Leggere attentamente


ogni riferimento a fatti e persone è puramente casuale, se qualcuno dovesse riconoscersi in tilla papilla bullo ti sbullo o sullo catullo o, riconoscere qualcun'altro, probabilmente è affetto da una forma degenerativa della coscienza, malattia che ancora non ha nome e chissà se mai lo avrà, e semmai dovesse averlo si correrebbe il rischio che qualcun'altro potrebbe riconoscersi nel nome di quella malattia, comunque, ritornando a questa forma degenerativa si consiglia agli affetti da tal malanno una buona dose di cazzi propri, da farsi naturalmente

lunedì 31 maggio 2010

Rehab


Essendo disoccupata e dovendomi giustificare in qualche modo, perdo il mio tempo consentendo a me stessa di ingollare qualche pillola de "la pupa e il secchione".
Spesso mi sono chiesta se davvero ci sono oppure ci fanno.
Dentro di me spero nella seconda, non foss'altro per dovermi vergognare un po' meno della categoria femminile alla quale appartengo.
Non posso e non voglio credere che nella vita per riuscire a realizzare qualcosa, bisogna necessariamente essere un'oca giuliva completamente priva di neuroni.
M'imbarazza assistere al deprezzamento ed al disprezzo totale della cultura.
Una delle suddette, intervistata una volta uscita dal programma, ha rivelato che a lei non serve sapere, dato che le sue intenzioni sono quelle di emergere in televisione.
Ho constatato quanta ragione avesse e lo dimostra il fatto che anche nel nostro parlamento siedano delle perfette ignoranti.
Insomma, loro e la loro pseudo ignoranza, hanno capito come si sta al mondo, come si ottengono le cose e non mi stupirei se un giorno una di queste avvenenti signorine, prendesse la residenza al quirinale!
Con il nostro beneplacito!

giovedì 27 maggio 2010

Gira la carta


Nelle favole, le donne interpretano sempre il ruolo delle stronze o delle idiote.
Sulle prime non mi sto a dilungare perchè non serve stare in una fiaba per essere una merda.
Ma sull'idiozia innata nella donna della fiaba, avrei qualcosa da dire.
Le femmine delle fiabe siano principesse o bambine si cimentano a fare milioni di cazzate.
Se ti dicono di non andare nella torre più alta del castello perchè se ti pungi col fuso fai addormentare un intero popolo per secoli, si può sapere perchè ti viene la smania del filato?
Se scappi e ti ritrovi a fare la serva a sette nani (che ci va una bella fantasia a mettere tutti insieme sette nani) com'è che la prima donna orrenda e butterata che ti offre una mela te la mangi?
Quale madre manderebbe la sua piccola bambina per i boschi col cesto per la nonna?
(che forse la domanda più giusta, sarebbe quale madre farebbe andare in giro la propria figlia con una mantellina rossa?...o ancor di più, quale figlia metterebbe mai quella mantellina?)
Bambine a parte, tutte, ma proprio tutte, sono in attesa del principe.
Rigorosamente azzurro e sul cavallo bianco.
Bisognerebbe entrare nel particolare e capire la simbologia legata ai colori che reiterano in ogni favola, ma non è questo l'argomento di oggi.
Il principe azzurro sul cavallo bianco arriva sempre cantando e risveglia la babba con un bacio, il vero bacio d'ammmore.
Che sa anche di necrofilia...come fai ad innamorarti di una morta?
Ora, capisco che essendo state scritte prevalentemente da uomini, questi debbano fare la figura degli eroi, capisco che tra i due, la figura maschile debba uscire vincente, ma mi chiedo, qual è il motivo che ha spinto noi femmine a tramandare tante sciocchezze?

mercoledì 26 maggio 2010

Il tempo se ne va


Che poi non è solo la mente a risentire del passaggio del tempo.
Ci si mette pure il fisico.
Mi ricordo che fino a qualche anno fa bastava che mettessi due fazzoletti sulle tette, senza cordicelle o ferretti ed ecco fatto il costume.
Oramai cominciano a ripiegarsi su se stesse, hanno perso la grinta e l'entusiasmo, forse hanno solo smesso di lottare contro la gravità ed hanno cominciato a cedere.
Capisco che arrivati ad un certo punto, al centro del nostro vivere biologico salvo imprevisti, bisogna cominciare a fare i conti con questa sorta di mutazione che rende tutto ancora più difficile.
Si comincia con qualche ruga, qualche capello bianco, qualche dolore sparso qua e là.
E per quanto tu possa combattere con cremine, tinturine, antidolorifici, devi prendere atto che andrà sempre peggio e che tutta l'energia andrà disperdendosi.
E' ingiusto vedere un anziano avere difficoltà immani per fare una cosa, ancora per noi ovvia, come passeggiare.
Dicono che alla vita più passa il tempo più ci si attacchi, nonostante tutto.
Ma fa male pensare che potrebbe succedere di aver bisogno di qualcuno per fare cose ordinarie.
Altro che esseri perfetti.
In fondo siamo schiavi che si crogiolano nell'illusione di vivere qualcosa di straordinario.

