Leggere attentamente


ogni riferimento a fatti e persone è puramente casuale, se qualcuno dovesse riconoscersi in tilla papilla bullo ti sbullo o sullo catullo o, riconoscere qualcun'altro, probabilmente è affetto da una forma degenerativa della coscienza, malattia che ancora non ha nome e chissà se mai lo avrà, e semmai dovesse averlo si correrebbe il rischio che qualcun'altro potrebbe riconoscersi nel nome di quella malattia, comunque, ritornando a questa forma degenerativa si consiglia agli affetti da tal malanno una buona dose di cazzi propri, da farsi naturalmente

martedì 20 luglio 2010

Love of the common people


Reitero.
Torno in piscina, la stessa del fenomeno del pc per intenderci.
A questo giro faccio la "faiga", prendo il lettino a bordo vasca con gli spruzzini d'acqua vaporizzata che ti fanno godere come un riccio.
Mentre cuocevo a fuoco lento ma non troppo, arriva lui, l'uomo che non deve chiedere mai, abbronzato come un masai, atteggiamento da habituè, un altro fenomeno insomma.
Dopo una mezz'ora arrivano moglie e figlie.
L'uomo chiede alla più piccola di non disturbarlo almeno per un'ora che lui ha bisogno di rilassarsi, mentre la moglie conversa con un'amica.
Le bambine vengono lasciate a se stesse ma essendo di casa non corrono grossi rischi.
Non sono mai stata una madre apprensiva, ma quando q.p. (quindicenne pargola) era piccina e ci recavamo in luoghi ludici, le cose le facevamo insieme.
Per me quello era il senso di famiglia e mi piace quando vedo genitori giocare con i propri figli, divertirsi insieme, passare il tempo ridendo.
Ho come l'impressione che in molti casi i bambini diventino un ingombro e spesso mi domando quale sia il motivo che porti alla procreazione pur non avendo intenzione di dare tutto quello che è importante e frivolo di se stessi.
Tra un pensiero e l'altro, mi brucio ma me ne accorgo solo quando arrivo a casa e noto di tendere al viola ustione.
E' il prezzo da pagare per aver perso tempo ad osservare gli altri invece che prestare attenzione a me stessa.
E io, pago!

domenica 18 luglio 2010

The ghost in you


Una volta leggevo le carte.
Solo gli arcani maggiori.
Nel tempo mi sono resa conto che quello che "vedevo", si avverava.
Forse per botta di culo, forse per inquietarmi, però succedeva.
Mai cose brutte, ma cose che sembravano impossibili, cose di cui non potevo sapere.
Allora mi sono spaventata.
Come quando i fantasmi passeggiavano indisturbati in casa mia facendo scivolare pennarelli sul pavimento o mi apparivano improvvisamente tra la veglia e il sonno.
I gatti devono averli spaventati.
Troppo piccola la casa per accogliere animali ed ombre tutti insieme.
Comunque, ho messo le carte in un cassetto e non le ho più guardate.
Perchè il futuro dev'essere qualcosa di sospeso, d'indeterminato.
Se fosse svelato in tutto o in parte, che ci starebbe a fare il destino?

venerdì 16 luglio 2010

Rotolando verso sud


Sono un'osservatrice.
Lo sono ancora di più se non ho nulla da fare.
Ieri per esempio.
Me ne stavo bellamente in piscina a cazzeggiare, complice la giornata calda e afosa.
Ho visto cose che voi umani...
Celluliti portate a spasso senza ritegno tra strisce di stoffa acrilica, da signore non più giovanissime e strafottenti.
Tette rifatte (è la prima volta che mi capita di vederle così da vicino e sono assolutamente individuabili) su un corpo talmente perfetto che ha fatto sorgere qualche dubbio sull'origine della portante, confermato dal fatto di averla sentita poi esprimersi con una voce non propriamente femminile.
Che poi mi chiedo per quale motivo coloro che cambiano sesso diventino delle strafighe maledette e noi che con quel corpo ci nasciamo, lasciamo che si disfi senza neppure provare un po' di pietà.
La signora incartapecorita che cuoceva sul terrazzino del solarium, unico posto in cui non tirava un alito di vento; proprio vero che la vanità non ha età.
Un mondo di gente tatuata ovunque, serpenti che uscivano dagli slip, i tribali che ormai non fanno più notizia, mazzi di fiori colorati sulle spalle.
Ma lui, l'uomo del portatile, seduto tutto il tempo sotto l'ombrellino col cavetto attaccato al cellulare per la connessione, lui che non ha fatto un bagno nè una doccia per rinfrescarsi, lui che non si è staccato neppure un istante dal suo pc, lui ...ma che cazzo c'è venuto a fare?

