Leggere attentamente


ogni riferimento a fatti e persone è puramente casuale, se qualcuno dovesse riconoscersi in tilla papilla bullo ti sbullo o sullo catullo o, riconoscere qualcun'altro, probabilmente è affetto da una forma degenerativa della coscienza, malattia che ancora non ha nome e chissà se mai lo avrà, e semmai dovesse averlo si correrebbe il rischio che qualcun'altro potrebbe riconoscersi nel nome di quella malattia, comunque, ritornando a questa forma degenerativa si consiglia agli affetti da tal malanno una buona dose di cazzi propri, da farsi naturalmente

mercoledì 31 ottobre 2012

Cemetery Gates

Credo abbiano inventato la festa di domani perchè qualche nome sarà rimasto fuori dal calendario e per non far figure di merda o torti a nessuno hanno pensato di risolverla così.
Quindi auguri a tutti.
Non so in quanti ricorderanno che anche il 2 novembre fino a qualche tempo fa era festivo.
La commemorazione dei defunti, per noialtri la festa dei morti.
Cioè quando parlavi del due Novembre non stavi a chiedere cosa facesse il tuo interlocutore nel giorno della commemorazione dei defunti, semmai gli chiedevi "che fai per i morti?"
E non si voleva intendere per quelli che non ci sono più, ma per te stesso, per occupare e trascorrere  il tempo di quella giornata festiva.
Che festeggiarli mi sembra veramente un paradosso e ricordarli a causa di una data, un tantinello ipocrita.
Chi non c'è più ed ha rappresentato qualcosa nella nostra vita, resta nel nostro ricordo per sempre.
Ma dopodomani, le tombe nei cimiteri, saranno ripulite e i fiori rinsecchiti dal tempo lasceranno il posto a quelli freschi.
E la maggior parte, dovranno aspettare un anno intero perchè qualcuno se ne riprenda cura.
Non che ai trapassati interessi.
Sono in un posto migliore o in nessun posto, comunque lontani dal dolore, dal pianto e dall'ipocrita falsità di chi finge di compiangerli.

(cemetery gates - the smiths)




martedì 30 ottobre 2012

Stairway to heaven

Forse è meglio che spieghi un po' di cose, tipo perchè mai, io donnino di quasi mezz'età, detesti cucinare, visto l'andazzo che ha preso il post precedente.
Nella mia prima vita, quello che era l'allora mio sposo, e dati i fatti ancora mi chiedo per quale motivo siamo giunti a fare quel passo, sentenziava su ogni cosa facessi.
La spesa non la sapevo fare, la casa non la sapevo tenere in ordine, più altre varie ed eventuali sempre precedute dal non.
Nel periodo della maternità, mi vidi costretta a fare la casalinga a tempo pieno e, dovendo occupare appunto tutto il tempo, cercavo di dedicarmi, oltre che alla figlia, a rendere a tutti loro la vita più soave.
Tranne la mia, probabilmente.
Così, armata di libri di cucina, ogni giorno preparavo un piatto diverso o un dolce.
E mi piaceva.
Ma come per tutto il resto, anche il mio modo di cucinare non era all'altezza.
Tutta la mia buona volontà veniva sconfitta da una sentenza a prescindere, il gusto di farmi sentire comunque inferiore, di fatto condizionava la possibilità di continuare ad esprimermi.
Quando decisi che ne avevo avuto abbastanza e lasciai la casa coniugale, lasciai altresì le mie velleità di cuoca, di cameriera, di donna delle pulizie, di geisha, stabilendo che nella mia prossima vita, avrei fatto lo stretto indispensabile, giusto gesti di sopravvivenza.
Ora, ci sono momenti in cui mi piacerebbe riprovare a esprimermi in cucina, ma c'è una forza interiore che me lo impedisce e che nel reale si traduce con la giustificazione che manca la materia prima per l'ottenimento del manufatto.
Chessò, mi prende la voglia di fare una torta, sicuramente manca la farina.
Vorrei fare il polpettone, manca tutto il necessario.
Che, voglio dire, basterebbe comprarlo.
Ma poi, come fare a motivare il fatto di non averlo fatto?



