Leggere attentamente


ogni riferimento a fatti e persone è puramente casuale, se qualcuno dovesse riconoscersi in tilla papilla bullo ti sbullo o sullo catullo o, riconoscere qualcun'altro, probabilmente è affetto da una forma degenerativa della coscienza, malattia che ancora non ha nome e chissà se mai lo avrà, e semmai dovesse averlo si correrebbe il rischio che qualcun'altro potrebbe riconoscersi nel nome di quella malattia, comunque, ritornando a questa forma degenerativa si consiglia agli affetti da tal malanno una buona dose di cazzi propri, da farsi naturalmente

martedì 30 novembre 2010

Shout


Non riesco neanche più ad arrabbiarmi, senza il sospetto che potrebbe scoppiarmi la giugulare da un momento all'altro.
Avverto questo come un periodo di transito tra quella che sono e ciò che diventerò.
Un'adolescenza tardiva lungo un percorso di crescita bloccata alla radice del tempo e sfuggita per un po' dalla constatazione plausibile del divenire.
Come materia universale imploderò e le percentuali di diventare stella o buco nero saranno le stesse.
Potrei scommettere sul fatto che al 50% non sarò una stella.
In ogni caso pur sempre un'esperienza esaltante.

lunedì 29 novembre 2010

Personal Jesus


E' di oggi la notizia dell'invenzione del preservativo antistupro.
Una sorta di bicchiere dentato che va inserito in vagina e nel caso in cui si venisse violentate addenta letteralmente il membro del colpevole procurandogli dolori atroci.
Impossibile toglierlo, serve il chirurgo.
Ora, va da sè che se fossimo esseri civili, questo gingillo non dovrebbe neppure esistere e che le prime che avranno la possibilità di usufruirne siano donne africane a cui verrà distribuito gratuitamente, il che mi fa supporre che nel loro continente sia prassi consolidata, ma mi pare così strano pensare di ricordarsi d'infilarsi un addenta cazzi prima di uscire di casa.
E poi di solito gli stupratori agiscono in gruppo, uno lo scarnifichi, ma con gli altri, che fai?
C'è pure il rischio che ti massacrino di botte per aver fatto del male all'amico.
Magari lo fanno lo stesso, massacrarti intendo, e almeno uno l'hai rovinato.
Reagire alla violenza con la violenza, in una sorta di circolo vizioso dal quale non si esce.
Certo, non è neppure giusto continuare a subire ma non mi sembra questo il percorso più giusto.
Anche se purtroppo, non ne conosco uno migliore.

domenica 28 novembre 2010

Una storia d'amore


Una storia d'amore, si chiama storia perchè oltre a restare nella memoria di chi la vive, segue un percorso temporale, ha un inizio e un termine non quantificabile e neppure determinabile è la sua durata.
Può essere un attimo o una vita.
E' una danza di passi a due in perfetta sintonia che lotta o si fa cullare dai meccanismi che cercano d'insinuarsi continuamente per intaccare quell'armonia e farla inciampare.
La forza che contraddistingue il rapporto determina quanto sia solida e importante invero quanta fragilità si porti dentro.
Non è il peccato veniale che la mortifica, ma la consapevolezza di non appartenerle più.
Per questo storie che si trascinano perdurano e altre che vorrebbero sbocciare restano sospese ed inespresse.
Non foss'altro che ammettere di aver fallito, sia doloroso quanto decidere di non voler più farne parte.
E la storia partecipa ai risvolti con la cautela dell'incertezza, finchè non trova altrove la consapevolezza di essere in quella sbagliata, ma resta lì dov'è per affetto o per dovere o per quella responsabilità che l'ha portata li dov'è arrivata.
Puoi scappare o combattere, ma alla fine non puoi che cedere davanti alla realtà che fa di te ed un altro la vera storia, e decidere se andare o restare dove sei e vivere col rimpianto inconsapevole, di quello che sarebbe potuto essere.


