Leggere attentamente


ogni riferimento a fatti e persone è puramente casuale, se qualcuno dovesse riconoscersi in tilla papilla bullo ti sbullo o sullo catullo o, riconoscere qualcun'altro, probabilmente è affetto da una forma degenerativa della coscienza, malattia che ancora non ha nome e chissà se mai lo avrà, e semmai dovesse averlo si correrebbe il rischio che qualcun'altro potrebbe riconoscersi nel nome di quella malattia, comunque, ritornando a questa forma degenerativa si consiglia agli affetti da tal malanno una buona dose di cazzi propri, da farsi naturalmente

giovedì 31 maggio 2012

Piange il telefono

WhatsApp, è quanto di meglio potessero inventare per lo scambio di sms gratuiti.
Ma, come tutte le cose belle, ha il suo lato negativo.
Quando sei in ambiente tranquillo e protetto, è molto facile comporre un messaggio ma mentre stai guidando, nonostante la tecnologia swype, il t9, i cazzi e i mazzi, il risultato potrebbe essere quello che sto per introdurre.
Mentre rientravo da lavoro, un'amica mi manda un messaggio nel quale mi chiede se ho voglia di aggregarmi ad una cine serata.
La mia risposta voleva essere "no, grazie stasera non esco"
Dopo aver composto il no, ho schiacciato erroneamente enter ed è partito.
Perentorio e definitivo.
Resami conto che a) non è da me, b)  avessi appena fatto una figura di merda, ho cercato d'inviarne immediatamente uno successivo che avrebbe dovuto citare "ahahah mi è partito prima che potessi concluderlo" e che invece è andato via  come "ahahah mi è partito prima di coccodrillo".
Piangendo dal ridere e procedendo a zigzag lungo i corsi torinesi, mi è sembrato opportuno chiamarla e chiarire.
Così ci siamo fatte una bella risata collettiva.
Io continuo, che basta poco per farmi divertire.
E ora vado a togliermi i rivoli di mascara dalla faccia.



mercoledì 30 maggio 2012

Personalità

Le mie personalità multiple, si sono riunite in un sabba.
Una è triste, l'altra isterica, una è felice, l'altra ancora, indifferente.
La riunione si presenta interessante.
Ciononostante, nessuna riesce a convincere l'altra a prendere una posizione o cambiare la propria.
"Pensavo alla follia, all'interesse che è capace di destare"
"Dipende. La mia non lo è abbastanza e poi, quantomeno, non la ostento"
"E che ne sai?"
"Ma che cazzo ve ne frega? Vivete e lasciate vivere"
"E' che vogliamo tutti fare gli psicologi di sta minchia, scovare, cercare, giustificare comportamenti."
"Ma non è vero!"
"Si che lo è"
"Sai una cosa? La dovresti smettere di cercare sempre una ragione. A volte, non c'è, non esiste, o se c'è è talmente lontana dal tuo vissuto e dal tuo vivere che non potrai mai farla tua"
"Questo non toglie il fatto che mi girino i coglioni a mille"
"E' un problema tuo"
"Fai come me che me ne fotto"
"Sai che c'è? Mi avete rotto il cazzo!"
"Devi sempre fare la contessa tu eh?!"
"Se non ti piace come parlo non ascoltarmi e vaffanculo"
"Vaffanculo anche a te"
"Anche a te"
"E a te"

 

martedì 29 maggio 2012

Fammi crescere i denti davanti

Tutte le volte in cui c'è qualche riunione di famiglia, chiunque sia presente, che sia un repeter o un nuovo adepto, ogni volta in cui si parla di me, mi si presenta come quella che da piccola "era pestifera, ma era tanto bella".
Che, dico, non è che sia tanto lusinghiero, è come dire che da grande uno non abbia rispettato le aspettative.
Vero è che pestifera lo fossi davvero e che ne combinassi di ogni e, nonostante lo meritassi, quella santa donna di mia madre sia riuscita a non appendermi mai al muro.
Ma è anche vero che ero bella, tanto che mi chiamavano a fare le sfilate di moda per bambini.
Ora, tutto questo, è stato ed è  più volte ribadito e reiterato ad ogni incontro.
Che poi, le persone s'imbarazzano e si sentono in dovere di  aggiungere che ho conservato i pregi e disperso i difetti.
In realtà non è vero, ma loro mica lo sanno.
E non è mica facile capire quanta verità ci sia in quella frase di cortesia, immancabile dal momento che tutto ciò avvenga in mia presenza e che una pezza a colori, bisogna pure mettercela.
Così, ogni santa volta, indosso il mio miglior sorriso di circostanza e vago alla ricerca di un pertugio nel quale imboscarmi e sparire.
Ed è uno degli ottimi motivi per i quali, se posso, evito di circondarmi di parenti.
Perchè io sarò stata una peste bellerrima, ma loro sono rimasti serpenti fino al midollo.




