Leggere attentamente


ogni riferimento a fatti e persone è puramente casuale, se qualcuno dovesse riconoscersi in tilla papilla bullo ti sbullo o sullo catullo o, riconoscere qualcun'altro, probabilmente è affetto da una forma degenerativa della coscienza, malattia che ancora non ha nome e chissà se mai lo avrà, e semmai dovesse averlo si correrebbe il rischio che qualcun'altro potrebbe riconoscersi nel nome di quella malattia, comunque, ritornando a questa forma degenerativa si consiglia agli affetti da tal malanno una buona dose di cazzi propri, da farsi naturalmente

venerdì 29 giugno 2012

Sentimiento Nuevo


Non è l'amore che muove il mondo.
Se così fosse sarebbe un bel mondo pieno di felicità.
Diciamo che muove bene la nostra vita mentre lo viviamo.
Ecco, diciamo così!



(sentimiento nuevo - franco battiato)

giovedì 28 giugno 2012

Hai delle isole negli occhi

Milk ha un blog delizioso.
Sconsigliato ad omofobi, intolleranti e moralisti.
Lui ha questa  capacità di vivere con estrema semplicità le occasioni, gli incontri, la sua sessualità, tale da renderlo invidiabile.
E dentro ogni storia che racconta, nonostante la crudezza di certe immagini che si materializzano nella mente di chi legge, c'è sempre quello strascico di tenerezza che raccogli e che t'invita a riflettere.
Sarebbe bello fosse così a prescindere dal proprio sesso, senza moralismi e inibizioni, in piena libertà di dare e ricevere.
Noi donne, a causa di un sacco di retaggi culturali, siamo rinchiuse dentro all'etichetta secondo la quale se la dai a chi ti pare sei solo una troia e non una che vive la sua sessualità in maniera dinamica. 
Ci hanno provato in tanti a cercare di spezzare gli schemi che incatenano in un ruolo, ma alla fine, tutto sembra ripetersi senza evolversi.
E questo vale per tutti quei circuiti dentro i quali si viene inseriti, nonostante, nella realtà dei fatti, si appartenga alla stessa razza, quella umana.
Probabilmente, la peggiore.


(hai delle isole negli occhi -  tiziano ferro)

mercoledì 27 giugno 2012

Rumor has it

Non mi piace essere invadente o inopportuna, che se solo ascoltassi l'istinto mi proietterei dentro le cose con compulsiva dipendenza.
Invece lascio correre, lascio che sia.
Misuro le persone per quello che mi danno, per quello che dimostrano.
Che di far chiacchiere, siamo tutti capaci.

(rumor has it - adele)

martedì 26 giugno 2012

I know you want me

Confrontarmi con persone che si nascondono dietro l'anonimato al solo scopo di criticare, mi ha sempre fatta sorridere.
A prescindere da possibili rancori che possano celarsi, questo tipo di provocazione mi è sempre parsa inutile.
Le critiche sono assolutamente ben accette se sono costruttive.
Ma le persone che addirittura pretendono di arrivare a psicanalizzarti la vita tirando le somme dei tuoi processi mentali svolti con l'unica speranza di riuscire a ferirti, beh trovo siano assolutamente instabili.
Quindi, dal momento che non hai avuto l'accortezza di prenderti la responsabilità delle tue parole, vediamo cosa suscita renderti protagonista.
 
Un post di rara bruttezza, indice di un serio problema di natura psicosessuale nell'autrice del medesimo.



  1. Il fatto che tu perda il tuo tempo a leggerlo e commentarlo indica che anche la tua normalità sia compromessa!
    Troppo facile nascondersi dietro l'anonimato per stabilire i miei problemi psicosessuali.
    Io sono disposta anche a parlarne.
    E tu?

lunedì 25 giugno 2012

Io vivrò senza te

Sabato qualcuno si sposerà.
Due persone alle quali ho voluto un bene immenso e che proporzionalmente mi hanno delusa.
Ho riflettuto molto se far loro gli auguri dimenticando il passato.
In fondo tutto quello che hanno fatto è stato in nome di quell'amore che hanno scoperto corrispondersi.
Ma è abbastanza per giustificare dosi di cattiveria gratuita prodotta da sano egoismo?
Non lo so o forse non sono capace di eccessi di bontà.
Non che a loro possa importare.
Loro continuano a nutrirsi di quell'amore come due adolescenti.
E credo che gli sia più che sufficiente per non porsi altre domande.
E' che non riesco a dimenticare chi ha fatto parte della mia vita, anche solo in piccolissime percentuali.
Quindi ho deciso di rimanere indifferente, non augurando loro bene o male.
Ognuno viva la sua vita come meglio crede.
In fondo non è altro che una ruota che gira.

