Leggere attentamente


ogni riferimento a fatti e persone è puramente casuale, se qualcuno dovesse riconoscersi in tilla papilla bullo ti sbullo o sullo catullo o, riconoscere qualcun'altro, probabilmente è affetto da una forma degenerativa della coscienza, malattia che ancora non ha nome e chissà se mai lo avrà, e semmai dovesse averlo si correrebbe il rischio che qualcun'altro potrebbe riconoscersi nel nome di quella malattia, comunque, ritornando a questa forma degenerativa si consiglia agli affetti da tal malanno una buona dose di cazzi propri, da farsi naturalmente

lunedì 23 luglio 2012

Nubi di ieri sul nostro domani odierno

Nel blog di Dea, c'è una rubrica molto bella, in cui gli uomini raccontano la scoperta del cazzo.
Che non è un modo alternativo per parlare di scoperte stupide, ma proprio di come si sono appropinquati alla sessualità, seguendo i segnali dettati dai loro genitali.
La rubrica è rivolta anche alle donne, ma al contrario dei loro colleghi maschi, si limitano a mostrare un'immagine senza raccontare nulla.
Ci ho pensato, ed in effetti cosa c'è da raccontare su una figa?
Il pisello evolve, fa nascere una nuova identità che segna il passaggio allo stato adulto.
Noi di cosa dovremmo parlare?
Della prima volta in cui abbiamo avuto le mestruazioni?
Non c'è poesia in un rivolo di sangue.
Ci crescono le tette, ma non è la stessa cosa.
Cosa vuoi dire?
Che hai visto quel bottoncino inutile diventare una boccia che alimenterà neonati e bocche avide di piacere?
No, non è la stessa cosa.
Credo che il fatto di poter vedere oggettivamente il cambiamento del proprio sesso durante il percorso dell'esistenza  e poterlo ribadire ad ogni erezione, provochi un legame che noi non potremo mai avvertire in  maniera visiva nel nostro corpo.
E questa, dopo il fatto che abbiate la possibilità di pisciare in piedi, è un'altra cosa che v'invidio.


venerdì 20 luglio 2012

Sul mio petto

Caro Ludovico,
leggo il bigliettino che mi hai lasciato, pieno di dolci parole che simulano un amplesso romanzato e mi scappa di chiedermi e di chiederti, da dove scaturisca questo linguaggio alternativo, che pare essere fatto per evocare cioccolata benchè si stia parlando di merda.
Non mi fraintendere, non voglio sgridarti ma preferirei che chiamassi le cose con il loro nome.
Perchè quando mi racconti di quanto ti piacerebbe succhiare il nettare che potrei produrre all'atto pratico delle tue carezze, mi sento tanto un fiore mentre tu mi diventi ape operaia.
Vieppiù che non è miele quel miscuglio di umori che mi distrugge la biancheria quando gli ormoni si prendono cura della regione a sud del mio ombelico e che tu voglia convincertene, non rende migliore l'intenzione.
E quando sguisci via come un'anguilla a causa del sudore dei nostri corpi attorcigliati, inutile t'illuda che sia aroma paradisiaco, è sudore e puzza.
Che poi è normale, si fa esercizio, si spendono calorie e se mi dici di mettermi in quella posizione plastica che  ti ricorda la bellezza di una dea, io ti rispondo che sotto ci stai tu.
E le piccole stille d'amore a cui giungi dopo avermi amata, dopo essere rimaste ingabbiate in un preservativo, finiscono nello scarico di un cesso come la carta igienica.
Vorrei poterti assecondare e pronunciar parole che ti rendessero felice, ma ogni mio tentativo si spegne dentro una risata silenziosa.
Quindi ho deciso di frequentare Alfio.
Non è forbito come tu sai essere, è un po' rozzo, ma quando parla so quello che vuole.
Ed il mio augurio per te è che riesca a trovare qualcuna che un po' ti rassomigli.
Immagina quanta meraviglia sensoriale sareste capaci di creare, se un giorno doveste incontrarvi.

