Leggere attentamente


ogni riferimento a fatti e persone è puramente casuale, se qualcuno dovesse riconoscersi in tilla papilla bullo ti sbullo o sullo catullo o, riconoscere qualcun'altro, probabilmente è affetto da una forma degenerativa della coscienza, malattia che ancora non ha nome e chissà se mai lo avrà, e semmai dovesse averlo si correrebbe il rischio che qualcun'altro potrebbe riconoscersi nel nome di quella malattia, comunque, ritornando a questa forma degenerativa si consiglia agli affetti da tal malanno una buona dose di cazzi propri, da farsi naturalmente

lunedì 25 febbraio 2013

Hei-ho!

Ignoranza : "In senso comune il termine ignoranza indica la mancanza di conoscenza e di qualche particolare sapere, inteso in generale o su di un fatto specifico. Può significare anche non avere informazioni su un fatto o su un argomento." fonte wiki.
Ora, qualcuno me lo deve spiegare, che minchia ancora deve conoscere, sapere, avere informazioni sul peggiore dei nani da Biancaneve in poi.
Ha lasciato il paese in mutande, facendo ridere il mondo mondiale e piangere noi, che quando uno va in vacanza all'estero deve fingere di essere di un qualsiasi altro stato per evitare che possa essere  riconosciuto e additato come povero e idiota che ti vien quasi nostalgia di quando ti chiamavano spaghetti e mandolino.
E' andato via dicendo che lo faceva per il paese.
E' tornato per lo stesso motivo.
Che già qui, il consiglio è quello di trovare uno bravo, ma bravo veramente, che dia un nome, una volta per tutte, a questa sindrome geriatrica grave.
Vorrei conoscere nome e cognome di 100 persone che l'hanno votato, che se chiedi in giro, mai nessuno che abbia il coraggio di ammetterlo.
Come se i segni sulle schede elettorali, si materializzassero per miracolo, come le stimmate.
Che non è che il resto della popolazione, che ha votato per altri, goda a pagare l'imu o l'irap.
Stasera su faccialibro, ho letto di una che dichiarava "io l'o votato e ne sono fieraaaaaaaaaaaaa" e tutti a darle dell'analfabeta, per aver tralasciato l'acca.
Ma fiera di che?
E sei pure una donna, cazzo, una donna che viene? E quante volte viene?
Io invece non credo che siano tutti analfabeti.
E non credo che siano neppure ignoranti.
Magari qualcuno si, ma a parte questi, credo che gli altri preferiscano continuare a far finta di non vedere a far finta d'ignorare, a far finta di credere che tutte le stronzate sparate ultimamente, si trasformino, come per incanto, in realtà.
Come nelle favole, allo stesso modo stucchevoli
Un popolo di illusi.
E chi se ne frega dell'Italia.
E' il piccolo mondo di ognuno, l'unica vera cosa importante.




venerdì 22 febbraio 2013

The only exception

Ci sono ma non ci sono.
Nel senso che no ho niente da dire.
E questa cosa è preoccupante per una come me che ha sempre un pensiero in testa e una parola in bocca.
Prendo spunto da una cosa che ho notato in più di un'occasione e ve la giro come domandona:
ma per quale motivo, se scrivo un post dai contenuti forti e/o importanti, non mi commenta praticamente nessuno e se scrivo una cagata i commenti cadono a pioggia?
Risposte che non subiranno censura:
A) Perchè non sei in grado di scrivere cose socialmente utili
B) Perchè scrivere cagate ti riesce benissimo
C) Perchè dovresti darti all'ippica ma non sappiamo come fartelo capire.

Ogni risposta D) E) F) sarà valutata ed eventualmente aggiunta.



sabato 16 febbraio 2013

Se potessi avere mille lire al mese

Non faccio che leggere ovunque, di quanto dovrebbero vergognarsi Fabio Fazio e Luciana Littizzetto per le cifre che prendono per presentare il festivalone.
Si dice che "è un'offesa alla povertà, in questo periodo di crisi questi soldi pubblici era meglio darli alle regioni colpite dal terremoto"
Oppure  che "è un'offesa per chi fatica ad arrivare a fine mese".
Ma che davvero ci dovevano pensare loro?
Ora, io trovo molto più offensivi i politici che fanno le elezioni con i finanziamenti pubblici e che oltretutto si stipendiano con cifre sbalorditive, trovo offensive  le società di calcio che ingaggiano calciatori con cifre che risanerebbero le finanze di qualsiasi stato.
Trovo offensivo chi ha intascato i soldi che sarebbero serviti alla ricostruzione delle province colpite dal terremoto.
Ma non trovo altrettanto offensivo che una persona venga pagata per svolgere il suo lavoro.
Che voglio vedere chi di noi avrebbe rinunciato.
Se ti offrissero di fare il tuo  lavoro per 300.000 euro, che faresti?
Firmeresti  o ti faresti venire le crisi di coscienza?
Brutta bestia l'invidia.