venerdì 26 novembre 2010

Incantevole


La bellezza è soggettiva, per fortuna.
Anche la più bella gnocca del creato, immancabilmente, troverà qualcuno che penserà che non sia così avvenente.
Di contro ci sono certe persone che piacciono più di quanto uno pensi sia possibile.
Noi donnini, abbiamo la possibilità di farci aiutare da trucco e parrucco, robe che abilitano la funzione "celapossofareadesseremenocessadelsolito".
Gli uomini hanno questa discriminante, in più molti sono soggetti ad una repentina perdita di capelli, che indubbiamente, li invecchia oltremodo.
Quindi, se da una parte noi donne dobbiamo lavorare il doppio per valere quanto un uomo e neppure basta, gli uomini hanno l'obbligatorietà di inventarsi mezzi e modi per essere quantomeno affascinanti.
Quindi a noi tocca dedicarci al fisico a loro ai modi e alla forma.
Tra le due cose, quella che richiede più sforzi è sicuramente la prima alla quale associamo anche la seconda per non farci mancare niente.
La fortuna di essere donne, sta proprio in questa nostra capacità di riuscire a fare più cose contemporaneamente e, quando siamo particolarmente magnanime, compiacere gli uomini e far credere loro che l'unico sforzo che compiono renda i meritati frutti.
Anche quando non sempre è vero.



giovedì 25 novembre 2010

Il solito sesso


Desideria scopava perchè riteneva fosse terapeutico.
Nei suoi rapporti non infilava mai sentimenti compromettenti.
Lei viveva in modo che la trombata fosse salutare al suo morale, le alzasse i livelli di serotonina e appagasse la libidine.
Pensava, e non a torto, che soddisfare il corpo soddisfasse l'anima e tenesse lontane rabbia e frustrazioni.
Non cercava qualcuno in particolare, neppure si rivolgeva a chi la conoscesse per evitare di passare attraverso il giudizio e la confidenza.
Desideria amava amare a modo suo.
Era sempre molto serena e arginava i momenti di stress con del buon sesso spicciolo.
Un giorno durante una lite con Arpia, quest'ultima in un impeto di rabbia, le suggerì di scopare di più.
Desideria, per tutta risposta si alzò e seguì il consiglio, dopodichè dimenticò il motivo della discussione.
Arpia, che non trombava mai, è ancora li che rosica.
Ma non ricorda più perchè.

mercoledì 24 novembre 2010

Sceglietemi voi il titolo adatto!


Premessa: non visito mai siti di pillole dimagranti e/o affini.

Allora mi chiedo per quale motivo continuino ad abbondare al mio indirizzo, mailzzz il cui oggetto è:
  • vuoi dimagrire? ti diciamo come
  • sei in sovrappeso? dimagrisci in 30 giorni
  • Chili di troppo? ci pensiamo noi
Ora, non è che tutte le donne del mondo siano attaccate al proprio peso forma come cozze allo scoglio.
Vorrei rispondere a codesti signori, che io mi piaccio così e che la smettessero di intasarmi la casella di posta con queste cazzate.
Del resto è la legge dei grandi numeri, inviano inviano inviano, qualcuno prima o poi risponderà.
Nel frattempo vado a farmi du spaghi!

(Questo è il post.
Ora trovatemi il titolo adatto.
Inutile dire che debba essere necessariamente e senza deroghe, il titolo di una canzone.
Attendo fiduciosa!)

martedì 23 novembre 2010

Year of the cat


C'è odore di piscio di gatto e rabbia.
Sale su per le narici perpendicolarmente e si smista tra quel desiderio di spaccare tutto e quello di resistere e attendere.
Reprimere il senso di nausea equivale a trattenere un moto di colite che sfregola l'intestino.
Gira la testa e gira il mondo e non so chi fermare prima.
Mi guardo intorno confusa, stordita.
Evaporare.
Sarebbe la vigliaccata ideale per una fuga programmata.
Invece resto a raccogliere quello che resta di palle di pelo vomitate qua e la.

lunedì 22 novembre 2010

Sei nell'anima


A volte scrivi e tiri fuori meraviglie.
Ma è sempre, solo, una botta di culo.
Eppure in certe cose ti ci perdi e se sei stata tu a scriverle, provvedi a darti una pacca sulla spalla e a congratularti con te stessa per tanto estro creativo che non capisci se sia scaturito dalla momentanea dolcezza, da un rancore sopito o, più semplicemente, da una scoreggia dell'anima.

