Leggere attentamente


ogni riferimento a fatti e persone è puramente casuale, se qualcuno dovesse riconoscersi in tilla papilla bullo ti sbullo o sullo catullo o, riconoscere qualcun'altro, probabilmente è affetto da una forma degenerativa della coscienza, malattia che ancora non ha nome e chissà se mai lo avrà, e semmai dovesse averlo si correrebbe il rischio che qualcun'altro potrebbe riconoscersi nel nome di quella malattia, comunque, ritornando a questa forma degenerativa si consiglia agli affetti da tal malanno una buona dose di cazzi propri, da farsi naturalmente

venerdì 29 ottobre 2010

Pensiero


Ho la mente vuota.
Il nulla rimbalza tra le pareti del cervello come una pallina in un campo da squash.
A Mononeurone piace giocare.
A volte si sfida.
La cosa divertente è che quando perde potrebbe anche incazzarsi.
Ma non succede mai.
Quando andavo a scuola anch'io mi mettevo alla prova.
Ogni giorno dovevo impiegare meno secondi possibili per mettermi le mutande.
Con un duro allenamento sono arrivata ad un secondo scarso.
Avrei battuto ogni record non mettendole affatto, ma mi ha sempre dato un senso di protezione sentirle addosso.
Se ripenso a quelle che mi comprava mia mamma quando ero bambina, mi coglie un senso di panico e tenerezza.
Ascellari direi, con le righe bianche su un fondo bianco.
Nel tempo non è che siano cambiate più di tanto.
Non mi sono mai interessati i pizzi e i merletti.
La mia sensualità è pari alla mia soglia del dolore che è pari a zero e anche meno.
Ho imparato a stare in silenzio quando soffro, quando mi scarnifico la coscia destra, quando esagero a mangiarmi l'unghia del mignolo.
Stoica.
A volte meravigliata da quanto riesco a fare.
Più volte, da tutto quello che non riesco a dire.


mercoledì 27 ottobre 2010

Oye como va


Che già ti tocca lottare con le sporgenze da bibendum che ti ritrovi sul perimetro dei fianchi.
Stile salvagente per intenderci.
Che già pensi che sei alla soglia dei tuoi primi 46, mancano 2 mesi, ma meglio mettere le mani avanti, e che ben presto sarai raggiunta dalla tua prima ed ultima menopausa e dovrai lottare contro il peso, contro i calori improvvisi, contro le crisi isteriche, le varie e le eventuali.
Se a tutto questo aggiungi una madre che ti guarda e dice:
"Ti stanno cadendo le tette! Maaaaa sei senza reggiseno???"
Ecco che davvero tutte le tue certezze, crollano miseramente!

martedì 26 ottobre 2010

Close to me


Mentre altro t'illumina nulla t'infastidisce, neppure le piccole cose.
Quando c'è il buio intorno a te, cominci a vedere tutto quello che avevi trascurato e anche di più.
E raccolgo i pezzi, li raccolgo e tracimo, ed esondo dalle percezioni lasciandomi incarognire dalle cose che continuano a cadermi addosso come fango fino a soffocarmi, dalle domande che mi colgono impreparata, o dal fastidio che reco o dalle parole vittime di se stesse e delle plausibili ambizioni di esplosione in minuscoli pezzi.

domenica 24 ottobre 2010

Domenica bestiale


"Facciamo una gita?"
"Si dai, potremmo andare ad Avetrana"
"Fico! Io ci sono già stata due volte ma ci ritorno volentieri, così ti faccio vedere le case, i cancelli, i vigneti e il luogo del riposo eterno"
"Dai!!! Che sensazione hai provato?"
"Minchia, un brivido. Piango tutte le volte. Poi potrebbe essere che t'intervistano pure. Ci pensi? Ci potremmo vedere in tivvù. Non puoi capire se non ci vai"
"Allora preparati che ti ci porto e se è il caso ci torniamo pure la prossima settimana"