 

sabato 26 maggio 2012

A horse with no name

Quando ero piccola, pensavo che disegnare fosse facile.
Bastava imprimere nella mente la figura della cosa, dell'animale o della persona che avrei voluto ribaltare su carta e lasciare che la matita facesse il resto.
Per quanto nel mio immaginario le figure fossero perfette, i risultati facevano sempre, indiscutibilmente, cagare.
Dopo diversi tentativi capii che non sarei potuta andare oltre la faccia di Pippo, quello della Disney per intenderci, oltretutto in bianco e nero, che pure a colorare ero una frana.
Questo non mi ha fatto desistere dal ritentare.
L'esperimento è andato oltre le aspettative.
Così, l'altro giorno, mentre tornavo a casa, mi sono imbattuta in uno di quei cartelloni pubblicitari enormi sul quale c'era la solita modella figona con un trucco agli occhi pazzesco e bellissimo.
L'ho guardato attentamente imprimendolo nella memoria.
Appena giunta a casa, armata di tutta la buona volontà e dall'intenzione di fare la femminona almeno per un giorno, ho tentato di riprodurre su di me quella meraviglia.
Dopo aver fatto fuori mezzo chilo di ombretti e matite, per avere un'idea del risultato con gli occhi di chi guarda, mi sono fatta un autoscatto ad occhi chiusi.
Quando ho aperto l'immagine, mi è preso un accidenti.
Sembravo un  pagliaccio morto.
Ho cancellato la foto con un click e il trucco con grandi dosi di struccante.
Mi sono arresa all'evidenza del fatto che ci sono cose che vanno evitate accuratamente, non foss'altro perchè ad una certa età,  i colpi al cuore possono risultare fatali.


(a horse with no name - america)

venerdì 25 maggio 2012

Ci vorrebbe un amico


Cara Anna,
vedi, io apro il cuore alle persone.
Tutto il mio cuore.
Perchè mi piace credere che l'onestà sia ancora un valore aggiunto.
Ed il mio cuore si riempie di amarezza quando qualcuno ci gioca.
Non sono perfetta.
Se lo fossi stata non ti avrei permesso di arrivare a me.
Come non avrei permesso  ad altri di ferirmi.
La rigidità è il mio modo di difendermi, la mia chiusura il paradosso all'apertura iniziale.
Perchè ci tenevo a te, ho creduto in te.
Quindi, perdonami se non riesco a perdonarti.

Alessandra

giovedì 24 maggio 2012

Every little thing she does is magic

Ora, è ovvio che non tutti quelli che si nascondono dietro ad un monitor, siano quello che dicono di essere.
Che è così facile inventarsi una vita, magari quella che non abbiamo mai avuto e trasporla dentro un foglio virtuale.
Il difficile viene dopo, quando vien l'obbligo di continuare a mantenere gli standard di una vita che non esiste.
Ci va memoria, capacità di scindere il vissuto dal narrato.
Io lo so.
Tempo fa, tentai  un esperimento letterario.
Aprii un blog e narrai una storia.
Non dissi a nessuno chi ci fosse dietro, per evitare di fuorviare chi commentava.
Volevo che le persone potessero esprimersi liberamente senza farsi influenzare dalla conoscenza.
Ero perfino riuscita a stare sul cazzo ad una mia cara amica.
Un successo.
Fino a quando qualcuno scoprì chi c'era dietro (vero) (o forse lo dichiarai, non ricordo)  qualcun'altro pensò di riconoscersi dentro i personaggi (falso) ed altri ancora affermarono che si trattasse della mia vita romanzata (falsissimo).
Insomma, per evitare travasi di bile, dovetti chiuderlo.
Tutto questo per dire che, quando t'inventi una vita, ogni volta che vai avanti, devi rileggere tutto quello che c'è indietro per non incorrere in errori.
Un lavoraccio, credetemi.
A meno che uno non soffra di personalità multiple.
Allora sei agevolato dal fatto che ognuna delle tue vite è una vita a sè.
Ma se non c'è un intento o una patologia, che senso ha far credere di essere quello che non si è?



