Leggere attentamente


ogni riferimento a fatti e persone è puramente casuale, se qualcuno dovesse riconoscersi in tilla papilla bullo ti sbullo o sullo catullo o, riconoscere qualcun'altro, probabilmente è affetto da una forma degenerativa della coscienza, malattia che ancora non ha nome e chissà se mai lo avrà, e semmai dovesse averlo si correrebbe il rischio che qualcun'altro potrebbe riconoscersi nel nome di quella malattia, comunque, ritornando a questa forma degenerativa si consiglia agli affetti da tal malanno una buona dose di cazzi propri, da farsi naturalmente

domenica 29 aprile 2012

Gelato al cioccolato

No, è che pensavo a quanto sia poco salutista.
Io.
E lo pensavo tra un cucchiaino di nutella pronto da slappare,  un tiro di sigaretta e il pensiero ad un crispy mc bacon.
Se penso a tutta la poltiglia che mi piace ingurgitare, quasi mi vergogno.
Intendiamoci, mi piace mangiare bene, ma ho un debole per il cibo da strada, quello che prendi tra le mani e il cui contenuto tende a scappare verso l'esterno.
Insomma, se mi propongono un mc donald piuttosto che il famoso ristorante di tendenza, non ho alcun problema.
E poi, sono veramente onnivora.
E mi piace scoprire sapori che non conosco.
Quindi, tendenzialmente, assaggio tutto.
E se mi piace, reitero.
Che detto così sembra possa far concorrenza agli obesoni americani.
Invece ho il grandissimo culo di potermi ingozzare indegnamente e smaltire con la stessa facilità.
E, questa cosa, oltre a non farmi rinunciare a nulla, mi fa veramente godere!


venerdì 27 aprile 2012

Time after time

Si da sempre al tempo il ruolo di portar via quello che non ci piace. 
In fondo è solo un modo facile per scaricarci di dosso le responsabilità.








(volete leggere un post meritevole? Allora dovete andare qui. Non avrete a pentirvene!)

martedì 24 aprile 2012

Con il nastro rosa

Per quanto le cose appartengano al passato, quel passato diventa il tuo vissuto.
E quel vissuto ti ha comunque plasmato e trasformato.
Magari in qualcosa che neppure potevi immaginare, ma tant'è.
Quando sostengo di essere una donna atipica, di appartenere a quella categoria che non rompe i coglioni, non ti si appiccica addosso come una cozza, ti lascia vivere, non invade la tua vita, non credere che ci sia nata così.
Io ero tenera un tempo, una sognatrice, una che vedeva in ogni ranocchio il principe da baciare.
Ho conosciuto un sacco di persone sbagliate e un sacco giuste ed ognuna, a modo suo, ha costruito la me di oggi.
E tutto quel cinismo che rigetto è frutto di ogni consapevolezza tramandata da ognuna delle esperienze che ho vissuto.
C'è chi ancora continua a credere che il mondo sia in cima ad una nuvoletta rosa.
Io nuoto nella merda con disciplina e tecnica.
E grazie all'esperienza, ne vengo sempre fuori, con grande eleganza.
 

domenica 22 aprile 2012

Kiss

Un'amica, nel suo blog, chiedeva ai suoi commentatori, se fosse loro uso baciare ad occhi aperti o chiusi.
Ciò mi ha portato a pensare ai motivi per i quali tendenzialmente bacio ad occhi chiusi.
Credo che, a parte il trauma del  ricordo di  quando ero ragazzina in cui ho beccato il di allora fidanzatino baciarmi ad occhi sbarrati e averlo trovato inquietante, chiudere gli occhi sia un mezzo per sentire le sensazioni proporzionalmente alle emozioni che quel bacio mi trasmette.
Nel tempo, ho imparato a socchiuderli, in modo da sommare le percezioni alla persona.
Un modo per non estraniarmi completamente dalla realtà ed avvertire quella presenza in maniera oggettiva.
Credo che il bacio sia sottovalutato.
Un buon bacio, ha la capacità di sviluppare una carica erotica elevata, mentre un bacio scadente ha la capacità di farla cadere ai minimi storici.
Il vortice nel quale è capace di scaraventarti, può farti perdere la testa, la delusione invero, ti porta a ricordarti di un appuntamento del quale ti eri dimenticata.
Per cui, le possibilità di abbandonarti o di scappare, hanno una percentuale praticamente identica.
E, se mentre nel primo caso, non ci sono controindicazioni, nel secondo devi avere l'astuzia di portare una scusa sempre in tasca.



