Leggere attentamente


ogni riferimento a fatti e persone è puramente casuale, se qualcuno dovesse riconoscersi in tilla papilla bullo ti sbullo o sullo catullo o, riconoscere qualcun'altro, probabilmente è affetto da una forma degenerativa della coscienza, malattia che ancora non ha nome e chissà se mai lo avrà, e semmai dovesse averlo si correrebbe il rischio che qualcun'altro potrebbe riconoscersi nel nome di quella malattia, comunque, ritornando a questa forma degenerativa si consiglia agli affetti da tal malanno una buona dose di cazzi propri, da farsi naturalmente

lunedì 31 agosto 2009

Voyage


Quei giorni li vivi con gli occhi a fessura.
Forse che il sole non debba penetrare nella profondità delle cornee.
Ma anche così allunghi lo sguardo oltre l'orizzonte e lo sai che da qualche parte, al di là, c'è ancora terra.
Ma non la vedi e ti nutri dell'illusione che sia solo, tutto un grande mare nel quale perderti.
Vivi in mezzo a pelli sudate a oli essenziali potenziati al carotene al vociare insistente dei soliti invasori da spiaggia.
Ma se vuoi sei solo in mezzo al blu, nel silenzio offerto dal mutismo dei pesci e dal mare che s'insinua lievemente nei tuoi padiglioni auricolari e solo la mancanza di ossigeno riesce a distoglierti da tanta bellezza.
E con la testa emersa ti lasci cullare da correnti gentili e cerchi di catturare l'oro dal quale si lascia rivestire il primo strato d'acqua a contatto col sole.
E tu li, in mezzo a tanto nulla, riesci a sorridere e ad essere in pace col mondo.

giovedì 13 agosto 2009

I want let the sun go down on me


Ha quel senso di palpebra che accenna a chiudersi che vorrebbe assecondare, di contro fa sforzi immensi per tenere gli occhi aperti e vigili sul mondo e il suo domani.
Ha dismesso i panni della crocerossina in azione e poco le importa, ormai, dei drammi interiori di chi le ha sfiorato il viso con carezze false e inopportune.
La presunzione dell'interesse rotola di fianco all'indifferenza quando questa sopraggiunge.
Srotola i pensieri come una pellicola impressa nella mente e rivede passaggi fugaci di personaggi che hanno pensato d'incantarla stupendola, dell'incapacità di perseguire intenzioni, del vuoto che portano con loro.
Decide di decapitare i ricordi, d'incollare altre facce su quelle che ormai sono sbiadite.
Ed è come se si moltiplicassero e nel contempo, sparissero per sempre.
Non capisce perchè le cose belle della vita si smaterializzino mentre il dolore resta impresso per un tempo indeterminabile.
Pensa che non sia una questione di proporzioni, ma solo di esasperazione del male.
E sa di non avere l'esclusiva di questa possibilità nè di molte altre.
Ci pensa una volta ancora a uno o due di quei volti.
Li accarezza perchè almeno di lei, possa restare un ricordo da serbare con dolcezza.

mercoledì 12 agosto 2009

L'ombra non ha colore


Dormiva alternandosi gli occhi.
Con quello sveglio, teneva sotto controllo la collanina di conchiglie appesa alla maniglia della porta.
Dal suo dondolio poteva valutare quale fosse l'onda d'urto del passaggio di un treno o il grado di magnitudo di qualsiasi scossa sismica.
Nonostante fossero anni che rimaneva immobile, non riusciva a smettere di fissarla con l'occhio aperto mentre l'altro russava.
In attesa.
Costruiva borse di carta, corredate di documenti ciprie e borsellini.
Per gli accessori usava la velina.Il suo era un mondo in bianco e nero, come se vivesse imprigionato in un sogno.
Chi non ha conoscenza d'altro, non ha motivo per lamentarsi.
Lui non conosceva e, in caso contrario, non si sarebbe crucciato comunque.
Viveva come un'ombra che sarebbe potuta essere la sua, ma anche no.
Era il negativo di una foto.
Nascondeva nel buio le sufficienze e nelle trasparenze le mediocrità diventando perfezione.
Un giorno si addormentò davvero.
Seguirono nell'ordine, una serie di scontri tra treni con deragliamenti vari e una scossa sismica di proporzioni epocali.
Quando si svegliò, ricominciò a fare borse di carta.
Chi non ha modo di vivere un'esperienza, non può sapere di essersi perso qualcosa.

