Leggere attentamente


ogni riferimento a fatti e persone è puramente casuale, se qualcuno dovesse riconoscersi in tilla papilla bullo ti sbullo o sullo catullo o, riconoscere qualcun'altro, probabilmente è affetto da una forma degenerativa della coscienza, malattia che ancora non ha nome e chissà se mai lo avrà, e semmai dovesse averlo si correrebbe il rischio che qualcun'altro potrebbe riconoscersi nel nome di quella malattia, comunque, ritornando a questa forma degenerativa si consiglia agli affetti da tal malanno una buona dose di cazzi propri, da farsi naturalmente

martedì 31 luglio 2012

voyage voyage

Dopo una giornata a risolvere burocrazia in quel di Milano (come sei stata a Milano e non hai detto niente? Eh si c'avevo da sbrigare faccende di una certa importanza ma se la prossima volta vengo per cazzeggiare te lo dico eh?!), dopo  in ordine sparso,  treno all'alba, chilometri a piedi, attese, metropolitane e nuovamente treni, è tutto pronto.
Domani mattina si parte, si va, si scende la spina dorsale di quest'Italia e se tutto va come deve, domani sera invece della doccia mi faccio un tuffo in mare, che vuoi mettere avercelo a due passi e fare finta di niente?
Quindi, prendendo nota degli appunti dell'anonimo che mi suggerisce la pausa pipì prima del superamento di San Severo, mi preparo psicologicamente a questa notte.
Chi ha il mio numero e avesse voglia di sentirmi,  mi chiamasse pure che mi fa solo piacere, i miei corrispondenti di mailzzz non saranno abbandonati se non durante le ore di solleone.
Se qualcuno fosse nei pressi di Taranto e dintorni e avesse voglia di uno scambio visivo di connotati, si faccia avanti.
Raga, io ora vado.
Poi torno.
Ma intanto vado.
Baci a tutti.

(voyage voyage - desireless)

domenica 29 luglio 2012

Last friday night

Dovrei essere in viaggio.
A quest'ora sarei già dovuta essere dalle parti di Parma o giù di lì.
Invece ho avuto un venerdì pieno di sorprese del cazzo che hanno stravolto tutti i miei bei piani.
E fortuna che ho deciso di partire in macchina, che altrimenti avrei dovuto fare tutto un trigo e brigo per evitare di perdere tutti i soldi del biglietto del treno.
Saturno e tutti i pianeti riuniti in un sabba, si sono allineati per rompermi il cazzo, distruggendo ogni programma.
Quindi fino a mercoledì, non se ne parla.
Ma, siccome sono in ferie, domani me ne vado in piscina.
Quella dei nerd, per capirci.
Magari in un giorno feriale riesco anche a trovare un posto leggermente più vicino al bordo vasca.
E ci vado anche se piove, che la sfiga bisogna prenderla per il culo esattamente allo stesso modo di come lei prende te.
Ha il vantaggio della sorpresa, io la cocciutaggine di non dargliela vinta.
Vediamo chi avrà la meglio!

giovedì 26 luglio 2012

Ogni volta

Ho capito che nella vita per cercare di non scontrarsi mai, bisognerebbe imparare a tacere.
Dicevo, l'ho capito.
Punto.
Capirlo, non significa essere in grado di farlo.
Tant'è che io non sono affatto capace.
Che se ho quel pelo sullo stomaco che mi provoca ondate di bolo, alla fine mi tocca vomitare tutto il pensiero così come ce l'ho in testa.
Senza mediazioni.
Pago le conseguenze chiaramente, che la diplomazia non l'hanno inventata senza motivo.
Ma mentre la distribuivano io ero altrove.  
Non so prendere per il culo.
Soprattutto, non so prendermi per il culo.
Così succede che certe porte mi si chiudano sulla faccia.
Non perchè sia stata particolarmente dura, ma più spesso perchè la verità è difficile da digerire ed è senz'altro più facile sostenere una sana ingannevolezza o un rabbioso silenzio.
Così, capita che mi faccia violenza e decida di non affrontare più certi argomenti e che ci provi davvero davvero.
E continuo a ripetermi come un mantra, che non devo cadere nella tentazione, no no, devo essere forte e parlare d'ogni cosa tranne di quella che c'ho li sul gozzo, perchè il quieto vivere è più importante ed essere perennemente rincagnita non fa bene alla salute e così via.
E continuo imperterrita e tutto va bene almeno fino all'attimo prima in cui mi parte incontrollabile tutto il malloppazzo che ho tentato di tenere per me.
E torno, punto e a capo, a ripromettere a me stessa che non succederà mai più.
Fino alla prossima volta, almeno.