venerdì 22 giugno 2012

Remedios

C'è una cosa che una madre non dovrebbe fare mai, oppure fare ma non farsi scoprire, ovvero leggere diari e lettere inviate o ricevute, dei figli.
Mia madre mancò a questa piccola regola fondamentale e si dilettò a scorrere una missiva di un amico, il quale si preoccupava di segnalarmi che i miei comportamenti davano luogo a critiche pesanti dei benpensanti.
Ero, sono e sarò sempre, una persona cordiale, vittima spesso di fraintendimenti.
Lo sapevo lo so e lo saprò, ma questo non influenza minimamente il mio modo di relazionarmi.
Chiaramente la mamma mi affrontò a muso duro e per quanto potessi rassicurarla, il giudizio che pendeva sulla mia testa, era lì a fare da cornice al mio nome.
Non sono stata una fanciulla precoce e la prima volta in cui la diedi ero un'adolescente attempata.
Ma i delatori vedevano quello che volevano vedere e giudicavano con la forza della loro apparente rettitudine.
Ma non mi sono mai preoccupata, non foss'altro perchè il mio principio è sempre partito da un solido presupposto secondo il quale non è importante quello che gli altri pensano di te, ma quello che tu pensi di te stessa.
Che non è altro che un modo sano, per sbattersene il cazzo dei giudizi degli altri.

(remedios - gabriella ferri)

mercoledì 20 giugno 2012

Tu mi porti su

Ti ho conosciuto quando avevo smesso di cercarti.
Mi avevi soffocata di parole e mi salvasti con la respirazione bocca a bocca.
Incollati come cozza e scoglio c'innamorammo con data di scadenza.
Ti avrei voluto anche se fossi stato uno dei nani di Biancaneve.
Poi mi dicesti addio e nonostante non volessi partire, me ne andai.
Il tuo abbandono mi lacerò il cuore.
Decisi di gettare la parte inutile lungo l'autostrada.
Ma quel pezzo, testardo, ritrovò la strada di casa.
Riunii le parti ma il disequilibrio si fece evidente.
Ti manteneva in vita invece di uccidere il ricordo.
Così quando palpita al di la di ogni ragionevolezza e limite, capisco che ancora si emoziona per te.
Mentre io penso a quanto sia coglione a rimanere laddove morì la speranza.
Chissà, magari ne sa più di me, che ragiono con la testa.
E poi ci penso e capisco che posso restare in vita senza mente, ma senza cuore posso solo morire.

(tu mi porti su - giorgia)



martedì 19 giugno 2012

Prospettiva Nevski

Accovacciata sull'orlo della tazza si ritrovò a pensare a quante cose potesse fare con la figa.
Non con un punto preciso, ma con la sua interezza.
Quella che sembrava essere una menomazione rispetto a quanto posseduto dall'uomo, era in realtà un mondo affascinante e pieno di prospettive.
Ci poteva pisciare o trombare o fare figli.
Perfino allenare i muscoli li intorno.
Quella piccola parte di sè, racchiudeva una meraviglia ardita ed importante.
L'aveva spesso sottovalutata, a volte odiata per quel senso d'inferiorità che avvertiva.
Il solo fatto di dover essere posseduta la rendeva insicura.
Ma allargando gli orizzonti, quel contenitore di cazzi, urina e feti, risplendeva di rinnovata bellezza.
Ed alla fine, dovette convenire quanto più facile fosse racchiuderla in pochi centimetri di stoffa.
Cosa impossibile per un uomo.
Fiera e tronfia di cotanta incredibile, raggiunta consapevolezza, tirò lo sciacquone e andò.

lunedì 18 giugno 2012

Vento nel vento

Nonostante la lieta convivenza con le mie imperfezioni, rotolo lungo percorsi in salita.
Eppure resto fedele alla coerenza.
Più spesso inutilmente.
Smentita dalle parole degli altri, cerco rifugio nelle certezze che ho costruito.
E sotto le macerie, giaccio.