mercoledì 14 luglio 2010

Time after time


Ti ricordi di quando eri una splendida incosciente?
Quando misuravi la coscienza spingendo al limite le possibilità delle tue esperienze?
Ah che bei tempi, quando aspettavi il rettilineo giusto e sulla tua bellarossa, andavi via a 200 all'ora.
Un attimo, l'adrenalina come clorofilla nelle vene.
E ti ricordi quando sceglievi il giro in giostra che ti facesse provare quel brivido in più?
A testa in giù, roteando a più non posso, perdendo gli accendini dalle tasche.
A mano a mano che hai guardato passarti davanti il tempo, aumentava la coscienza relegando l'incoscienza ad un ruolo sempre più marginale.
Che tristezza.
Ed ora?
Guardati come sei ridotta.
Vai sul tuo mototopo dalla cilindrata ridicola, ti metti il tuo caschetto e pensi che anche oggi ti è andata bene se nessuno ti ha spalmata contro un palo.
Non sai neanche quale sia la massima velocità che sia in grado di raggiungere, perchè tanto con la scusa che ha le ruote piccole, non ti cimenti in pieghe nè ti allarghi a fare quella cazzata in più che ti farebbe tirare quel sospiro di sollievo per lo scampato pericolo.
Le giostre...lasciamo perdere... tutto quello che ti resta sono gli autoscontri.
E neppure, che poi ti viene il colpodifrusta!

martedì 13 luglio 2010

Shake the desease


Ecco.
Se c'è una cosa che mi piace nei film, oltre all'adattamento musicale capace di riempire i vuoti, è l'effetto dissolvenza.
Una figata.
Tempo zero e sei in un altro spazio, senza inutile perdita di tempo.
Bacio-dissolvenza-godimentodeisensi-dissolvenza-estasisullafacciadeiprotagonisti-chiacchiera-dissolvenza-nuova immagine.
La trombata, i silenzi, gli imbarazzi, le pipì, i rutti, varie ed eventuali, archiviati.
Peccato che la vita sia più simile a quelli dei quali non capisci la fine, quelli che ti lasciano un grosso punto interrogativo stampato sulla faccia.
"Com'è finito?"
"Non l'hai capito?"
"No, me lo spieghi?"
"Mica c'è una spiegazione"
Eccheccazzo!

lunedì 12 luglio 2010

Bailando


Va bene.
Lo ammetto.
I locali di musica latinoamericana, sono un ricettacolo di zamarri e affini.
Anche io, nel lungo periodo in cui ho frequentato, mi ero, come dire, leggermente intruzzita, pur evitando l'esagerazione, tipo maglie scollatissime o gonne giropassera.
Io ci andavo col dolcevita e le scarpe da ginnastica e questo mi portava spesso a far parte della tappezzeria del locale!
Ho ancora nell'armadio qualche indumento testimone di quel periodo.
Ma...
Mi faceva stare bene.
A parte la ginnastica, che ballare da un grande dispendio di energia e tonifica i muscoli, tanto che avevo un culo marmoreo, mi alleggeriva dai pensieri, mi faceva tirar tardi ogni week end, mi ha dato l'opportunità di distogliermi da momenti di grande sconforto.
Anni e anni di salsa e bachata, hanno contribuito ad alleggerirmi la vita.
Poi le cose cambiano, cambiano i luoghi e le persone e il compromesso t'impone di cambiare le tue abitudini.
Così fine dei balletti, fine della frequentazione di personaggi pittoreschi, fine del culo di pietra e giro di vite sulle mie notti brave.
Non nascondo che a volte mi manca.
Che troppa regolarità non è che faccia benissimo!

