
Erbadicasamia ama fumare la cicoria.
Anni fa, quando ancora al mercato c'era il verduriere, fumava cicoria di stagione.
Ma nel tempo le stagioni non erano più state stagioni, si erano perse nel tempo così si era visto costretto ad ovviare all'inconveniente, acquistandola al banco frigo, sezione verdure, del suo supermercato preferito laddove venivano coltivate nelle serre alla faccia dell'effetto serra e del buco dell'ozono.
Dunque, acquista il pacchetto di cicoria già tagliata.
Gli capita di chiedersi con cosa la taglino, ma senza preoccuparsene più di tanto.
La porta a casa, apre la bustina e la sminuzza con la mezzaluna che la luna intera non è così comoda per sminuzzare.
Prepara le dosi con dovizia, ha acquistato di recente un bilancino di precisione, anche se gioca spesso con se stesso misurando ad occhio.
Quando tutto è pronto, prende le bustine monodose e le mette in una scatola, per proteggerle dal freddo e l'umidità e le ripone nell'angolo più asciutto della casa.
Attende che secchino, a volte qualche giorno, a volte anche dieci.
Quando ritiene che siano pronte, ne prende una.
Mai più di una al giorno.
Sfila la cartina, srotola una sigaretta, mischia tabacco e cicoria, rolla e fuma.
Quando sente parlare male della "roba" gli sale un senso di scetticismo.
A lui, fumare di tanto in tanto, non ha mai fatto male.
Poi pensa che gli altri, quelli a cui provoca problemi, quelli che magari dopo, combinano dei guai, abbiano fumato erbe e verdure mal tagliate e vorrebbe dare loro il nome del suo fornitore di fiducia: il market sotto casa.
E pensa anche che sia solo la solita scusa per attribuire un capro espiatorio all'irrisolto di cert'altri.
Ma a lui, poco importa.
Prende la sua bustina di cicoria, se la fuma e non ci pensa più.