venerdì 15 febbraio 2013

Un giudice

Siccome la serata di Sanremo di ieri sera, non ha offerto nessuna novità e le canzoni dei giovani facevano particolarmente cagare, tanto da poter affermare in tempi non sospetti che tra loro vincerà Renzo Rubino, oggi vi risparmio il tentativo di recensione.
Ma vorrei parlare dello sconcerto che mi coglie quando leggo della scarcerazione, dopo solo dieci anni, di un individuo che ha ammazzato con  VENTIDUE coltellate la propria compagna.
Vorrei parlare dell'incertezza della pena, della possibilità di ammazzare a sangue freddo, con premeditazione una persona e, in qualche modo, farla franca.
10 anni e via a ricominciare quella nuova vita che è stata negata a qualcun altro.
La pena comminata a questo individuo, che c'ho troppo rispetto per gli animali, per chiamarlo bestia, inizialmente era di 30 anni.
Ma la buona condotta (?), gli indulti, le varie e le eventuali, l'hanno ridotta a meno della metà.
E mi coglie un senso di nausea.
Perchè è un'apertura indiretta all'aggressione, alla possibilità di continuare a pensare che le donne non possano avere una propria appartenenza.
Nel 20012, 115 donne sono state uccise dal proprio compagno, un numero indefinito continua a subire maltrattamenti.
Quelle che riescono a denunciare vivono nella paura di probabili ritorsioni.
O sono costrette ad assistere ad una giustizia che non le salvaguarda.
2 anni e 3 mesi per aver subito una violenza sessuale.
Per aver rifiutato, per aver detto no e aver subito ugualmente.
Il peso di sentire la propria vita rovinata per sempre, appesa ad un filo.
Mentre il carnefice si lamenterà delle condizioni che dovrà subire in carcere per il sovraffollamento, come sua unica preoccupazione.
E tra 2 anni e 3 mesi, nella migliore delle ipotesi, si ritroverà libero di ricominciare.


giovedì 14 febbraio 2013

Perchè Sanremo è Sanremo parte seconda

Lo faccio per voi, per tutti voi che "il festival mi fa cagare e non lo guardo neppure morto".
Ma volete non essere aggiornati su quanto accade?
E se qualcuno di vostro interesse dovesse chiedervi qualcosa sull'argomento, volete mica passare per ignoranti, vero?
Ecco, sono qua apposta! :)
Dunque cominciamo.
Prima di tutto, non ho azzeccato un pronostico, nel senso che non è passata nessuna delle canzoni da me predilette.
Ma è cosa nota e ho smesso di crucciarmi per questi dettagli
Modà, soliti, li riconosceresti tra mille, un po' scontati, con melodie perfette per il passaggio radiofonico.
Bravi bussinessman.
Simone Cristicchi, particolare come suo solito, con un testo ironico e surreale. 
Malika Ayane, nulla che già non sia noto a parte correggere Fazio sulla pronuncia del cognome al quale va tolta la e finale. Mi chiedo come mai certi cantanti mentre gorgheggiano, sbattano gli occhi lasciando intravedere solo il bianco. E' veramente inquietante.
Almamegretta, Bar Rafaeli, una figona lunghissima che forse potrei arrivarle all'ombelico, li chiama per due volte almamagretta, che è di per sè un buon motivo per evitare presentatrici straniere in un festival italiano. Anche i loro brani sono assolutamente riconducibili al loro stile.
Max Gazzè, ovazione in sala e pure da me. Adoro quest'uomo.
Annalisa, arrivata, credo, da Amici di Maria (non quella nazionale) si presenta al pubblico con un paio di canzoni cucitele addosso. Siccome quella passata l'ha scritta il fratello della mia grande amica, sono contenta per lui.
Elio e le storie tese, m e r a v i g l i o s i. Da loro non  sai mai cosa aspettarti ovviamente, ma sai che la qualità sarà magnifica a prescindere.
Bellissime le canzoni portate dai giovani, Renzo Rubino e i Blastema passati in finale.
Bis e applausi a scena aperta per Asaf Avidal che prima di ieri non avevo idea di chi fosse.
Cosa si poteva evitare: la presenza della Premiere dame Carlà Brunì, con la sua canzoncina sfigata.
Uno schiaffo morale a chi sa cantare anche senza essere personaggio di successo.
Quintali di pubblicità che mi hanno costretta a spegnere anzitempo la tv.
Che ogni 3 minuti, pare eccessivo pure a me che non pago il canone!

aggiuntina: ascoltate e ditemi se non sono pazzeschi!