mercoledì 25 luglio 2012

We are the champions

Ora, è inutile che uno cerchi di vincere la lotteria se neppure compra il biglietto, neppure potrà fare un terno al lotto se non gioca.
Non acquisto mai grattini, non gioco a nulla fuorchè al "sivincetutto".
Ovvero, una volta al mese, spendo 5 euro in questa estrazione in cui tutto il montepremi raccolto, viene distribuito tra i fortunati che imbroccano da 2 a 6 numeri.
Di solito faccio zero e non recupero neppure l'investimento iniziale.
Ultimamente ho cominciato a fare 1.
Che non ha nulla di diverso dal fare zero, se non la soddisfazione di averne azzeccato uno.
Infatti l'ho ribattezzato il "sivincetutto masologlialtri chefacciosempreuno esivinceanchecoldue"
Stasera c'è l'estrazione.
Se dovessi sparire per un po', sappiate che sto nell'ordine:
- mandando a fare in culo il mio capo supremo
- comprando un appartamento
- cambiando macchina
- viaggiando.
Diversamente, ci rivediamo domani!
E quest'ultima possibilità è quotata 99 a 1!

(we are the champions - queen)

martedì 24 luglio 2012

Love is love

Mi sono sempre chiesta se esista davvero l'amore per sempre.
E' facile trovarlo nei romanzi, nei film, nei racconti, ma nella vita non ho avuto esempi a cui potermi aggrappare.
Non so se dipenda dal fatto che non si curi abbastanza o se nel tempo lo si dia talmente per scontato da venire a noia.
So che ci va pazienza e volontà e mi pare che intorno, si sia un po' perso il senso di tutto questo.
I rapporti sono effimeri, spesso inconcludenti.
Magari durano il tempo di una notte di abbandono ma si ritorna subito al richiamo di sè.
Ho capito che l'amore fa paura perchè ti può ferire, ma so anche che se non tenti di viverlo non potrai mai capire quanto ti può dare.
E togliere.
E l'altra sera, mentre avvertivo il dolore di Florentino Ariza, mentre lo guardavo inseguire per "cinquantatrè anni, sette mesi e undici giorni, notti comprese"* il suo cuore, ho pensato che sarebbe bello che qualcuno fosse così fortunato, da gettarlo davanti a sè solo per poter correre a raggiungerlo. 

*"L'amore ai tempi del colera - G.G. Màrquez

(love is love - culture club)


