Leggere attentamente


ogni riferimento a fatti e persone è puramente casuale, se qualcuno dovesse riconoscersi in tilla papilla bullo ti sbullo o sullo catullo o, riconoscere qualcun'altro, probabilmente è affetto da una forma degenerativa della coscienza, malattia che ancora non ha nome e chissà se mai lo avrà, e semmai dovesse averlo si correrebbe il rischio che qualcun'altro potrebbe riconoscersi nel nome di quella malattia, comunque, ritornando a questa forma degenerativa si consiglia agli affetti da tal malanno una buona dose di cazzi propri, da farsi naturalmente

sabato 12 dicembre 2020

We wish you a merry Christmas (???)

Che io manco per qualche mese e la piattaforma cambi tutto l'ambaradan non è che mi stia tanto bene.
Non ho più l'età e il piglio per star dietro a queste evoluzioni, perbacco.
Nella mia vita, tutte ste novità, mica ci sono.
Sono rinchiusa nella regione di adozione, per andare a lavorare devo portarmi dietro l'autocertificazione, conosco sempre più gente che si è "covidizzata" ma che, per fortuna, ne è uscita indenne.
La mia vita sociale è in caduta libera assoluta.
Non che prima fosse tutta frizzi e lazzi, ma questa solitudine assoluta, alla lunga, comincia a crearmi disagio e disturbo.
In più, l'appropinquarsi delle feste, mi rende ancora più intollerante.
Capisco che non sia un gran periodo e che il virus, nella sua natura di entità biologica, è infido e bastardo e che le precauzioni non bastino mai, ma mascherine a parte, è davvero riuscito a  toglierci la cosa che più amiamo in assoluto: la libertà. 
La possibilità di scegliere chi vedere, cosa vedere, dove andare, cosa fare, cenare fuori dalla propria dimora più altre varie es eventuali, alla lunga fa sclerare.
Perché in quanto animali sociali, per quanto la gente ci stia sul culo, abbiamo bisogno di interazione, di spazio, di uscire dalle mura domestiche di prendere la macchina e vagare senza meta.
Questo nulla cosmico che abbiamo intorno ci divora e incattivisce.
Questo Natale sarà atipico, quasi stressante.
Allora mi chiedo cosa augurare quest'anno ad amici, parenti e conoscenti.
Che dire Buon Natale, mi sa tanto di presa per il culo!


giovedì 21 maggio 2020

Andrà tutto bene!

Sulla lunghezza d'onda dello "sticazzi" precedente, ci siamo ritrovati  dentro la bolla del nostro quotidiano rinchiusi in casa con i familiari conviventi (che potrebbero anche essere stati noi stessi!).
Il mio lockdown è stato una montagna russa continua.
Momenti in cui pensavo che sarebbe stato un passaggio interessante per approfondire il rapporto con me stessa e l'altro (mio marito) e che altrettanto interessante sarebbe stato interiorizzare i pensieri che in situazioni normali sono solo superficiali e schizzano via veloci; insomma un buon momento evolutivo.
Poi c'erano gli altri momenti, quelli  di scoramento ingiustificato(?), di paura profonda, di compulsione per la temperatura corporea, l'età, i genitori, la figlia.
Insomma puro "panicopaura"!
Nel frattempo m'intrattenevo e m'intrattengo con la didattica a distanza, che significa lavorare come se non ci fosse un domani, le serie nostalgiche proposte da Prime.
Mi chiedo cosa mi resterà di questo periodo e sinceramente non so cosa rispondere.
Vedo che un sacco di gente sembra aver vissuto su Marte negli ultimi due mesi e quindi si muove inconsapevole e festosa, vedo la natura, che si era ripresa il suo spazio, perdere terreno nell'arco di un amen, vedo il sacrificio di molti gettato alle ortiche, vedo le dinamiche sociali che se ne fottono di permessi e del rispetto per il prossimo.
Insomma vedo un mondo che non ha imparato un cazzo, che non ha memoria, nè storica nè a breve termine, vedo un ambiente che dovesse decidere di farci estinguere avrebbe, tutto sommato, la mia approvazione. 
Perchè noi siamo così, cantiamo sui balconi fingendo di volerci tutti bene ma quando le cose si aggiustano smettiamo di riconoscerci e torniamo a vivere nel nostro egoismo, nel nostro piccolo io.
Quindi non è vero che andrà tutto bene e il pollice opponibile, invece di renderci specie suprema, ci ha motivati a distruggerci.
Siamo solo un triste spettacolo per la natura che osserva.