mercoledì 13 febbraio 2013

Perchè Sanremo è Sanremo

Dopo millemila anni, complice il fatto che i programmi tv facciano abbastanza cagare, mi sono dedicata alla visione del festival nazionalpopolare di cui mi appresto a dire la mia.
Indiscutibilmente azzeccato il duo dei presentatori: Fazio e la Litti, sono perfettamente simbiotici, l'uno nei panni della persona seria e politicamente corretta, l'altra dalle battute spontanee che ti portano direttamente alla risata.
Carina la novità della doppia canzone.
I cantanti devono proporre due brani e una giuria di televotanti per il 50%, insieme a quella della sala stampa per il restante, decide quale dei due debba proseguire.
Un po' meno carino il fatto che il televoto costi quanto un chilo di pane.
Che poi, mi chiedo, chi sia davvero così fesso da spendere 1,01 euro per esprimere la propria opinione.
Ma resterà un gran mistero.
L'intervento di Crozza è stato meraviglioso, nonostante le contestazioni dei soliti facinorosi.
Forse un po' azzardato iniziare con l'imitazione del nano per poi proseguire con Bersani, Ingroia e Luca Cordero.
Comunque sia, un grande.
Marco Mengoni, il primo ad esibirsi mi ha lasciata un po' perplessa.
Un po' esagerato con gorgheggi inutili e canzoni tutto sommato prevedibili.
Raphael Gualozzi (chi è costui?) è passato senza lasciare traccia.
Sarà che nel frattempo giocavo a ruzzle?
Daniele Silvestri, non è al top, che capisco che Sanremo sia solo una vetrina, ma mi sarei aspettata di più.
Simona Molinari con Peter Ciccotti  (pronuncia siccotti), swing  blues che non mi fa impazzire, ma grande voce di lei e grande prestazione al piano di lui.
Marta sui tubi, non c'ho capito nulla. 
Mi è sembrata una grande accozzaglia di suoni sui quali s'inserivano le urla del cantante.
Peraltro piuttosto stonato.
Maria Nazionale, a mio avviso, in un festival della canzone italiana, una in dialetto napoletano poco ci azzecca.
Senza infamia e senza lode.
Chiara, a parte il fatto che fosse irriconoscibile, le canzoni erano bellissime e la sua voce pure.
I due fidanzati gay che domani andranno a sposarsi a New York perchè qui non è permesso amarsi come si vorrebbe e che raccontano la loro storia con dei fogli A4, sono stati l'immagine di una dolcezza che non è sempre facile trovare.
Notevole il coro dell'armata Rossa Russa che ha accompagnato Toto Cutugno.
Da brividi.
La serata, nonostante sia terminata ben oltre la mezzanotte, è andata via leggera.
Il saluto finale con Lucianina che si toglie i tacchi e resta a piedi scalzi sul palco, da incorniciare.


giovedì 7 febbraio 2013

Piange il telefono

Sono un donnino a modo, io.
Nonostante abbia un debole ossessivo compulsivo nei confronti dei cellulari, che per me sono come i diamanti per certe donne, tanto che  mi fermo davanti alle vetrine a guardarli come si farebbe con certi anelli e quasi ci sbavo che quando passo devono starmi dietro con lo straccetto, ci sono situazioni e momenti in cui mi scordo di possederlo.
Al cinema, al ristorante, dal medico, per citarne qualcuno, metto la vibrazione, che per me che lo tengo nella borsa, equivale a spegnerlo.
Quindi, si può avere una passione per certe cose, ma nel pieno rispetto degli altri.
Il vero problema non sta nell'apparecchio, ma nella persona.
Perchè non tutti siamo rispettosi.
Tipo quelli che dopo averti mangiato pop corn nelle orecchie mentre stai cercando di goderti un film al cinema, se ne vanno lasciando dietro un porcile.
Quindi non è mai il mezzo, ma il modo.
Che non è solo dovuto all'educazione ma da come sei tu.
Tipo che mio padre dopo aver usato il fazzolettino di carta, lo getta dal finestrino della macchina.
Che è una cosa che odio.
"Tanto è biodegradabile, mentre le cicche delle sigarette no" mi dice.
Che ha ragione.
Ma la odio lo stesso.

(un ringraziamento a euri, ispiratrice di questo post)

martedì 5 febbraio 2013

Io vorrei, non vorrei, ma se vuoi

Sono in stato abulico da fancazzismo.
Vorrei essere affaccendata in faccende, vorrei alzarmi per prepararmi alla nuova giornata e spingermi verso noti orizzonti.
Invece, il nulla.
Mi alzo per un mero senso di colpa pur senza sapere nei confronti di chi o di cosa, resto in tenuta casalinga per buona parte della giornata, tutta se non sono previste uscite programmate, gli orizzonti spaziano per il perimetro dei metri quadrati disponibili.
Il conto corrente langue, quindi neppure la terapia delle spese compulsive può trovare sfogo.
Più la mia assenza dalle possibilità delle variabili resta costante, più m'impigrisco.
Il problema è trovare un moto ondoso da cavalcare.
Che uno potrebbe inventarsi cose, vedere gente.
Mi sono data alle torte, ma dopo aver visto la bilancia lanciarsi in una severa impennata, ho deciso che forse è meglio smettere per un po'.
E poi, qui non conosco nessuno.
Del resto se resto rintanata nel mio cantuccio non è che posso sperare che vengano a bussarmi alla porta.
E' il cane che si morde la coda.
E' per questo che adoro i gatti.
Loro, si limitano a leccarsela.