Leggere attentamente


ogni riferimento a fatti e persone è puramente casuale, se qualcuno dovesse riconoscersi in tilla papilla bullo ti sbullo o sullo catullo o, riconoscere qualcun'altro, probabilmente è affetto da una forma degenerativa della coscienza, malattia che ancora non ha nome e chissà se mai lo avrà, e semmai dovesse averlo si correrebbe il rischio che qualcun'altro potrebbe riconoscersi nel nome di quella malattia, comunque, ritornando a questa forma degenerativa si consiglia agli affetti da tal malanno una buona dose di cazzi propri, da farsi naturalmente

mercoledì 4 febbraio 2015

Meat is murder

Se la mia libertà finisce dove comincia la tua, mi chiedo con quale arroganza ci si possa permettere di giudicare qualcuno per le proprie scelte.
Ora, a me sta bene che tizio, che fino a qualche tempo fa si sarebbe mangiato una vacca sacra in India tutta intera, diventi improvvisamente vegetariano se non addirittura vegano.
Ma qual è il motivo che lo porta a rompermi i coglioni additandomi come assassina o mangiatrice di cadaveri innocenti se io continuo a nutrirmi di carne?
Mi sta bene anche che caio voti quel tal partito politico che manco li cani, allora perchè se io decido di rivelarti che ho simpatie per quell'altro  divento la cretina che non capisce un cazzo e tu quello che porta in tasca e nella testa le verità assolute e incontrovertibili?
Mi va bene anche che sempronio abbia deciso di smettere di fumare.
Ti stimo e ti rispetto, ma non mi sfrantecare i maroni se continuo a farlo nell'intimità dei luoghi consentiti.
Le scelte maturano attraverso  personali percorsi di vita e, proprio perchè tali, individuali.
Il rispetto è come l'amore, dev'esserci reciprocità.
Altrimenti non esiste.
La mia libertà di pensiero ed espressione vale tanto quanto la tua.
Il fatto che qualcuno non lo ammetta, lo rende schiavo del proprio limite, stretto nella morsa della propria presunzione, rinchiuso nel recinto dell'incapacità di confrontarsi e relazionarsi.
Un povero prigioniero che si crede libero.

(meat is murder - the smiths)

domenica 1 febbraio 2015

Scrivimi

A volte mi manca scrivere.
Ogni tanto mi guardo in giro e penso che questa vita di spunti te ne offre parecchi.
Ma poi, non c'ho tempo, non c'ho voglia.
E quello spunto evapora.
Le persone, invece, quelle che aspettano il mio ritorno su queste pagine, quelle mi mancano di più.
Sebbene certe non le abbia neppure mai incontrate, rimane l'empatia e il dispiacere di non avere quel confronto che solo qui posso avere.
Di cose ne sono successe e ne succedono tante.
La serenità è uno di quei vincoli strani che ti prosciuga la fantasia.
In fondo va bene così.
Che se proprio devo scegliere, preferisco essere serena senza scrivere che essere in ansia e dover far esplodere il mio disappunto tra le  metafore del mio malessere interiore.