarri vestiti a festa.
Non che avessi sbagliato.
In questi locali, a prescindere dal fisico che ti porti appresso, c'è la messa in piazza delle tette e dei culi, delle minigonne ascellari, dello stivale più trash, delle magliette aderenti per gli uomini che non devono chiedere mai.
Oddio, ci sono pure figoni cubani e gnocche seminude che possono permetterselo.
Ciononostante,  qualcosa riuscì ad intrigarmi e feci di quel mondo il mio universo per almeno un decennio.
Vero è che dal momento che mi presentavo col lupetto e la scarpa da ginnastica, le probabilità di ballare erano inferiori a qualunque peggiore percentuale immaginabile, ma insistendo con la mia presenza, trovai un giro di amicizie che mi permisero di evitare di far parte della tappezzeria.
Per non farmi mancare nulla, provai anche le prime otto lezioni gratuite di tango argentino.
Volevo vedere l'altro mondo del ballo, quello raffinato, quello da brivido e passione.
C'erano diverse cose che mi allontanarono prima ancora di capire se potesse davvero piacermi: le gonne, praticamente obbligatorie, il tacco, la sofferenza che avvertivo nella musica.
Era un periodo in cui non avevo bisogno di dolore, non desideravo immergermi dentro quel mare di sentimentalismo.
Insomma, rinunciai.
Ho un paio di amici tangheri che per anni mi hanno ripetuto che mi avrebbero vista bene in quella disciplina.
Ma ben si sa,  non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire.
Che a pensarci oggi, avrei dovuto almeno provarci con un po' più di convinzione.
Magari insistendo, mi avrebbero accettata anche con le scarpe da ginnastica.
Anche se ne dubito.



sabato 23 marzo 2013

L'essenziale

Mi è stato domandato di recensire questo sito .
Ovvio che colui che mi ha fatto questa richiesta, non sia a conoscenza che io stia alle recensioni come il sale sta al caffè, ma la gentilezza e il modo con la quale è stata fatta, mi porta a compiere quantomeno un tentativo.
Il sito si propone di suggerire classifiche, liste, autori e cantanti.
Un grande archivio che si presenta in maniera sobria, nel quale si possono trovare notizie, testi, video.
Di facile scorrimento, raccoglie canzoni  e classifiche di moltissimi artisti.
L'unico limite, potrebbe essere il fatto che vengano trattate esclusivamente canzoni d'amore.
Ma visto che il romanticismo e il sentimento stanno tornando in auge, chissà, magari è davvero la scelta giusta.

oppure qui





mercoledì 20 marzo 2013

Losing my religion

Più che persa, credo di non averla mai avuta una religione che mi rappresentasse.
Che è più o meno come la politica, o come tifare per una squadra di calcio, ti schieri inizialmente sulla fiducia o per generazione e poi, fondamentalmente, resti là o cambi o ti adegui.
Parto dal presupposto, che ognuno debba godere della massima libertà per scegliere su quale disciplina religiosa accanirsi e rispetto la decisione di ognuno.
In egual misura vorrei fosse rispettata la mia di scegliere di non credere o, quantomeno, mi farebbe piacere confrontarmi con chi la pensa in maniera diversa dalla mia, ed eventualmente trovare un compromesso.
Eventualmente, appunto.
Non mi piace l'invadenza  dei testimoni di Geova che farebbero carte false per convertirti, non mi piacciono gli estremisti e le faide, non mi piace che s'invadano inopportunamente le altrui libertà.
Io credo nella virtù e la potenza del sé, nella capacità di pensiero che sia esso razionale oppure folle e credo che si evinca in ogni modo possibile.
Quindi, prima di parlare di Gesù e della sua potenza immaginifica in questo contesto,  cerchiamo di capire se è il tempo e il luogo.
Perchè poi mi sale l'incazzo e non so neppure con chi devo prendermela.
"Se una persona ha un amico immaginario è un pazzo e se tante persone hanno lo stesso amico immaginario, è religione".
Ecco, io ne ho uno e si chiama Mononeurone.
Fatevi due conti.