Ulla




giovedì 19 luglio 2012

Cats

Vi ho già parlato degli inquilini pelosi che coabitano con me.
Come gli esseri umani, hanno tratti caratteriali che li contraddistinguono rendendoli più o meno simpatici.
Minou, l'anziana di casa, ha 12 anni.
Viene chiamata "la sfinge" per la posizione altera e statuaria che assume.
Ha due fari color smeraldo al posto degli occhi e il pelo morbido.
Ha una dolcezza e un savoir faire che la rendono unica e spettacolare.
Matisse è il maschio di casa, sette chili ben distribuiti in lunghezza più che in spessore.
E' color argento.
Ha paura anche della sua ombra ed è impossibile anche solo tentare di accarezzargli il capino a causa, credo, di maltrattamenti subiti prima dei suoi quattro mesi di vita, ovvero quando è stato accolto dalla sottoscritta.
Nonostante la mole e la potenza delle zampe, vive in completa sottomissione, fatto che lo rende tenero e stupido contemporaneamente.
Infine c'è Nirvana, meglio conosciuta come "gattatroia" provvista quasi esclusivamente di disturbi comportamentali, mi fa rimpiagere quotidianamente, il fatto di aver accettato di prenderla con me. 
Da quando è arrivata, ha portato uno scompiglio generale, ha già pisciato in ogni dove, ciotola nella quale mangia compresa, caga a due centimetri dalla lettiera, ha già distrutto un quantitativo di cose che gli altri due insieme, avevano lasciato integre per anni.
In più è bruttissima.
Non riesco ad affezionarmici.
Ciononostante, quando si è prospettata l'ipotesi di regalarla a qualcuno che avesse un giardino, ho tergiversato.
Che le responsabilità, quando me le prendo, le porto fino in fondo, anche se significa lottare ogni giorno contro la psicopatia felina.
Che, comunque, è sempre meno impegnativa di quella umana!
 
(foto rubata a Hands, che spero vorrà perdonarmi!)



mercoledì 18 luglio 2012

Non gioco più

"...no perchè per la legge del contrabbasso..."
"del contrappasso, vorrai dire!"
"ah, non è contrabbasso?"
"no, non direi a meno che non ci sia qualche legge sullo strumento musicale ch'io ignoro"
"vuoi sempre avere ragione"
"guarda che saper parlare è come far di conto e la matematica non è propriamente un'opinione"
"che c'entra? Due + due fa quattro ed è un dato di fatto, ma l'uso delle parole è estremamente adattabile"
"nel senso che puoi inventare nuovi modi di dire? Se non sai usare le parole giuste al posto giusto e nel rispetto di un contesto, compra una vocale o usa un linguaggio più semplice"
"non fare la splendida, pensi che non sappia parlare?"
"...."
"pensi che non sappia mettere in piedi una frase coerente senza incorrere in errore?"
"..."
"pensi di essere l'unica a saper usare paroloni appropriati?"
"..."
"non ci parlo più con te! E siccome mi hai fatta incazzare ora, per distrarmi, vado a comprarmi quella bella camicetta piena di paillard"

(non gioco più - mina)

martedì 17 luglio 2012

Che sarà

Sai che c'è?
C'è che non sono più sicura di niente.
Nel senso che il mio futuro è una nebulosa, più vicina a un buco nero per dirla tutta.
Siccome sono stanca di sciroccarmi il cervello nel tentativo di risolvere ciò che al momento è irrisolvibile, sto ferma a guardarmi, come fossi un riflesso e paradossalmente non ho attacchi di panico, d'ansia o di menate.
In tre parole, me ne fotto.
Che non credo sia il modo migliore per affrontare certe situazioni, ma quando uno è esausto, ecco, lo dice la parola stessa, esaurisce ogni potenzialità e resta fermo e osserva, non foss'altro perchè precipitare è veramente un attimo.
Quindi sono su quel ciglio.
Anzi sulla corda.
Faccio equilibrismi transitori.
Ma l'altra parte, la salvezza, ha una distanza incolmabile.
Devo ammettere che ho raggiunto una certa esperienza a camminare sul filo e mi diletto ogni tanto a compiere qualche dimostrazione sensazionalistica.
Faccio la sborona, per capirci.
No, davvero, è che proprio non so che ne sarà di me.
Ma stasera, che sono serena, te lo volevo dire.
Perchè domani, magari, ti manderò a stendere.
Perchè mi accorgerò che, come al solito, non hai capito un cazzo.
Che per capire qualcuno, ci va molto più di uno sguardo distratto gettato vagamente nella sua vita.