lunedì 29 ottobre 2012

Time warp

In questi giorni d'imballaggio, ho ritrovato cose che neppure ricordavo di avere.
Tipo i pattini in linea o la bicicletta, che sono in bella vista ma sono quelle cose che non uso quasi mai e che hanno accumulato polvere e dimenticanza.
Ho fatto un giro all'eco centro a smaltire 13 anni di telefoni cellulari, 5 o 6 tra elettrodomestici da impasto, minipimer, spremi agrumi, varie ed eventuali.
Che per una che ha smesso di cucinare sono oggetti inutili e ingombranti.
Devo tornare per disfarmi di un paio di monitor, un computer con un sistema operativo così antico che neppure ricordo quale sia, un paio di televisori a tubo catodico.
Non so più quante volte ho avuto a che fare con il raccoglitore della carta, che non sembra, ma quando si scriveva, se ne accumulava molta.
Tra tutto sto macello, ho rinvenuto il biglietto dello spettacolo a cui ho assistito nel 2002, il rocky horror show, senza il picture, che era dal vivo, ovviamente.
Ricordavo di esserci andata molto prima di quella data, ed ho dovuto rileggerla più volte per avere la certezza che fosse quella.
E, nonostante continui a guardarla, continuo a credere che sia sbagliata, perchè sono certa fossi più giovane.
Che pensavo di essere una persona seria a 38 anni, invece me lo ricordo quanto sia stata cazzona quella sera.
Com'è strano il tempo e il ricordo che si ha di certe situazioni e circostanze.
La vera tragedia è che non miglioro neppure con gli anni.

.


venerdì 26 ottobre 2012

A chi mi dice


Ora, mi si dice che la fica (figa, passera, patata) sia di per sè impegnativa.
Che per quanti sforzi mentali possa compiere, se conosci un minimo di anatomia femminile, tutto questo impegno da mettere, io non lo trovo.
E se proprio vogliamo stare a spaccare il capello in 4, io direi che il cazzo (pisello, manico) lo è decisamente di più.
Che puoi essere la regina incontrastata dei pompini, delle seghe, avercela d'oro tempestata di preziosi, ma se il bimbo non diventa adulto in tempi consoni al divenire dell'eccitazione, resti al palo e non c'è santo nè ragione che tenga.
E mettiamoci pure quelli con l'eiaculazione precoce che non fai in tempo neppure a toglierti le mutande, o quelli con quella ritardata che nel frattempo ti fai la sciarpa per l'inverno.
Diventa un lavoro.
Cioè non è neppure paragonabile lo sforzo e l'impegno prodotto in certe circostanze.
E non potete neppure fingere, che questo è un privilegio tutto nostro.
E a voi non resta che farvene una ragione.

giovedì 25 ottobre 2012

Tutto il tatto della tetta. Un lavoro di copp(i)a. D.


Che, voglio dire, se Francesco Totti ha scritto (?) il suo (?) secondo (?) libro (?) non vedo per quale motivo io e lei non ci si possa produrre in un misero post a 4 mani parlando di un argomento che ci sta a cuore. O meglio, SUL cuore.
E che, grazie all'esperienza maturata sul campo - ma anche sul divano, sui ribaltabili di un'auto, in ascensore, al cinema, a letto, sul tavolo della cucina, ecc.ecc. - ho scoperto stare a cuore anche ad un sacco di appartenenti all'altro sesso. 
Signore e signori, parleremo di tette. 
Che poi, cosa c'è da dire sulle tette che non si sia già detto?
Niente, appunto.
Quindi, per quanto mi riguarda, il post potrebbe concludersi qui. 
Ma siccome sono una blogger cazzara di un certo livello manterrò fede alla parola data, e cercherò, prima di cedere la parola alla mia socia, di dire la mia. Siccome la natura è stata (fin troppo) generosa nei miei riguardi, da un tot di anni mi porto in giro una coppia di tette... come dire? importanti? facciamo ingombranti, e non se ne parli più.
Ho iniziato a portare il reggiseno credo in terza media, ma più per coprire dei capezzoli impertinenti che per effettivo bisogno di "reggere", perchè a 14 anni le mie tette avevano la consistenza del marmo. E si proponevano al mondo sfacciate. Perchè non è che a me le tette sono cresciute. Semplicemente sono spuntate, così, dal nulla a una terza.
Che, se si fosse mantenuta terza nel corso degli anni avrebbe fatto di me un'orgogliosa portatrice di tette terza misura, che, secondo me, è la misura perfetta.
Invece no, il piacere della terza è durato poco, perchè l'inevitabile passaggio alla quarta è avvenuto senza che io potessi oppormi in alcun modo. E meno male che non mi hanno promosso in quinta.
E lo so che ci sarà gente che dice "che fortuna".
"Che fortuna" un cazzo. 
Perchè una quarta abbondante, è, appunto, abbondante.
Correre, è fastidioso. 
Trovare reggiseni è faticoso.
Dormire proni è doloroso.
Fare in modo che il tuo interlocutore di sesso maschile sappia dire di che colore sono i tuoi occhi è a dir poco miracoloso.
Ma ci sono anche dei vantaggi, eh? 
Se piove e stai aspettando l'autobus senza ombrello non ti bagni le scarpe.
E se proprio ti devi macchiare mangiando, stai sicura che difficilmente sarà la gonna, quella che ti sporcherai.
E io qua mi fermo e passo la parola all'altro paio di tette di mani.
Infatti; cosa si potrebbe ancora dire che non sia già stato detto è un mistero misterioso e sorprendente.
Io, le mie le ho viste crescere e svilupparsi individualmente, asincrone, prima una, poi l'altra in tempi ragionevolmente pratici perchè la differenza non fosse abissale.
Tettina, tetta, tettona.
Che non pensavo, ma io e la dee, abbiamo la stessa misura.
Magari cambia la coppa.
Che non è quella di champagne, che se facessero i bicchieri commisurati alla bottiglia, forse forse staremmo dentro una magnum.
Credo sostanzialmente, che sia proprio una questione di punti di vista.
Gli uomini vedono nelle tette l'unione primordiale, il richiamo del latte materno.
Altrimenti non si spiega il motivo per il quale tendano a strizzarle e succhiarle con un'avidità da far invidia a un bebè affamato.
Ma per una portatrice sana di tetta, resta pur sempre uno dei punti di orgoglio, la percezione di riuscire, nonostante l'invasione del tempo, a fottere la gravità, la carica sensuale che riesce a trasmettere.
E' un po' come avere un bell'uccello del quale essere orgogliosi.
Solo che gli uomini lo rinchiudono nelle mutande, noi sotto una maglietta, possibilmente bagnata.
 