sabato 10 luglio 2010

In alto mare


Mi rendo conto che l'italiano corretto sia diventato una lingua usata da pochi e che pochi ormai conoscono. Capisco le difficoltà che si possono incontrare, del resto è una lingua difficile, moltissime parole hanno una radice greca o latina, molte altre possono significare cose diverse pur essendo a prima vista identiche, basta lo spostamento di un accento o una variazione di sintassi, le coniugazioni verbali sono ormai desuete. Che poi basterebbe documentarsi, leggere molto, imparare da chi lo parla meglio di noi e colmare le lacune d'ignoranza facendo nostri vocaboli sempre nuovi. Ma con cognizione di causa, evitando di dire castronerie solo per apparire saccenti. Mi viene l'orticaria quando sento frasi inaudite, quando vedo una congiunzione mentre ci vorrebbe un verbo, le acca dimenticate in qualche angolo. Che se vogliamo ridere, possiamo scendere il cane per pisciarlo, ma se vogliamo discutere dovremmo almeno sapere le nozioni basilari della lingua che sentiamo parlare da sempre e che da sempre dovremmo saper parlare. Vieppiù che credo che uno dei divari che non si possa colmare tra due persone, sia la differenza culturale.
Si, perchè finito il primo periodo del "prosciuttosugliocchidatrentacentimetridispessore" o pochissimi interessi in comune, a lungo andare si perdono le possibilità di confrontarsi.
E non è una questione etimologica, sarebbe troppo semplice, basterebbe usare parole più comuni e conosciute e tutto sarebbe risolto, è una questione di discorsi quotidiani, di relazionarsi, di non dover pensare prima di parlare.
Anche perchè cosa potresti mai dire al tuo amato, mentre con gli occhi pieni d'amore ti sussurra
"Amò, volessi che tu saresti felice per sempre"
Ecco, appunto!

giovedì 8 luglio 2010

L'importante è finire


L'amante.
Lo direbbe la parola stessa, colei che ama.

Anche perchè altrimenti avrebbero coniato parole diverse, chessò, la trombante, la scopante.
E' anche vero che la persona in questione fa in fretta ad amare.
Si fa bella per il suo amato, si tira a lucido, si depila perfino quando è inverno e non ne avrebbe assolutamente voglia.
Tanto l'ama(n)to la porta fuori a cena e lei non deve spadellare, la lascia al suo sonno e non la vedrà mai stordita e sgalfa appena alzata.
Non la sentirà mai lamentarsi perchè deve correre o perchè c'ha mille pensieri e mille spese.Lui le compra l'intimo ingrifante, la guarda rapito, la tromba e poi va via, lasciandola alle sue giornate normali.
Ecco perchè le coppie di amanti esistono esisteranno e resisteranno.
Si godono il meglio del rapporto di coppia lasciando a mogli e mariti il compito di sorbirsi tutto il resto...Se poi l'amante diventa moglie il rapporto subisce l'armonia della quotidianità (con tutto quello che comporta)
E' per questo che due amanti difficilmente diveranno coppia ufficiale proprio per evitare di cadere nella trappola delle lamentele a prescindere.

martedì 6 luglio 2010

Parole di burro


Il mio nuovo, super, meraviglioso, sostitutivo cellulare, ha in sè la tecnologia wi-fi.
Che è una figata.
Basta trovare una rete e attivarsi per navigare gratuitamente qui e là per le lande del web.
Così ho fatto.
Ho trovato la rete, ho connesso, ho salvato nei preferiti la pagina che mi interessava e via.
Va veramente come un treno, naviga che è un piacere, da una pagina all'altra in un nano secondo.
Peccato che sia tutto scritto in lillipuziano e non ci sia modo di allargare, zoomare, insomma trovare un qualsiasi modo per leggere quanto compare sullo schermo.
Ho pensato che il problema fosse mio, allora ho inforcato i famosi "occhiali scrausi da vecchia babbiona a cui la vista cala inesorabilmente proporzionalmente all'età", ed ho ritentato.
Nulla, le lettere continuano ad essere illegibili.
Il risultato è che anche quello che sembra magnifico, in realtà è ordinario...più spesso, inutile!