(vento nel vento - lucio battisti)

venerdì 15 giugno 2012

Balliamo sul mondo


Vorrei che il mondo ricominciasse ad avere i colori e i suoni che aveva un tempo, vorrei che vivere non fosse solo un dovere verso tutti, ma che qualche diritto potesse compensare alcune manchevolezze che non riesco più a sopportare.
Ed inventarsi un modo per dire no a certe situazioni che sono macigni per il cuore e per l’anima.

Vorrei vagare tranquilla, senza pensieri, senza pudori.
Vorrei che le utopie non fossero tali e i sogni e le speranze potessero trovare un riscontro oggettivo nel tempo.
Sebbene il tempo sia diventato ipotesi.
Mi sembra di ruzzolare dentro una scarpata, giù, verso il centro della terra.
Mentre vorrei solo volare. 

mercoledì 13 giugno 2012

Someone like you

Odoacre era stato un bellissimo ragazzo  e si era trasformato in un bellissimo uomo.
Scopava in maniera proporzionale alla sua bellezza.
Spesso non doveva neppure chiedere.
Non dispensò sentimenti, forse perchè forte della sua prepotente mascolinità, non  sentiva il bisogno di manifestarli o proporli.
Un giorno entrò nella sua vita Teodolinda e, come il vento, lo avvolse trascinandolo in una girandola di sensazioni e sentimenti che mai aveva provato.
Era la sua compagna per la vita e lo sapeva.
Si sposarono in età troppo matura per poter condividere dei figli, ma gli anni che vissero in simbiotica unione, furono i più belli per entrambi.
Lei non gli chiese mai, neppure una volta, se e quanto l'amasse, perchè trovava quell'amore nelle piccole cose, in uno sguardo o in una carezza.
E a lei bastava.
Un giorno, uno di quelli brutti, lei si ammalò.
Lui l'accompagnò lungo quel percorso di sofferenza.
Mentre la vide spegnersi, le sussurrò con la forza della disperazione, di perdonarlo se non era mai riuscito a dirle quanto l'amasse.
Ma lei, con la dolcezza che sempre le era appartenuta, lo guardò e gli disse che lo sapeva ma che se era al suono di quella frase tipica che si stava riferendo, l'avrebbe detta il giorno in cui si sarebbe sentito pronto.
Rimase solo.
Per non cadere in una disperazione profonda, decise di condividere un rifugio per anziani, con i quali passare le giornate scambiandosi racconti e saggezze.
Dopo molti anni, una notte in cui dormiva, Teodolinda gli comparve in sogno.
"Amore mio, ti amo" le disse
"Tesoro, sono venuta a prenderti. Ora sei pronto per me"
Se alzi lo sguardo puoi vedere il loro amore continuare tra le stelle e le nuvole.

lunedì 11 giugno 2012

Jai Ho

La violenza non è radicata nella cultura di un solo popolo.
E' insita nelle persone, di qualunque nazionalità facciano parte.
Circola un articolo con tanto di video nel quale si vede un uomo che, mentre sta cantando, viene interrotto da una donna.
Per tutta risposta lui si alza e la prende a calci e pugni.
Nell'articolo e pare anche nel video, viene indicata  l'origine dei soggetti affinchè se ne possano determinare le usanze, come fossero un fatto oggettivo.
Da qui i commenti  che fanno di quella cultura il fascio di ogni erba.
Ma chi ha commentato, la conosce davvero?
Conosce i suoi meccanismi, le sure del corano?
Ha mai vissuto in mezzo a loro?
Ha conosciuto o almeno si è confrontato con qualcuno che avesse quella cultura?
Questo non  è altro che un episodio che si sarebbe potuto verificare ovunque ci fosse un uomo violento e una donna succube.
Ma è sempre tanto più facile giudicare qualcosa di così diverso e prenderne le distanze.
Ci fa sentire nobili e altissimi.
Ci distoglie da tutti quegli uomini italiani, che abitualmente picchiano, maltrattano, uccidono la propria compagna.
E senza neppure avere la scusa di doversi integrare in una cultura che non gli appartiene.
L'odio e la violenza non hanno nazionalità, sono cittadini del mondo.

