Leggere attentamente


ogni riferimento a fatti e persone è puramente casuale, se qualcuno dovesse riconoscersi in tilla papilla bullo ti sbullo o sullo catullo o, riconoscere qualcun'altro, probabilmente è affetto da una forma degenerativa della coscienza, malattia che ancora non ha nome e chissà se mai lo avrà, e semmai dovesse averlo si correrebbe il rischio che qualcun'altro potrebbe riconoscersi nel nome di quella malattia, comunque, ritornando a questa forma degenerativa si consiglia agli affetti da tal malanno una buona dose di cazzi propri, da farsi naturalmente

venerdì 26 febbraio 2010

Heaven Knows I'm Miserable Now


La casualità dei gesti, delle cose, degli spazi.
Non so più se sia davvero così.
Clicco su blog successivo e successivo e successivo.

Mi annoio e cerco qualcosa da leggere, un inedito.
E mi ritrovo su blogssssssssss che parlano di dio.
Proseliti di qualcuno che neppure c'è, evitare il confronto a tutti i costi.

Con chi parli?

Con dio?

Ma che cazzo stai dicendo?
Al massimo parli da sola non puoi parlare con qualcuno che non ti risponderà mai e non perchè adesso c'ha lo scazzo cosmico e non ha voglia di risponderti.

non-lo-farà-mai.

E me lo chiedo perchè ancora ci credano in tanti.
Seppellire sussurri nel nulla.

E me ne vado ancora più incazzata a macinare sogni nei quali, a volte, trovo le risposte.
Che sia lì dio?

mercoledì 24 febbraio 2010

Questione di feeling



Sono troppo realista per pensare che le poesie affermino realtà oggettive.
Servono a darci l'illusione che qualcosa di perfetto esista.
Quando apri gli occhi, ti accorgi che non è così.
E ti rendi conto che l'unica poesia per te stesso, sei tu.

martedì 23 febbraio 2010

L'importante è finire


Il loro primo tentativo fallì miseramente.
Prima ancora di spogliarsi lui era venuto nei pantaloni.
Lei pensò teneramente che troppo grande era stata l'eccitazione e in quell'occasione un'eiaculazione più che precoce, poteva essere tollerata e perdonata.
La seconda volta fu diverso.
Venne nelle mutande.

Lei cominciò a pensare che non fosse più così lusingata da tanta passione, ma si addormentarono abbracciati.

La terza, quasi sul punto di penetrarla, non riuscì a trattenersi.

Lei si addormentò incazzata come un puma.

La quarta lei si fece trombare da un altro.

sabato 20 febbraio 2010

I should have known better

Credeva di conoscersi e conoscere il mondo, quel mondo che si presentava davanti ai suoi occhi senza più colori.
Pensava che vivere tra sfumature di bianco e nero togliesse l'essenza ai particolari e sapeva che non mentiva anche se prenderne atto dava luogo ad una sensazione di freddo irreale.
Coscienza dell'incoscienza.

Cercava di uccidersi fumando una sigaretta dietro l'altra.

Forse morire sarebbe stato il minore dei mali.

Sarebbe piombato davvero in quel nulla che aveva intorno.

Quale differenza avrebbe potuto fare?

La diffidenza, l'apatia, l'indifferenza.

Sistematicamente abulico.

Cercò di ritrovarsi e riconoscersi nel buio di un arcobaleno in dissolvenza.

Precipitò senza cadere, senza aggrapparsi, senza futuro.

E' più difficile fuggire dal nulla che dal tumulto di mille cose.

mercoledì 17 febbraio 2010

Slave to love


Un giorno mi dissero "tu ami solo se ti dicono che sarà per sempre"
Non era vero, non cercavo l'assoluto, avevo solo bisogno di avere la sicurezza di non sprecare parti del mio cuore.

Poi soffri e ti trinceri dietro la corazza che indurisce e giuri che non amerai mai più.
Quando smetti di cercare e scopri di star bene con te stesso, trovi che gli altri stanno bene con te.
Infine getti i tuoi occhi negli occhi di qualcuno e ti ci perdi, come il sasso in un lago, concentricamente, fino al vortice laggiù, in basso.
E vivi l'amore, giorno per giorno senza chiederti cosa sarà, perchè ti interessa sapere che è.

lunedì 15 febbraio 2010

The crying game


Ora, non so tu, ma c'è una cosa della quale proprio non mi capacito.
Le macchinette nei bar e i loro giocatori.
Che ogni volta in cui vado a comprare le sigarette c'è la fila con le stesse medesime persone che vanno a botte da 10 euro ad ogni cambio di moneta.
In fondo mi potrai dire, tu fumi e io gioco ed è vero, ognuno con i soldi ci fa quello che vuole, ma io le sigarette le compro dopo aver pagato affitto, luce, gas, telefono, varie, eventuali e collaterali.
Perchè so di gente che si spende lo stipendio vicino a quelle cose.
Che poi non si capisce quando trovino il tempo per lavorare.
E se proprio devi perchè c'hai il vizio irrinunciabile, vai a Saint Vincent che è a 2 passi e giocateli alla roulette che mi pare inciti l'adrenalina in modo esponenziale alla possibilità di vincere che non rincoglionirti vicino a video poker dove non ci devi neppure mettere del tuo, a parte i soldi.
E se invece ne hai talmente tanti che ti va di buttarli, mi offro volontaria a cambiarti i gettoni per non farti allontanare dal tuo giochino preferito.
Non dubito che non ti accorgerai che sopra, ci avrò fatto la cresta.

