Che poi, se tutto è legato da causa ed effetto, gli avvenimenti ti portano ad avere una sorta di razionalizzazione tale che giustificare una preoccupazione che diventa una sonora rottura di coglioni, è un attimo.
Pertanto, mentre mi dirigevo con la sedicenne pargola verso il pronto soccorso, già consapevole di dover perdere l'intero pomeriggio magari a causa di una cazzata, ero pronta e attenta a percepire l'insieme più o meno prevedibile delle umane cose.
L'esordio è già di per sè, tutto un programma.
Mentre ci accolgono al triage, l'operatrice ci racconta un po' di cazzi e scazzi avvenuti durante il suo turno.
Ma questo già lo so, ogni volta che arrivo da qualche parte, estranei di ogni genere, amano raccontarsi a me, quindi non è motivo di stupore.
Passi l'attesa di due ore nello spazio caffèacquamonetinarestograzie.
Ci chiamano.
Accertato che nulla di grave avesse coinvolto s.p., decidono di farle una flebo.
Prassi ospedaliera, immagino.
Ci mettiamo sedute e cerchiamo d'ingannare l'attesa.
La maggior parte della gente che arriva ha problemi psichiatrici.
Una tizia, stesa su un lettino e parcheggiata di fianco a noi, ha il polso fasciato e piange e cerca il nostro sguardo.
Ha bisogno di raccontarsi, di giustificarsi con noi, perchè lei non l'aveva mai fatto, ci dice, ma è depressa, è sola, senza nessuno che l'aiuti e ora, invece sono tutti preoccupati.
Mi scappa di dirle che la preoccupazione degli altri è solo senso di colpa e che farsi del male non è mai una soluzione.
E, mentre lo dico penso che dovrei farmi i cazzi miei, che non sono nessuno per poter fare certe affermazioni.
Ma lei mi sorride e mi dice, hai ragione non lo farò mai più.
E io mi sento una merda perchè se sei depressa ci proverai ancora e io magari ho rovinato anni di terapia alla quale sei sottoposta e penso che sono una cazzona.
Un ragazzo arriva scortato dai carabinieri.
Un repeter suppongo, dal momento che tutti lo chiamavano per nome.
Ti danno una pastiglia per tranquillizzarti e poi starai meglio e potrai andare a casa, gli dicono mentre lui spaventato come un bimbo blocca la sua entrata con le mani e con i piedi e continua a dire di non aver fatto del male a nessuno.
Una ragazza sul lettino accompagnata dalla mamma.
Non dice nulla, piange soltanto.
L'infermiera comunica che la psichiatra sta arrivando.
La flebo finisce, io e s.p. schizziamo fuori da lì.
Lei mi guarda e mi dice "giurami che sarai sempre felice".
Le rispondo che io sono solo ansiosa, non infelice.
Ma è una promessa che devo e voglio mantenere.
Lo devo a lei, ma lo devo a me e a tutti quelli che stanno male per davvero.
Pertanto, mentre mi dirigevo con la sedicenne pargola verso il pronto soccorso, già consapevole di dover perdere l'intero pomeriggio magari a causa di una cazzata, ero pronta e attenta a percepire l'insieme più o meno prevedibile delle umane cose.
L'esordio è già di per sè, tutto un programma.
Mentre ci accolgono al triage, l'operatrice ci racconta un po' di cazzi e scazzi avvenuti durante il suo turno.
Ma questo già lo so, ogni volta che arrivo da qualche parte, estranei di ogni genere, amano raccontarsi a me, quindi non è motivo di stupore.
Passi l'attesa di due ore nello spazio caffèacquamonetinarestograzie.
Ci chiamano.
Accertato che nulla di grave avesse coinvolto s.p., decidono di farle una flebo.
Prassi ospedaliera, immagino.
Ci mettiamo sedute e cerchiamo d'ingannare l'attesa.
La maggior parte della gente che arriva ha problemi psichiatrici.
Una tizia, stesa su un lettino e parcheggiata di fianco a noi, ha il polso fasciato e piange e cerca il nostro sguardo.
Ha bisogno di raccontarsi, di giustificarsi con noi, perchè lei non l'aveva mai fatto, ci dice, ma è depressa, è sola, senza nessuno che l'aiuti e ora, invece sono tutti preoccupati.
Mi scappa di dirle che la preoccupazione degli altri è solo senso di colpa e che farsi del male non è mai una soluzione.
E, mentre lo dico penso che dovrei farmi i cazzi miei, che non sono nessuno per poter fare certe affermazioni.
Ma lei mi sorride e mi dice, hai ragione non lo farò mai più.
E io mi sento una merda perchè se sei depressa ci proverai ancora e io magari ho rovinato anni di terapia alla quale sei sottoposta e penso che sono una cazzona.
Un ragazzo arriva scortato dai carabinieri.
