
Non sai come te lo sei procurato, ma è lì, con le sue sfumature, pronto a farsi carico di ogni colore possibile.
Colori tristi.
Passaggi di grigio che diventa nero che diventa marrone e sfuma in un giallo vomito.
Che dipende anche dalla dimensione.
Uno di quelli piccoli, magari non ti accorgi neppure di averlo.
Quello medio fa male per un po'.
Poi ci sono i lividi giganti, che se ci pensi bene sai anche come hai fatto a possederli ma il più delle volte fanno così male che cerchi di dimenticarne almeno l'origine.
E stanno li per un tempo indefinito giusto per ricordarti, tra il dolore e il colore, che hai subito e te li devi tenere.
Nella forma peggiore diventi livido tu stessa.
E non c'è cura, porca troia.
Ecco, stasera sono un livido di centosessantasette centimetri.