mercoledì 13 marzo 2013

Le cose che abbiamo in comune

Strana Mente, signorina di bell'aspetto dal carattere deciso, una mattina si svegliò e si accorse di avere un cazzo infilato nelle mutande.
Invece di scardinare le sue certezze, accettò quella novità come un dono, come la possibilità di dare una risposta alla domanda che da tempo era sospesa nel suo immaginario, ovvero se davvero sarebbe bastato quel valore aggiunto per essere un uomo.
Si chiese cosa avrebbe potuto fare che prima non avrebbe fatto, a parte l'ovvietà di poter introdursi in un pertugio o avere un'erezione.
Stette diverso tempo a cercare una risposta.
Dov'era la forza nascosta in quel pezzo di carne in più che permetteva agli uomini di detenere un potere che nulla aveva a che fare con la capacità?
Dove si nascondeva il principio secondo il quale l'uomo doveva stare al di sopra di ogni cosa?
Perchè  una donna forte e decisa si sentiva spesso dire di avere le palle?
Ora che le aveva davvero non si sentiva diversa da prima e più ci pensava più la consapevolezza che il potere facesse parte di una cultura inversa si faceva strada.
Quel dono era inutile.
Tutto era inutile finchè le cose non fossero cambiate.
Finchè ci sarebbero stati gli uomini e le donne.
Ogni cosa sarebbe andata a posto solo quando tutti fossero diventati persone.


domenica 10 marzo 2013

Dancing with the moonlight knight

Stasera ho provato a cercarla.
L'idea della vita, quella che t'inventi una cosa e diventa LA cosa, il guizzo geniale che ti proietta tra gli eletti.
Non serve scervellarsi, perchè di solito la genialata sta nell'ultima cazzata a cui pensi.
Ma non la noti.
E' questo il quid, non vedere l'ovvio, non credere che potrebbe essere la chiave di volta.
Mi sono domandata cosa saprei fare, quali sono le mie capacità oggettive.
Non so cantare, cioè so cantare ma sono stonata, quindi non posso essere l'ideatrice del nuovo gam gam style che in realtà apre di per sé una nuova domanda, ovvero se sia più folle colui che l'ha inventato o tutti coloro che l'hanno reso un fenomeno mondiale andando ad arricchire le tasche di quello che prima di allora era un perfetto sconosciuto del panorama musicale.
Ammesso che si possa parlare di musica, ma tant'è.
La mia manualità è direttamente proporzionale alla pazienza certosina che ho per certe fatture, ovvero meno 11.750, il che non fa di me una futura creatrice di bigiotteria stravagante o la novella Coco Chanel.
In effetti non sono brava a fare nulla che non sappiano fare un milione di altre persone.
Mi rendo conto di non avere una sola qualità che mi  permetta di distinguermi.
Ordinaria, sono assolutamente ordinaria.
Non lascerò il mio segno neppure in un piccolo pezzo di storia di questo secolo.
Neppure uno straccio di ricordo.
Allora devo trovare quell'idea, perchè pensare di aver vissuto esclusivamente per un casuale incontro di uno spermatozoo con un ovulo, mi fa girare il cazzo a mille.





domenica 3 marzo 2013

Rose rosse

A prescindere dal cinismo che spesso mi contraddistingue, sono stata una diciannovenne anche io, piena di speranze e sogni, piena d'innamoramenti e palpitanti emozioni d'amore.
Ma mai, neppure negli anni a venire, ho pensato di perdere la mia vita per un perduto amore.
A diciannove anni, poi, quando ancora sei padrone del mondo, quando ancora è tutto da compiere, quando devi conoscere gente e costruirti il futuro, meno che mai.
Tutti abbiamo sofferto per un amore finito, ma d'amore, per lui stesso intendo, non è mai morto nessuno
Ognuno di noi ha vissuto le sue delusioni, ha avuto il cuore infranto, almeno fino all'amore successivo.
Tutti, almeno una volta, abbiamo pensato di non poter più vivere senza quell'altra persona che rappresentava tutto il nostro universo.
Eppure ne abbiamo costruito un altro, siamo andati avanti, abbiamo relegato quel dolore in un cantuccio.
Nel tempo, capita che si dimentichi del tutto.
E pensare a un ragazzo così giovane, che si lancia a mille all'ora con la macchina contro un muro e muore per amore, mi fa incazzare, mi fa pensare a quanto sia stato stolto ed infantile.
Ci sono ragioni molto più serie per pensare di voler morire.
E l'amore non fa parte di queste.