domenica 10 giugno 2012

Fly away

Io sono consapevole che i nostri limiti siamo noi stessi a porceli.
Se solo provassimo a metterci un po' di elasticità mentale, a sfidare le paure a cercare di sfondare quel muro che ci ostruisce la strada, sarebbe un successo.
Ma spesso non succede.
Non per mancanza di volontà ma per la semplicità che implica non cambiare, per pigrizia.
Tra tutti i miei ostacoli, c'è quello di volare.
Con un mezzo intendo, che con la fantasia è tutto facile ed immediato.
Nonostante abbia preso millemila aerei e abbia fatto avanti e indietro consumando cieli stranieri, improvvisamente ho smesso.
Devo aver rimosso l'occasione che mi ha portata così lontano da tutto, e non so spiegarmi per quale motivo anche solo pensare di salire su un aereo mi crea un panico da crisi.
Tant'è che spesso, i miei incubi mi portano a bordo di un 747, ma invece di volare sopra le nuvole e farmi assaporare la visione della morbidezza, viaggia a 30 centimetri da terra, seguendo strade, dossi, curve.
Una macchina di 179000 chili che si ferma ai semafori e con le ali lambisce portoni e alberi.
Lo so, perdo un sacco d'occasioni e forse ci dovrei riprovare, farmi forza e fare un tentativo.
Il mio timore è quello di combinare un casino ed essere interdetta dal solo avvicinarmi a qualsiasi aeroporto.
E' solo un alibi, ma grazie a quello riesco a sentirmi meno stupida.

(fly away - lenny kravitz)

giovedì 7 giugno 2012

Sign your name

Mononeurone è sotto pressione e quando è stressato si rifiuta sistematicamente di collaborare.
Per non sovraccaricarlo mi rivolgo a voi.
Orbene, cominciano a scarseggiare i nomi assurdi e/o genericamente poco usati da utilizzare nei postssss con il tag "lettere".
Quelli già usati sono:




GASPARE/ROLANDA
CAROLA/AGOSTINA
CORNELIA/ARNOLDO
TARSILIA/ALCINA
LUCA/ERENTRUDE
ESCULAPIO/IGNAZIA
TESEO/PORZIA
JONATHAN/SAMANTHA
GIOCONDO/ALBERTA
GIUDITTA/RACHELE
MELCHIORRE/WANDA
ILDEBRANDO/ROSALINDA
MARCANTONIO/ANGELICA
BATTISTA/MARCELLA
AUGUSTO/LETIZIA
ERNESTO/ADELE

Fuori concorso e prossimi al loro utilizzo ODOACRE/TEODOLINDA suggeriti da Giuseppe.
Possono essere un nome maschile e uno femminile, due maschili o due femminili.
Le accoppiate più assurde saranno sottoposte a votazione democratica.

Chi gioca?


mercoledì 6 giugno 2012

Acquarello

Il regno della superficialità è quello che rende maggiormente.
Puoi spremerti le meningi, fruire al meglio di Mononeurone, cercare di argomentare, parlare di tutto, ma alla fine devi rendere conto alla vacuità.
In effetti è più facile interloquire su delle minchiate assolute, si evitano forti contraddittori, non si deve perdere tempo a pensare.
Si/no/forse.
Insomma hai sempre il 33% di essere d'accordo, in disaccordo o  diretto potenzialmente verso uno dei due.
Uno dei modi più semplici per dire tutto senza dire mai davvero un cazzo.


lunedì 4 giugno 2012

Sincerità

Caro Gaspare,
hai ragione a pensare che non sia stata del tutto onesta, ma sappi che mi disturba ledere la sensibilità altrui.
Pertanto, quando hai cercato di baciarmi, approfittando di quello che pensavo essere un amichevole abbraccio, il fatto che abbia declinato quell'aspetto così confidenziale come un intreccio di lingue e batteri, avrebbe dovuto farti riflettere e non farti diventare insistente alquanto.
Che se non avessi avuto questa indisposizione a ferirti,  avrei potuto dichiararti apertamente quanto quell'attimo di unione tra le nostre labbra, sia rimasto indifferente all'emozione.
E non perchè sia rivestita dal ghiaccio di un cinismo sommerso che prende il largo tra la coscienza e la ragione, semmai perchè non sei riuscito a smuovere un bel niente, neppure uno dei pochi ormoni rimasti a farmi compagnia.
Questo avrei dovuto dirti, mentre offeso, cercavi di convincermi di quanto potesse essere importante quel momento che avevi deciso e premeditato ma che non  ha ottenuto riscontro alcuno.
Ho lenito quel diniego spalmandoti parole di circostanza.
Le solite, quelle delle canzoni, delle commedie, quelle che vincono sempre.
Le frasi fatte salvifiche.
Quelle a cui hai creduto.
O hai solo fatto finta.
Chissà.
Ma non importa, se son bastate a farti capire quello che c'era da capire e non.

Rolanda