sabato 23 ottobre 2010

These things take time


In questi giorni sono stata presa da un problema verificatosi nella piattaforma sulla quale aveva sede il mio primo blog.
In breve, senza preavviso e in maniera piuttosto arrogante, è stato inserito in tutti i blog la manina del "mi piace" per la condivisione dei post su faccialibro, rendendo i proprietari di fatto vulnerabili e impossibilitati a scrivere in maniera completamente anonima.
A niente sono servite le proteste, o la ricerca di un confronto civile.
Le loro risposte, quando non vi è censura di commenti, sono standard e, dichiararsi in aperto dissenso, da luogo a frasi fatte e supponenti.
T'illustrano spiegazioni incongruenti e ti trattano come dei sonori deficienti che non capiscono una beata mazza.
Il fine è che se non ti piace l'innovazione della minchia che ti sottopongono di default, puoi anche levare le tende.
Ho quindi provveduto a recuperare e salvare tutti i post e a cercare di cancellare il blog.
Sono 3 giorni che i tentativi di sparire da quella piattaforma, vengono vanificati dall'impossibilità di togliere ogni traccia di me.
Parlano di problemi tecnici, temo invero che sia frutto di una politica scorretta, un modo per salvaguardarsi dall'emoraggia di bloggher che stanno migrando altrove.
In fondo un blog vuoto di contenuti ma aperto, è pur sempre un blog in più.
Non sono servite mail, non sono serviti messaggi, con loro è fiato sprecato.
Non so quanto tutto questo sia legale, ma me ne accerterò.
Perchè alla fine, a parte la questione di principio, viene lesa la mia libertà di decidere di chiudere uno spazio.
Insomma è come se avessi affittato una casa, volessi andare via e il proprietario non me lo permettesse chiudendomi dentro.
Loro ancora non lo sanno, ma io sono claustrofobica e se mi sento prigioniera divento una iena.
Solo che non rido!

giovedì 21 ottobre 2010

Che cos'è l'amor


- tu lo sai cos’è l’amore?

La more?

- No… non la more…l’amore

Aahhh lamo re

- Insomma lo sai o no?

Io? Cosa dovrei sapere? L’amore non si sa….


(che cos'è l'amor - vinicio capossela)

mercoledì 20 ottobre 2010

La terra dei cachi


25/02/2005 - Francia: ll ministro dell'economia, delle finanze e dell'industria francese Hervé Gaymard presenta le sue dimissioni dopo che il settimanale satirico francese "Canard enchainé" ha rivelato che lo Stato pagava 14 mila euro al mese per concedergli gratis un appartamento di 600 metri quadri nei pressi degli Champs-Elysées. "Ho deciso di presentare al primo ministro la dimissione da ministro dell'economia, delle finanze e dell'industria" dice il ministro "perché riconosco di aver commesso errori di giudizio".

15/10/2006 - Svezia: Nel giro di tre giorni si sono dimessi due ministri. L'ultimo in ordine di tempo è stato il responsabile della Cultura, Cecilia Stego Chilo. Le sue dimissioni sono arrivate dopo che la stampa svedese aveva rivelato che il ministro non pagava da 16 anni il canone televisivo e retribuiva in nero la tata dei suoi figli. La settimana precedente anche il ministro del Commercio, Maria Borelius, aveva presentato le proprie dimissioni per le stesse ragioni.

24/01/2008 - Gran Bretagna: rassegna le dimissioni il ministro del Lavoro britannico Peter Hain in seguito alla mancata dichiarazione di 103mila sterline in donazioni ricevute durante la campagna elettorale per diventare vice segretario del partito laburista nel 2007.

10/10/2008 - Perù: Il presidente peruviano Alan Garcia ha accettato le dimissioni del premier Jorge del Castillo in seguito allo scandalo scoppiato dopo la pubblicazione di alcune intercettazioni telefoniche legate alla concessione di cinque zone di prospezione petrolifera alla compagnia norvegese Discover Petroleum. Di fronte all'evidente caso di corruzione, si erano gia' dimessi il ministro dell'Energia, Juan Valdivia e il presidente di Petro-Peru, Cesar Gutierrez, mentre il governo ha destituito dall'incarico uno dei direttori dell'impresa statale filiale.