sabato 20 novembre 2010

Polvere


Ho le debolezze di una donna, ma spesso mi ritrovo a pensare come un uomo.
Questo fa di me un ibrido inconcludente, fuori luogo, fuori misura, fuori dal mondo.
Io che litigo con le gonne e i tacchi e poi porto i capelli distesi lungo le spalle.
Io e questo carattere forte e stronzo che mi porto addosso e che confonde.
Io e la mia incapacità di assecondare la dolcezza che mi porgono, di non accettarla come un dono ma stemperarla con un'alzata di spalle.
Io che ho imparato che non si vive su una nuvoletta rosa e che malessere chiama malessere di cui mi nutro.
A volte m'impegno, ci provo davvero a far la femmina, ma me ne dimentico quasi subito e assumo atteggiamenti ridicoli che fanno di me una barzelletta.
Peccato che non faccia ridere nessuno!

venerdì 19 novembre 2010

It's Christmas time


Caro Babbo Natale,
come dici?
E' un po' presto per cominciare a romperti i maroni?
Pazienza, io sono previdente e mi porto avanti col lavoro così non potrai accampare la scusa di essere oberato da richieste impertinenti.
Ho centomila cose da chiederti, vorrei smetterla di gocciolare lacrime sui titoli di coda dei film, vorrei diventare miliardaria in trenta secondi, vorrei parlare cinque lingue un bel giorno risvegliandomi senza neppure sapere come ho fatto.
Lo so, lo so che hai il braccino corto e che se mi comporto bene, ma bene bene, forse soddisferai una sola richiesta.
E quindi devo pensarci a modino, devo valutare con estrema attenzione a quale dare il privilegio.
Che tu pensi sia facile esprimere il desiderio più grande.
Purtroppo quello succede quando si è bambini, perchè la vita ti porta a volere sempre di più, ogni giorno un'altra cosa.
E quindi sto ponderando con millimetrica attenzione, non posso permettermi di sbagliare e vivere con un rimpianto.
Dici che succederà comunque?
Può darsi, ma credo che correrò il rischio e per il resto farò in modo d'arrangiarmi.
Quindi ho scelto, lo trovi scritto in fondo li, nella perpendicolare di questo piano infinito.

giovedì 18 novembre 2010

4 amici al bar (omaggio a Bella)


Check, Fold, Raise, Call, erano quattro amici ai quali piaceva discutere di tutto.
Check aveva l'abitudine di lanciare l'idea e rimanere ad ascoltare senza prendere posizione.

Fold faceva solo finta di ascoltare, eludendo immediatamente il tema della discussione e pensando ai cazzi suoi meditando su che diavolo ci facesse li.
Raise era l'impavido del gruppo, di qualunque cosa si parlasse lui l'aveva sicuramente fatto e detto meglio e più degli altri.
Call era parsimonioso, misurava le parole e valutava se fosse il caso di seguire la discussione o meno.
Ciononostante uno completava l'altro, rendendo piacevoli le loro condivisioni nello stesso luogo e nello stesso momento.

Dal nulla arrivò Allin, bella figa della periferia nord, che s'inserì nel gruppo inondandoli di discorsi al punto da arrivare a togliere a tutti la parola.
Ogni qualvolta ognuno di loro tentasse di coinvolgere gli altri in qualche argomento, Allin si precipitava a dire la sua mettendoli, oltre che in imbarazzo, in grandissima difficoltà.
A lungo andare, un grande buio mentale s'impossessò di loro e ad uno ad uno abbandonarono il tavolino presso il quale per lungo tempo si erano trovati.
Allin restò da sola e seppur ricchissima di parole da elargire, non trovò più nessuno con cui condividerle.