venerdì 20 aprile 2012

Give me all your luvin'

Sono arrivata alla conclusione che per saper scrivere racconti erotici devi appartenere alla categoria delle femmine sensuali e provocanti.
E già li, partiamo piuttosto male.
Ogni volta in cui ho provato ad abbozzarne uno, a metà ero piegata in due dalle risate.
Ottima comica di me stessa e delle mie fantasie.
Sarà che mi capita di cadere in indiscutibili retoriche, in iperbole che rasentano il ridicolo.
Sarà che mentre penso a come sia possibile narrare di una trombata, il mio pensiero corra già alla sigaretta del dopo e al tempo necessario che, per buon gusto, debba intercorrere tra l'una e l'altra.
Sarà che ogni volta in cui ci penso, mi sovviene come una mazzata sul cranio, quella barzelletta che diceva: "sai qual è la differenza tra una trombata e una cagata? Che dopo non devi stare 10 minuti attaccato al cesso a dirgli che gli vuoi bene", sarà per tutto questo, ma meglio ch'io scriva di qualunque altra cosa.
Mai di sesso!

mercoledì 18 aprile 2012

Je so pazz

Caro ministro Borghezio,
sarebbe così cortese da spiegarmi chi le prepara le cene e, soprattutto, da cosa sono composte?
Che quando lei si alza al mattino con le sue perle di saggezza, spesso mi chiedo cos'abbia mangiato la sera precedente, quali sogni abbiano potuto produrre tante cazzate.
Ricordi che le scoregge si sparano dal culo mica dalla bocca.
Ricordi altresì che prima di dare fiato alla voce è necessario collegare o far finta di farlo, il cervello.
Non sa di cosa parlo?
Neanche lei, mi creda!

Mafia e camorra sono saldamente radicate, pertanto una soluzione potrebbe essere vendere Sicilia e Campania a qualche Stato o miliardario straniero” 
(Borghezio ai microfoni di Klaus Davi)

martedì 17 aprile 2012

Somebody that i used to know

Le dinamiche sono sempre le stesse.
Si scrive, ci si incuriosisce, si annusa l'aria, si cerca un contatto.
Verbale.
Non potrebbe essere diverso.
Poi alcuni osano, vanno oltre.
Altri decidono di restare nel loro recinto e non spingersi più in là.
Mi sono sempre chiesta perchè.
Ma io sono spesso di un'ingenuità disarmante.
Io non vedo la malizia che certe volte si cela, l'aspettativa illusoria che s'instaura tra le parti.
Se ti do il mio numero di telefono, non è perchè sto preparando la sceneggiatura del nostro incontro in un letto di spine.
Anche perchè non si spiegherebbe il motivo per il quale mi capiti più spesso di darlo a donne più che a uomini.
E sono sicuramente ed innegabilmente etero.
A me, piace spingermi oltre questo spazio, mi piace condividere de visu.
Ma data la distanza che spesso divide le persone della rete, ciò è spesso impossibile.
Allora cerco il modo e il mezzo per creare quella sorta di vicinanza.
La rete mi sta stretta.
Se dessi retta al mio istinto, sarei già stata a Montesilvano, a Napoli, a Catania, a Bologna.
Paradossalmente, chi è più "arrivabile" fa in modo di essere inavvicinabile.
Di questo spesso sorrido.
Altre m'incazzo.
Ma, alla fine, penso anche che sia ingiusto, da parte mia, volere qualcosa che altri non desiderano.
E quindi, lascio che chi preferisca restare figurina, resti dov'è.

(somebody that i used to know - gotye)

lunedì 16 aprile 2012

La favola di Adamo ed Eva

Sembra cosa banale, ma ci stavo pensando seriamente.
Partiamo da lontano, da molto lontano.
All'alba del mondo, gli esseri viventi, secondo la tradizione e il credo cristiano, erano due, meglio identificati come Adamo ed Eva.
Da loro è partita tutta una generazione di figli che si accoppiavano incestuosamente tra loro per generare altri figli che si accoppiassero e così via.
Quindi, l'umanità tutta è nata da legami che nel mondo moderno vengono condannati.
Non solo, se ci si provasse adesso, l'unione dei geni tra fratelli darebbe luogo a esseri deformi.
Ciononostante, se tutti proveniamo dall'unione della coppia originale, si può supporre che in qualche modo, siamo tutti, e dico tutti tuttissimi, parenti.
Insomma siamo un'unica grande famiglia.
Felice?
Mah!