23/10/2008 - Grecia: Il portavoce del governo greco Teodoro Roussopoulos si e' dimesso a seguito della creazione di una commissione d'inchiesta parlamentare sullo scandalo immobiliare che coinvolgerebbe monaci del Monte Athos e esponenti della maggioranza tra cui Roussopoulos, accusato dall'opposizione di essere 'l'istigatore morale'. Il portavoce nega qualsiasi addebito ma lascia l'incarico per non pesare sull'attivita' del governo.

19/10/2010 - Italia: viene approvato l'emendamento al lodo Alfano "i processi nei confronti del presidente della Repubblica o del presidente del Consiglio, anche relativi a fatti antecedenti l'assunzione della carica, possono essere sospesi con deliberazione parlamentare".

martedì 19 ottobre 2010

Singing in the rain


Le piaceva cantare.
Ovunque andasse, qualunque cosa facesse, cantava.
Non aveva un genere preferito.
Le bastava lanciare ogni tipo di gorgheggio e si sentiva felice.
Anche per comunicare usava il canto che determinava a secondo dell'occasione.
Lirica, rock and roll, canzoni popolari, non si poneva limiti.
Era un karaoke vivente, un juke box ambulante.
Anche quella volta che le scappò la pipì, si sedette sul gabinetto e svuotò la vescica intonando un do di petto.

domenica 17 ottobre 2010

Karma chameleon


Che poi, se tutto è legato da causa ed effetto, gli avvenimenti ti portano ad avere una sorta di razionalizzazione tale che giustificare una preoccupazione che diventa una sonora rottura di coglioni, è un attimo.
Pertanto, mentre mi dirigevo con la sedicenne pargola verso il pronto soccorso, già consapevole di dover perdere l'intero pomeriggio magari a causa di una cazzata, ero pronta e attenta a percepire l'insieme più o meno prevedibile delle umane cose.
L'esordio è già di per sè, tutto un programma.
Mentre ci accolgono al triage, l'operatrice ci racconta un po' di cazzi e scazzi avvenuti durante il suo turno.

Ma questo già lo so, ogni volta che arrivo da qualche parte, estranei di ogni genere, amano raccontarsi a me, quindi non è motivo di stupore.
Passi l'attesa di due ore nello spazio caffèacquamonetinarestograzie.
Ci chiamano.

Accertato che nulla di grave avesse coinvolto s.p., decidono di farle una flebo.

Prassi ospedaliera, immagino.
Ci mettiamo sedute e cerchiamo d'ingannare l'attesa.

La maggior parte della gente che arriva ha problemi psichiatrici.
Una tizia, stesa su un lettino e parcheggiata di fianco a noi, ha il polso fasciato e piange e cerca il nostro sguardo.

Ha bisogno di raccontarsi, di giustificarsi con noi, perchè lei non l'aveva mai fatto, ci dice, ma è depressa, è sola, senza nessuno che l'aiuti e ora, invece sono tutti preoccupati.
Mi scappa di dirle che la preoccupazione degli altri è solo senso di colpa e che farsi del male non è mai una soluzione.
E, mentre lo dico penso che dovrei farmi i cazzi miei, che non sono nessuno per poter fare certe affermazioni.
Ma lei mi sorride e mi dice, hai ragione non lo farò mai più.
E io mi sento una merda perchè se sei depressa ci proverai ancora e io magari ho rovinato anni di terapia alla quale sei sottoposta e penso che sono una cazzona.
Un ragazzo arriva scortato dai carabinieri.
Un repeter suppongo, dal momento che tutti lo chiamavano per nome.
Ti danno una pastiglia per tranquillizzarti e poi starai meglio e potrai andare a casa, gli dicono mentre lui spaventato come un bimbo blocca la sua entrata con le mani e con i piedi e continua a dire di non aver fatto del male a nessuno.
Una ragazza sul lettino accompagnata dalla mamma.

Non dice nulla, piange soltanto.

