
Egregio direttore della casa editrice Pinco Pallino,
lo so, avrei potuto fare a meno di rivolgermi a lei ed accusare il colpo, ma addure che il manoscritto del mio giallo sia scontato, banale e fin stucchevole, con tanto accanimento, mi ha ferito.
Immagino che leggerà miriadi di tentativi di romanzi e che ne avrà le scatole piene di dover cestinare lavori dai quali non ha tratto soddisfazione alcuna.
Ma, proprio in virtù del lavoro che conduce, potrebbe fare la stessa cosa con un minimo di garbo e di cautela.
Perchè dietro un romanzo, sebbene tentato e incerto, c'è il cuore di colui che l'ha scritto, c'è una fantasia che ha cercato di volare, ci sono notti insonni, c'è la ricerca di quella novità che ancora non è stata scritta, c'è il cammino lungo e tortuoso che accompagna l'autore e lo conduce alla parola fine.
Che certo, magari non sarà un capolavoro, ma posso affermare, senza peccare di presunzione, di aver letto dei disastri che pur son stati pubblicati.
Credo che ognuno possa amare le parole di un altro oppure rimanerne disgustato, perchè il gusto ed il piacere, sono soggettivi.
Non è latore di verità assolute, caro direttore.
Pertanto sono io che non la ritengo degna di confronto.
Tenterò altrove, da qualcuno a cui magari non piacerà comunque, ma avrà parole e modi di porsi che non lasceranno modo all'amarezza, di prendere il sopravvento.
Cordialmente suo
Stephen