mercoledì 24 ottobre 2012

L'amore è un'altra cosa

Due amici s'incontrano e scoprono di aver conosciuto la stessa donna in tempi diversi.
Tempo zero e affermeranno di essersela trombata.
Che sia vero oppure no.
Fine.
Due amiche s'incontrano e casualmente scoprono di aver conosciuto lo stesso uomo in tempi diversi.
Affermeranno che non è successo nulla, neppure un bacio.
Dopo qualche mese si lasceranno andare alla confidenza che in realtà qualcosa c'è stato.
Dopo un anno si scambieranno impressioni sulla reciproca trombata.
Questo per dire che le donne, hanno questa naturale tendenza a passare per sante soprattutto tra loro ed hanno sempre necessità di giustificare le proprie azioni.
Perchè il giudizio che potrebbe gravare è anche più forte rispetto a quello espresso dagli uomini nei loro confronti e prima di lasciarsi andare e dichiarare la verità degli avvenimenti, dovranno capire ed essere certe  di avere di fronte una persona che non le farà mai sentire zoccole.
Perchè per quanto possa essere vero, non è carino sapere che ci sia qualcuno pronto a pensarlo per un irrilevante errore di valutazione.

(l'amore è un'altra cosa - arisa)

giovedì 18 ottobre 2012

Venceremos

E dai, basta no!?
Basta perdonare sempre tutto e tutti.
Ma possibile che davvero ancora non si sia talmente esasperati da prendere provvedimenti attivi?
Possibile che nessuno ancora reagisca con forza?
Possibile che un Formigoni, dopo aver fatto tutto e il suo contrario possa ancora premettersi di fare l'arrogante?
Possibile che una Polverini possa schizzare contromano con auto blu, scorta e vigili condiscendenti, per le vie di Roma per andare a comprarsi le scarpe?
Possibile che si resti impassibili alle affermazioni di un Tassone che dichiara che un vitalizio da seimilaottocento euro è modesto?
Non sono amici nostri, non si possono perdonare, non si può continuare a fare finta di nulla, non si deve restare nel piccolo orticello a pensare che basta non mi tocchi.
Queste sono cose che riguardano tutti noi, perchè è con i nostri soldi che questa gentaglia si arroga presunti diritti.
E continuiamo a lasciarli fare.
Sono decenni che continuiamo a far finta di niente.
Fino a quando ancora?