L'infermiera comunica che la psichiatra sta arrivando.
La flebo finisce, io e s.p. schizziamo fuori da lì.
Lei mi guarda e mi dice "giurami che sarai sempre felice".
Le rispondo che io sono solo ansiosa, non infelice.
Ma è una promessa che devo e voglio mantenere.
Lo devo a lei, ma lo devo a me e a tutti quelli che stanno male per davvero.

Love and pride


E' così.
Scrivi una cosa e il confronto da luogo ad un altro pensiero.
Evaso mi chiede dove si possa acquistare la bandiera della pace.
E io non so rispondere.
Sarà che pace non ne vedo più tanta in giro, sarà che le nostre missioni si stanno armando e travestendo con le pelli di agnello su un'anima di lupo, sarà che i colori si stanno spegnendo e scolorendo.
Sarà che la pace è diventata un'utopia.
Insomma non so se ancora fabbrichino le bandiere e non so se qualcuno ancora ci creda davvero o se altri ancora la sentano dentro sè.
La pace è un'idea che si sta allontanando sempre di più dal pensiero.

venerdì 15 ottobre 2010

Shut up and drive


Guido tranquillamente quando ad un certo punto un rumore oltremodo fastidioso mi giunge.
Mi fermo, scendo.
"E tu? Che fai sotto la mia macchina?"
"Scusa... tentativo mal riuscito di suicidio"
"Macheccazzo! Daiiiii! Ma proprio sotto la mia macchina?"
"Abbi pazienza, ho scelto la prima che sarebbe passata e avrei rotto ogni indugio"
"Non ci posso credere. Guarda che hai combinato. E manco sei morto. Insomma hai solo fatto un gran casino, a me alla mia patente immacolata, al mio tempo. Pure incastrato!!! Ma come ti è venuto in mente?"
"Hai ragione...avrei dovuto attuare il piano A. Buttarmi da una gru senza elastico avvolto nella bandiera della pace"
"E questo che piano era?"
"Il piano C"
"mmmm..."
"Non ho trovato una gru"
"mmmmm"
"se per questo non ho trovato neanche una bandiera della pace"
"mmmm"
"Il Po era prosciugato...la Dora anche..."
"non potevi tagliarti comodamente le vene a casa?"
"Avrei sporcato ovunque... e poi ho finito le lamette"
"Guarda, mi fai così pena che sei vuoi ti arroto un po' di volte con un paio di marce indietro"
"No, grazie, ormai soffrirei troppo"
"Esci di là e andiamo a berci un caffè. Hai visto mai che te lo macchino con l'acido muriatico!"

mercoledì 13 ottobre 2010

Le cose che abbiamo in comune


Mi piacciono le pallette di cioccolata che si formano nel latte freddo e ti esplodono in bocca.
Mi piace il fondo zuccheroso del caffè quando non lo giro troppo.
Mi piace tagliarmi le unghie dei piedi con le dita delle mani
Mi piace camminare con i calzini.
Mi piace il pigiamone di paille.
Mi piace rubare gli stuzzicadenti nei ristoranti.
Mi piacciono il pesce e la carne crudi.
Mi piace giocare a virtua tennis e ai sim.
Mi piace scrivere e leggere.
Mi piace la connessione wireless.
Mi piace dormire sotto il piumone.
Mi piacciono i fatti.
Non mi piace il suono della sveglia.
Non mi piace la violenza verbale o psicologica o fisica.
Non mi piacciono i piccioni quando mi cagano in testa.
Non mi piace essere in ritardo.
Non mi piace il minestrone neppure passato.
Non mi piacciono le ipotesi.