(la favola di adamo ed eva - max gazzè)

domenica 15 aprile 2012

Still ill

Non provo niente.
Se non quel senso di disturbo per la ricerca di certe pietà esasperate, scritte nero su bianco su carta da riciclo.
Non provo pena.
Solo un senso di fastidio quando qualcuno cerca nel mio vissuto quello che pian piano diventa il disegno del suo presente.
Divento intollerante, celiaca ai sentimentalismi provocanti e provocatori.
Ognuno ha i suoi dolori da affrontare.
Spesso ci si dimentica dell'intimità di cui sono degni.

(still ill - the smiths)

sabato 14 aprile 2012

We are young

Aspettiamo che si esibiscano i depeche mode in un vecchio teatro d'avanguardia, mentre tu e la tua pelle color ebano, mi sussurrate qualcosa all'orecchio.
Ti guardo con aria sognante e tu mi chiami con un nome che non è il mio.
Mi allontano, mentre Martin Lee Gore si presenta sul palco e mi rassicura.
Mi dice di stare tranquilla perchè il cioccolatino distratto, legge tutti i miei essemmesse non appena gli arrivano lasciando perdere qualunque altra cosa stesse facendo.
Mi affaccio alla finestra e prendo uno di quei vecchi ascensori a serranda e guardo il mondo intorno salire verso l'alto.
Così lontano da non sapere più come tornare.
E non provare emozione o paura.
Come se li, in quel luogo sconosciuto, ci fosse la soluzione di ogni domanda sospesa.
Come se lontano, fosse esattamente dove volevo andare.

(we are young - fun)

giovedì 12 aprile 2012

La donna di picche

Sai cosa c'è?
Che io mi sono stufata del buonismo da quattro soldi, dei sorrisi di circostanza, e dell'ipocrisia a buon mercato lasciata li a marcire sotto il sole.
Io voglio verità, voglio sincerità,
Non confondiamo la cordialità con l'educazione, che son due storie diverse, due viaggi indipendenti, due strade da intraprendere.
E' sempre una questione di aspettative disattese.
Sono una persona che si è rotta il cazzo di rendere conto alla sensibilità altrui.
Avrei quantomeno preteso lo stesso trattamento.
Invece c'è un'aridità intellettuale che imputridisce l'intenzione iniziale, che impedisce di vedere le cose così come sono.
Perchè la paura dietro la quale ci si nasconde è che dietro ci sia altro, chessò, l'uomo nero o la donna arancio, mentre se guardassi appena appena oltre il tuo naso, vedresti donne e uomini normali.
O quasi.
Abbastanza stabili mentalmente da non crearti problemi.
Invece ci si inerpica su strati evolutivi di film mai scritti, rendendo tutto difficile, quasi ributtante.
Allora sai che ti dico?
Si che lo sai.
Quindi vacci senza che sia io a mandartici!


giovedì 5 aprile 2012

Goodbye blu sky

Dopo tutto ciò, Amour prende le distanze e si avvia per nonsoquando, nonsodove, nonsocome.
C'ha un po' di cazzi mentali da risolvere, c'ha da chiarire cose con tutte le sue personalità, da sistemarsi un po' di vita.
Vi dico questo per evitare che vi preoccupiate.
Che io ce l'ho la presunzione di credere che anche qui, qualcuno mi voglia un po' di bene!

