Leggere attentamente


ogni riferimento a fatti e persone è puramente casuale, se qualcuno dovesse riconoscersi in tilla papilla bullo ti sbullo o sullo catullo o, riconoscere qualcun'altro, probabilmente è affetto da una forma degenerativa della coscienza, malattia che ancora non ha nome e chissà se mai lo avrà, e semmai dovesse averlo si correrebbe il rischio che qualcun'altro potrebbe riconoscersi nel nome di quella malattia, comunque, ritornando a questa forma degenerativa si consiglia agli affetti da tal malanno una buona dose di cazzi propri, da farsi naturalmente

venerdì 30 marzo 2012

Tanta voglia di lei

"Che notte di merda.
Pensavo che dopo aver trombato si sarebbe rivestito e se ne sarebbe andato.
Invece eccolo qua.
Che ci fa ancora nel mio letto?
Io non riesco a dormire con uno sconosciuto affianco.
Ora mi alzo e faccio un po' di casino.
Magari si sveglia e si rende conto di quanto sia tardi.
Sempre detto io, mai portarsi qualcuno nel nido, piuttosto andare nel suo e avere la scusa per sloggiare.
Ma non mi aspettavo che piantasse radici.
Che palle.
Oh là, buongiorno, quando te ne vai?
La colazione?
Ma anche no.
Se ti presto la doccia te ne vai?
Non hai nulla da fare tutto il giorno?
Ma io ti ho affittato per una sera.
No, dai, non ce la posso fare.
I silenzi mi riempiono d'imbarazzo e non so davvero come dirtelo che devi schiodarti da qui.
Invece resti.
Tu resti.
E io vado in acido.
E io vado.
Io vado."

martedì 27 marzo 2012

I want your sex

Phigadilegno, era affetta da una malformazione congenita che le impediva di avere rapporti sessuali soddisfacenti.
Le tecniche di seduzione sperimentate nel tempo, non avevano mai dato l'effetto desiderato, pertanto s'insinuò nel suo io recondito, una sorta di acida cattiveria che sviluppò con severa costanza.
Tutto ciò che ai suoi occhi appariva portatore sano di felicità, doveva essere smantellato.
Cose, persone, coppie, animali.
Non c'era speranza per niente e nessuno.
La furbizia la rese subdola tanto da fornirle la capacità di presentarsi come la regina delle circostanze.
La credibilità con la quale si presentava, la faceva apparire  spontanea ed entusiasta ed era facile per le sue vittime, cadere nella rete delle sue intenzioni.
Non fece i conti col tempo che matura gli eventi e con il fatto che le consapevolezze vengono a galla come le bolle prodotte da una scoreggia nel mare.
Fu così che Phigadilegno, dovette scontrarsi con la certezza acquisita delle proprie vittime.
Una ad una.
Ognuno a prendersi la sua rivincita, ognuno ormai capace di vomitarle addosso  tutti i pensieri inespressi raccolti fino ad allora nella coscienza delle cose, delle persone, delle coppie scoppiate e degli animali.


lunedì 26 marzo 2012

All that she wants

Cerco sempre il contradditorio, il confronto, lo scambio.
So di essere la parte debole perchè, come mi è già capitato di raccontare, io non sono quella dalla battuta pronta.
Sono un diesel, gli altri partono, io poi arrivo e mi rendo conto che quando sono arrivata non c'è più nessuno ad ascoltare.
Ma quando la battuta viene bene, a scoppio ritardato intendo, mi compiaccio con me stessa e mi do grandi pacche sul braccio, che sulla schiena è di gran lunga più complicato.
Ma la versione leonessa incazzosa che protegge la cucciola, ancora mi mancava.
Sai qual è il problema?
Che io sono una persona fondamentalmente buona, una di quelle che prendi facilmente per il culo.
Faccio la scafata e la cinica, ma quella è una copertura.
Ma se mi tocchi negli affetti o nelle debolezze, mi trasformo in una merda.
Non una merda normale, ma una di quelle sciolte che ti si appiccicano ai solchi delle scarpe e che non levi mai più.
E poi, io sono un'impulsiva.
Che è quella cosa per cui se ti sale l'incazzo, scatti e basta.
Non ti metti a pensare a quello che è meglio.
Fai prima, ragioni poi.
E il rischio è enorme, perchè puoi fare cose delle quali è facile rammaricarsi quando ci pensi con calma.
Ma chi se ne frega?
Del resto non è sempre meglio pentirsi di una cosa fatta piuttosto che pentirsi di non averla fatta?
No?
Pazienza.