domenica 15 luglio 2012

Sapore di mare

Certo è, che le piscine siano diventate una fucina di socializzatori vaganti come mine.
Col tempo, oltre ad essere diventata un'asociale conclamata, ho acquisito una tolleranza che è di gran lunga sotto lo zero.
Quindi tutto quel gran vociare fottendose di chiunque ti stia intorno, quelle battute a doppio senso che dovrebbero far divertire gli astanti, quei costumi striminziti su corpi sfatti, è veramente fastidioso.
Che, voglio dire, ci sono cose veramente sgradevoli agli occhi.
Tipo la signora attempata e imbutreghita che sfoggia un piercing all'ombelico e le treccine jamaicane.
Ma dai, non ti si può guardare.
Che mi puoi dire, se non ti va guarda altrove.
Ma anche no, cazzo.
Se ti sei conciata in quel modo, non volevi tenere un profilo basso, lo hai fatto per farti notare credendoti bellerrima.
Invece fai cagare.
Certo, mica te lo vengo a dire, sia ben chiaro, ma se potessi, lo farei, che magari ti servirebbe pure che qualcuno ti sbattesse in faccia una solenne verità.
E poi, vorrei dire a tutte quelle mammine perfette, che non si parla ai bambini come se fossero dei deficienti.
Che quelli fanno finta di assecondarti, ma in realtà ti guardano e pensano "ma come cazzo parla questa?"
Infine vorrei dire allo spiritosone del gruppo di amici, non fai ridere nessuno, quindi non guardarti intorno dopo aver fatto la tua battuta alla ricerca di qualcuno che sorrida.
Sappi che tutto quello che è possibile fare, è compatirti.
Ah, e vedi di depilarti che tutto quel pelo sulla schiena, oltre a farti assomigliare ad uno zerbino, è veramente vomitevole.

venerdì 13 luglio 2012

Viva l'Italia

Noi italiani, siamo così.
Andiamo, torniamo, diciamo, neghiamo.
Siamo l'eterna contraddizione.
Ho dovuto assistere all'esultanza del nerd, alla notizia che il nano si ricandiderà  alle prossime elezioni.
Che era ovvio che non ci si poteva fidare di quell'addio di qualcuno che ha rubato per una vita, ed altrettanto ovvio è che la gente che lo votava prima, continuerà a votarlo.
E' un po' come la fede.
Gli si crede a prescindere, lo si osanna come se davvero fosse imparentato con dio.
Immancabile il mio travaso di bile.
A Roma, una ragazza raccolta in strada con un'evidente emorragia e con un tasso etilico di tutto rispetto tanto da sfiorare il coma, dice di essere stata violentata da dieci uomini.
Che poi diventa uno.
Che poi diventa un rapporto consenziente ripreso, peraltro, da una telecamera di sorveglianza.
Che in ospedale le hanno dato un numero infinito di punti di sutura per quanto era devastata.
Che poi sono diventati due. 
Siamo così approssimativi, che esultiamo ancora prima di vincere
Siamo mutevoli e condizionabili e prevalentemente, ci piace andare nella direzione del vento.
E se porta con sè odore di merda, è solo più facile seguire la scia.



giovedì 12 luglio 2012

Bad girls

Capitano quei giorni in cui hai l'incazzo facile e capita sia necessario sfogarlo con qualcuno.
Non importa che quella prima persona che ti capita a tiro, ti abbia deliberatamente fatto o detto qualcosa.
Hai necessità di sfogare in qualche modo le tue frustrazioni e decidi d'impulso, che è perfetta.
Quindi elabori parole e comportamenti e li trasfiguri,  per crearti l'alibi perfetto col quale nutrire il tuo disappunto che, diversamente, non avrebbe senso.
Non che dopo ce l'abbia, ma presa la posizione di attacco e partita per la tangente, si giunge al punto di non ritorno che ti àncora a quella posizione a prescindere.
Una volta raggiunto lo stato di quiete, succede che uno possa rendersi conto di aver scelto la persona sbagliata, ma ormai il danno è fatto.
E cercare di recuperare sarebbe come confessare di avere qualche piccolo problema comportamentale.
Quindi si lasciano le cose come sono e si va avanti.
Che tanto le cose seguono un percorso obbligato, trascurando ogni nostra volontà oggettiva.