lunedì 5 luglio 2010

La solitudine


La nuvola nera è peggio di quella di Fantozzi.
Te la senti addosso e lentamente, inesorabilmente, ti sconvolge tutto l'ottimismo di cui sei capace.
Ogni santo giorno, convivi con una nuova negatività che ti si presenta.
E per quanto continui a ripeterti che tutto si sistemerà, non si sistema un cazzo.
Anzi, va sempre peggio.
La gente si lamenta per qualsiasi cosa perchè non ha idea di cosa sia dover lottare col fatto di non averla.
La gente si sente depressa per motivi che ora come ora, mi fanno sorridere.
Siamo incapaci di vivere la bellezza di quanto abbiamo, perchè è tutto scontato.
La certezza delle cose rende le persone infelici.
Perderle distrugge ogni possibilità.
E tutto quello che riesci a sentire è il tuo limite, il tuo isolamento, la mancanza di aspettative reali.
E, ancora di più, tutta la solitudine del mondo riversata nel cuore.

venerdì 2 luglio 2010

Just an illusion


Pezzatolupo e Immaginatoamore, vennero arrestati per voti di scambio durante una della tante elezioni politichesi che il paese in cui vivevano era costretto ad indire ogni 17 giorni solari.
Vennero sorpresi mentre l'uno votava per l'altra e non avendo resa ufficiale la propria candidatura l'accusa fu "sfregioallapubblicaamministrazioneperindomitocoraggio".
Ma loro erano così, se ne fottevano del rischio che avrebbero corso, delle telecamere di sorveglianza, della matita a fibra ottica che registrava i tratti nervosi dello scrivere.
Che poi, da qualche anno, nessuno scriveva più con le matite e un po' di nervosismo, sarebbe stato pure giustificato.
Insomma furono arrestati e messi in cella di sicurezza.
La stessa, in quanto vista la grande rivoluzione generale, venivano arrestate almeno 450000 persone al giorno.
Lui, con i collant in pizzo nero, coulotte pendant e tacco 12, lei jeans, maglione e scarpe da ginnastica.
Se non fosse stato per la prigionia forzata, stare in quell'antro buio tra persone piacevolmente intente a chiacchierare, con molti interessi in comune, che spesso si ritrovavano a condividere la stessa faccia della luna, sarebbe stato molto positivo.
Ma erano pur sempre sotto osservazione e questo proprio non riuscivano a sopportarlo.
Decisero che era ora di scappare.
Pensando di fregare le guardie, si nascosero nell'unico angolo in cui l'occhio vigile della telecamera non poteva arrivare e si scambiarono i vestiti.
Era d’aprile quando finì quel sogno.
Pezzatolupo e Immaginatoamore ci avevano creduto. Pensavano che non fossero loro due a stare in braccio al mondo ma che fosse il mondo a stare in braccio a loro e per questo avevano provato a cambiarlo. Non ci riuscirono.
"Perdettimo?" chiese Pezzatolupo.
"Perdemmo, si dice perdemmo" rispose lei con la voce bassa e gli occhi lucidi mentre si spogliava per lo scambio degli abiti.
Era così buio quell’angolo di cella che non si vedeva un cazzo e anche dopo che Pezzatolupo si era spogliato si continuò a non vedere un cazzo tant’è che Immaginatoamore guardandolo esclamò "tutto là?" e scoppiò a ridere. Una risata che si rivelò penicillina per la loro delusione e lui ne fu più contento che dispiaciuto.
Le guardie si accorsero di aver arrestato due persone che non corrispondevano a quelle fermate e li liberarono.
Qualcuno ebbe un dubbio quando vide una coulotte su tacco 12 ciondolare come camminasse sulle uova e un jeans che inciampava nelle scarpe da ginnastica.
Come due pendoli ubriachi Pezzatolupo e Immaginatoamore avevano riconquistato la propria libertà e una volta al sicuro, si salutarono.
Lui ha ancora il suo maglione per ricordo lei si è tenuta un tacco 12 spezzato...
Un maglione ed un tacco 12 spezzato erano quello che rimaneva di un sogno irrealizzato...

