Leggere attentamente


ogni riferimento a fatti e persone è puramente casuale, se qualcuno dovesse riconoscersi in tilla papilla bullo ti sbullo o sullo catullo o, riconoscere qualcun'altro, probabilmente è affetto da una forma degenerativa della coscienza, malattia che ancora non ha nome e chissà se mai lo avrà, e semmai dovesse averlo si correrebbe il rischio che qualcun'altro potrebbe riconoscersi nel nome di quella malattia, comunque, ritornando a questa forma degenerativa si consiglia agli affetti da tal malanno una buona dose di cazzi propri, da farsi naturalmente

sabato 26 marzo 2016

Non ho l'età

Ma cos'è davvero che ci rende "anziani"?
No perchè si fa in fretta a dire "vedi quella? Ah quando era giovane era proprio una bella donna!"
Che significa?
Che ad ognuna di noi il tempo riserva il bonus ciofeca?
E perchè l'uomo invero diventa affascinante?
Lo capisco, avere un numero addosso, portarselo dietro e comportarsi da cazzara q.b, è sicuramente un paradosso generazionale, ma  vuoi mettere come ti senti davvero paragonato a quello che gli altri credono tu sia?
C'è tutto un mondo nel mezzo.
Come le sfumature.
Hai la saggezza di sapere come comportarti a seconda dell'occasione, hai la capacità di gestire i tuoi momenti ludici, sei indipendente dalle critiche che  finalmente riesci a farti scivolare addosso come una sottana di seta.
Ok, l'aspetto ti tradisce un po' e le aspettative di chi osserva sono altre.
Ma in fin dei conti, di chi aspetta e osserva e attende di vedere qualcosa che non sono, alla fine, ma che cazzo me ne frega?
Ah, la meraviglia delle nuove consapevolezze, la bellezza del raccolto di emozioni che mi porto dentro, tutto questo mi appartiene.
Ci ho messo il tempo necessario ma ora lo so e so che ci sono cose che non cambieranno mai, come una risata che parte dal cuore e si protende verso l'infinito.

giovedì 17 marzo 2016

E se domani

A volte spunto fuori, come i funghi.
E' che un'amica mi ha fatta riflettere.
Mi ha detto che sarebbe un delitto non potermi più leggere.
E so che le sue non erano lusinghe buttate lì tanto per.
Non lei.
Lei non spreca e non regala parole se non per dirti davvero ciò che pensa.
E mi piace proprio perchè è così, autentica, vera.
Così ho riaperto queste pagine e mi sono riletta parte delle mie storture.
Quanta vita, quanto pensiero, quanti voli ci sono qua dentro.
Una volta avevo più tempo e fantasia e avevo rabbia da scaricare, dalla quale spogliarmi.
In fondo era la mia valvola di sfogo, il mio rifugio interiore, ciò che mi permetteva di esternare il peggio perchè  garantiva protezione e riflessione a prescindere da un eventuale confronto.
A volte mi succede ancora, magari un sogno o un'esperienza e ci penso, mentre sono lì davanti allo specchio che mi preparo, con la bocca aperta e il mascara in mano, e me lo dico a voce alta, dovrei scriverlo questo, dovrei tornare.
Poi passa l'attimo e vengo inghiottita  dalla realtà, dal quotidiano, dai mille impegni, tutto torna a circondarmi, come una nebbia.
Ma ci sono volte, tipo questa, che pensi sia un atto dovuto a te stessa riprenderti  il tempo e lo spazio e fare ciò che ti piace.
Che a me, scrivere è sempre piaciuto tanto.