(bad girls - m.i.a.)

martedì 10 luglio 2012

One way or another

Dove cazzo sei quando ho bisogno di te?
Sono arrivata a un passo dal piangermi addosso e le tue spalle erano altrove.
Ho gettato rabbia e disperazione sulle pareti di contenimento insieme a schizzi di parole incomprensibili.
Ho sibilato maledizioni a me, a te a questa incapacità di trovarti, alla tua lontananza.
Ho composto numeri sulla tastiera del telecomando e cercato canali alternativi alla ricerca di qualcosa che mi rassomigliasse.
Ho raccolto le gambe tra le braccia e appoggiato il capo su me stessa.
Annichilita e impotente, continuavo a cercarti sperando che il pensiero mio ti raggiungesse,  che lo raccogliessi e lo rendessi sicuro.
Ho aspettato a lungo.
Poi ho visto sciogliersi dai muri le chiazze scure del mio dolore e in quel momento è stato un attimo capire quanto è semplice dimenticarti.

(one way or another - blondie)

lunedì 9 luglio 2012

L'amico è

Ecco, appunto.
Cos'è l'amicizia?
Perchè forse sono io ad avere un concetto errato.
Quando voglio bene a qualcuno al punto di pensare che sia una persona amica, prendo posizione nei confronti di questa al punto che, anche se dovesse avere torto, la difenderei a prescindere, salvo poi cercare di spiegarle a freddo se il comportamento è esagerato o scorretto.
Cerco di porre le persone per ordine e livello d'importanza perchè credo sia normale che ci sia una scala di valori che differenzia l'amicizia intima, da quella relativa fino alla semplice conoscenza. 
Chiaro che questo è un mio atteggiamento, un mio modo di vedere le cose e sto scrivendo questo post, solo perchè vorrei cercare di capire se e dove sbaglio, se il mio è un atteggiamento troppo rigido, qual è il vostro modo di porvi nei confronti di questo sentimento.
Diciamo che è un sondaggio utile a me e che non si nutre di nessun tipo di polemica su fatti avvenuti o in procinto di avvenire!

 
 

domenica 8 luglio 2012

L'io e l'es

Giocare con le parole a comando, non è facile.
Quando qualcuno mi chiede di scrivere "su commissione", vado in una specie di trance catatonica e ci vuole un impegno che davvero mi affatica.
Perchè sono solita scrivere di getto, schizzare pensieri qua e là senza motivazioni logiche.
Sono prevalentemente flash d'illogicità che mi pervadono e che mi curo di rendere sensati.
Beh, non sempre.
A volte li lascio così come sono, una montagna sintetica di lettere accavallate che dentro racchiudono un pensiero coerente per me.
A conti fatti, posso affermare che ho a che fare con persone che si sforzano di andare oltre e trovare un senso dentro un mare di non-sensi.
Che è una bella soddisfazione, perchè significa che non ci si sofferma sul margine della superficie, ma si va a fondo, si cerca di capire anche l'incomprensibile.
E questo, rappresenta una grande e piacevole impennata d'orgoglio della mia danneggiatissima autostima.
Ed è giusto, di tanto in tanto, rendere grazie a chi permette che questo possa accadere.

(l'io e l'es - scialpi)

giovedì 5 luglio 2012

Dos locos


Le persone scrivono libri, mail, blog.

Da qualche giorno, nel sito nel quale mi diletto a giocare a carte, viene pubblicizzato un romanzo di una giocatrice.
La scrittrice, si propone di narrare le storie del burraco, la sua e quelle che le sono state raccontate.
Da quanto mi è dato di capire, dovrebbe essere incentrato sulla sua esperienza.
Bene, dico io, perchè il 90% delle volte in cui si arriva al tavolo e si gioca, non si parla dei fatti propri.
Si viene piuttosto pesantemente insultati ad cazzum per qualsivoglia motivo.
Cerco di essere tollerante e solitamente non cado in futili provocazioni, ma non sempre è facile.
Nonostante sia stato installato un programma che blocca le volgarità, fatta la legge, trovato l'inganno.
Pertanto è facile che il dialogo possa svolgersi in questi termini:
"che ca77o fai?"
"ma vfc!"
"sei una tr...."
"vai a prenderlo in bocca" (completo che fa molto lord!)
"ma come giochi cojone"
"str...zooooooooooooo"
Questo è il livello solito.
Che voglio dire, quando ballavo latino sapevo a prescindere che era un microcosmo di tamarri, ma i fatti mi dicono che tutto il mondo è paese.
Anche quello virtuale!