Oppure per chi ama i finali romantici:

Allin, abbandonata dal gruppo, conobbe Grandebluff, un montanaro di due metri e cento chili di peso, che lasciò le montagne perchè stanco di spaccare legna e deluso dalla fine del suo amore con Heidy che gli aveva preferito Peter.
L'incontro tra i due fu un colpo di fulmine.
Vissero per sempre, felici e contenti.



mercoledì 17 novembre 2010

Parole parole parole


Essemmesse, aveva perso l'uso della parola.
Sapeva solo ticchettare sui tasti del suo cellulare.
Comunicava attraverso gli invii con chiunque e per qualunque cosa.
Per anni Prolissa, la sua donna, ogni volta in cui lo sottoponeva ad una domanda attendeva pazientemente la risposta sul telefono.
Perfino durante l'atto d'amore lui scriveva e alla fine lei poteva leggere sullo schermo a cristalli liquidi, se e quanto fosse stato appagante.
Ciò dipendeva dal numero dei messaggi ricevuti e da quanti "oooh" "si" "ancora" "aaaah" contenessero.
Prolissa un giorno, incontrò per caso Logorroico Maizitto.
A lui bastò dirle un semplice "ciao" e lei s'innamorò perdutamente.
Comunicò a Essemmesse che lo avrebbe lasciato e mentre lui cercava disperatamente di trattenerla scrivendole un poema d'amore, lei buttò via il cellulare e se ne andò.

lunedì 15 novembre 2010

Money


Che io mi guardo anche in giro e leggo.
Leggo un po' di tutto, di politica, cronaca nera, gossipssss.
Insomma cerco di rimanere aggiornata.
E poi, ogni tanto bisogna ripulirsi l'intestino con qualche salutare cagata.
Ora c'è questa notiziona che ha provveduto a stimolarmi i dotti biliari: il signor Califano Franco, settantaduenne, professione cantautore, da una vita dedito a vizi di ogni genere, che ha sempre sperperato i propri soldi e fin qui, cazzi suoi, è in bolletta e chiede la sovvenzione mediante l'accesso alla legge Bacchelli che prevede l'assegnazione di un vitalizio per coloro che si siano distinti per meriti culturali, sportivi o dello spettacolo.
Resosi presto conto di aver proferito un colossale stronzata, ritratta e chiarisce in questo modo:

"Non ho chiesto nulla. Una sera si parlava di case, di chi ce l’aveva e chi no. Ero l’unico che a non averla, e mi ero appena fratturato le vertebre. Potevo anche non poter cantare e lavorare più. Quattro amici hanno pensato di aiutarmi facendo di testa loro. Ma io i soldi di altri non li voglio, potrei anche smettere di lavorare oggi e campare altri 20 anni senza chiedere niente. Non ho mai detto Ora sono povero. Io sui soldi ci ho sempre sputato"

Ora, le vertebre fratturate cosa c'entrano col fatto di non possedere una casa?
Non è che se ti fratturi e possiedi un appartamento sei un miracolato che guarisce non appena si rialza.
E se non vuoi i soldi per quale motivo li hai richiesti?
Non è che l'arterio comincia a galoppare?
Hai sempre sputato sui soldi?
Se uno per guadagnare deve lavorare e sudare, sui soldi non ci sputa.
Ho anche pensato che tutto questo fosse un modo perchè si tornasse a parlare di lui visto e considerato che era fuori dalle scene da un bel po'.
Se era il suo piano d'attacco lo scopo è assolutamente raggiunto, visto che in questi giorni lo si vede, lo si sente e lo si sputtana un po' ovunque.
Mentre tutto il resto, è noia!


Cosa conta


Non so se conta il fatto che sia una giornata tempestata di gocce piovane, fatto sta che oggi mi sento incazzata come un puma a digiuno da mesi.
Ogni volta in cui mi sento così, so per certo di cambiare espressione facciale, sento i nervi tesi come corde di un violino da due soldi e, solo potessi, mi piacerebbe prendere a schiaffi o mordere qualcuno.
Quelli leziosi per esempio.
A quelli riserverei un tributo speciale.
L'aggravante è che non li sopporto a prescindere, quindi anche arrivassero a me durante una manifestazione d'auto-amore prorompente, li attaccherei comunque, forse con più ironia e sottili giochi di parole, ma non tarderebbe il fine ultimo, quello dell'attacco frontale e intrepido, senza esclusione di colpi.
Ma non ho nessuno sotto mano quindi devo trovare il modo di convogliare tutta questa energia negativa verso qualcos'altro prima di digrignare i denti con tanta intensità da farmeli saltare.
Così ho deciso, esco e cerco nel fumo di una sigaretta che non ho, la risposta a tutti i miei perchè!