mercoledì 30 giugno 2010

Telephone


Io lo dico sempre che dovrei essere previdente.
Del resto mi è già successo.
Oggi ci sei e domani chissà!
Il secondo cellulare che muore senza darmi nessun preavviso.
Morto...deceduto...senza motivi.
La quindicenne pargola mi dice che succede perchè li tratto troppo bene, che dovrei farli cadere almeno un paio di volte, frontale e dorsale.
Io li curo e li coccolo e questo è il risultato.
Quindi:
vai in un centro assistenza dove ti dicono che in 15 giorni lavorativi, che tradotto significa almeno un paio di mesi, te lo faranno tornare vergine e puro, che tanto è in garanzia, quindi ti va pure bene, ma prima devi provvedere al trasferimento dei dati e prendi tempo;
vai in un centro attrezzato (leggi FNAC) e cerca un telefono di egual marca, (che altrimenti gli accessori che li abbiamo a fare?) e trovane uno che non costi uno sproposito e soddisfi la tua richiesta e le tue necessità;
attrezzati con una sim di scorta, in modo da trasferire via bluetooth, tutto quanto sei riuscita a concepire in 9 mesi (cazzo, una gravidanza praticamente!), passa tutto il resto nella memory, smadonna perchè sei una cretina e non hai reso visibile il telefono sul quale vuoi compiere il miracolo, e aspetta;
torna al centro specializzato e lascia in custodia il pargolo che tanto hai amato;
torna a casa e leggiti munita d'occhiali scrausi (che ormai ad una certa età non vedi più nulla senza) tutte le istruzioni;
scopri che, sebbene non sia il cellulare dei tuoi sogni, tutto sommato ha funzioni notevoli e godi anche un po'.
Devo comunque rivedere il mio rapporto con i sistemi elettronici di casa, che mica è possibile che tutti insieme abbiano deciso di boiccotarmi.
Ecchecazzo!

lunedì 28 giugno 2010

Lamento boliviano








Bilancino dei momenti salienti della mia giornata odierna:

  • Ho atteso, inutilmente, la telefonata dell'avvocato che ogni giorno mi fa dire dalla segretaria che mi chiamerà.
  • ho spiato i filmatini hot che mette kelly, rimandendo perplessa dalle manate che Trentalance da sul culo alla tipa che gli fa un pompino mentre la stessa, invece di guardare lui, guarda la telecamera col risultato che prima che gli venisse duro lei si è sfasciata la mascella....
  • mi sono chiesta che cazzo mi legge a fare un tizio che commenta cani e porci tranne me. Che non è che sono in cerca di un commento in regalo, ma non capisco l'utilità di leggere qualcosa che non t'interessa.
  • Mi sono lavata i capelli e li ho fatti asciugare dal calore che finalmente s'irradia nell'aere col risultato che sembro uscita da una centrifuga.
  • Ho fatto pranzo con 2 biscotti e una banana. Nessun abuso è stato commesso ai danni del fruttino.
  • Ho giocato a burraco (vinte tutte tiè)
  • Ho bagnato le due piante di casa e guardato in attesa di cenno di riscontro la terza che tanto è grassa e non necessita.
  • Ho guardato i goalss che l'Olanda ha appioppato alla Slovacchia.
Non è che mi sarò stancata troppo?

domenica 27 giugno 2010

Forever Young


Mio carissimo amico,
perdonami se non sono venuto a salutarti, ma davvero non potevo credere che tu fossi andato via così all'improvviso.
Questa mattina, come sempre, ho attraversato il cortile ed ho raggiunto gli altri.
Sai, il giorno passa in fretta, tra una bevuta una partita a carte e una a bocce con gli amici.
E' quando arriva sera, quando mi sdraio e cerco di dormire che le paure si palesano si fanno ombre nel buio della stanza, dove riesco a vedere anche con gli occhi chiusi.
E se fosse la mia ultima notte? Chi mi troverebbe?
Gli amici no, non siamo più i ragazzi di un tempo, in quel tempo in cui c'era sempre qualcuno che ci veniva a cercare; i figli nemmeno, staranno già facendo la gara delle scuse per evitare di avermi con loro al pranzo di Natale.
Ma li capisco, hanno le loro vite, le loro famiglie e non hanno tempo da perdere con un vecchio brontolone.
Allora potrebbe essere che rimarrei per sempre qui, tutt'uno con le lenzuola, imbalsamato dallo scorrere del tempo che lui, mica si ferma, proseguirebbe ed io non lo saprei.
Domani verrò al cimitero e poserò questa mia sulla tua tomba.
Da lassù, tienimi un posto al tavolo, che ti voglio come socio ad un torneo di briscola e, chissà, dovessimo vincere le ali, potremmo anche diventare angeli.