domenica 14 febbraio 2010

7 days


Sono una persona umile, non ho mai pensato in vita mia di essere più importante degli altri.
Ed ho rispetto.
Per tutti, indistintamente.
Nonostante la mia diplomazia sia notoriamente inferiore a -10, so stare al mondo e so fin dove posso arrivare e quando.
E rimango stupefatta quando persone istruite, con un'ottima posizione sociale si rivelano essere superficiali e arroganti.
Il potere logora chi ce l'ha.
Ma sicuramente logora maggiormente chi non lo possiede e deve subire piccole martellate come sfregi sul cuore.
Perchè loro non lo sanno, ma fanno male per davvero.

giovedì 11 febbraio 2010

Una settimana, un giorno


Andò a prenderlo alla stazione piena d'emozione per quell'incontro che sarebbe avvenuto dopo un tempo incalcolabile.
Aveva addosso un tubino nero lungo fino alle caviglie, leggermente retrò e un maglione bianco e morbido, ma ciò che dava alla figura una carica sensuale spontanea, era il cappotto grigio e stretto sui fianchi e gli stivali coordinati dal tacco vertiginoso.
Arrivarono in albergo e dopo pochi attimi lei si era liberata di tutti gli strati di quegli abiti ingombranti lasciando come unico addobbo al suo corpo, un elegante body di seta.
Fecero l'amore con dolcezza, scherzarono e risero, decisero che nome avrebbero dato ai loro futuri bambini e sotto la doccia si mescolarono nuovamente uno nell'altra con quella rabbia che spesso precede l'abbandono.
Parlarono ancora fitti e densi, tacquero lasciando ad occhi ed espressioni il compito di stabilire tutto il contatto possibile, quello che non ha bisogno di parole nuove.
Piansero quando lui ripartì lasciandosi addosso infinite promesse e baci, istanti d'amore a racchiuderne l'essenza.

L'unica cosa che ancora conserva è una lettera che le scrisse dopo poco, per dirle addio.
Nulla di più e nulla di meno.
L'unica inaspettata, l'unica che non ammetteva repliche, l'unica capace di annientare il profumo dell'illusione e di qualsiasi futuro possibile.

sabato 6 febbraio 2010

Saturday night fever


Era una notte di luna piena.
Più precisamente era un sabato notte di luna piena dell'anno 2064.
Druidi e Droidi decisero di ritrovarsi in un sabba.

Che sebbene non ci fossero streghe e stregoni, il maleficio andava fatto.
Quindi, quel sabato notte Druidi e Droidi avrebbero deciso insieme il destino già misero, ahimè, degli umani.
I Druidi misero a disposizione i loro antichi segreti i Droidi la loro tecnologia.
Avevano atteso a lungo nella speranza che le cose prendessero una piega giusta.

Ma le loro speranze vennero vanificate in ogni occasione.

Le guerre e la distruzione continuavano insistentemente.
Gli uomini non erano capaci di convivere in discreta armonia.

Ormai era un susseguirsi di atrocità inaudite.
Era diventato inaccettabile.
Così quella notte si confrontarono per capire se ci fosse ancora qualche possibilità.
I Druidi scossero mestamente il capo, i Droidi i circuiti.

Presero all'unanimità una decisione.
Diedero loro la peggiore punizione possibile.
Li avrebbero abbandonati al loro destino.

martedì 2 febbraio 2010

Disco inferno


Quando un'unione si spezza, coloro che vivevano facendo da contorno a quell'unione, sono obbligati a scegliere da che parte stare.
E non parlo solo di amori che finiscono.
Gli amici o presunti tali, necessariamente si schierano verso l'una o l'altra parte, per affetto, per conoscenza, per partito preso.
Sembra che non esista la possibilità di trovare un compromesso affinchè non si rinunci a nessuna delle due parti.
Immagino dipenda dal fatto che si creino delle situazioni d'imbarazzo, di licenze per poter affermare tutto il peggio della controparte.
Scelte insomma, discutibili o meno, eppure scelte.
Le preferisco di gran lunga all'ipocrisia, anche se effettivamente, ti accorgi dello schieramento solo attraverso il filtro dell'indifferenza, e dopo le prime domande che restano sospese per un tempo ragionevolmente calcolato, chiudi ogni contatto a tua volta.
Certo, un po' d'amaro per non aver avuto una spiegazione resta, anche se era così ovvia.
La tua autostima avrebbe voluto di più, per la consapevolezza delle tue convinzioni, non abbastanza adeguate evidentemente.
Ma te ne fai una ragione ed alimenti il fuoco della dimenticanza usando i "traditori" come accelerante per il più bello dei tuoi falò!