lunedì 23 luglio 2012

Nubi di ieri sul nostro domani odierno

Nel blog di Dea, c'è una rubrica molto bella, in cui gli uomini raccontano la scoperta del cazzo.
Che non è un modo alternativo per parlare di scoperte stupide, ma proprio di come si sono appropinquati alla sessualità, seguendo i segnali dettati dai loro genitali.
La rubrica è rivolta anche alle donne, ma al contrario dei loro colleghi maschi, si limitano a mostrare un'immagine senza raccontare nulla.
Ci ho pensato, ed in effetti cosa c'è da raccontare su una figa?
Il pisello evolve, fa nascere una nuova identità che segna il passaggio allo stato adulto.
Noi di cosa dovremmo parlare?
Della prima volta in cui abbiamo avuto le mestruazioni?
Non c'è poesia in un rivolo di sangue.
Ci crescono le tette, ma non è la stessa cosa.
Cosa vuoi dire?
Che hai visto quel bottoncino inutile diventare una boccia che alimenterà neonati e bocche avide di piacere?
No, non è la stessa cosa.
Credo che il fatto di poter vedere oggettivamente il cambiamento del proprio sesso durante il percorso dell'esistenza  e poterlo ribadire ad ogni erezione, provochi un legame che noi non potremo mai avvertire in  maniera visiva nel nostro corpo.
E questa, dopo il fatto che abbiate la possibilità di pisciare in piedi, è un'altra cosa che v'invidio.


venerdì 20 luglio 2012

Sul mio petto

Caro Ludovico,
leggo il bigliettino che mi hai lasciato, pieno di dolci parole che simulano un amplesso romanzato e mi scappa di chiedermi e di chiederti, da dove scaturisca questo linguaggio alternativo, che pare essere fatto per evocare cioccolata benchè si stia parlando di merda.
Non mi fraintendere, non voglio sgridarti ma preferirei che chiamassi le cose con il loro nome.
Perchè quando mi racconti di quanto ti piacerebbe succhiare il nettare che potrei produrre all'atto pratico delle tue carezze, mi sento tanto un fiore mentre tu mi diventi ape operaia.
Vieppiù che non è miele quel miscuglio di umori che mi distrugge la biancheria quando gli ormoni si prendono cura della regione a sud del mio ombelico e che tu voglia convincertene, non rende migliore l'intenzione.
E quando sguisci via come un'anguilla a causa del sudore dei nostri corpi attorcigliati, inutile t'illuda che sia aroma paradisiaco, è sudore e puzza.
Che poi è normale, si fa esercizio, si spendono calorie e se mi dici di mettermi in quella posizione plastica che  ti ricorda la bellezza di una dea, io ti rispondo che sotto ci stai tu.
E le piccole stille d'amore a cui giungi dopo avermi amata, dopo essere rimaste ingabbiate in un preservativo, finiscono nello scarico di un cesso come la carta igienica.
Vorrei poterti assecondare e pronunciar parole che ti rendessero felice, ma ogni mio tentativo si spegne dentro una risata silenziosa.
Quindi ho deciso di frequentare Alfio.
Non è forbito come tu sai essere, è un po' rozzo, ma quando parla so quello che vuole.
Ed il mio augurio per te è che riesca a trovare qualcuna che un po' ti rassomigli.
Immagina quanta meraviglia sensoriale sareste capaci di creare, se un giorno doveste incontrarvi.

Ulla




giovedì 19 luglio 2012

Cats

Vi ho già parlato degli inquilini pelosi che coabitano con me.
Come gli esseri umani, hanno tratti caratteriali che li contraddistinguono rendendoli più o meno simpatici.
Minou, l'anziana di casa, ha 12 anni.
Viene chiamata "la sfinge" per la posizione altera e statuaria che assume.
Ha due fari color smeraldo al posto degli occhi e il pelo morbido.
Ha una dolcezza e un savoir faire che la rendono unica e spettacolare.
Matisse è il maschio di casa, sette chili ben distribuiti in lunghezza più che in spessore.
E' color argento.
Ha paura anche della sua ombra ed è impossibile anche solo tentare di accarezzargli il capino a causa, credo, di maltrattamenti subiti prima dei suoi quattro mesi di vita, ovvero quando è stato accolto dalla sottoscritta.
Nonostante la mole e la potenza delle zampe, vive in completa sottomissione, fatto che lo rende tenero e stupido contemporaneamente.
Infine c'è Nirvana, meglio conosciuta come "gattatroia" provvista quasi esclusivamente di disturbi comportamentali, mi fa rimpiagere quotidianamente, il fatto di aver accettato di prenderla con me. 
Da quando è arrivata, ha portato uno scompiglio generale, ha già pisciato in ogni dove, ciotola nella quale mangia compresa, caga a due centimetri dalla lettiera, ha già distrutto un quantitativo di cose che gli altri due insieme, avevano lasciato integre per anni.
In più è bruttissima.
Non riesco ad affezionarmici.
Ciononostante, quando si è prospettata l'ipotesi di regalarla a qualcuno che avesse un giardino, ho tergiversato.
Che le responsabilità, quando me le prendo, le porto fino in fondo, anche se significa lottare ogni giorno contro la psicopatia felina.
Che, comunque, è sempre meno impegnativa di quella umana!
 