mercoledì 17 ottobre 2012

Home

Ho cominciato a impacchettare.
Mia sorella mi prende per il chiulo, dicendomi che le pare un po' presto, ma le ho spiegato, che quello che sto mettendo via, sono le cose che non rivedranno la luce.
Perchè non le butto? 
Perchè a) sono una nostalgica e mi affeziono, b)  un giorno quelle cose potrebbero valere svariati eurini e non ho voglia di darmi martellate sulle ovaie per aver buttato via le mie presunte ricchezze.
Sono pronta per la mia nuova esistenza.
Forse lo ero pure prima ma non ne avevo consapevolezza.
Dal momento della decisione razionalizzata e realizzata, ho scoperto di guardare quella che fin'ora è stata la mia città, con occhi diversi.
Come se già non ci appartenessimo più.
In questo istante non sento di avere radici, ed è una delle necessità che mi ha spinto a non stare mai troppo a lungo nello stesso posto.
Perchè ho bisogno di trovare il mio.
Perchè ho bisogno di sentirmi, una volta per tutte, a casa.

(home - depeche mode)
(home - michael bublè)


lunedì 15 ottobre 2012

Figli delle stelle

Mettiamo che troviate una macchina del tempo che a patto di una spiegazione, se pur nostalgica, fosse in grado di portarvi indietro nel vostro vissuto, dove vi fareste portare?
E una volta li, rivivreste la medesima situazione inalterata o ci fareste qualche aggiustatina?

venerdì 12 ottobre 2012

Love of the common people

Non voglio entrare nel merito della vicenda del bambino "rapito" dal padre a Padova.
Neppure sul comportamento della polizia che oltre a prestarsi ad un simile bliz si arroga il diritto di essere qualcuno in mezzo a molti nessuno.
Quello che davvero, da madre separata all'epoca di una bimba di 4 anni, non capisco, è come si possa combattere una guerra tra adulti sulla pelle di un minore.
Non è il primo caso e non sarà l'ultimo, in cui i bambini di genitori separati, diventano il mezzo per sfogare un odio represso nei confronti dell'ex coniuge.
E trovo ingiusto e crudele questo atteggiamento.
Un bambino, ha tanto bisogno della figura materna quanto di quella paterna.
E deve poter interagire con entrambi.
Invece sono spesso vittime inconsapevoli di lotte intestine, di irrisolti parentali che portano solo danno e pochi risultati.
A cosa serve che un bambino arrivi a detestare l'altra parte?
A chi, soprattutto?
A colmare le proprie frustrazioni ed il proprio limite per non essere stati in grado di garantirgli una famiglia tutta intera.
Beh, non sono mai i figli la colpa della nostra incapacità.
Prima si riuscirà a capirlo, prima si eviterà di fare danni irreversibili a questi futuri adulti  colpevoli solo di essere nati nella famiglia sbagliata.

martedì 9 ottobre 2012

S.H.E.

Oggi ho camminato.
Nel senso che dovevo fare un certo quantitativo di cose, ed ho pensato che una passeggiata non ci sarebbe stata male.
Peccato che quel quantitativo si è espanso come la gommapiuma e la passeggiata si è trasformata in un sacrificio inopportuno per i miei piedi che stanno ancora urlando pietà.
Sono anche passata sotto l'ufficio della dee, ma non l'ho disturbata che sapevo essere orario di lavoro (!! ahahahah).
Questo per dire che quando te ne vai in giro per la città senza mezzi alternativi alle tue gambe, vedi cose che voi umani....
Tipo che l'ottantapercento dei negozi che conoscevi hanno chiuso e/o si sono trasformati in esercizi cinesi.
Ora, o i cinesi sono nati tutti imprenditori di successo, oppure non me lo spiego come cazzo è che un locale non faccia in tempo a chiudere che sorga un "massaggiatoio" o un parrucchiere o un mercatino o un bar o un ristorante, gestito da questi nostri concittadini con gli occhi a mandorla.
Che mi vien voglia di chiederglielo come fanno e, nel caso, capire se la loro mafia, sia più costruttiva della nostra e accetti adepte occidentali bionde, anche disposte a tingersi i capelli, nel caso.
Che in tempi di crisi come questo, non è che possiamo andare troppo per il sottile.