Il tuo affezionatissimo amico


Ottavio

venerdì 25 giugno 2010

Pensiero stupendo


Smettila di parlare.
Non riesci a capirlo che tanto non ascolto?
Mi provochi con le tue allusioni ma conosci già le risposte.
Parole infinite che non portano da nessuna parte se non dove si vuole giungere.
A cosa serve sprecarle?
Gli uomini pensano semplice, pensieri lineari maschili.
Esiste il si oppure il no.
Se proprio ci si vuole allargare si arriva al forse.
Voi femmine, piccole sentimentali sprovvedute, andate a scavare fosse nelle quali calare motivazioni, ipotesi, mille masturbazioni mentali inutili.
Vi pentite prima di compiere un'azione perchè avete la presunzione di conoscere le possibilità.
Vorreste rendere noto l'ignoto, come se fosse possibile proteggervi da quello che sarà o che non sarà mai.
Taci quindi.
E se proprio non riesci, ti tapperò la bocca con un bacio.

giovedì 24 giugno 2010

L'assenzio


Ma quando la confindustria dichiara che l'italia è fuori dalla recessione, in sostanza, che cosa vuole dire?
E se fosse davvero come dicono, come mai è previsto un aumento della disoccupazione?
Voglio fumare e bere quello che fumano e bevono loro e vedere tutto bello, tutto in ripresa, ma soprattutto voglio andare a vivere a casa loro, farmi mantenere da questa gente che osa ancora prenderci per il culo.
Voglio vivere nel parco della Brambilla, tra i suoi animali che vengono trattati con il rispetto che è loro dovuto.
A loro si e a me no?
Cazzo, non avrei mai pensato di dover provare gelosia per un asino!


martedì 22 giugno 2010

You've got everything now


Quando sei bambino e vivi in una famiglia standard, la sola responsabilità che hai è quella di giocare e divertirti.
Non fai caso alle parole sottintese degli adulti, ai problemi che stanno affrontando.
Non fanno ancora parte della tua dimensione.
Piangi sbucciandoti le ginocchia, ridi e sorridi.
Non sai ancora che tutto quello che succederà farà parte di te, si stiperà nel bagaglio che ti porterai addosso.
Ogni anno un po' più pesante.
Da adolescente impari a conoscere i sentimenti per gli altri, quelli che immagini essere l'anticamera dell'amore, soffri, ti disperi, ti innamori di nuovo.
Luci e ombre che si alternano.
Da più grande pensi che potresti morire per amore, ma ti accorgi che non è mai successo a nessuno e capisci che non potrà succedere neppure a te.
Non in maniera naturale perlomeno.
Le delusioni s'infrangono sul cuore, sembra che si sbricioli, ma è solo un'impressione.
Infine diventi adulto e ti accorgi che è ora di prendere tutte quelle responsabilità che hai cercato di tenere lontane.
Una casa, una famiglia, dei figli a volte.
Allora guardi indietro e ripensi a quando tua madre ti faceva il bagnetto e ti lavava con un piccolo straccio insaponato e, se ci pensi bene, ti rendi conto che allora avevi tutta la vita davanti e che il futuro era nato con te e con te cresceva.
Ma l'inconsapevolezza di allora non da l'opportunità di capire quale strada scegliere perchè la felicità perseveri.
Così, se ti capita di voltarti indietro e immaginare il fermoimmagine felice di te, non puoi che sorridere e guardare avanti e sperare che qualcosa, ancora, sia rimasto.