venerdì 1 marzo 2013

Absolute beginners

Fino ad una ventina d'anni fa, i social erano gli incontri con gli amici.
Se uscivi e dovevi comunicare qualcosa d'urgente, dovevi cercarti una cabina telefonica e nel tempo in cui inserivi le 200 lire o il gettone, ti fottevano l'autoradio estraibile dalla macchina.
Ora siamo tutti "amici" di tutti, senza neppure uscire di casa, comunichiamo ogni minchiata con i nostri smartphone che ci fanno pure il caffè e le autoradio hanno le vetture costruite intorno a loro.
Possiamo fregiarci di essere amici di personaggi famosi che raccontano la rava e la fava nel loro profilo faccialibro e che, ovviamente, non hanno la più pallida idea di chi siamo.
Il confronto, quello animoso, bello, quello che ti porta ad alzare la voce, è diventato un tweet.
Un cinguettio senza passione.
Tutto piuttosto asettico, distaccato, indolente.
Tutto finto.
Che non è che avere 1000 amici su un social ci renda meno soli.
E neppure sapere ogni bubù di tizio o di caio, fa di noi gli amici che vorremmo.
Siamo ormai al punto che se la connessione internet rimanesse bloccata nell'intero mondo mondiale, il nostro "Notturno" prenderebbe forma.
E, chissà, dopo la pazzia, forse, torneremmo a cercarci con le mani e gli sguardi e tutte le parole che abbiamo perduto.

lunedì 25 febbraio 2013

Hei-ho!

Ignoranza : "In senso comune il termine ignoranza indica la mancanza di conoscenza e di qualche particolare sapere, inteso in generale o su di un fatto specifico. Può significare anche non avere informazioni su un fatto o su un argomento." fonte wiki.
Ora, qualcuno me lo deve spiegare, che minchia ancora deve conoscere, sapere, avere informazioni sul peggiore dei nani da Biancaneve in poi.
Ha lasciato il paese in mutande, facendo ridere il mondo mondiale e piangere noi, che quando uno va in vacanza all'estero deve fingere di essere di un qualsiasi altro stato per evitare che possa essere  riconosciuto e additato come povero e idiota che ti vien quasi nostalgia di quando ti chiamavano spaghetti e mandolino.
E' andato via dicendo che lo faceva per il paese.
E' tornato per lo stesso motivo.
Che già qui, il consiglio è quello di trovare uno bravo, ma bravo veramente, che dia un nome, una volta per tutte, a questa sindrome geriatrica grave.
Vorrei conoscere nome e cognome di 100 persone che l'hanno votato, che se chiedi in giro, mai nessuno che abbia il coraggio di ammetterlo.
Come se i segni sulle schede elettorali, si materializzassero per miracolo, come le stimmate.
Che non è che il resto della popolazione, che ha votato per altri, goda a pagare l'imu o l'irap.
Stasera su faccialibro, ho letto di una che dichiarava "io l'o votato e ne sono fieraaaaaaaaaaaaa" e tutti a darle dell'analfabeta, per aver tralasciato l'acca.
Ma fiera di che?
E sei pure una donna, cazzo, una donna che viene? E quante volte viene?
Io invece non credo che siano tutti analfabeti.
E non credo che siano neppure ignoranti.
Magari qualcuno si, ma a parte questi, credo che gli altri preferiscano continuare a far finta di non vedere a far finta d'ignorare, a far finta di credere che tutte le stronzate sparate ultimamente, si trasformino, come per incanto, in realtà.
Come nelle favole, allo stesso modo stucchevoli
Un popolo di illusi.
E chi se ne frega dell'Italia.
E' il piccolo mondo di ognuno, l'unica vera cosa importante.




venerdì 22 febbraio 2013

The only exception

Ci sono ma non ci sono.
Nel senso che no ho niente da dire.
E questa cosa è preoccupante per una come me che ha sempre un pensiero in testa e una parola in bocca.
Prendo spunto da una cosa che ho notato in più di un'occasione e ve la giro come domandona:
ma per quale motivo, se scrivo un post dai contenuti forti e/o importanti, non mi commenta praticamente nessuno e se scrivo una cagata i commenti cadono a pioggia?
Risposte che non subiranno censura:
A) Perchè non sei in grado di scrivere cose socialmente utili
B) Perchè scrivere cagate ti riesce benissimo
C) Perchè dovresti darti all'ippica ma non sappiamo come fartelo capire.

