Vorrei che il mondo ricominciasse ad avere i colori e i
suoni che aveva un tempo, vorrei che vivere non fosse solo un dovere verso
tutti, ma che qualche diritto potesse compensare alcune manchevolezze che non
riesco più a sopportare.
Ed inventarsi un modo per dire no a certe situazioni che sono macigni per il
cuore e per l’anima.
Vorrei vagare tranquilla, senza pensieri, senza pudori.
Vorrei che le utopie non fossero tali e i sogni e le
speranze potessero trovare un riscontro oggettivo nel tempo.
Sebbene il tempo sia diventato ipotesi.
Mi sembra di ruzzolare dentro una scarpata, giù, verso il
centro della terra.
Mentre vorrei solo volare.
Sono banale, lo so, ma "sento" perfettamente ciò che scrivi.
RispondiEliminaNon sei affatto banale, credimi.
EliminaSbatti forte le braccia, tanto ormai, se stai cadendo, la cosa migliore che puoi fare e provare a risalire su con ogni mezzo. Chissà che non si compia il miracolo.
RispondiEliminaDici che c'è qualche probabilità di riuscire a stare in aria?
EliminaTentar non nuoce...
a volte cerco di illudermi dicendo che sono i miei occhi che iniziano a vedere scolorito, sbiadito, cercando quindi una scusa ma poi...
RispondiEliminaIo ormai lo so che non è quel velo davanti agli occhi ma qualcosa in più...
Eliminaio continuo a sperare...
EliminaEh ma allora decidiamoci! Vuoi volare o non vuoi volare? ;) Ed, in conclusione, com'ebbi a scriverti, tu sei il vento. Manco devi chiedertelo se vuoi volare. E' il tuo lavoro! Ma dipende quasi tutto da te. You know?
RispondiEliminaChe fai?
EliminaProvochi?
eheheh
Me li ricordo i colori e i suoni del mondo di un tempo, almeno quelli che ho conosciuto. E mi piacerebbe che non fossero ridotti a semplici ricordi, così come mi piacerebbe che sogni e speranze non si riducessero all'ennesimo "quando meno te l'aspetti" al quale non ho mai creduto (ma occhio che il mondo di "oggi" con il suo riduttivo individualismo di merda ci considera come unici responsabili della mancata realizzazione di sogni e speranze, colpe o meriti rischiano di essere sempre e solo nostri come se non esistesse mai nessun altro/a con le cui scelte non si sia costretti ad aver a che fare)...alla fine il cammino diventa pesante -non lo immagino, lo so- e ti accorgi di non poter volare con una sola ala (immagine che mi è sempre piaciuta perchè si adatta a tutto quello che può dare colore, suono e sapore a una cazzo di vita che sia degna di chiamarsi tale) quindi continui a camminare, anche se sai che non è proprio la stessa cosa...
RispondiEliminaMi sono rotta il cazzo (francesismo per il quale l'unione scaricatori di porto riuniti mi hanno più volte premiata!) di nuotare sempre controcorrente.
EliminaVorrei finalmente poter arrivare a dire o fare cose che mi facciano star bene.
Ma non voglio fare la vittima di me stessa e forse è vero che dovrei contribuire.
Ma quando è impossibile dire no, in certe situazioni, in certi luoghi, davvero non so più che fare.
E' un po' il vecchio "o mangi sta minestra, o salti la finestra".
Ecco quella minestra mi fa schifo ma la finestra è il nulla.
Allora mangio quel cucchiaino di merda e tengo duro.
Dici semplicemente le cose come stanno e non c'è proprio niente di vittimistico in questo (sarò un pessimo psicologo -e chi se ne frega- ma ti ripeto di non autoaccusarti)...il problema è che quando si cerca di contribuire qualche volta ci vorrebbe anche chi lo apprezza a dovere il tuo benedetto contributo, che a "dare" e basta alla lunga non si ricava assolutamente un cazzo (perdonnez-moi, Amour ;) )...
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