Leggere attentamente


ogni riferimento a fatti e persone è puramente casuale, se qualcuno dovesse riconoscersi in tilla papilla bullo ti sbullo o sullo catullo o, riconoscere qualcun'altro, probabilmente è affetto da una forma degenerativa della coscienza, malattia che ancora non ha nome e chissà se mai lo avrà, e semmai dovesse averlo si correrebbe il rischio che qualcun'altro potrebbe riconoscersi nel nome di quella malattia, comunque, ritornando a questa forma degenerativa si consiglia agli affetti da tal malanno una buona dose di cazzi propri, da farsi naturalmente

domenica 23 settembre 2018

La cura

Vorrei proteggere i tuoi sogni e le tue speranze, vorrei esserti cura e poggiare le mie mani sui tuoi occhi guarendoli.
La mia mano è li, pronta a sorreggerti.
Scaccia gli incubi e le facce scontente di coloro che ti hanno chiuso il cuore o magari non te lo hanno mai aperto.
Scaccerò gli acari dai cuscini per permettere il tuo sonno e ti prometto di non farti trovare più nessuno che non sia io.
Insieme in un mare di meraviglia.



(fiato alle bozze!)

martedì 21 agosto 2018

Arrivederci


Non credo sia capitato solo a me, ma è una cosa che fondamentalmente non riesco a spiegarmi.
Quando sei in un posto lontano, gli amici o presunti tali, continuano a dirti quale peccato sia che il tuo luogo di residenza sia così distante rispetto al loro.
Poi capita che ci vai in quella città così lontana dalla tua.
E non ci vai per qualche giorno, bensì per cinque settimane.
35 giorni in tutto, nei quali ti aspetti che quelle stesse persone che si lamentavano che abitassi in culonia, riescano a trovare del tempo per te.
E non si spiega come mai il tempo per vederti non lo trovino.
Mai!
Grazie al cielo la vecchiaia porta saggezza e, se prima ci rimanevo di merda, ora che le mie aspettative hanno raggiunto il minimo storico e la mia modalità zen è on, devo ammettere che la cosa riesce a scivolare in una indifferenza più o meno consapevole.
Vieppiù che una consapevolezza si fa breccia dentro me ovvero che a queste persone, di me, non gliene frega una beata.
Che ci sta.
Mica i sentimenti sono sempre condivisi.
Ma all'ipocrita "che voglia di vederti che ho" preferisco un bel "ho i cazzi miei da fare e non ho tempo per te"
Chiarificatore e preciso.
Non toglie niente a nessuno e non lascia spazio ad aspettative pronte ad essere disattese.
Ci vuole tanto ad essere sinceri col prossimo?


lunedì 18 giugno 2018

Miserere


Le cose cambiano.
Cambia la vita, le situazioni, cambiano le persone con le quali ci relazioniamo.
Non è una questione di cattiva volontà ma di percorsi alternativi e divergenti che si presentano inaspettatamente.
Quindi smettiamo di fare qualcosa per fare qualcos'altro.
E quello che fino all'istante prima sembrava importante non lo è più.
Priorità differenti prendono il sopravvento e ci si lascia trasportare, sballottare, catapultare dentro nuove esperienze.
Ci si lascia avvolgere, quasi fagocitare fino al punto in cui tutto il resto diventa passato.
Qualcuno mi diceva che non è bello avere nostalgia.
Forse ha ragione.
Il passato è dentro di noi, risiede nella memoria, nei suoi cassetti.
Pensare a ciò che è stato non può cambiare niente di ciò che è.
Avessi fatto, avessi detto diventano solo tempi verbali privi di un vero significato ai fini del nostro vissuto.
E' un mero esercizio di grammatica.
La vita è tutto il resto.

sabato 13 gennaio 2018

Victims



Non c'è equità, non c'è ragione.
Mi chiedo perché accada che ci siano persone che vogliono vivere, destinate a morire ed altre, a cui la vita si appiglia, che decidano di reciderla.
Mi dicono che è la depressione, quella strana forma mentis che si accaparra la parte migliore del sé e decide che puoi averne abbastanza di tutto.
Lo chiamano il mal di vivere.
Allora, se giustizia esistesse, ma è ovvio che la giustizia sia solo un'idea, bisognerebbe fosse possibile regalare quel tributo di linfa vitale alla quale si vuole rinunciare, a chi è meno fortunato e farebbe carte false per poter continuare a guardare il mondo e le sue sfumature.
Così osservo una giovane che se ne va, stroncata da un male che non le ha dato speranze, soffrendo e cercando una via di scampo e un'altra, meno giovane che decide di porre fine alla sua esistenza, di rinunciare allo spettacolo e al miracolo della vita stessa, che si arrende ad un male diverso, che fugge vigliaccamente.
E' vero, non conosco la sofferenza che un depresso sente dentro e neppure posso immaginarla.
Non è nelle mie corde perché per me una soluzione ai problemi della vita, si trova sempre.
E' solo più semplice lasciarsi sopraffare che combattere.
Perché il vuoto che lascia chi ha dovuto soccombere ed ha combattuto le sue guerre, non è lo stesso  di chi ha deciso di arrendersi.