Leggere attentamente


ogni riferimento a fatti e persone è puramente casuale, se qualcuno dovesse riconoscersi in tilla papilla bullo ti sbullo o sullo catullo o, riconoscere qualcun'altro, probabilmente è affetto da una forma degenerativa della coscienza, malattia che ancora non ha nome e chissà se mai lo avrà, e semmai dovesse averlo si correrebbe il rischio che qualcun'altro potrebbe riconoscersi nel nome di quella malattia, comunque, ritornando a questa forma degenerativa si consiglia agli affetti da tal malanno una buona dose di cazzi propri, da farsi naturalmente

martedì 3 febbraio 2009

Il peso dei pensieri


I pensieri hanno un peso specifico fatto di sostanza e di niente.
Zompettano irriverenti da un'idea all'altra a volte slegati completamente dall'inizio del discorso tra te e te.
Sorridono o si ribellano silenziosi tra i problemi e le cazzate di sempre.
Sono belli i pensieri, sono la parte più intima che un individuo possa conservare dentro, nell'anima a volte, a fior di pelle altre.
Li puoi vedere affiorare, fermarsi tra le rughe della fronte, ghirigori d'intenzioni di difficile interpretazione per chi distrattamente s'affaccia e t'incrocia il cammino.
Ma loro, sono segreti che evolvono e diventano parole assenti che ti capita di dire ad alta voce.
Piccole stille di memorie spezzate da parole, buttate li per li.

8 commenti:

  1. Ho pensato a te che metti due o tre cose in valigia, quella piccola.
    Poi vai alla stazione e con il primo treno veloce che passa, raggiungi il solito porto dal quale partono le navi antiche che arrivano fin qui, da me.
    Ore sul ponte a guardare le onde e sognare d’incrociare almeno un delfino, sul fare dell’alba.
    La striscia fine di luce ambrata che si alza all’orizzonte sulla riga che separa l’acqua dal cielo.
    E poi il rosa denso che fa giorno.
    L’odore di terra che si avvicina, come fosse lei a raggiungerti e non il contrario.
    E l’attracco.
    Sempre sul ponte, ti ho pensato, mentre guardi le gomene stringersi e la nave parcheggiarsi.
    Senti le urla dei marinai, i loro dialetti. Guardi il paesaggio, i tetti, le spine.
    Poi scendi.
    Tocchi terra, finalmente.
    Ti ho pensato ancora in viaggio per ore su un treno lento su vecchissime rotaie, e i sobbalzi accompagnati da stanchezza, di pensiero.
    E io lì alla stazione.
    Come un coglione.
    Poi mi sono accorto che stavo pensando a voce alta ed ho inghiottito tutto.
    Certi segreti sono tali e basta. Macigni sul cuore.

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  2. Che belle cose che scrivi! Non ti conosco e quindi non capisco se sono scaturite da un periodo "no" oppure hai proprio l'animo così....

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  3. uomo, mi hai vista arrivare la dove vorrei, tra dune e sassi di quel pezzo di terra che ancora devo visitare e da te che mi manchi ogni volta che mi giri le spalle per viverti la vita senza me.

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  4. Ma va là keel...
    è che c'ho i pensieri che ogni tanto hanno la meglio sul mononeurone...
    Diciamo che il periodo non è dei migliori e che il mio animo varia al variare del tempo!

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  5. a volte vorrei semplicemente smettere di pensare. on e off. mi andrebbe bene anche la funzione pause.

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  6. per me ogni tanto ci vorrebbe il rewind...ma tant'è!!!

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