martedì 12 ottobre 2010

Shock the monkey


Via libera al virus della violenza.
Un tassista viene ridotto in coma a suon di cazzotti per aver involontariamente investito e ucciso un cane.
Ad una donna succede altrettanto per una lite scoppiata a causa di un biglietto della metro.
Qualche tempo fa un tizio, esce di casa e ammazza di botte la prima persona che gli capita a tiro.
Botte, cazzotti, coma, morte.
La gente ha smesso di parlare, la gente urla, picchia, uccide per cose banali.
Come se tutto fosse normale, un'ovvia conseguenza di azioni che non sono piaciute al potenziale aggressore.
Cosa succede?
Perchè succede?
E' troppo facile affermare che ci sia della follia nella mente di questi personaggi, c'è una rabbia repressa che esplode con una facilità inaudita e che viene scaricata contro persone inermi alla minima provocazione plausibile.
Perchè a parte il tizio che sceso di casa ha massacrato una povera donna senza che ci fosse una motivazione apparente, gli altri hanno avuto bisogno di fingere di avere una giustificazione, un avvenimento che li abbia resi propensi a scagliare tutta questa rabbia nascosta contro qualcuno che abbia dato loro il minimo appiglio.
Rabbia e violenza contro persone deboli.
Come quando gli animali lottano per la supremazia del territorio; è il loro istinto, è la loro natura.
Noi e il nostro pollice opponibile, esseri razionali, esseri pensanti, stiamo somigliando sempre di più a loro.
Ma siamo peggio, perchè privilegiati da quella ragione che si sta perdendo inesorabilmente verso l'ignoto.

domenica 10 ottobre 2010

How can i tell you


“intrigo e curiosità istigano e solleticano i meandri più reconditi, quelli che teniamo ben sepolti sotto tonnellate di materia grigia pensante... intrigo e curiosità ci rendono vibranti e morbidi al contatto del suono di una voce, al contatto dei pensieri. Spesso si dileguano al contatto della pelle. Peccato.”

L’aspettativa…
Finchè tutto resta avvolto nell’alone del mistero, si ipotizza senza materializzare.
Idealizziamo cercando di dare volti alle ombre, fisici alle parole.
Ma le parole arrivano dal pensiero sono incontri di polveri sottili.
Troppo spesso, quando s’incontrano si disperdono come dune nel vento del deserto.
Perché siamo carne e passione e occhi che desiderano perdersi in altri occhi e godere di ciò che guardano.
Perché siamo materialmente espressivi e sorridenti e cupi.
L’unione dello spirito oltrepassa la misura, dal corpo al cuore è un attimo o un’eternità.

(how can i tell you - cat stevens)

giovedì 7 ottobre 2010

Perdono


Cosa farei ad un fratello che prendesse mia figlia, la uccidesse e non pago approfittasse sessualmente di un corpo ormai freddo?
Lo prenderei e lo taglierei a fette.
Ma non lo ucciderei.
Comincerei dalle dita, via, ad una ad una, prima quelle dei piedi, poi passerei alle mani.
Poi via un pezzo di braccio, un pezzo di gamba, un pezzo di qualcosa al giorno.
Il cazzo, per ultimo.
Poi lo restituirei, monco, giusto la testa di minchia gli lascerei e il busto, non per potermi illudere che una merda del genere possa pensare al male che ha fatto, ma perchè possa guardarsi, evirato e distrutto.
A quelli che venissero a chiedermi di perdonare, sputerei direttamente in un occhio e agli altri che mi accusassero di essere come lui direi che non capiscono niente e che è tanto facile fare i moralisti, perbenisti e sa il cazzo cosa, con il dolore degli altri.
Non bisogna fidarsi di nessuno, mai.
La gente non è mai come sembra, ha quella cattiveria malata dentro sè, che la conduce a nuocere.
E non chiamateli bestie, gli animali non pensano, agiscono d'istinto, per difendersi e non per fare del male gratuito.
I mostri, sono tutt'altra specie.

mercoledì 6 ottobre 2010

Polvere


Che mi ricordo di quando ero bambina e mia mamma andava per botteghe a fare la spesa.
Mica allora c'erano i supermegaiper mercati.
C'era il verduriere, il macellaio, il cartolaio.
Ed era bello girarli ad uno ad uno.
Mi ricordo che il fruttivendolo la vedeva arrivare e le offriva il sacchetto di carta e che lei meticolosamente, sceglieva ciò di cui aveva bisogno.
Coglieva come dalla pianta, i pomodori più duri, li tastava con la mano li odorava e compiva la cernita.
E così faceva con le zucchine o i ciuffi di spinaci.
Ogni volta in cui finiva, lui le si rivolgeva chiedendole se volesse degli odori, che per me significava raccogliere dentro ogni sacchetto il profumo di quella frutta o di quella verdura, esaltato come se non bastasse quello prodotto.
E non capivo perchè invece raccogliesse ciuffi di rosmarino, menta e alloro e li allocasse insieme ad altro.
Ma quel gesto cortese che ben si allineava col sorriso e la gentilezza del commerciante, mi bastava perchè tralasciassi ogni curiosità ulteriore.
Me lo ricordo come un tempo antichissimo e, nonostante siano passati appena 35 anni, forse lo è davvero.