mercoledì 21 marzo 2012

Chi non lavora non fa l'amore

Vale lavorare in nero?
No?
Pazienza.
Ora, diciamocelo, i problemi nel mondo del lavoro sono millemila.
Allora com'è che hanno deciso di spaccarci la minchia ripetutamente con la storia delle modifiche all'articolo 18?
La CGIL è in fissa con questa storia.
Paradossale, in quanto le modifiche, così come ce le stanno vendendo, andrebbero a favorire le cause sindacali il che porterebbe ad un introito cospicuo nelle casse del regno della Camusso.
Allora dove sta l'inganno?
Partiamo dal presupposto che il predetto articolo, interessi le aziende con più di 15 dipendenti.
Tutte quelle con un numero inferiore non sono interessate, eppure non mi pare di aver sentito di datori di lavoro che si svegliano al mattino e decidano di lasciarti a casa a muzzo, (a parte il mio... vabbè ma io mica sono assunta... ah già!).
Se sei un buon lavoratore l'azienda continuerà a servirsi di te (mica per niente mi ha richiamata. Non mi paga i contributi, ma questo è un altro discorso).
Ma se sei un parassita che lavora in un ente pubblico, per esempio, e strisci il tuo badge e te ne vai in giro a farti due righe di cazzi tuoi, e io che sono il tuo dirigente responsabile ti becco, devo avere la possibilità di licenziarti in tronco.
Perchè tu stai rubando uno stipendio e un  posto di lavoro a qualcun altro più meritevole, caro mio.
Ma prendiamo invece un lavoratore che viene licenziato per giusta causa, fa ricorso e vince.
E viene reintegrato.
E tu me lo devi spiegare come fai a stare ancora in quel posto.
Troverai lunghissimo, sarai additato come l'infamone.
Quindi o sei corazzato di titanio o sei il diavolo e passare 8 ore al giorno all'inferno, ti fa una pippa.
Insomma, come sempre, invece di disquisire sulle riforme importanti, si concentra l'attenzione sulle cose che non lo sono altrettanto.
E quando si fa così, a mio avviso, è per distoglierla da qualcosa di fondamentale.
E trattandosi di sindacati, governi e via discorrendo, la percentuale che possa essere così, è proporzionale al casino che gli si crea intorno.

martedì 20 marzo 2012

Confusione

E arriva così.
Tu lo ignori, o almeno ci provi, ma gli acidi gastrici che ti salgono in gola e quel dolore allo stomaco e al cuore, sono solo i portavoce.
Tu sei creatura forte e continui imperterrita, a muso duro.
E poi senti la tua voce ammetterlo, come per cercare un rifugio.
Nella verità c'è la salvezza?
No, c'è solo la presa di coscienza, c'è solo la consapevolezza urlata di qualcosa che già conosci.
E ora?
Dove cazzo è la soluzione?
Lottare?
Ancora e sempre?
Anche le creature forti si stancano e cominciano ad arrancare.
Perdono fiato.
E speranza.
Allora, anche se me lo urlo in faccia a cosa serve?
Prima potevo fingere di stare bene, ora devo ammettere questa ennessima debolezza.
Sono infelice.
Auguri a me.


domenica 18 marzo 2012

Io vorrei non vorrei ma se vuoi


Mentire a se stessi è un'arte sottovalutata.
E' la miglior difesa possibile.
Certo, la consapevolezza torna a galla con prepotenza all'accenno di un pensiero, ma s'inabissa con la facilità della negazione.