Ogni risposta D) E) F) sarà valutata ed eventualmente aggiunta.



sabato 16 febbraio 2013

Se potessi avere mille lire al mese

Non faccio che leggere ovunque, di quanto dovrebbero vergognarsi Fabio Fazio e Luciana Littizzetto per le cifre che prendono per presentare il festivalone.
Si dice che "è un'offesa alla povertà, in questo periodo di crisi questi soldi pubblici era meglio darli alle regioni colpite dal terremoto"
Oppure  che "è un'offesa per chi fatica ad arrivare a fine mese".
Ma che davvero ci dovevano pensare loro?
Ora, io trovo molto più offensivi i politici che fanno le elezioni con i finanziamenti pubblici e che oltretutto si stipendiano con cifre sbalorditive, trovo offensive  le società di calcio che ingaggiano calciatori con cifre che risanerebbero le finanze di qualsiasi stato.
Trovo offensivo chi ha intascato i soldi che sarebbero serviti alla ricostruzione delle province colpite dal terremoto.
Ma non trovo altrettanto offensivo che una persona venga pagata per svolgere il suo lavoro.
Che voglio vedere chi di noi avrebbe rinunciato.
Se ti offrissero di fare il tuo  lavoro per 300.000 euro, che faresti?
Firmeresti  o ti faresti venire le crisi di coscienza?
Brutta bestia l'invidia.

venerdì 15 febbraio 2013

Un giudice

Siccome la serata di Sanremo di ieri sera, non ha offerto nessuna novità e le canzoni dei giovani facevano particolarmente cagare, tanto da poter affermare in tempi non sospetti che tra loro vincerà Renzo Rubino, oggi vi risparmio il tentativo di recensione.
Ma vorrei parlare dello sconcerto che mi coglie quando leggo della scarcerazione, dopo solo dieci anni, di un individuo che ha ammazzato con  VENTIDUE coltellate la propria compagna.
Vorrei parlare dell'incertezza della pena, della possibilità di ammazzare a sangue freddo, con premeditazione una persona e, in qualche modo, farla franca.
10 anni e via a ricominciare quella nuova vita che è stata negata a qualcun altro.
La pena comminata a questo individuo, che c'ho troppo rispetto per gli animali, per chiamarlo bestia, inizialmente era di 30 anni.
Ma la buona condotta (?), gli indulti, le varie e le eventuali, l'hanno ridotta a meno della metà.
E mi coglie un senso di nausea.
Perchè è un'apertura indiretta all'aggressione, alla possibilità di continuare a pensare che le donne non possano avere una propria appartenenza.
Nel 20012, 115 donne sono state uccise dal proprio compagno, un numero indefinito continua a subire maltrattamenti.
Quelle che riescono a denunciare vivono nella paura di probabili ritorsioni.
O sono costrette ad assistere ad una giustizia che non le salvaguarda.
2 anni e 3 mesi per aver subito una violenza sessuale.
Per aver rifiutato, per aver detto no e aver subito ugualmente.
Il peso di sentire la propria vita rovinata per sempre, appesa ad un filo.
Mentre il carnefice si lamenterà delle condizioni che dovrà subire in carcere per il sovraffollamento, come sua unica preoccupazione.
E tra 2 anni e 3 mesi, nella migliore delle ipotesi, si ritroverà libero di ricominciare.