domenica 14 novembre 2010

Home

Trasparenze appena adombrate da un velo.
Scanso i pensieri intuendoli prima che prendano forma, cacciandoli nel refuso delle migrazioni temporali.
Miriadi di gocce per ogni memoria appartenuta, come schermo proietta film già visti troppo simili ma mai uguali.
Tutte le parole disperse, urlate, sussurrate, raccolte e lanciate sulla parete.
Un ammasso inscindibile di sfumature
Davanti agli occhi, in bella vista, il quadro della vita

venerdì 12 novembre 2010

Knights of Cydonia


Egregio direttore della casa editrice Pinco Pallino,
lo so, avrei potuto fare a meno di rivolgermi a lei ed accusare il colpo, ma addure che il manoscritto del mio giallo sia scontato, banale e fin stucchevole, con tanto accanimento, mi ha ferito.
Immagino che leggerà miriadi di tentativi di romanzi e che ne avrà le scatole piene di dover cestinare lavori dai quali non ha tratto soddisfazione alcuna.
Ma, proprio in virtù del lavoro che conduce, potrebbe fare la stessa cosa con un minimo di garbo e di cautela.
Perchè dietro un romanzo, sebbene tentato e incerto, c'è il cuore di colui che l'ha scritto, c'è una fantasia che ha cercato di volare, ci sono notti insonni, c'è la ricerca di quella novità che ancora non è stata scritta, c'è il cammino lungo e tortuoso che accompagna l'autore e lo conduce alla parola fine.
Che certo, magari non sarà un capolavoro, ma posso affermare, senza peccare di presunzione, di aver letto dei disastri che pur son stati pubblicati.
Credo che ognuno possa amare le parole di un altro oppure rimanerne disgustato, perchè il gusto ed il piacere, sono soggettivi.
Non è latore di verità assolute, caro direttore.
Pertanto sono io che non la ritengo degna di confronto.
Tenterò altrove, da qualcuno a cui magari non piacerà comunque, ma avrà parole e modi di porsi che non lasceranno modo all'amarezza, di prendere il sopravvento.

Cordialmente suo
Stephen

giovedì 11 novembre 2010

World in my eyes


Che ti capita di tacere le impressioni.
Temi di essere l'unica ad averle e cominci a pensare che sei anormale, che sei cattiva, ma quella cattiveria gratuita che potresti evitare.
Quindi non ne parli con nessuno, tanto l'impressione è li, tua ed incondivisibile e la tieni sospesa nei dintorni del tuo spazio mentale.
Poi, per caso, scopri che qualcuno la pensa proprio come te.
Allora pensi che non è che sei poi così fuori dal mondo, che se l'unicità è diventata doppia, da qualche parte potrebbe esserci l'elevazione al cubo e magari al quadruplo, e quella stessa impressione che si moltiplica, diventa un po' più generalizzata.
Quindi non sei così cattiva, hai solo visto le cose come sono per te e non solo e questo, oltre a giustificare quel pensiero, lo rende ancora più vero promuovendolo da impressione a fatto.

mercoledì 10 novembre 2010

Candle in the wind


Mi è successo d'immaginare il mio feretro.
Mi vedo sempre bellissima.
L'anima mia osserva spettatori avviliti e non, mentre io volo sulle loro teste come ultimo atto consolatorio.
Il sopracciglio leggermente alzato nel vedere gli ipocriti venuti a rendermi omaggio, sui quali cade l'ultima lacrima di sputo...