(dos locos - monchy y alexandra)




mercoledì 4 luglio 2012

Shake the desease

Continuava a ripetere che tutto era sbagliato, come se l'esattezza delle cose avesse valenza universale.
Cercava la via e trovava l'uscita d'emergenza.
Troppo facile pensò.
Tornava sui suoi passi alla ricerca del percorso più ostico e, a suo avviso, più veritiero.
Quantomeno, andare a fondo delle questioni significava vagliare ogni possibilità.
Gli proposero di recuperare gli anni persi di quella quasi inutile ricerca, con un corso accelerato capace di racchiuderne 7, come i peccati capitali o le meraviglie del mondo tutto.
Si chiese se le fiamme dell'inferno avessero lo stesso guizzo di quelle di un falò e si domandò se un tatuatore sarebbe stato in grado di riprodurle pur senza averle viste.
Magari si, se avesse avuto modo di recarvisi durante un viaggio organizzato da un tour operator di infimo ordine.
Decise di vendere il padiglione auricolare del suo orecchio sinistro al miglior offerente e per renderlo accogliente si fece crescere l'unghia del dito indice.
Proprio in virtù di quest'azione, si domandò perchè i nomi delle cose variassero il proprio significato a secondo dell'uso ed improvvisamente constatò che nulla avesse più importanza della bellezza dell'arrivo di un temporale in un caldo giorno di luglio.


(shake the desease - depeche mode)

lunedì 2 luglio 2012

L'ombelico del mondo

Essere banali rientra, di fatto, nella naturalità delle cose.
Riuscire ad essere brillanti in maniera universale, è materialmente impossibile, non foss'altro per il fatto che ciò che è noioso per alcuni, non lo è per altri.
Anche a me capita di annoiarmi.
Difatti laddove succede ch'io legga cose che mi ammorbano, passo e vado.
Oppure, se la persona ce l'ho di fronte, o la situazione è estremamente pesante, trovo un modo per andarmene
Capita che far parte della moltitudine sia più naturale.

Se poi vogliamo discutere sui veri problemi che esistono e dei quali dovremmo occuparci invece di perdere tempo a scrivere cagate, beh, allora ognuno di noi dovrebbe prendersi la responsabilità di avere la serietà e l'integrità di farlo.
Io sono una cazzara e non mi prendo questa briga.
I problemi del mondo non li posso certo risolvere, del resto ne ho già abbastanza dei miei.

(post generato come sottoprodotto del sottoprodotto di un commento a "mamma che noia"   di mia_euridice)

domenica 1 luglio 2012

The white stripes

Quattro pappini.
Mica pizza e fichi!
Da professionisti stra-iper-super-pagati, mi aspetto che facciano quello per cui sono milionari, giocare a pallone.
Non c'entra nulla l'avversario.
Chiunque sia, devi dare il meglio, devi farti il culo a palla.
La scusa della stanchezza, non regge.
Non sono operai che dopo il lavoro vanno a fare la partitella all'oratorio, non hanno zappato la terra sotto il sole, fanno quello e null'altro.
E se fai quello e basta, mi devi dare soddisfazione.
Che non significa vincere per forza, ma poter dire che, a prescindere dal risultato, hai giocato bene.
Invece hai fatto cagare.
Onore alla Spagna.

venerdì 29 giugno 2012

Sentimiento Nuevo


Non è l'amore che muove il mondo.
Se così fosse sarebbe un bel mondo pieno di felicità.
Diciamo che muove bene la nostra vita mentre lo viviamo.
Ecco, diciamo così!