giovedì 14 febbraio 2013

Perchè Sanremo è Sanremo parte seconda

Lo faccio per voi, per tutti voi che "il festival mi fa cagare e non lo guardo neppure morto".
Ma volete non essere aggiornati su quanto accade?
E se qualcuno di vostro interesse dovesse chiedervi qualcosa sull'argomento, volete mica passare per ignoranti, vero?
Ecco, sono qua apposta! :)
Dunque cominciamo.
Prima di tutto, non ho azzeccato un pronostico, nel senso che non è passata nessuna delle canzoni da me predilette.
Ma è cosa nota e ho smesso di crucciarmi per questi dettagli
Modà, soliti, li riconosceresti tra mille, un po' scontati, con melodie perfette per il passaggio radiofonico.
Bravi bussinessman.
Simone Cristicchi, particolare come suo solito, con un testo ironico e surreale. 
Malika Ayane, nulla che già non sia noto a parte correggere Fazio sulla pronuncia del cognome al quale va tolta la e finale. Mi chiedo come mai certi cantanti mentre gorgheggiano, sbattano gli occhi lasciando intravedere solo il bianco. E' veramente inquietante.
Almamegretta, Bar Rafaeli, una figona lunghissima che forse potrei arrivarle all'ombelico, li chiama per due volte almamagretta, che è di per sè un buon motivo per evitare presentatrici straniere in un festival italiano. Anche i loro brani sono assolutamente riconducibili al loro stile.
Max Gazzè, ovazione in sala e pure da me. Adoro quest'uomo.
Annalisa, arrivata, credo, da Amici di Maria (non quella nazionale) si presenta al pubblico con un paio di canzoni cucitele addosso. Siccome quella passata l'ha scritta il fratello della mia grande amica, sono contenta per lui.
Elio e le storie tese, m e r a v i g l i o s i. Da loro non  sai mai cosa aspettarti ovviamente, ma sai che la qualità sarà magnifica a prescindere.
Bellissime le canzoni portate dai giovani, Renzo Rubino e i Blastema passati in finale.
Bis e applausi a scena aperta per Asaf Avidal che prima di ieri non avevo idea di chi fosse.
Cosa si poteva evitare: la presenza della Premiere dame Carlà Brunì, con la sua canzoncina sfigata.
Uno schiaffo morale a chi sa cantare anche senza essere personaggio di successo.
Quintali di pubblicità che mi hanno costretta a spegnere anzitempo la tv.
Che ogni 3 minuti, pare eccessivo pure a me che non pago il canone!

aggiuntina: ascoltate e ditemi se non sono pazzeschi!



mercoledì 13 febbraio 2013

Perchè Sanremo è Sanremo

Dopo millemila anni, complice il fatto che i programmi tv facciano abbastanza cagare, mi sono dedicata alla visione del festival nazionalpopolare di cui mi appresto a dire la mia.
Indiscutibilmente azzeccato il duo dei presentatori: Fazio e la Litti, sono perfettamente simbiotici, l'uno nei panni della persona seria e politicamente corretta, l'altra dalle battute spontanee che ti portano direttamente alla risata.
Carina la novità della doppia canzone.
I cantanti devono proporre due brani e una giuria di televotanti per il 50%, insieme a quella della sala stampa per il restante, decide quale dei due debba proseguire.
Un po' meno carino il fatto che il televoto costi quanto un chilo di pane.
Che poi, mi chiedo, chi sia davvero così fesso da spendere 1,01 euro per esprimere la propria opinione.
Ma resterà un gran mistero.
L'intervento di Crozza è stato meraviglioso, nonostante le contestazioni dei soliti facinorosi.
Forse un po' azzardato iniziare con l'imitazione del nano per poi proseguire con Bersani, Ingroia e Luca Cordero.
Comunque sia, un grande.
Marco Mengoni, il primo ad esibirsi mi ha lasciata un po' perplessa.
Un po' esagerato con gorgheggi inutili e canzoni tutto sommato prevedibili.
Raphael Gualozzi (chi è costui?) è passato senza lasciare traccia.
Sarà che nel frattempo giocavo a ruzzle?
Daniele Silvestri, non è al top, che capisco che Sanremo sia solo una vetrina, ma mi sarei aspettata di più.
Simona Molinari con Peter Ciccotti  (pronuncia siccotti), swing  blues che non mi fa impazzire, ma grande voce di lei e grande prestazione al piano di lui.
Marta sui tubi, non c'ho capito nulla. 
Mi è sembrata una grande accozzaglia di suoni sui quali s'inserivano le urla del cantante.
Peraltro piuttosto stonato.
Maria Nazionale, a mio avviso, in un festival della canzone italiana, una in dialetto napoletano poco ci azzecca.
Senza infamia e senza lode.
Chiara, a parte il fatto che fosse irriconoscibile, le canzoni erano bellissime e la sua voce pure.
I due fidanzati gay che domani andranno a sposarsi a New York perchè qui non è permesso amarsi come si vorrebbe e che raccontano la loro storia con dei fogli A4, sono stati l'immagine di una dolcezza che non è sempre facile trovare.
Notevole il coro dell'armata Rossa Russa che ha accompagnato Toto Cutugno.
Da brividi.
La serata, nonostante sia terminata ben oltre la mezzanotte, è andata via leggera.
Il saluto finale con Lucianina che si toglie i tacchi e resta a piedi scalzi sul palco, da incorniciare.