(goodbye blue sky - pink floyd)

mercoledì 4 aprile 2012

Resta cu' Mme

Rapitoreseriale, amava andarsene in giro dentro il suo trench color marrone caghetta.
Non si formalizzava sul vestiario, ma non poteva fare a meno d'indossare quel paio di scarpe rosse alle quali aveva applicato intenzionalmente, un paio di stiletti al posto dei tacchi.
Non si sorprese, quando gli capitò di calpestare un morale preso a caso, del fatto che gli rimanesse trafitto sotto i piedi.
Non riuscì ad avvedersene nell'immediatezza e lo portò con sè nella sua dimora abituale.
Quando lo estrasse da quell'insolita posizione, lo guardò e si chiese cosa ne avrebbe fatto.
Prenderserne cura, farlo ridere, umiliarlo, chiedere un riscatto.
Nonostante le molteplici possibilità, non riuscì a raggiungere un compromesso adeguato.
Improvvisò.
Lo portò con sè durante un viaggio programmato, gli fece conoscere un po' del suo mondo, lo coinvolse in piccole fette di quotidianità.
Ma non percepiva segnali.
Capì di non poterlo tenere.
Così, tenendolo accoccolato al cuore,  ripercorse a ritroso la stessa strada di quel giorno in cui gli capitò di trovarlo e quando incontrò quegli occhi spenti, capì che era a lei che doveva appartenere.
Nel momento stesso in cui lo restituì, fu sicuro di vedere quel sorriso che per tutto il tempo aveva cercato di donargli.
E si sentì più buono.
Ma solo per quell'istante.

(un ringraziamento speciale a unodellaportaccanto per l'ispirazione)

martedì 3 aprile 2012

Se io fossi un angelo

F mi scrive: "ma sei tu l'A.C. di cui ha scritto il quotidiano xx che scrive le biografie per gli altri?"

Amour le risponde: "No, non sono io. Se le mie storie fossero biografie, poveracci i possessori di quelle vite!"

venerdì 30 marzo 2012

Tanta voglia di lei

"Che notte di merda.
Pensavo che dopo aver trombato si sarebbe rivestito e se ne sarebbe andato.
Invece eccolo qua.
Che ci fa ancora nel mio letto?
Io non riesco a dormire con uno sconosciuto affianco.
Ora mi alzo e faccio un po' di casino.
Magari si sveglia e si rende conto di quanto sia tardi.
Sempre detto io, mai portarsi qualcuno nel nido, piuttosto andare nel suo e avere la scusa per sloggiare.
Ma non mi aspettavo che piantasse radici.
Che palle.
Oh là, buongiorno, quando te ne vai?
La colazione?
Ma anche no.
Se ti presto la doccia te ne vai?
Non hai nulla da fare tutto il giorno?
Ma io ti ho affittato per una sera.
No, dai, non ce la posso fare.
I silenzi mi riempiono d'imbarazzo e non so davvero come dirtelo che devi schiodarti da qui.
Invece resti.
Tu resti.
E io vado in acido.
E io vado.
Io vado."

martedì 27 marzo 2012

I want your sex

Phigadilegno, era affetta da una malformazione congenita che le impediva di avere rapporti sessuali soddisfacenti.
Le tecniche di seduzione sperimentate nel tempo, non avevano mai dato l'effetto desiderato, pertanto s'insinuò nel suo io recondito, una sorta di acida cattiveria che sviluppò con severa costanza.
Tutto ciò che ai suoi occhi appariva portatore sano di felicità, doveva essere smantellato.
Cose, persone, coppie, animali.
Non c'era speranza per niente e nessuno.
La furbizia la rese subdola tanto da fornirle la capacità di presentarsi come la regina delle circostanze.
La credibilità con la quale si presentava, la faceva apparire  spontanea ed entusiasta ed era facile per le sue vittime, cadere nella rete delle sue intenzioni.
Non fece i conti col tempo che matura gli eventi e con il fatto che le consapevolezze vengono a galla come le bolle prodotte da una scoreggia nel mare.
Fu così che Phigadilegno, dovette scontrarsi con la certezza acquisita delle proprie vittime.
Una ad una.
Ognuno a prendersi la sua rivincita, ognuno ormai capace di vomitarle addosso  tutti i pensieri inespressi raccolti fino ad allora nella coscienza delle cose, delle persone, delle coppie scoppiate e degli animali.