(s.h.e. - chu dian)

domenica 7 ottobre 2012

The moment of truth

Ci sono eh!
Cioè ci sono parzialmente.
Sono in modalità "grandi cambiamenti della vita" quindi presa da mille piccole cose che ti portano a tralasciare quelle più, passatemi il termine, effimere.
Ho tempo, ma non ho tempo, nel senso che pur non lavorando e patendo questa condizione, sono impegnata a mettere e togliere, buttare e tenere.
Sto scandagliandomi la vita.
Insomma, metto la cera, tolgo la cera.
Che chi ha visto karate kid, capirà perfettamente cosa intendo.
In mezzo a tutto questo gran rispolvero, trovo cose del passato di cui neppure ricordavo l'esistenza.
Tipo post it che ci lasciavamo io e la mia coinquilina, quando vivevo a Reggio Emilia, per comunicarci cose, tipo, stasera alle 8 in pizzeria e poi si va a ballare al Marabù.
O anche robe pese, pene d'amore, rigurgiti d'affetto, comunicazioni di servizio.
Che mica esistevano gli sms nel 1984.
E a casa non avevamo neppure il telefono normale.
E mi viene un po' di nostalgia.
Rileggendo, scopro di essere sempre stata come sono, forte di carattere, testarda e anche un po' bastarda.
Che c'ho questa capacità di riuscire a ferire meglio le persone a cui voglio bene.
Ho questo strano modo di amare.
Ma ho anche la fortuna di trovare sempre, persone che mi amano al punto di capirmi e, talvolta, perdonarmi.
Sarà che sanno che non sono mai in cattiva fede o non premedito con spregiudicata arroganza le mie azioni.
Sarà per questo o qualcos'altro, ma sono davvero fortunata per avere gli amici e gli affetti che ho.




mercoledì 3 ottobre 2012

Torpedo blu

L'arroganza di certe persone e l'indifferenza di certe altre, comincia a diventare vomitevole.
Senza parlare di robine da convulsione che riguardano Fiorito o Penati, restiamo sul leggero.
Il presidente dell'Aler di Lecco, parcheggia la sua Jaguar, nel posto riservato ai disabili.
Il disabile, titolare di quel posto, chiama i vigili che multano il fenomeno e gli fanno spostare la vettura.
Lui, che da tre anni parcheggiava sempre nello stesso posto senza alcuna difficoltà, prima si stupisce poi s'incazza, aspetta che i vigili tornino a svolgere le loro mansioni altrove e taglia le gomme della macchina del disabile.
Siccome è anche pirla, si fa riprendere dalle telecamere.
Ora, il suo partito ne chiede le immediate dimissioni.
Che i dirigenti, capiscono bene che dare il beneplacito a simili cose, oltre che a tutte le altre, rischi di danneggiare l'immagine di una parte politica già piena di problemi.
Per tutta risposta, con l'arroganza propria di chi tutto può, non solo non presenterà le proprie dimissioni, ma lancia velate minacce se il partito lo costringerà ad allontanarsi dal suo ruolo.
Che questi individui, hanno capito bene come funziona tutto l'ambaradan.
Do ut des.
E se tu non des io comincio a parlare e poi son cazzi.
Ma quando cominceremo ad averne abbastanza e ad armarci di forconi?
Ma davvero non siamo ancora stanchi di tutta questa merda?

(torpedo blu - giorgio gaber)


martedì 2 ottobre 2012

Notte prima degli esami

Gentile Signor Ministro del lavoro Fornero,
sa, io ho passato gli ultimi 18 anni della mia vita, a cercare di far capire a mia figlia, quanto fosse importante studiare, prendersi un pezzo di carta, quanto ci sia di positivo ad avere una cultura propria che permetta di prendere l'agevole scia della comunicazione sociale in questo nostro paese.
18 anni, mica pizza e fichi.
Ora se ne arriva lei, a dire, peraltro in mezzo a universitari laureati col massimo dei voti, che "Laurearsi tanto per laurearsi serve a poco in un mercato aperto come quello europeo. Se ci si laurea malesi hanno competenze modeste che portano poco lontano. Meglio non inseguire un titolo per essere dottori per forza, ed avere, invece, una formazione tecnica spendibile".
Partendo dal presupposto che potrebbe anche aver ragione dal momento che un idraulico, piuttosto che un elettricista si fanno pagare fior di soldoni, ci sono cose che prima di essere proferite, andrebbero attentamente vagliate, sia per modo che per luogo.
Che dopo essermi fatta un culo come una capanna a cercare di insinuare nella mente della prole, l'importanza  dello studio, basta un attimo per gettare anni di lavoro nel cesso.
Perchè quando diciottenne pargola mi dice "visto? Studiare non serve a niente, ho fatto bene a lasciare tutto e a iscrivermi ad una scuola professionale che tra tre anni mi darà una qualifica" mi fa severamente girare i coglioni.
Magari sbaglierò, ma i coglioni mi girano lo stesso.
Cordialità

P.s. Effettivamente, avrebbe potuto fare a meno anche della sua di laurea, che per sparare cazzate grosse come le sue, non è che ci voglia un dottorato.