lunedì 21 giugno 2010

Reality


Che uno deve essere pronto ad affrontare qualunque situazione.
Metti che vai a dormire e fai un sogno erotico, devi essere lavato e profumato, non puoi mica farti le paranoie oniriche di poter puzzare e perdere così una grande occasione.
E' vero che nei sogni non ci sono odori, ma diventa una questione psicologica.
Se non ti lavi da 3 giorni, sei consapevole di non emanare propriamente fragranze melodiose, la mente elabora e la trombata sfuma.
Che poi capita sempre che la persona con la quale ti palpeggi non abbia volto.
Non sai e non saprai mai chi è.
Un'eco del subconscio.
Che poi percentualmente a me capiti di cercare disperatamente un gabinetto perchè sono prossima a farmela addosso, beh, questa è un'altra storia!

domenica 20 giugno 2010

La dura legge del gol


Stiamo facendo talmente cagare che perfino il segnale del digitale terrestre, almeno a Torino, si rifiuta di proseguire oltre!
Meno male che non sono andata in qualche piazza che a schermo gigante l'immagine fissa del nulla, un po' come il gioco dell'italica squadra, infligge una tristezza assoluta.
E poi, col freddo che fa meglio starsene sotto la copertina.
Se qualcuno di buon cuore volesse tenermi aggiornata avrebbe la mia gratitudine.
Diversamente attenderò di sapere qualcosa sulle reti mediaset...che quelle, naturalmente, trasmettono senza problemi!

giovedì 17 giugno 2010

Amazing


Un post da Macs, mi ha fatto ricordare di un avvenimento poco edificante per me: ho avuto un fidanzato che si addormentava mentre trombava.
A parte il fatto della sensazione d'incredulità e di fallimento, questa cosa mi ha messo non poca inquietudine, non perchè abbia mai pensato d'essere un'artista della trombata ma perchè penso che sia inusuale preferire perdersi tra le braccia di Morfeo invece che tra quelle di una donna, per quanto sia incapace.
Non foss'altro che per amor proprio, vorrei poter dire di averlo drogato prima di qualsiasi performance.
Ahimè così non fu.
Ho creduto di essere noiosa e mi stavo demoralizzando poi ho scoperto che lo strano era lui e ne ebbi la conferma quando lo trovai addormentato sul cesso mentre cagava...
Ovvio che la storia non durò.
Altrettanto ovvio che tutto ciò non si sia mai ripetuto, altrimenti sarebbero assolutamente giustificabili decenni di analisi che sono sempre riuscita ad evitare!

mercoledì 16 giugno 2010

Change


Doveva cambiare.
Era la sua unica certezza.
Voleva dimostrare che non era vero che se uno nasce tondo non può morire quadrato.
Le intercessioni l'avevano forgiata d'esperienza e questo rappresentava di per sè un cambiamento.
Cominciò dai capelli, passò alle ciglia, e ad ogni pelo del corpo.
Tagliava e ricuciva.
Si mescolò le parti e cercò un modo diverso di rimettersi a posto.
Alla fine, dovette convenire che per quanto facesse, per quanto scambiasse, per quanto tagliasse e alterasse, rimaneva pur sempre l'ombra di se stessa.

sabato 12 giugno 2010

Rimmel



"Carissimo Augusto,

trovo retorico e di poco buon gusto sottolineare il tuo comportamento.
Ma non posso esimermi dal farlo un'ultima volta.
Nel poco tempo che sei riuscito a concedermi ho avuto modo di amarti e odiarti in egual misura e di capire le due personalità che dimorano nella tua testa, una adorabile l'altra detestabile.
Ti sei ostinato affinchè i sentimenti che albergavano in me potessero soverchiarsi, in un'altalena di sensazioni contraddittorie.
La consapevolezza che mi è giunta, ti assicuro con fatica e impegno, è che fondamentalmente sei un grandissimo bastardo, capace di usare la compiacenza per arrivare allo scopo ultimo di trombare la donna di turno che fino ad allora ha pensato di essere l'unica e rintanarti quindi nella tua sorta di mutismo e fastidio della presenza dell'altro, oltre ogni misura.
A che pro arrivare a tanto?
Tra adulti non dovrebbe esserci la possibilità di scopare senza il privilegio del sentimento?
Forse illudere ti da la possibilità di creare l'illusione stessa di sentirti amato.
Ma l'amore non si compra con un fiore o un bacio o un cucchiaino condiviso.
Nonostante tutto ogni tanto mi capita di pensarti.
Quanto non capisco è se il ricordo di te si disperda nella tenerezza o nella pena.