lunedì 26 marzo 2012

All that she wants

Cerco sempre il contradditorio, il confronto, lo scambio.
So di essere la parte debole perchè, come mi è già capitato di raccontare, io non sono quella dalla battuta pronta.
Sono un diesel, gli altri partono, io poi arrivo e mi rendo conto che quando sono arrivata non c'è più nessuno ad ascoltare.
Ma quando la battuta viene bene, a scoppio ritardato intendo, mi compiaccio con me stessa e mi do grandi pacche sul braccio, che sulla schiena è di gran lunga più complicato.
Ma la versione leonessa incazzosa che protegge la cucciola, ancora mi mancava.
Sai qual è il problema?
Che io sono una persona fondamentalmente buona, una di quelle che prendi facilmente per il culo.
Faccio la scafata e la cinica, ma quella è una copertura.
Ma se mi tocchi negli affetti o nelle debolezze, mi trasformo in una merda.
Non una merda normale, ma una di quelle sciolte che ti si appiccicano ai solchi delle scarpe e che non levi mai più.
E poi, io sono un'impulsiva.
Che è quella cosa per cui se ti sale l'incazzo, scatti e basta.
Non ti metti a pensare a quello che è meglio.
Fai prima, ragioni poi.
E il rischio è enorme, perchè puoi fare cose delle quali è facile rammaricarsi quando ci pensi con calma.
Ma chi se ne frega?
Del resto non è sempre meglio pentirsi di una cosa fatta piuttosto che pentirsi di non averla fatta?
No?
Pazienza.

mercoledì 21 marzo 2012

Chi non lavora non fa l'amore

Vale lavorare in nero?
No?
Pazienza.
Ora, diciamocelo, i problemi nel mondo del lavoro sono millemila.
Allora com'è che hanno deciso di spaccarci la minchia ripetutamente con la storia delle modifiche all'articolo 18?
La CGIL è in fissa con questa storia.
Paradossale, in quanto le modifiche, così come ce le stanno vendendo, andrebbero a favorire le cause sindacali il che porterebbe ad un introito cospicuo nelle casse del regno della Camusso.
Allora dove sta l'inganno?
Partiamo dal presupposto che il predetto articolo, interessi le aziende con più di 15 dipendenti.
Tutte quelle con un numero inferiore non sono interessate, eppure non mi pare di aver sentito di datori di lavoro che si svegliano al mattino e decidano di lasciarti a casa a muzzo, (a parte il mio... vabbè ma io mica sono assunta... ah già!).
Se sei un buon lavoratore l'azienda continuerà a servirsi di te (mica per niente mi ha richiamata. Non mi paga i contributi, ma questo è un altro discorso).
Ma se sei un parassita che lavora in un ente pubblico, per esempio, e strisci il tuo badge e te ne vai in giro a farti due righe di cazzi tuoi, e io che sono il tuo dirigente responsabile ti becco, devo avere la possibilità di licenziarti in tronco.
Perchè tu stai rubando uno stipendio e un  posto di lavoro a qualcun altro più meritevole, caro mio.
Ma prendiamo invece un lavoratore che viene licenziato per giusta causa, fa ricorso e vince.
E viene reintegrato.
E tu me lo devi spiegare come fai a stare ancora in quel posto.
Troverai lunghissimo, sarai additato come l'infamone.
Quindi o sei corazzato di titanio o sei il diavolo e passare 8 ore al giorno all'inferno, ti fa una pippa.
Insomma, come sempre, invece di disquisire sulle riforme importanti, si concentra l'attenzione sulle cose che non lo sono altrettanto.
E quando si fa così, a mio avviso, è per distoglierla da qualcosa di fondamentale.
E trattandosi di sindacati, governi e via discorrendo, la percentuale che possa essere così, è proporzionale al casino che gli si crea intorno.

martedì 20 marzo 2012

Confusione

E arriva così.
Tu lo ignori, o almeno ci provi, ma gli acidi gastrici che ti salgono in gola e quel dolore allo stomaco e al cuore, sono solo i portavoce.
Tu sei creatura forte e continui imperterrita, a muso duro.
E poi senti la tua voce ammetterlo, come per cercare un rifugio.
Nella verità c'è la salvezza?
No, c'è solo la presa di coscienza, c'è solo la consapevolezza urlata di qualcosa che già conosci.
E ora?
Dove cazzo è la soluzione?
Lottare?
Ancora e sempre?
Anche le creature forti si stancano e cominciano ad arrancare.
Perdono fiato.
E speranza.
Allora, anche se me lo urlo in faccia a cosa serve?
Prima potevo fingere di stare bene, ora devo ammettere questa ennessima debolezza.
Sono infelice.
Auguri a me.