(foto rubata a Hands, che spero vorrà perdonarmi!)



mercoledì 18 luglio 2012

Non gioco più

"...no perchè per la legge del contrabbasso..."
"del contrappasso, vorrai dire!"
"ah, non è contrabbasso?"
"no, non direi a meno che non ci sia qualche legge sullo strumento musicale ch'io ignoro"
"vuoi sempre avere ragione"
"guarda che saper parlare è come far di conto e la matematica non è propriamente un'opinione"
"che c'entra? Due + due fa quattro ed è un dato di fatto, ma l'uso delle parole è estremamente adattabile"
"nel senso che puoi inventare nuovi modi di dire? Se non sai usare le parole giuste al posto giusto e nel rispetto di un contesto, compra una vocale o usa un linguaggio più semplice"
"non fare la splendida, pensi che non sappia parlare?"
"...."
"pensi che non sappia mettere in piedi una frase coerente senza incorrere in errore?"
"..."
"pensi di essere l'unica a saper usare paroloni appropriati?"
"..."
"non ci parlo più con te! E siccome mi hai fatta incazzare ora, per distrarmi, vado a comprarmi quella bella camicetta piena di paillard"

(non gioco più - mina)

martedì 17 luglio 2012

Che sarà

Sai che c'è?
C'è che non sono più sicura di niente.
Nel senso che il mio futuro è una nebulosa, più vicina a un buco nero per dirla tutta.
Siccome sono stanca di sciroccarmi il cervello nel tentativo di risolvere ciò che al momento è irrisolvibile, sto ferma a guardarmi, come fossi un riflesso e paradossalmente non ho attacchi di panico, d'ansia o di menate.
In tre parole, me ne fotto.
Che non credo sia il modo migliore per affrontare certe situazioni, ma quando uno è esausto, ecco, lo dice la parola stessa, esaurisce ogni potenzialità e resta fermo e osserva, non foss'altro perchè precipitare è veramente un attimo.
Quindi sono su quel ciglio.
Anzi sulla corda.
Faccio equilibrismi transitori.
Ma l'altra parte, la salvezza, ha una distanza incolmabile.
Devo ammettere che ho raggiunto una certa esperienza a camminare sul filo e mi diletto ogni tanto a compiere qualche dimostrazione sensazionalistica.
Faccio la sborona, per capirci.
No, davvero, è che proprio non so che ne sarà di me.
Ma stasera, che sono serena, te lo volevo dire.
Perchè domani, magari, ti manderò a stendere.
Perchè mi accorgerò che, come al solito, non hai capito un cazzo.
Che per capire qualcuno, ci va molto più di uno sguardo distratto gettato vagamente nella sua vita.