lunedì 24 maggio 2010

Fiabe


C'era una volta un bambino che aveva smesso di credere che i desideri si avverassero.
Ogni volta che sperava che qualcosa succedesse, le cose accadevano al contrario.
Stanco e deluso si arrese all'evidenza.
Un giorno incontrò la fatina delle possibilità che gli disse di esprimere un desiderio assicurandogli che si sarebbe avverato.
Il bambino le rise in faccia.
La fatina gli chiese di metterla alla prova e lui domandò una cosa piccola, senza aspettative, giusto per verificare.
Quando si avverò, volle esprimere un desiderio enorme ma a quel punto la fatina rifiutò.
Alle rimostranze del bambino, la fatina spiegò che ci sono occasioni in cui bisogna credere a prescindere dalle aspettative e se ne andò.
Da quel momento il bambino smise di pensare che i suoi desideri non si avverassero e cominciò a credere nelle possibilità.
Anche le sue.

domenica 23 maggio 2010

Panic


Ma voi lo sapete cos'è un attacco di panico?
No, non dal punto di vista medico che quelle sono tutte teorie.
Cos'è viverlo, sentirlo salire dal nulla, avvertire quello stato di disagio, magari mentre non stai facendo un cazzo, addirittura mentre stai dormendo.
Bene, se non lo sapete ve lo racconto io.
L'attacco di panico è vivere perennemente con una boccetta di ansiolitico nella borsa, è svegliarsi con un senso di agitazione addosso, è diventare ipocondriaci e vedere in ogni sintomo un presagio di morte imminente.
E' tremare e sudare come se avessi addosso una pelliccia sotto un sole a picco e 50 gradi all'ombra, è sentire il cuore impazzire (e mica per un'emozione, sarebbe troppo facile) è non riuscire a respirare.
Ma più di tutto il resto, è la paura della paura di sentirlo arrivare.
Il bastardo ti prende quando sei apparentemente tranquillo anche se è chiaro che il tuo corpo ti trasmette tutt'altro.
Dopo aver fatto fuori una boccetta intera di Xanax (in 3 mesi mica in una volta sola) ora cerco una mediazione tra me e me.
Avverto i segnali e cerco di eluderli, cerco di essere più forte e di non lasciarmi andare, maschero i sintomi e faccio di tutto per avere su di loro il sopravvento senza fare uso della chimica neanche come supporto.
A volte ci riesco, a volte apro la borsa e ciuccio avidamente dalla boccetta.
E tutto va a posto.
Anche perchè se così non fosse, avrei già avuto diversi infarti, uno o due aneurismi, tumori sparsi e sarei già dovuta essere morta quattro o cinque volte.
E visto che sono ancora qui....

mercoledì 19 maggio 2010

Who wants to live forever


Mio zio ha l'Alzeheimer.
L'ultima volta in cui l'ho incontrato, mi ha scambiata per sua figlia e poi per mia madre.
Penso che si sia sforzato non poco di catalogarmi comunque come una di famiglia, aiutato dal fatto che fossimo tutti ad un matrimonio e che quindi parenti dovessimo essere per forza di cose.
E' assolutamente imbarazzante.
Da una parte avrei voluto guardarlo fitto fitto e chiedergli che cazzo mai stesse dicendo, dall'altra c'era la "pietà" di assecondarlo.
La mia parte buona ha preso il sopravvento e quando mi ha chiesto quando l'avrei fatto diventare nonno gli ho risposto che presto avrebbe avuto un nipotino con il quale giocare.
Fortunatamente quel giorno non si è perso ma ormai gli succede sempre più spesso.
Esce consapevolmente di casa e tempo zero non sa più dov'è e chi è e l'hanno già ritrovato ovunque e in diverse occasioni, lontanissimo dal punto di partenza.
Tutto ciò perchè mi spaventa l'ipotesi di potermi ridurre allo stesso modo.
Non avere più pensieri concatenati, non avere consapevolezza di chi e di cosa mi sta intorno.
E' una deficienza che non mi renderei conto neppure di dover tollerare.
Una perdita totale di controllo, un distacco netto tra mente e corpo.
Una vita non-vita.
Una delle tante quando si diventa vecchi e non si è sani.
E mi chiedo, allora, se non sarebbe meglio morire un po' più giovani ma ancora arzilli.