giovedì 7 febbraio 2013

Piange il telefono

Sono un donnino a modo, io.
Nonostante abbia un debole ossessivo compulsivo nei confronti dei cellulari, che per me sono come i diamanti per certe donne, tanto che  mi fermo davanti alle vetrine a guardarli come si farebbe con certi anelli e quasi ci sbavo che quando passo devono starmi dietro con lo straccetto, ci sono situazioni e momenti in cui mi scordo di possederlo.
Al cinema, al ristorante, dal medico, per citarne qualcuno, metto la vibrazione, che per me che lo tengo nella borsa, equivale a spegnerlo.
Quindi, si può avere una passione per certe cose, ma nel pieno rispetto degli altri.
Il vero problema non sta nell'apparecchio, ma nella persona.
Perchè non tutti siamo rispettosi.
Tipo quelli che dopo averti mangiato pop corn nelle orecchie mentre stai cercando di goderti un film al cinema, se ne vanno lasciando dietro un porcile.
Quindi non è mai il mezzo, ma il modo.
Che non è solo dovuto all'educazione ma da come sei tu.
Tipo che mio padre dopo aver usato il fazzolettino di carta, lo getta dal finestrino della macchina.
Che è una cosa che odio.
"Tanto è biodegradabile, mentre le cicche delle sigarette no" mi dice.
Che ha ragione.
Ma la odio lo stesso.

(un ringraziamento a euri, ispiratrice di questo post)

martedì 5 febbraio 2013

Io vorrei, non vorrei, ma se vuoi

Sono in stato abulico da fancazzismo.
Vorrei essere affaccendata in faccende, vorrei alzarmi per prepararmi alla nuova giornata e spingermi verso noti orizzonti.
Invece, il nulla.
Mi alzo per un mero senso di colpa pur senza sapere nei confronti di chi o di cosa, resto in tenuta casalinga per buona parte della giornata, tutta se non sono previste uscite programmate, gli orizzonti spaziano per il perimetro dei metri quadrati disponibili.
Il conto corrente langue, quindi neppure la terapia delle spese compulsive può trovare sfogo.
Più la mia assenza dalle possibilità delle variabili resta costante, più m'impigrisco.
Il problema è trovare un moto ondoso da cavalcare.
Che uno potrebbe inventarsi cose, vedere gente.
Mi sono data alle torte, ma dopo aver visto la bilancia lanciarsi in una severa impennata, ho deciso che forse è meglio smettere per un po'.
E poi, qui non conosco nessuno.
Del resto se resto rintanata nel mio cantuccio non è che posso sperare che vengano a bussarmi alla porta.
E' il cane che si morde la coda.
E' per questo che adoro i gatti.
Loro, si limitano a leccarsela.



sabato 26 gennaio 2013

Mambo italiano























Che sono certa che anche a voi capiterà di ricevere mail dall'italiano incerto, nelle quali vi si avverte che la transazione non è andata a buon fine o che avete un pacco da ricevere rimasto in giacenza o che siete il fortunato vincitore di un prodotto pazzesco.
E, nonostante non si siano fatti pagamenti on line, siete certi che nessuno abbia spedito alcunchè, non avete mai posseduto un conto corrente alla banca taldetali, abbiate attaccata al collo una sfiga perenne, siate tentati dall'aprire quella mail.
E fin qui, niente di che.
I guai cominciano quando vi si chiede di impostare identificativi e password.
Che, voglio dire, la puzza di bruciato arriva alle narici come la cacca prodotta dopo aver mangiato una zuppa di cipolle.
Invece qualcuno ci casca.
Inserisce i dati richiesti, e si trova il conto corrente azzerato.
Questo mi lascia credere che la gente a cui capita, non conosca l'italica lingua, e parli esattamente allo stesso modo.
E quindi se lo meriti.
Altrimenti non si spiega come mai ad una richiesta tipo quella dell'immagine, uno entri nel panico più totale e inserisca tutto l'inseribile.
Codice fiscale da idiota, compreso.