giovedì 15 marzo 2012

Bad woman

Da donna a donna, lascia che ti spieghi un po' di cose.
Che una volta tanto mi va di peccare di presunzione e te la sparo qui e avessi le palle per farlo, verrei a spaccarti quella tua dannata faccia di cazzo.
Non basta avere una figa o allargare le gambe per essere una vera donna.
Quello sappiamo farlo tutte.
Sei un essere abbietto e viscido, una donnetta stupida e ignorante, incapace di confrontarsi, capace invero di sfruttare la sua posizione di potere per cementare ostentati deliri di onnipotenza.
Te ne danno la possibilità, tu te la prendi, esattamente come tutti i cazzi a cui hai permesso di sfondarti.
Hai trovato il solito vecchio modo, per aggirare la meritocrazia.
Perchè è così che continuiamo a lasciare che funzioni, perchè il potere agli uomini lo danno quelle come te, che lasciate che questi meccanismi continuino senza interruzioni.
Spera che non t'incontri neppure per caso perchè a questo giro, potrei non rispondere di me.
Che poche volte mi sono incazzata per davvero nella mia vita ma chi mi ha vista, ancora lo ricorda.
E se dovessi farti del male fisico, non piangere maledetta stronza, te lo sei solo meritato. 

(bad woman - motorhead)

martedì 13 marzo 2012

Dedication to my ex

Cara Cornelia,
quanto tempo è passato dall'ultima volta in cui ci siamo visti?
Tanti, troppi anni.
Eppure ti ricordo, del resto sei stata il primo amore che abbia sfiorato la mia esistenza, la prima speranza sentimentale, il primo riflesso di futuro e immaginario.
Ti guardavo e riuscivo a proiettarmi nel film del nostro domani, mano nella mano, mente nella mente, cuore nel cuore.
Raccolsi tutto il coraggio che avevo per riuscire a rivelarti i miei interi sentimenti, mentre sentivo le parole salire come un rigurgito ti vomitai addosso, finalmente, quel ti amo. 
E quando la tua risposta fu "si, si andiamo che mi sono rotta il cazzo di star qua" capii.
Chi non ama non legge le labbra e il cuore di chi parla e in un secondo, ti scardina certezze ed illusioni.
Mi rinfilai nel petto parole e sentimenti e me ne andai, felice di aver evitato un imbarazzo non previsto e triste per aver perduto un grande amore, il mio per te.

Arnoldo

mercoledì 7 marzo 2012

Titanium (seconda ed ultima parte)

Non posso certo dire che ci sia anche solo una piccola possibilità di diventare uguali.
Del resto sono nostre creazioni ed i programmatori sono stati autorizzati a fornire i dispositivi, di funzionalità, soprattutto mentali, limitate.
Succede che qualcuno faccia finta di niente e abiliti strutture non convenzionali.
Non foss'altro per creare suspence.
Di solito rimaniamo piuttosto delusi, perchè a parte notare un incremento delle capacità soggettive, è oltremodo ragguardevole il risultato passivo che si ottiene osservando la parte sociale.
Il soggetto in questione resta isolato dai normodotati, in quanto ritenuto estraneo, diverso e quindi emarginato dal resto della comunità.
Che bizzarri!
Ma sembra piaccia molto creare questi gruppi di aggregazione dentro i quali certuni vengono ammessi e altri tenuti fuori.
Loro la chiamano forma di razzismo e la sviluppano talmente bene che ne hanno inventati diversi modelli.
Li lasciamo fare, sono stati creati apposta per sviluppare anche autonomamente  situazioni che conducano alla nascita di nuovi tipi di comportamento.
Io sto qui e li guardo, pronto a segnalare qualsiasi variazione significativa.
Mi capita di aspettare che succeda qualcosa per periodi indeterminabili e nel frattempo osservare la prevedibilità che continuano a mantenere con una costanza ossessiva.
Loro la chiamano quotidianità.
Eppure li abbiamo forniti di mezzi per evitare di cadere in consuetudini strutturali.
Li abbiamo dotati di sentimentalismo attivo e passivo, di ardore, di endorfine, ma finito l'interesse iniziale ricominciano a trattare gli avvenimenti come se si radicassero nel loro inconscio rendendo tutto scontato.
Loro le chiamano abitudini.
Così aspetto e aspetto.
E' il mio lavoro e anche se è un po' noioso, a me piace.
Insieme a tutti gli altri collaboriamo per incentivarli a migliorarsi, a stupirci.
Chissà, magari un giorno potrebbero riuscirci.
Credo siano i primi a volerlo, o almeno mi capita di avvertirlo ogni volta in cui si rivolgono a noi per chiederci di aiutarli.
Loro ci chiamano Dio.