lunedì 17 maggio 2010

Cemetry Gates


Ho spiato le chiavi di ricerca con le quali si arriva fin qui.
La cosa che mi ha lasciata con un senso di amaro in bocca è che la percentuale più alta degli accessi sia dovuta alla ricerca di "tristezza per favore va via" seguito da "lettere d'addio suicidio".
Ora, va da se che il periodo non sia dei più felici e che posso anche capire che si cerchi un sistema per poter ovviare alla tristezza.
Certo è che on line è veramente improbabile che ti forniscano la spiegazione per indicarti l'accesso alla felicità.
Ma la ricerca di una falsariga per impostare una lettera per un suicidio e la quantità di persone che l'hanno cercata nel web e sono arrivati casualmente a me, è notevole.
Questo significa che una moltitudine di persone ha pensato seriamente anche solo una volta di farla finita.
E' drammatico.
E lo è sia che si debba pensare di uccidersi sia che si debba copiare qualcosa scritto da qualcun altro perchè non si sa bene come impostarla.
Chiaramente non manca la ricerca di "figa" in variabili irripetibili.
Ma quella ce l'hanno tutti (la ricerca, intendo) e quindi non fa testo!

venerdì 14 maggio 2010

Me voy


"Carissimo Ernesto,
ho apprezzato le attenzioni di cui mi hai resa partecipe ultimamente, la tua corte serrata e cortese è stata un'amabile lusinga ma, come sai, resto ferma sulle mie convinzioni.
Come ti ho spiegato, la maturità che mi porto addosso o proprio per quella se ci penso con accortezza, mi ha resa paradossalmente una vecchia fanciulla assetata d'emozioni effimere.
Tu mi parli di rapporto di coppia, d'amore eterno.
Ho vissuto tanto e così a lungo, da vedere nel tempo la passione sfiorire, gli occhi smettere di cercarsi, i silenzi prendere il posto delle parole.
Grandi amori trasformarsi in grande odio.
Perchè vorresti offrirmi tutto questo?
Non è meglio succhiare il momento e passare al nettare successivo?
Non è così che si rinnova il senso dell'emozione?
La tua è solo pigrizia di dover ricominciare ogni volta, cerchi la stabilità per accomodarti sul divano della sicurezza, uno sfregio alla solitudine, una compagnia e non una compagna.
Io vivo il tempo delle mele con clamoroso ritardo, cerco di rifarmi di tutte le occasioni che ho lasciato scappare alla ricerca di una felicità che non esiste.
Quindi, mio caro, assolvimi dal tuo giudizio e sappi che quella notte ti ho amato.
Ora tocca a qualcun altro e dopo, un altro ancora.
Adele"

mercoledì 12 maggio 2010

Toxic


Il cazzo si è rotto.
Basta azioni e reazioni.
Voglio scivolare in una nube di nebbia e perdermi.
Evaporare, spargere milioni di particelle in un circolo vizioso di aria viziata.
Ricompattarmi nuova e diversa, saggia e ignorante.
Cercare tutto quello che non so e precipitarlo nel cervello.
Percepire con i sensi aperti, accoglienti, porosi.
Trovare tutto quello che ancora non riesco a vedere dentro me e lasciarlo esplodere in una moltitudine di consapevolezza.
Infine, se tutto questo sarà servito a qualcosa, riparare il cazzo rotto.

giovedì 6 maggio 2010

Going Under


Mi sento fuori luogo, fuori sincrono, inadeguata e scoglionata in ogni cosa che faccio.
Ma non per quello che dico.
La mia salvezza è appesa al 50% della possibilità di aver sempre e comunque qualcosa da dire.
Il fare mi ha scassato i maroni.
E poi non serve.
Osservi indietro, nella penombra, vedi lo specchio di te che ti guarda con la stessa aria perplessa, in silenzio per attimi eterni e poi improvvisa l'eplosione, tu e il tuo riflesso vi scambiate parolacce che rimbalzano da una bocca all'altra, che cercano il punto debole per scaraventare addosso la ferita mortale.
Dura lotta, quella interiore.
Non vince mai nessuno.

martedì 4 maggio 2010

Gli ostacoli del cuore


Dove nascondeva la meraviglia di cui sarebbe stato capace?
Eppure aveva potuto assaggiarne l'essenza, leggergli la mano, sfiorargli delicatamente le labbra.
Le sembrava che avesse un tesoro nascosto, ma non era interessata a trovarlo a tutti i costi.
Avrebbe preferito che glielo donasse spontaneamente.
Si era irrigidito per domande mai poste, temeva che si sarebbero presentate inopportune in un momento qualsiasi di un giorno qualsiasi.
Preveniva accuratamente l'imprevisto.
L'arroganza era il suo schermo.
Che ne era stato di quel momento magico vissuto in un istante, in una sera, in un bacio?
La realtà viveva dietro l'apparenza.