martedì 9 novembre 2010

Se stasera sono qui


Non riesco a sopportare nulla.
Non sopporto te che ti sei arresa, che hai detto e fatto ma alla fine non hai detto e fatto niente.
Non sopporto te che mi telefoni e mi chiedi sempre le stesse cose e ti dico dai parliamo d'altro che non ho voglia di parlare di schifo e sventure e mi ribadisci un concetto già ampliamente espresso e poi mi dici che magari mi richiami domani, si magari domani riesco a sopportarti e a non trovarti noiosa.
Non sopporto te che non cambi proprio mai e mi domando come sia possibile che continui a vivere con tutti quei fottuti glitters nel cervello.
Non sopporto te che resti sempre al margine e non prendi mai una decisione.
Non sopporto te che nonostante l'abbia sempre negato, sei a caccia di popolarità, esattamente come tutti gli altri.
E anch'io non mi sopporto.

lunedì 8 novembre 2010

Cigarettes and coffee


A volte ho un'anima di burro, arrendevole e morbida.
Altre mi sembra di essere cinica e asociale, incline ai torbidi aspetti della vita che girano intorno senza più emozione.
Sfreccio davanti ai ricordi e sorrido per tutte le illusioni nutrite.
Avvelenata dal malessere non mi lascio persuadere.
L'illusione non ha potere sulle pieghe disinvolte della vita.
Circoli viziosi di gironi infernali terreni che si consumano bruciando la speranza.

domenica 7 novembre 2010

Walk like an egyptian


Quando 17 anni or sono ho partorito diciassettenne pargola, per farla uscire esagerarono con l'episiotomia, devastandomi al punto giusto.
Quello che mi rimane dopo tutti questi anni a parte d.p., è la fuffa metereopatica (meteoropatica, come suggerito da Lorenzo!).
Come quelli che hanno cicatrici a destra e a manca e ci prendono col tempo, alla stessa maniera, solo un po' meno convenzionale.

Quindi lei è in grado di comunicarmi con anticipo le previsioni del tempo e devo ammettere che il suo livello di attendibilità è piuttosto elevato.
Non come il gadget inserito in questo spazio che non ci becca mai.
Solo che quello può essere visibile a tutti, fuffa è personalizzata sui miei standard e comunque comunica solo con me.
Che non sembra, ma anche queste son cose!

sabato 6 novembre 2010

Ask



Prosegue il rapimento di post da parte di bande rivoluzionarie che hanno terminato le idee.
Ho trovato in giro qua e là, parole mie prese e piazzate dentro blozzzz di cui ignoravo completamente l'esistenza.
Non è arrivata nessuna richiesta di riscatto.
Un po' come succede con i guerriglieri, difficile che ti restituiscano il rapito e, soprattutto oltre a sentirsi nel giusto, non chiedono mai scusa.
Riporto qui di seguito la preghiera rivolta ad una delle rapitrici in forma di commento, peraltro moderati dall'autrice:

"Io so già che questo commento non lo pubblicherai mai, ma non importa, uso questo sistema solo per inviarti il mio messaggio.
Quando usi le parole degli altri per scrivere i tuoi post, abbi almeno l'accortezza di avvisare che non sono tue, non foss'altro per onestà intellettuale nei confronti di chi ti legge e ti commenta.
Io capisco che nel momento in cui si pubblica qualcosa quel qualcosa non ci appartenga più, conosco il rischio e me ne faccio carico.
Ma in cuor mio spero sempre nella buona fede di chi legge, anche solo per caso, quanto scrivo e non espone a suo uso e consumo parole che nascono da un sentimento interno e profondo, come in questo caso.
Insomma è come se rubassero un pezzetto di te.
E mi domando cosa ne penseresti tu stessa se ti succedesse.

Cordialità"

La risposta è arrivata immediata e chiara: l'autrice ha reso il blog privato!