domenica 15 luglio 2012

Sapore di mare

Certo è, che le piscine siano diventate una fucina di socializzatori vaganti come mine.
Col tempo, oltre ad essere diventata un'asociale conclamata, ho acquisito una tolleranza che è di gran lunga sotto lo zero.
Quindi tutto quel gran vociare fottendose di chiunque ti stia intorno, quelle battute a doppio senso che dovrebbero far divertire gli astanti, quei costumi striminziti su corpi sfatti, è veramente fastidioso.
Che, voglio dire, ci sono cose veramente sgradevoli agli occhi.
Tipo la signora attempata e imbutreghita che sfoggia un piercing all'ombelico e le treccine jamaicane.
Ma dai, non ti si può guardare.
Che mi puoi dire, se non ti va guarda altrove.
Ma anche no, cazzo.
Se ti sei conciata in quel modo, non volevi tenere un profilo basso, lo hai fatto per farti notare credendoti bellerrima.
Invece fai cagare.
Certo, mica te lo vengo a dire, sia ben chiaro, ma se potessi, lo farei, che magari ti servirebbe pure che qualcuno ti sbattesse in faccia una solenne verità.
E poi, vorrei dire a tutte quelle mammine perfette, che non si parla ai bambini come se fossero dei deficienti.
Che quelli fanno finta di assecondarti, ma in realtà ti guardano e pensano "ma come cazzo parla questa?"
Infine vorrei dire allo spiritosone del gruppo di amici, non fai ridere nessuno, quindi non guardarti intorno dopo aver fatto la tua battuta alla ricerca di qualcuno che sorrida.
Sappi che tutto quello che è possibile fare, è compatirti.
Ah, e vedi di depilarti che tutto quel pelo sulla schiena, oltre a farti assomigliare ad uno zerbino, è veramente vomitevole.

venerdì 13 luglio 2012

Viva l'Italia

Noi italiani, siamo così.
Andiamo, torniamo, diciamo, neghiamo.
Siamo l'eterna contraddizione.
Ho dovuto assistere all'esultanza del nerd, alla notizia che il nano si ricandiderà  alle prossime elezioni.
Che era ovvio che non ci si poteva fidare di quell'addio di qualcuno che ha rubato per una vita, ed altrettanto ovvio è che la gente che lo votava prima, continuerà a votarlo.
E' un po' come la fede.
Gli si crede a prescindere, lo si osanna come se davvero fosse imparentato con dio.
Immancabile il mio travaso di bile.
A Roma, una ragazza raccolta in strada con un'evidente emorragia e con un tasso etilico di tutto rispetto tanto da sfiorare il coma, dice di essere stata violentata da dieci uomini.
Che poi diventa uno.
Che poi diventa un rapporto consenziente ripreso, peraltro, da una telecamera di sorveglianza.
Che in ospedale le hanno dato un numero infinito di punti di sutura per quanto era devastata.
Che poi sono diventati due. 
Siamo così approssimativi, che esultiamo ancora prima di vincere
Siamo mutevoli e condizionabili e prevalentemente, ci piace andare nella direzione del vento.
E se porta con sè odore di merda, è solo più facile seguire la scia.



giovedì 12 luglio 2012

Bad girls

Capitano quei giorni in cui hai l'incazzo facile e capita sia necessario sfogarlo con qualcuno.
Non importa che quella prima persona che ti capita a tiro, ti abbia deliberatamente fatto o detto qualcosa.
Hai necessità di sfogare in qualche modo le tue frustrazioni e decidi d'impulso, che è perfetta.
Quindi elabori parole e comportamenti e li trasfiguri,  per crearti l'alibi perfetto col quale nutrire il tuo disappunto che, diversamente, non avrebbe senso.
Non che dopo ce l'abbia, ma presa la posizione di attacco e partita per la tangente, si giunge al punto di non ritorno che ti àncora a quella posizione a prescindere.
Una volta raggiunto lo stato di quiete, succede che uno possa rendersi conto di aver scelto la persona sbagliata, ma ormai il danno è fatto.
E cercare di recuperare sarebbe come confessare di avere qualche piccolo problema comportamentale.
Quindi si lasciano le cose come sono e si va avanti.
Che tanto le cose seguono un percorso obbligato, trascurando ogni nostra volontà oggettiva.