Letizia"

martedì 8 giugno 2010

Womanizer


Ogni tanto ci penso.
Se fossi stata un uomo sarebbe tutto diverso.
Per antonomasia, il maschio è colui che deve provvedere ai bisogni della famiglia, che più se ne tromba più è figo, che ha la macchina più potente della famiglia, che se cucina lo fa per passione e pulisce casa solo se è single e vive solo.
E mi chiedo chi devo ringraziare a forza di sputi se tutti questi concetti siano diventati luogo comune.
Le femministe che hanno gridato per anni "la figa è mia e la gestisco io"?
Sarà ben per questo che gli uomini sono soliti credere che gliela si dia?
Ma che ti do? Mica te la regalo al massimo te la presto!
La chiesa il cui leader è sempre stato uomo (comunque partorito da una donna)?
Credo che qualche meccanismo si sia inceppato durante l'evoluzione della specie; probabilmente già in tempi remoti ci siamo rese conto di essere superiori e l'istinto materno e buonista, ci ha fatto rinunciare al nostro ruolo di prestigio spingendoci ad un ulteriore sacrificio salvifico: far credere ai nostri compagni di essere i migliori.
E' stato facile!
Solo che si è arrivate ad un risultato che è sotto gli occhi di tutti ed è tardi per riprenderci i nostri diritti, i privilegi lavorativi, la libertà di non avere etichette preconfezionate quando trombiamo allegramente con uomini diversi.
Dannate e beffate.
Ma sempre fiere ed orgogliose e spesso con "due palle" che i signori uomini non potranno mai permettersi di avere.
Anche queste son soddisfazioni!

sabato 5 giugno 2010

Lucy in the sky with diamonds


Ognuno ha la sua droga.
Io mi servo di quella più economica, gratuita direi, che fabbrico in maniera autonoma e che mi da grandi soddisfazioni.
Sono onicofaga, che volgarmente parlando si sintetizza nel fatto che mangio le unghie traendone beneficio psicologico.
Avevo smesso, lo giuro, ero riuscita a disintossicarmi, dieci anni di unghie laccate e curatissime.
Ma basta una volta per ricaderci.
E quella maledetta volta è bastata per devastarmi le dita delle mani, ma solo perchè a quelle dei piedi non arrivo per sopraggiunti limiti d'età.
Ho ricominciato con più foga, ho raggiunto limiti impensabili, riesco a scavare oltre la possibilità oggettiva senza provocarmi sanguinamenti.
Le pellecchie no, quelle sono per chi è giunto all'ultimo stadio.
Ogni volta in cui succede mi dico che da domani smetterò, che sarà l'ultima volta, che devo riuscire a non averne bisogno.
Ma senza rendermene conto mi ritrovo nella classica espressione che assume l'intossicato d'unghia, bocca aperta , dita richiuse su se stesse, denti che scarnificano ciò che resta.
Uscire dal tunnel di qualunque dipendenza, richiede un grandissimo sforzo di volontà.
Chi ne è vittima potrà capirmi, gli altri diranno che è semplice.
Come sempre è tutto riconducibile ad una questione di punti di vista.

giovedì 3 giugno 2010

Sunrise


Mi piacciono i film romantici, perchè la vita è cinica.
Perchè nella vita quotidiana, manca la colonna sonora pronta a colmare i vuoti creati dai silenzi.
Perchè i silenzi, nella vita, si devono rompere con le parole e le immagini non vanno in dissolvenza.
Oggi è oggi fino a domani e domani è parte di una storia che si ripete come una cantilena.
Nei film c'è sempre un personaggio adorabile che vince e c'è sempre un personaggio odioso che ha la peggio.
Nella vita il personaggio adorabile è sicuramente uno sfigato e l'odioso ha sempre successo.
Nei filmssss non serve che si aprano tante stanze emozionali, basta spalancare quelle di chi guarda.
Come quando il fantasma del tuo fidanzato ti guarda per l'ultima volta dicendoti addio.
Già...nei film non è mai troppo tardi...