domenica 18 marzo 2012

Io vorrei non vorrei ma se vuoi


Mentire a se stessi è un'arte sottovalutata.
E' la miglior difesa possibile.
Certo, la consapevolezza torna a galla con prepotenza all'accenno di un pensiero, ma s'inabissa con la facilità della negazione.

giovedì 15 marzo 2012

Bad woman

Da donna a donna, lascia che ti spieghi un po' di cose.
Che una volta tanto mi va di peccare di presunzione e te la sparo qui e avessi le palle per farlo, verrei a spaccarti quella tua dannata faccia di cazzo.
Non basta avere una figa o allargare le gambe per essere una vera donna.
Quello sappiamo farlo tutte.
Sei un essere abbietto e viscido, una donnetta stupida e ignorante, incapace di confrontarsi, capace invero di sfruttare la sua posizione di potere per cementare ostentati deliri di onnipotenza.
Te ne danno la possibilità, tu te la prendi, esattamente come tutti i cazzi a cui hai permesso di sfondarti.
Hai trovato il solito vecchio modo, per aggirare la meritocrazia.
Perchè è così che continuiamo a lasciare che funzioni, perchè il potere agli uomini lo danno quelle come te, che lasciate che questi meccanismi continuino senza interruzioni.
Spera che non t'incontri neppure per caso perchè a questo giro, potrei non rispondere di me.
Che poche volte mi sono incazzata per davvero nella mia vita ma chi mi ha vista, ancora lo ricorda.
E se dovessi farti del male fisico, non piangere maledetta stronza, te lo sei solo meritato. 

(bad woman - motorhead)

martedì 13 marzo 2012

Dedication to my ex

Cara Cornelia,
quanto tempo è passato dall'ultima volta in cui ci siamo visti?
Tanti, troppi anni.
Eppure ti ricordo, del resto sei stata il primo amore che abbia sfiorato la mia esistenza, la prima speranza sentimentale, il primo riflesso di futuro e immaginario.
Ti guardavo e riuscivo a proiettarmi nel film del nostro domani, mano nella mano, mente nella mente, cuore nel cuore.
Raccolsi tutto il coraggio che avevo per riuscire a rivelarti i miei interi sentimenti, mentre sentivo le parole salire come un rigurgito ti vomitai addosso, finalmente, quel ti amo. 
E quando la tua risposta fu "si, si andiamo che mi sono rotta il cazzo di star qua" capii.
Chi non ama non legge le labbra e il cuore di chi parla e in un secondo, ti scardina certezze ed illusioni.
Mi rinfilai nel petto parole e sentimenti e me ne andai, felice di aver evitato un imbarazzo non previsto e triste per aver perduto un grande amore, il mio per te.

Arnoldo

mercoledì 7 marzo 2012

Titanium (seconda ed ultima parte)

Non posso certo dire che ci sia anche solo una piccola possibilità di diventare uguali.
Del resto sono nostre creazioni ed i programmatori sono stati autorizzati a fornire i dispositivi, di funzionalità, soprattutto mentali, limitate.
Succede che qualcuno faccia finta di niente e abiliti strutture non convenzionali.
Non foss'altro per creare suspence.
Di solito rimaniamo piuttosto delusi, perchè a parte notare un incremento delle capacità soggettive, è oltremodo ragguardevole il risultato passivo che si ottiene osservando la parte sociale.
Il soggetto in questione resta isolato dai normodotati, in quanto ritenuto estraneo, diverso e quindi emarginato dal resto della comunità.
Che bizzarri!
Ma sembra piaccia molto creare questi gruppi di aggregazione dentro i quali certuni vengono ammessi e altri tenuti fuori.
Loro la chiamano forma di razzismo e la sviluppano talmente bene che ne hanno inventati diversi modelli.
Li lasciamo fare, sono stati creati apposta per sviluppare anche autonomamente  situazioni che conducano alla nascita di nuovi tipi di comportamento.
Io sto qui e li guardo, pronto a segnalare qualsiasi variazione significativa.
Mi capita di aspettare che succeda qualcosa per periodi indeterminabili e nel frattempo osservare la prevedibilità che continuano a mantenere con una costanza ossessiva.
Loro la chiamano quotidianità.
Eppure li abbiamo forniti di mezzi per evitare di cadere in consuetudini strutturali.
Li abbiamo dotati di sentimentalismo attivo e passivo, di ardore, di endorfine, ma finito l'interesse iniziale ricominciano a trattare gli avvenimenti come se si radicassero nel loro inconscio rendendo tutto scontato.
Loro le chiamano abitudini.
Così aspetto e aspetto.
E' il mio lavoro e anche se è un po' noioso, a me piace.
Insieme a tutti gli altri collaboriamo per incentivarli a migliorarsi, a stupirci.
Chissà, magari un giorno potrebbero riuscirci.
Credo siano i primi a volerlo, o almeno mi capita di avvertirlo ogni volta in cui si rivolgono a noi per chiederci di aiutarli.
Loro ci chiamano Dio.