(bad girls - m.i.a.)

martedì 10 luglio 2012

One way or another

Dove cazzo sei quando ho bisogno di te?
Sono arrivata a un passo dal piangermi addosso e le tue spalle erano altrove.
Ho gettato rabbia e disperazione sulle pareti di contenimento insieme a schizzi di parole incomprensibili.
Ho sibilato maledizioni a me, a te a questa incapacità di trovarti, alla tua lontananza.
Ho composto numeri sulla tastiera del telecomando e cercato canali alternativi alla ricerca di qualcosa che mi rassomigliasse.
Ho raccolto le gambe tra le braccia e appoggiato il capo su me stessa.
Annichilita e impotente, continuavo a cercarti sperando che il pensiero mio ti raggiungesse,  che lo raccogliessi e lo rendessi sicuro.
Ho aspettato a lungo.
Poi ho visto sciogliersi dai muri le chiazze scure del mio dolore e in quel momento è stato un attimo capire quanto è semplice dimenticarti.

(one way or another - blondie)

lunedì 9 luglio 2012

L'amico è

Ecco, appunto.
Cos'è l'amicizia?
Perchè forse sono io ad avere un concetto errato.
Quando voglio bene a qualcuno al punto di pensare che sia una persona amica, prendo posizione nei confronti di questa al punto che, anche se dovesse avere torto, la difenderei a prescindere, salvo poi cercare di spiegarle a freddo se il comportamento è esagerato o scorretto.
Cerco di porre le persone per ordine e livello d'importanza perchè credo sia normale che ci sia una scala di valori che differenzia l'amicizia intima, da quella relativa fino alla semplice conoscenza. 
Chiaro che questo è un mio atteggiamento, un mio modo di vedere le cose e sto scrivendo questo post, solo perchè vorrei cercare di capire se e dove sbaglio, se il mio è un atteggiamento troppo rigido, qual è il vostro modo di porvi nei confronti di questo sentimento.
Diciamo che è un sondaggio utile a me e che non si nutre di nessun tipo di polemica su fatti avvenuti o in procinto di avvenire!

 
 

domenica 8 luglio 2012

L'io e l'es

Giocare con le parole a comando, non è facile.
Quando qualcuno mi chiede di scrivere "su commissione", vado in una specie di trance catatonica e ci vuole un impegno che davvero mi affatica.
Perchè sono solita scrivere di getto, schizzare pensieri qua e là senza motivazioni logiche.
Sono prevalentemente flash d'illogicità che mi pervadono e che mi curo di rendere sensati.
Beh, non sempre.
A volte li lascio così come sono, una montagna sintetica di lettere accavallate che dentro racchiudono un pensiero coerente per me.
A conti fatti, posso affermare che ho a che fare con persone che si sforzano di andare oltre e trovare un senso dentro un mare di non-sensi.
Che è una bella soddisfazione, perchè significa che non ci si sofferma sul margine della superficie, ma si va a fondo, si cerca di capire anche l'incomprensibile.
E questo, rappresenta una grande e piacevole impennata d'orgoglio della mia danneggiatissima autostima.
Ed è giusto, di tanto in tanto, rendere grazie a chi permette che questo possa accadere.

(l'io e l'es - scialpi)

giovedì 5 luglio 2012

Dos locos


Le persone scrivono libri, mail, blog.

Da qualche giorno, nel sito nel quale mi diletto a giocare a carte, viene pubblicizzato un romanzo di una giocatrice.
La scrittrice, si propone di narrare le storie del burraco, la sua e quelle che le sono state raccontate.
Da quanto mi è dato di capire, dovrebbe essere incentrato sulla sua esperienza.
Bene, dico io, perchè il 90% delle volte in cui si arriva al tavolo e si gioca, non si parla dei fatti propri.
Si viene piuttosto pesantemente insultati ad cazzum per qualsivoglia motivo.
Cerco di essere tollerante e solitamente non cado in futili provocazioni, ma non sempre è facile.
Nonostante sia stato installato un programma che blocca le volgarità, fatta la legge, trovato l'inganno.
Pertanto è facile che il dialogo possa svolgersi in questi termini:
"che ca77o fai?"
"ma vfc!"
"sei una tr...."
"vai a prenderlo in bocca" (completo che fa molto lord!)
"ma come giochi cojone"
"str...zooooooooooooo"
Questo è il livello solito.
Che voglio dire, quando ballavo latino sapevo a prescindere che era un microcosmo di tamarri, ma i fatti mi dicono che tutto il mondo è paese.
Anche quello virtuale!