mercoledì 23 gennaio 2013

Election day

Sto seguendo con molta attenzione i programmi elettorali, quelli in cui tutti promettono tutto salvo poi, una volta eletti, ricordarsi esclusivamente come metterla nel culo alla gente comune.
Ma, siccome a questo giro, vorrei evitare di essere tacciata di menefreghismo per non aver dato "comunquemente" il mio contributo, osservo e medito.
Le facce sono sempre le stesse, quelli che ci hanno portati alla rovina, quelli che hanno fatto finta di fare qualcosa, quelli che ci hanno massacrati con un governo tecnico che nessuno ha voluto.
Insomma è il solito giro di giostra tra i soliti noti.
Ieri sera ho assistito al primo dibattito pacato tra forze politiche opposte.
Per forza, erano tutte donne e nessuna  urlava addosso all'altra.
Se solo avessimo più spirito di squadra, potremmo spaccare il culo ai passeri, ma visto che non è contemplato nel nostro dna, possiamo sempre e solo continuare ad avere ruoli sociali marginali.
Comunque, la Mary Star Gelmini, è patetica.
Mi ricorda quando andavo a scuola e, durante l'interrogazione, a domanda alla quale non sapevo rispondere, portavo l'attenzione su un altro argomento su cui ero preparata.
Lei fa la stessa cosa, quindi non da nessun contributo significativo.
Irene Tinagli, docente di economia in Spagna (?) per la lista Monti, è una che vorrebbe stravolgere i retaggi culturali ai quali siamo legati da sempre.
Che il cambiamento va bene, ma le abitudini che ci sono sempre appartenute, non possono subire violente scosse, ci va pazienza, dedizione, forza e opportunità.
Anna Finocchiaro non ha rivelato nulla che già non si sapesse, anche se lo fa con classe ed eleganza.
Nessuna rappresentante per gli altri movimenti, sui quali mi documento ma che non fanno che ribadire i soliti vecchi concetti.
Alla fine della fiera, io davvero non ho assolutamente idea di chi avrà il mio voto (tranne la certezza che il nano e Bersani non l'avranno mai il primo perchè ha rotto il cazzo al mondo, il secondo perchè l'ha rotto a me).
Allora che fare?



martedì 22 gennaio 2013

Ti sposerò perchè

L'emozione che si scioglie dagli occhi e  fa fremere le mani mentre provi quell'unico anello che  indosserai.
E' una tenerezza che attanaglia il sorriso che si apre cercando di trasmettere sicurezza e dolcezza, plasmati insieme.
Ti sposerò perchè so di quanto amore sei capace, so che per te è per sempre, perchè hai resistito ai miei capricci, hai avuto la costanza di non lasciare mai che gli eventi mi portassero via.
Ti sposerò perchè mai potrei trovare qualcuno che con tutti i suoi pregi, i suoi difetti e limiti, potrà mai somigliarti.
Ti sposerò perchè ho riscoperto quanto t'amo.

domenica 20 gennaio 2013

Parole di burro

E' ovvio che una che sia una chiavica totale a scarabeo,  lo sia altrettanto giocando a ruzzle?
Solitamente perdo.
Gli altri riescono a trovare parole che sono li, sotto gli occhi di tutti.
Tranne i miei.
Perdo anche contro quelli che perdono con continuità.
Tranne con Fra, che mi da tante soddisfazioni e aumenta la mia autostima.
Dee, mi uccide con punteggi vergognosi per me.
Demian mi massacra, tant'è che gioca solo perchè gli rompo i coglioni e faccio lo bambina dicendogli che gioca con tutti tranne che con me.
Poi ci sta pure che tra una partita e l'altra ci passi un'eternità, perchè magari in quel momento stai facendo altro e allora stai giorni interi ad aspettare che l'altro abbia fatto la sua mano e quando tocca a te hai perso l'attimo.
Oppure sei impegnato a fare qualcosa che disturba la tua attenzione.
E i secondi passano e tu, desolata, guardi il tuo punteggio desolante e speri che l'altro abbia fatto cagare più di te.
Ma è solo un'illusione.
Ah, se volete vincere facile, il mio nick è Rapsodia.