Un repeter suppongo, dal momento che tutti lo chiamavano per nome.
Ti danno una pastiglia per tranquillizzarti e poi starai meglio e potrai andare a casa, gli dicono mentre lui spaventato come un bimbo blocca la sua entrata con le mani e con i piedi e continua a dire di non aver fatto del male a nessuno.
Una ragazza sul lettino accompagnata dalla mamma.
Non dice nulla, piange soltanto.
L'infermiera comunica che la psichiatra sta arrivando.
La flebo finisce, io e s.p. schizziamo fuori da lì.
Lei mi guarda e mi dice "giurami che sarai sempre felice".
Le rispondo che io sono solo ansiosa, non infelice.
Ma è una promessa che devo e voglio mantenere.
Lo devo a lei, ma lo devo a me e a tutti quelli che stanno male per davvero.
E' una promessa da marinaio, ma che andava fatta.
RispondiEliminaSpero solo che non ci sia connessione tra s.p, la tua felicinfelicità e la visita imprevista al p.s.
E sono contento di avervi mandato in farmacia.
...lo dico sempre che un giro per certe corsie d'ospedale dovrebbe essere obbligatorio, per legge, anche per i "sani" : è meglio di qualunque profilassi, di qualunque vaccinazione, di qualunque farmaco da banco o prescrizione con foglietto rosa...mica per altro, ma per imparare a misurare meglio la nostra fortuna. La propria infelicità non può essere in ogni caso curata in un pronto soccorso, ma lì a volte può capitare di capirne il vero peso paragonandola alla infelicità altrui.
RispondiEliminaNon sei una cazzona, l'hai fatta sorridere, non è poco.
RispondiEliminaGiro per i Blog e tutti sono tristi,melanconici,depressi.......animo ragazze,daccordo che e' lunedi...........
RispondiEliminasai donare sorrisi... non è da tutti !!
RispondiEliminama va...magari anni di terapia...mica annullati da una tua frase!! ma come puoi pensarlo. se le hai detto una cosa sensata ci penserà, forse, oppure la archivierà come tutte le cose sensate che le sono state dette a oggi. senza costrutto.
RispondiEliminaah si si, la psichiatria va forte in P.S. veramente forte e c'è da divertirsi sempre. diciamo così.
posso farmi io una bella dose di cazzi tuoi?
se tua figlia ti dice quella frase è perchè quello è ciò che vede. che sei infelice. hai un bel dirle che non è vero...se lo sei lei LO VEDE. i nostri figli ci respirano e non possiamo proprio ingannarli. se sbaglio dimmelo.
baci
Rouge
Macs, in realtà andare in farmacia me lo potevo evitare.
RispondiEliminaNon si prendono alcuna responsabilità e ti avvertono che loro non possono venderti nulla di nulla.
Tanto valeva risparmiare quel quarto d'ora e andare direttamente al pronto!
Hai perfettamente ragione Rita.
RispondiEliminaUn giro a prescindere andrebbe fatto.
Ma non è che ti puoi presentare li e dire che sei andata solo per sentirti moralmente meno triste.
Che ti danno un calcio in culo.
E c'hanno pure ragione!
Enzo e il suo giardino, io so di essere una cazzona.
RispondiEliminaMa il suo sorriso mi è piaciuto.
Speriamo che a qualcosa sia servito.
Primo, ma questo non è un post triste...
RispondiEliminaSono momenti veramente trascorsi che, tutto sommato, mi hanno pure rincuorata.
Aitor, mah...
RispondiEliminaNon so..
In realtà sono stata colpita dalla sindrome del gattino bagnato che, come sempre, coabita con me.
In fondo il mio è puro egoismo.
Rouge, meno male.
RispondiEliminaSperavo in un tuo parere professionale.
E' vero, mia figlia vede le difficoltà che sto vivendo, ma come ho detto a lei, io non sono infelice.
Sono ansiosa, piena di problemi reali, ma non infelice.
La sua è stata una frase detta tra il serio e il faceto.
Ho colto le sfumature e mi sono sentita in dovere di tranquillizzarla e tranquillizzarmi.
Besi.
Amour
dispense colme di consigli, le apri quasi distrattamente e strabordano fuori... magari io ti avrei consigliato di andare al pronto soccorso
RispondiEliminaTua figlia ti ha fatto la domanda più bella del mondo...
RispondiEliminagemini, infatti è quello che ho fatto!
RispondiEliminaAvremo mica avuto la stessa idea?
Si, Christian, lo penso anch'io..
RispondiEliminaSe dici un'altra volta che ti senti una merda per aver visto e degnato di cura quelle vene fasciate ti dò un pugno immaginifico :-)
RispondiEliminano no no...solo baci e abbracci!!!
RispondiEliminaGiuro di non dirlo più!
:))