(dos locos - monchy y alexandra)




mercoledì 4 luglio 2012

Shake the desease

Continuava a ripetere che tutto era sbagliato, come se l'esattezza delle cose avesse valenza universale.
Cercava la via e trovava l'uscita d'emergenza.
Troppo facile pensò.
Tornava sui suoi passi alla ricerca del percorso più ostico e, a suo avviso, più veritiero.
Quantomeno, andare a fondo delle questioni significava vagliare ogni possibilità.
Gli proposero di recuperare gli anni persi di quella quasi inutile ricerca, con un corso accelerato capace di racchiuderne 7, come i peccati capitali o le meraviglie del mondo tutto.
Si chiese se le fiamme dell'inferno avessero lo stesso guizzo di quelle di un falò e si domandò se un tatuatore sarebbe stato in grado di riprodurle pur senza averle viste.
Magari si, se avesse avuto modo di recarvisi durante un viaggio organizzato da un tour operator di infimo ordine.
Decise di vendere il padiglione auricolare del suo orecchio sinistro al miglior offerente e per renderlo accogliente si fece crescere l'unghia del dito indice.
Proprio in virtù di quest'azione, si domandò perchè i nomi delle cose variassero il proprio significato a secondo dell'uso ed improvvisamente constatò che nulla avesse più importanza della bellezza dell'arrivo di un temporale in un caldo giorno di luglio.


(shake the desease - depeche mode)

lunedì 2 luglio 2012

L'ombelico del mondo

Essere banali rientra, di fatto, nella naturalità delle cose.
Riuscire ad essere brillanti in maniera universale, è materialmente impossibile, non foss'altro per il fatto che ciò che è noioso per alcuni, non lo è per altri.
Anche a me capita di annoiarmi.
Difatti laddove succede ch'io legga cose che mi ammorbano, passo e vado.
Oppure, se la persona ce l'ho di fronte, o la situazione è estremamente pesante, trovo un modo per andarmene
Capita che far parte della moltitudine sia più naturale.

Se poi vogliamo discutere sui veri problemi che esistono e dei quali dovremmo occuparci invece di perdere tempo a scrivere cagate, beh, allora ognuno di noi dovrebbe prendersi la responsabilità di avere la serietà e l'integrità di farlo.
Io sono una cazzara e non mi prendo questa briga.
I problemi del mondo non li posso certo risolvere, del resto ne ho già abbastanza dei miei.

(post generato come sottoprodotto del sottoprodotto di un commento a "mamma che noia"   di mia_euridice)

domenica 1 luglio 2012

The white stripes

Quattro pappini.
Mica pizza e fichi!
Da professionisti stra-iper-super-pagati, mi aspetto che facciano quello per cui sono milionari, giocare a pallone.
Non c'entra nulla l'avversario.
Chiunque sia, devi dare il meglio, devi farti il culo a palla.
La scusa della stanchezza, non regge.
Non sono operai che dopo il lavoro vanno a fare la partitella all'oratorio, non hanno zappato la terra sotto il sole, fanno quello e null'altro.
E se fai quello e basta, mi devi dare soddisfazione.
Che non significa vincere per forza, ma poter dire che, a prescindere dal risultato, hai giocato bene.
Invece hai fatto cagare.
Onore alla Spagna.