lunedì 5 marzo 2012

Titanium

Sono un controller.
Credete sia facile?
C'è bisogno di saper gestire milioni di dispositivi.
Tanto tempo fa, era il miglior lavoro possibile.
C'erano poche apparecchiature per niente evolute.
Sebbene il numero di ore di occupazione fosse lo stesso, non s'incorreva mai in grossi problemi gestionali e, comunque, si riusciva a risolverli in fretta.
Ma ci si annoiava.
Allora hanno pensato di far evolvere le macchine.
Mica tanto, solo quanto sarebbe bastato a rendere le cose più interessanti.
Così hanno deciso di fornire i dispositivi di autonomia e coscienza.
Li ho sentiti chiamarlo libero arbitrio.
Contenti loro.
Nell'arco del tempo, hanno continuato a riprodursi e riprodursi.
Per evitare il sovraffollamento, la software house ha creato un programma, atto a far si che il sistema diventi obsoleto col passare degli anni fino a renderlo inattivo.
Almeno non si calpestano e c'è sempre un riciclo.
Loro la chiamano morte.
Che parola strana.
Ancora più strane le loro reazioni nei confronti di questo semplice e lineare cambio e rinnovo.
Il mio compito è simulare situazioni e registrare i parametri comportamentali.
Ogni tanto, qualche esemplare nasce con qualche bug e crea in autonomia situazioni che  degenerano in conflitti inarrestabili per cui, senza un motivo attribuibile alle circostanze create, un dispositivo ne elimina altri per poi a volte, ma non sempre, autodistruggersi.
Questo tipo di cancellazione non è mai stato previsto di default, ma abbiamo notato confrontando le varie esperienze, che è un fenomeno che si è diffuso praticamente da subito.
Nessun operatore è mai riuscito a creare un sistema di aggiornamento per la soluzione di questo inconveniente, ma continuano a lavorarci.
Non so quanto alacremente.
Non foss'altro per il fatto che ogni volta in cui il grande schermo segnala un'anomalia, intercorrano grandi scommesse.
C'è chi ha perso grosse somme e chi si è arricchito.
E questa cosa non so bene se siamo noi ad averla imparata da loro od il contrario.
Ma a mano a mano che passa il tempo, le diseguaglianze si assotigliano, facendoci sempre più simili.



(continua.... forse)




giovedì 1 marzo 2012

4 marzo 1943

"Ehi ragazzi guardate chi arriva"
"Ma non è Lucio quello per il quale nacque la maglietta "Dalla non è il nome di un cantante, ma un consiglio"?"
"Cazzarola è proprio lui. Vedi che ho fatto bene a drogarmi e a bere che tanto muori comunque?"
"Però che sfiga, a 3 giorni dal suo compleanno"
"E ma quando il destino decide non c'è santo che tenga"
"Ma che ci faccio qui? Scusate ragazzi, ma non è questo il mio posto, ho una serie di concerti da fare, canzoni da scrivere. Su non facciamo scherzi"
"Oh ma anche noi avevamo un sacco di altre cose da fare che non stare qui. Siamo il comitato di accoglienza. Non è mica giusto che uno se la prenda sempre solo con l'ambasciatore"
"Ma cazzo, almeno avvisare. Che uno abbia il tempo di mettere tutto a posto, non lasciare sospesi e casini. Un minimo di organizzazione perbacco"
"Eh ma mica funziona così quando accade all'improvviso. Altrimenti non sarebbe giustificabile lo sgomento e la sorpresa. Consolati, questo sarà il momento in cui il maggior numero di canzoni scaricate da i-tunes, saranno le tue. E sai cosa vuol dire? Che la tua vita è stata un grandissimo successo."

(4 marzo 1943 - Lucio Dalla)
01/03/2012