lunedì 10 agosto 2009

Time after time


C'è un tempo.
Si, pare ci sia un tempo per ogni cosa.
E non sto parlando del tempo a disposizione, ma del tempo adatto, quello giusto.
Quel tempo che ti capita di sbagliare.
Puntualmente.
C'è un tempo, dicevo.
"Prendi me, ho sempre condizionato le mie scelte in base a quelle di altri. Se solo mi avessero dato attenzioni, avrei rivoluzionato la mia vita. Stravolgimenti di riflesso.
Sbagliato.
Avrei sbagliato vero?
Eppure nessuno fa le cose prima ancora che si presentino le situazioni, aspettiamo di avere l'opportunità.
Ma non la nostra, quella che gli altri ci offrono.
Sarà per istinto di protezione ed egoismo.
Poter poi dire "l'hofattoperte".
Il capro espiatorio delle scelte sbagliate.
Il sollievo al perpetrarsi del fallimento.
L'attesa di altri tempi che verranno, lanciando uno sguardo ad un futuro ignoto.
Aspettando nuove scelte di qualcuno che ancora non conosciamo.
Aspettando di venire delusi.
Ancora una volta"

venerdì 7 agosto 2009

Vento d'estate (io vado al mare voi che fate)


Il signor Buoneferie odiava l'estate.
Si sentiva chiamare ogni momento da sconosciuti con i quali mai aveva avuto modo di condividere qualsiasi cosa.
E diventava molto irritabile ogni volta in cui gli capitava di sentire due interlocutori che senza degnarlo di uno sguardo lo salutavano.
"Ciao, buone ferie"
Lui si voltava e si chiedeva chi fosse mai a prendersi la confidenza di non dargli del lei.
Certo, mica in una frase verbale puoi notare i termini della punteggiatura.
La carogna raggiungeva i limiti massimi della tolleranza quando sentiva proferire con moti di giubilo totale "buone ferie a tutti!"
- Ma a tutti chi? A chi mi vorranno mai dare? -
Si maritò con la signorina Buonevacanze.
Nessuno li vede in giro per un periodo che va da giugno a settembre.
Pare che in quei mesi girino il mondo e tocchino paesi dalle lingue incomprensibili.
E pare, anche, che siano molto felici!

martedì 4 agosto 2009

Ami chi non t'ama non ami chi t'ama



Mi avevi chiesto di non innamorarmi di te.
Come se l'amore fosse sotto un controllo percepibile e razionalizzabile.
Come se le pulsioni emozionali potessero essere inserite in contesti critici analizzabili.
Mi hai avvisata prevedendo la potenzialità degli avvenimenti, del mio essere donna bisognosa d'amore, mi hai messa in guardia da qualcosa che già sapevi di non voler condividere.
E ora hai rabbia, scateni impulsi d'odio per non avere la forza di sostenere la lusinga del mio amore non corrisposto.
E scappi dalla sofferenza che produce in me, scappi nervoso, evitando ogni contatto, rapido e arrogante.
Perchè mi avevi detto, mi avevi messa in guardia, me lo avevi chiesto ed io non ho ascoltato, il mio cuore non ha sentito ragioni.
E accampi scuse di sogni e libertà come sterile giustificazione del tuo non amore.
Tu eri il mio sogno e la mia libertà di volare lontano.
Io sono il disappunto della tua incapacità di riuscire a trovare altrettanto.

lunedì 3 agosto 2009

Habla con ella


Cercò un modo qualsiasi per non sentirsi addosso il peso di quel silenzio imbarazzante.
Avrebbe potuto discutere di farfalle e metamorfosi, di pioggia e vento, di scarpe in vetrina.
Suppose che avere troppe possibilità non gli desse l'opportunità di parlare di nulla.
Come se dal ventaglio delle scelte non sapesse quale privilegiare.
Camminavano quasi spalla contro spalla, sfiorandosi i tessuti degli abiti.
Eppure sentiva che stavano condividendo qualcosa in più di quella passeggiata, che nonostante la via fosse piena di folle agitate ci fossero solo loro, accompagnati da quel nulla ovattato.
Se i pensieri avessero potuto avere voce, quante cose si sarebbero scambiati.
Avrebbero eliminato ogni tempo passivo e, come se si conoscessero da tempo, sarebbero giunti laddove si arriva dopo anni di frequentazione.
All'incrocio lei svoltò.
Si girò un attimo e gli sorrise.
Lui ricambiò.
Si erano detti tutto.