mercoledì 16 gennaio 2013

Don Raffaè

Poi dice che bisogna stare calmi, che ci vuole pazienza.
In realtà ci sono cose alle quali non riesco a dare una giustificazione.
Se cerco lavoro, guardo gli annunci, mando il curriculum, spero in un riscontro nel qual caso vado ad un primo colloquio informativo, eventualmente ad un secondo e via così.
Se hai sterminato la famiglia e cerchi lavoro, dai per scontato che sia a causa del tuo passato se nessuno ti chiama.
Neppure ipotizzi che ci possa essere un altro motivo.
Quindi, metti una lamentela su un quotidiano, ti atteggi un po' a vittima, ahimè nessuno mi vuole perchè sono un'assassina, ma non sono più così, quello è il passato, lasciate ch'io possa vivere il mio futuro datemi un'opportunità, e il giorno dopo un imprenditore te la serve su un piatto d'argento, senza c.v. e senza colloquio.
Sostituzione maternità.
Sulla fiducia.
E minchia, dico io, ma se ti puoi fidare di una così, tutte quelle che hanno sperato in quel posto a tempo determinato, magari con esperienze di tutto rispetto, che magari avevano già fatto una bella sfilza di colloqui,  di quelle, che ne facciamo?
Le mandiamo a uccidere la nonna?

(don raffaè - fabrizio de andrè)

giovedì 10 gennaio 2013

Incantevole

Invecchiare non è un pensiero, ma uno stato di fatto.
Ti senti giovane, fai le cazzate come i raga, hai lo spirito di quelli con un'età inferiore alla tua ma con la saggezza dei tuoi anni, eppure ti guardi allo specchio e vedi quelle piccole rughe, vedi il tuo corpo che cede alla gravità, allontani di mezzo metro il menù per scegliere quale pizza vuoi mangiare, ti chiamano signora.
Se non fosse per questi dettagli, l'età che ti porti addosso sarebbe anch'essa un dettaglio.
Pertanto, riesco a capire quelli che possono permettersi di farsi dare un'aggiustatina qua e la.
Lo fanno per accordare il fisico con lo stato mentale, per apparire come ci si sente davvero.
Per carità, poi c'è anche chi esagera e rischia di sembrare di plastica.
Che a ottant'anni non è che puoi avere l'aspetto di uno di trenta.
Neppure con tutti gli accorgimenti e le chirurgie.
Ma a quarantotto, cazzara q.b., un pensiero ce lo fai.


(incantevole - subsonica)

lunedì 7 gennaio 2013

Ci vuole un fiore

Nella mia prima vita, crescevano rigogliose nel mio (?) appartamento, piante di ogni tipo.
Avevo un pollice talmente verde, che Hulk mi faceva una pippa con l'ingoio.
Finito quel periodo transitorio, è finito anche il mio rapporto con la botanica.
So per certo, che ogni pianta che avrà a che fare con me soffrirà, inevitabilmente, di un disorientamento emotivo che la condurrà alla morte.
Per annegamento o per secchezza.
Se poi, mi venisse mai in mente di travasarle per offrire loro uno spazio più congruo, agonizzeranno per un tempo indefinito, affinchè non solo mi penta del tentativo, ma soffra le loro sofferenze.
Pura cattiveria, insomma.
La loro.
E si che ci metto pure impegno.
Ho chetato il mio senso di colpa con le piante finte.
Quando le riconosco.
Perchè capita anche che ne porti a casa qualcuna vera senza accorgermi che lo sia.
Devo solo capire quale delle due ha fatto finta di essere l'altra.

(ci vuole un fiore - sergio endrigo)

venerdì 4 gennaio 2013

Il discorso di capodannno di Balasso.

"ll discorso di capodanno avrei dovuto farvelo a capodanno ma, reduce da un rave party per magnaschei a Pinerolo, mi sono svegliato il 3 gennaio vestito da Oba Oba. Non è mai troppo tardi comunque, quando si tratta di infilare una serie di luoghi comuni a vanvera e sfrittellare ottimismo sul selciato del nostro cammino incerto."




giovedì 3 gennaio 2013

Siam tre piccoli porcellin

Ecco, veramente in testa ho mille idee e mille pensieri, ma se mi metto lì e cerco di trasporli, non esce niente.
Anche questa frase m'è costata uno sforzo sinaptico non indifferente.
Dovrei lasciar perdere, aspettare l'ispirazione o l'inspirazione e poi espirare.
Come il lupo dei tre porcellini.
Soffiare a mille all'ora fottutissime parole che ora non ci sono.
E che a volte uso a sproposito.
Me lo dice sempre mia mamma che prima di parlare dovrei contare fino a dieci.
E prima di scrivere?
Fino a quanto si deve arrivare?