martedì 5 ottobre 2010

Via del Campo



Da qualche giorno espelleva dal proprio corpo, missili fotonici al posto di normali stronzi.
Si chiedeva come potesse contenere tutte quelle scorie, in quale posizione si materializzassero.

Se li avesse contenuti in verticale o di sbieco o in orizzontale e se si allineassero appena prima dell'espulsione, come nel parto.
Ricordò le palline di merda prodotte dalle pecore, quando le raccoglieva e ci giocava al posto delle biglie dopo aver creato una pista sulla terra.
Sode e compatte.

L'unico cruccio era non poterle barattare con quei cristalli multicolori che tanto piacevano agli amichetti della sua stancante infanzia.
Una volta espletate le funzioni di svuotamento, restava ad ammirarne le dimensioni e la consistenza, come fosse un'opera d'arte, materializzata da se stesso.
Restava sbalordito dalla capacità di tanta creazione e ogni giorno s'impegnava profondamente affinchè il suo corpo restasse rilassato ed evitasse una contrazione che avrebbe spezzato in mille parti l'unica cosa che gli riusciva bene.
Un riciclo che diventava un prodotto che diventava meraviglia.

(dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fior - Fabrizio De Andrè)

lunedì 4 ottobre 2010

The show must go on


Verrà un giorno in cui guarderò le persone con morbidità d'intenti, avrò smesso di chiedermi tante cose perchè il tempo sarà al limite e dalle soffici rughe lancerò il grido della mia esperienza che magari non servirà a nessuno ma sarà servita a me, per vivere tutto il mio percorso.
Verrà un giorno in cui, se la vita mi darà ogni premio, smetteranno di chiamarmi signora e il mio nome diventerà nonnina e rossori invaderanno la mia pelle avvizzita, e le mani e il corpo seccheranno lentamente, come un ramo abbandonato dal suo albero.
Verrà un giorno in cui sorridendo, vedrò il futuro negli occhi di un bambino e mi commuoverò come mai prima, immaginando tutto quello che non potrò vedere più.
Verrà un giorno in cui le gambe cederanno al lieve respiro del vento capace di scompigliare i resti della folta capigliatura di un tempo, divenuta argentea sotto un colore innaturale che sceglierò tra le infinite nuance e sfumature.
Anche quando quel giorno verrà, ci saranno cose che rimarranno immutate, come il mio nome, che continuerà ad appartenermi, imperituro simbolo della mia ascesa al mondo.
E l'affetto di chi proseguirà, di chi ricorderà, di chi, dopo aver pensato a me, sorriderà alla luna.

venerdì 1 ottobre 2010

Jamming


Nonostante mi dopi prima di dormire, è un periodo in cui riesco anche a sognare.
Ieri notte, per esempio, mi trovavo su una spiaggia bellissima.
Caraibi?
Può essere, potere del sogno che è già in grado di usare il teletrasporto.
L'acqua era calda e bassissima, roba che non riusciva neppure a ricoprirmi pur stando distesa.
Avevo i capelli raccolti in una miriade di treccine ed ero un'assidua frequentatrice di un bar nel quale oltre al caffè, ti servivano un massaggio alla cervicale.
Avete idea della meraviglia che offre tale gemellaggio?
Insomma una sensazione di grata beatitudine.
Tanto che quando è suonata la sveglia non l'ho neppure scaraventata contro il muro.
Per non perdere il gusto di quel benessere effimero, fumo sigarette e ascolto musica reggae.