(sentimiento nuevo - franco battiato)

giovedì 28 giugno 2012

Hai delle isole negli occhi

Milk ha un blog delizioso.
Sconsigliato ad omofobi, intolleranti e moralisti.
Lui ha questa  capacità di vivere con estrema semplicità le occasioni, gli incontri, la sua sessualità, tale da renderlo invidiabile.
E dentro ogni storia che racconta, nonostante la crudezza di certe immagini che si materializzano nella mente di chi legge, c'è sempre quello strascico di tenerezza che raccogli e che t'invita a riflettere.
Sarebbe bello fosse così a prescindere dal proprio sesso, senza moralismi e inibizioni, in piena libertà di dare e ricevere.
Noi donne, a causa di un sacco di retaggi culturali, siamo rinchiuse dentro all'etichetta secondo la quale se la dai a chi ti pare sei solo una troia e non una che vive la sua sessualità in maniera dinamica. 
Ci hanno provato in tanti a cercare di spezzare gli schemi che incatenano in un ruolo, ma alla fine, tutto sembra ripetersi senza evolversi.
E questo vale per tutti quei circuiti dentro i quali si viene inseriti, nonostante, nella realtà dei fatti, si appartenga alla stessa razza, quella umana.
Probabilmente, la peggiore.


(hai delle isole negli occhi -  tiziano ferro)

mercoledì 27 giugno 2012

Rumor has it

Non mi piace essere invadente o inopportuna, che se solo ascoltassi l'istinto mi proietterei dentro le cose con compulsiva dipendenza.
Invece lascio correre, lascio che sia.
Misuro le persone per quello che mi danno, per quello che dimostrano.
Che di far chiacchiere, siamo tutti capaci.

(rumor has it - adele)

martedì 26 giugno 2012

I know you want me

Confrontarmi con persone che si nascondono dietro l'anonimato al solo scopo di criticare, mi ha sempre fatta sorridere.
A prescindere da possibili rancori che possano celarsi, questo tipo di provocazione mi è sempre parsa inutile.
Le critiche sono assolutamente ben accette se sono costruttive.
Ma le persone che addirittura pretendono di arrivare a psicanalizzarti la vita tirando le somme dei tuoi processi mentali svolti con l'unica speranza di riuscire a ferirti, beh trovo siano assolutamente instabili.
Quindi, dal momento che non hai avuto l'accortezza di prenderti la responsabilità delle tue parole, vediamo cosa suscita renderti protagonista.
 
Un post di rara bruttezza, indice di un serio problema di natura psicosessuale nell'autrice del medesimo.



  1. Il fatto che tu perda il tuo tempo a leggerlo e commentarlo indica che anche la tua normalità sia compromessa!
    Troppo facile nascondersi dietro l'anonimato per stabilire i miei problemi psicosessuali.
    Io sono disposta anche a parlarne.
    E tu?

lunedì 25 giugno 2012

Io vivrò senza te

Sabato qualcuno si sposerà.
Due persone alle quali ho voluto un bene immenso e che proporzionalmente mi hanno delusa.
Ho riflettuto molto se far loro gli auguri dimenticando il passato.
In fondo tutto quello che hanno fatto è stato in nome di quell'amore che hanno scoperto corrispondersi.
Ma è abbastanza per giustificare dosi di cattiveria gratuita prodotta da sano egoismo?
Non lo so o forse non sono capace di eccessi di bontà.
Non che a loro possa importare.
Loro continuano a nutrirsi di quell'amore come due adolescenti.
E credo che gli sia più che sufficiente per non porsi altre domande.
E' che non riesco a dimenticare chi ha fatto parte della mia vita, anche solo in piccolissime percentuali.
Quindi ho deciso di rimanere indifferente, non augurando loro bene o male.
Ognuno viva la sua vita come meglio crede.
In fondo non è altro che una ruota che gira.