(ask - the smiths)


venerdì 5 novembre 2010

Ci vorrebbe un amico


Caro Battista,
il fatto che tu abbia fatto capolino nella mia esistenza e mi sia stato amico, non ti da il diritto di continuare a cercare di farne parte ora che nessun punto in comune sembra più legarci.
A volte bisogna prendere atto delle cose, delle situazioni e degli avvenimenti.
Perchè a lungo andare anche le lacrime sul latte versato, si asciugano ed evaporano, insieme ai ricordi.
So che tu sai che i rapporti tra le persone siano complicati da mille implicazioni, so che sai che non tutti durano per sempre.
Quando si termina si chiude il passaggio di quel percorso, come mettere un enorme sasso di fronte all'ingresso della galleria.
Puoi continuare a sbatterci il muso o cambiare strada.
Ti ho voluto bene quel tanto che bastava a tenderti la mano se ne avessi avuto bisogno.
Ti ho accompagnato nel percorso di quei momenti passati a raccontarci la vita.
Ma tutto cambia e si trasforma.
Le scelte mutano e gli schemi di pertinenza si adagiano su nuove dimensioni.
Effetti collaterali prevedibili o previsti che forse non avrebbero dovuto toccarci e farci male ma che ci hanno condotto a prendere distanze incolmabili.
Non rinnego, non rimpiango.
Ci sei stato, ci sono stata.

Ora tutto questo non è più.
Tua Marcella

giovedì 4 novembre 2010

Rock'n'roll robot


C'ho la testa così dura che a me il cemento armato mi fa una pippa.
Mentre trascorrevo una piacevole (?) serata in compagnia di x-factor e contestualmente navigavo le infinite lande del web e mi accingevo a scalare la classifica del mio virtua tennis, improvvisamente, tutte le porte usb del portatile si sono messe in sciopero coatto, smettendo di funzionare simultaneamente.
Quindi impossibile usare il mouse o qualunque altra periferica.
Ora, non so voi, ma io ho notevolissime difficoltà a manovrare il touch.
Pigio da una parte e il cursore va dall'altra, leggere le pagine dei forum ha rappresentato impresa titanica.
Ma smanettando e cristonando, cancellando di qua, riabilitando di là cose peraltro mai disabilitate, riavviando e sperando, intorno alle tre, come per incanto, ogni periferica è nuovamente stata riconosciuta, sciopero concluso ognuno a svolgere il proprio lavoro.
Non ho idea di cosa sia successo, nè come abbia fatto a rimettere tutto a posto, ma ci sono riuscita e questo ha permesso che non andassi, finalmente, a dormire troppo incazzata per sognare.
Infatti è successo, ma ero così stravolta che non ricordo nulla.
Magari, tutto sommato, anche questo non è un male!

martedì 2 novembre 2010

It's a mistake


Si chiedeva spesso dove fosse l'origine dell'errore.
Ma ci cadeva sempre ed ogni volta gli toccava perdere un pezzo di cuore.
La consapevolezza non gli bastava.
A volte faceva delle incomprensibili cazzate.
Si faceva prendere dalla nostalgia e andava avanti in veri e propri atti di sfondamento che gli ferivano il cranio.
Quando era troppo tardi cercava una spiegazione ai suoi gesti che restavano lì, incompresi ed inespressi.
Sospesi come un filo di ragnatela.
E si odiava per non aver saputo aspettare, per aver aggiunto l'ennesima umiliazione al suo ego.
A quel punto anche prendersi a schiaffi non avrebbe sortito alcun esito.
Se fosse servito si sarebbe preso a randellate direttamente.
Se fosse stato possibile si sarebbe cancellato cominciando dalle dita.

lunedì 1 novembre 2010

S.o.s.


Siamo tutti la prima volta di qualcuno.
Siamo stati la prima volta d'amore, o abbiamo avviato verso il vizio del fumo qualcuno offrendogli la prima sigaretta della sua vita, oppure gli abbiamo offerto il suo primo lavoro.
Ognuno di noi può vantare di essere stato la prima volta di qualcosa nei confronti di qualcuno.
E ci fa sentire bene, forti del potere che offre essere il primo di questo o quello, perchè ci accompagna l'esperienza di quell'azione che offriamo, elargiamo con quell'altruismo che in realtà alimenta il nostro ego e ci riempie di tenerezza.
Ci accomuna, ci avvicina, ci fa sentire un po' più simili, un po' più uguali, un po' meno soli.