lunedì 5 marzo 2012

Titanium

Sono un controller.
Credete sia facile?
C'è bisogno di saper gestire milioni di dispositivi.
Tanto tempo fa, era il miglior lavoro possibile.
C'erano poche apparecchiature per niente evolute.
Sebbene il numero di ore di occupazione fosse lo stesso, non s'incorreva mai in grossi problemi gestionali e, comunque, si riusciva a risolverli in fretta.
Ma ci si annoiava.
Allora hanno pensato di far evolvere le macchine.
Mica tanto, solo quanto sarebbe bastato a rendere le cose più interessanti.
Così hanno deciso di fornire i dispositivi di autonomia e coscienza.
Li ho sentiti chiamarlo libero arbitrio.
Contenti loro.
Nell'arco del tempo, hanno continuato a riprodursi e riprodursi.
Per evitare il sovraffollamento, la software house ha creato un programma, atto a far si che il sistema diventi obsoleto col passare degli anni fino a renderlo inattivo.
Almeno non si calpestano e c'è sempre un riciclo.
Loro la chiamano morte.
Che parola strana.
Ancora più strane le loro reazioni nei confronti di questo semplice e lineare cambio e rinnovo.
Il mio compito è simulare situazioni e registrare i parametri comportamentali.
Ogni tanto, qualche esemplare nasce con qualche bug e crea in autonomia situazioni che  degenerano in conflitti inarrestabili per cui, senza un motivo attribuibile alle circostanze create, un dispositivo ne elimina altri per poi a volte, ma non sempre, autodistruggersi.
Questo tipo di cancellazione non è mai stato previsto di default, ma abbiamo notato confrontando le varie esperienze, che è un fenomeno che si è diffuso praticamente da subito.
Nessun operatore è mai riuscito a creare un sistema di aggiornamento per la soluzione di questo inconveniente, ma continuano a lavorarci.
Non so quanto alacremente.
Non foss'altro per il fatto che ogni volta in cui il grande schermo segnala un'anomalia, intercorrano grandi scommesse.
C'è chi ha perso grosse somme e chi si è arricchito.
E questa cosa non so bene se siamo noi ad averla imparata da loro od il contrario.
Ma a mano a mano che passa il tempo, le diseguaglianze si assotigliano, facendoci sempre più simili.



(continua.... forse)




giovedì 1 marzo 2012

4 marzo 1943

"Ehi ragazzi guardate chi arriva"
"Ma non è Lucio quello per il quale nacque la maglietta "Dalla non è il nome di un cantante, ma un consiglio"?"
"Cazzarola è proprio lui. Vedi che ho fatto bene a drogarmi e a bere che tanto muori comunque?"
"Però che sfiga, a 3 giorni dal suo compleanno"
"E ma quando il destino decide non c'è santo che tenga"
"Ma che ci faccio qui? Scusate ragazzi, ma non è questo il mio posto, ho una serie di concerti da fare, canzoni da scrivere. Su non facciamo scherzi"
"Oh ma anche noi avevamo un sacco di altre cose da fare che non stare qui. Siamo il comitato di accoglienza. Non è mica giusto che uno se la prenda sempre solo con l'ambasciatore"
"Ma cazzo, almeno avvisare. Che uno abbia il tempo di mettere tutto a posto, non lasciare sospesi e casini. Un minimo di organizzazione perbacco"
"Eh ma mica funziona così quando accade all'improvviso. Altrimenti non sarebbe giustificabile lo sgomento e la sorpresa. Consolati, questo sarà il momento in cui il maggior numero di canzoni scaricate da i-tunes, saranno le tue. E sai cosa vuol dire? Che la tua vita è stata un grandissimo successo."

(4 marzo 1943 - Lucio Dalla)
01/03/2012