venerdì 22 giugno 2012

Remedios

C'è una cosa che una madre non dovrebbe fare mai, oppure fare ma non farsi scoprire, ovvero leggere diari e lettere inviate o ricevute, dei figli.
Mia madre mancò a questa piccola regola fondamentale e si dilettò a scorrere una missiva di un amico, il quale si preoccupava di segnalarmi che i miei comportamenti davano luogo a critiche pesanti dei benpensanti.
Ero, sono e sarò sempre, una persona cordiale, vittima spesso di fraintendimenti.
Lo sapevo lo so e lo saprò, ma questo non influenza minimamente il mio modo di relazionarmi.
Chiaramente la mamma mi affrontò a muso duro e per quanto potessi rassicurarla, il giudizio che pendeva sulla mia testa, era lì a fare da cornice al mio nome.
Non sono stata una fanciulla precoce e la prima volta in cui la diedi ero un'adolescente attempata.
Ma i delatori vedevano quello che volevano vedere e giudicavano con la forza della loro apparente rettitudine.
Ma non mi sono mai preoccupata, non foss'altro perchè il mio principio è sempre partito da un solido presupposto secondo il quale non è importante quello che gli altri pensano di te, ma quello che tu pensi di te stessa.
Che non è altro che un modo sano, per sbattersene il cazzo dei giudizi degli altri.

(remedios - gabriella ferri)

mercoledì 20 giugno 2012

Tu mi porti su

Ti ho conosciuto quando avevo smesso di cercarti.
Mi avevi soffocata di parole e mi salvasti con la respirazione bocca a bocca.
Incollati come cozza e scoglio c'innamorammo con data di scadenza.
Ti avrei voluto anche se fossi stato uno dei nani di Biancaneve.
Poi mi dicesti addio e nonostante non volessi partire, me ne andai.
Il tuo abbandono mi lacerò il cuore.
Decisi di gettare la parte inutile lungo l'autostrada.
Ma quel pezzo, testardo, ritrovò la strada di casa.
Riunii le parti ma il disequilibrio si fece evidente.
Ti manteneva in vita invece di uccidere il ricordo.
Così quando palpita al di la di ogni ragionevolezza e limite, capisco che ancora si emoziona per te.
Mentre io penso a quanto sia coglione a rimanere laddove morì la speranza.
Chissà, magari ne sa più di me, che ragiono con la testa.
E poi ci penso e capisco che posso restare in vita senza mente, ma senza cuore posso solo morire.

(tu mi porti su - giorgia)



martedì 19 giugno 2012

Prospettiva Nevski

Accovacciata sull'orlo della tazza si ritrovò a pensare a quante cose potesse fare con la figa.
Non con un punto preciso, ma con la sua interezza.
Quella che sembrava essere una menomazione rispetto a quanto posseduto dall'uomo, era in realtà un mondo affascinante e pieno di prospettive.
Ci poteva pisciare o trombare o fare figli.
Perfino allenare i muscoli li intorno.
Quella piccola parte di sè, racchiudeva una meraviglia ardita ed importante.
L'aveva spesso sottovalutata, a volte odiata per quel senso d'inferiorità che avvertiva.
Il solo fatto di dover essere posseduta la rendeva insicura.
Ma allargando gli orizzonti, quel contenitore di cazzi, urina e feti, risplendeva di rinnovata bellezza.
Ed alla fine, dovette convenire quanto più facile fosse racchiuderla in pochi centimetri di stoffa.
Cosa impossibile per un uomo.
Fiera e tronfia di cotanta incredibile, raggiunta consapevolezza, tirò lo sciacquone e andò.

lunedì 18 giugno 2012

Vento nel vento

Nonostante la lieta convivenza con le mie imperfezioni, rotolo lungo percorsi in salita.
Eppure resto fedele alla coerenza.
Più spesso inutilmente.
Smentita dalle parole degli altri, cerco rifugio nelle certezze che ho costruito.
E sotto le macerie, giaccio.

(vento nel vento - lucio battisti)

venerdì 15 giugno 2012

Balliamo sul mondo


Vorrei che il mondo ricominciasse ad avere i colori e i suoni che aveva un tempo, vorrei che vivere non fosse solo un dovere verso tutti, ma che qualche diritto potesse compensare alcune manchevolezze che non riesco più a sopportare.
Ed inventarsi un modo per dire no a certe situazioni che sono macigni per il cuore e per l’anima.

Vorrei vagare tranquilla, senza pensieri, senza pudori.
Vorrei che le utopie non fossero tali e i sogni e le speranze potessero trovare un riscontro oggettivo nel tempo.
Sebbene il tempo sia diventato ipotesi.
Mi sembra di ruzzolare dentro una scarpata, giù, verso il centro della terra.
Mentre vorrei solo volare.