martedì 22 maggio 2012

Pride (in the name of love)

Ha ragione chi dice che dio non ha nulla a che fare con tutto quello che è successo nell'ultimo week end.
Perchè se esistesse e quindi avesse a che farne, sarebbe cattivo, crudele.
Ma la cattiveria e la crudeltà sono insite nelle cose umane, terrene.
Tutto ciò, non rientra nella fattispecie della morte per  evento naturale che nulla ha a che fare con gli uomini o il loro libero arbitrio.
Perchè quando insorgi e sostieni che se dio esistesse non permetterebbe mai simili storture, la massa credente  insorge a sua volta declamando la parola solo tramandata e mai udita, secondo la quale dio avrebbe fatto nascere l'uomo libero di decidere e di scegliere.
Poniamo che sia vero.
Questo presupporrebbe che una persona al di sopra di tutti gli altri, abbia deliberatamente assistito per millenni, senza mai intervenire, a guerre, distruzioni, carestie.
Ha lasciato che in suo nome avvenissero stragi e continua senza muovere un dito a guardare la morte di bambini, di innocenti, lasciando magari che dittatori e assassini muoiano di morte naturale.
Lascia che i mari devastino intere popolazioni e che la terra ingoi tutto quello che trova quando decide di scrollarsi.
Guarda, incapace di fare altro.
Allora, cos'ha più di me?

(pride in the name of love - u2)

sabato 19 maggio 2012

...

Non trovo le giuste parole che possano esprimere la massa ribollente di emozioni che scuote quanto di più inacessibile è in me. Non trovo nulla che possa aderire dando una forma comprensibile: ogni pensiero mi sembra un avvoltoio che voglia lisciarsi le piume mostrando la propria inequivocabile compartecipazione. Il dolore non mi può appartenere, è come se saccheggiassi un tempio dove le persone a te care ora piangono e cercono conforto, soffocando la rabbia, tenendola sotto una soglia d'incoscienza. E' così facile morire. E' così facile uccidere, è ancora più semplice nascondersi dietro l'anonimato di una bomba e continuare ad assecondare i propri istinti, come se niente fosse, come se non fossi tu, o foste voi, l'autore o i colpevoli di un efferato delitto. E quella rabbia soffocata ora da un sentimento enorme, inconsolabile, dei famigliari, delle amiche, quella rabbia e desiderio di vendetta divampa in me, vigliacco figlio di puttana, divampa in me, e forse capiresti quanto sia semplice morire, se ti avessi innanzi, e quanto sia sacro, imprescindibilmente sacro, il lieve miracolo della vita. Vigliacco figlio di puttana, accenderei di mio pugno la miccia che divorandoti le carni facesse esplodere quel tuo cuore indegno del miracolo, unico e improrogabile, che la natura ci ha donato.


Rubato qui

giovedì 17 maggio 2012

Le cose in comune

Ma com'è davvero Amour?
  • ha conseguito un attestato di frequenza con profitto presso l'unione scaricatori di porto riuniti.
  • ha una percentuale di diplomazia di poco superiore all'1%
  • è stonata come una campana ma canta con tutta la voce che ha (e, credetemi, è parecchia)
  • dice tutto quello che pensa perchè si scorda di contare prima fino a 10
  • conseguentemente, è un'impulsiva compulsiva
  • solitamente non porta rancore a meno che non la feriscano nelle sue debolezze
  • non porta i tacchi per evidente, oggettiva incapacità
  • si mangia le unghie, poi smette, poi se le rimangia
  • sa parcheggiare con due manovre in posti improbabili
  • quando c'ha l'incazzo sembra abbia un cartello sulla fronte sul quale c'è scritto "lasciatemi perdere"
  • fa la faiga ma è di una timidezza disarmante
  • ha "due palle così" che le permettono di risollevarsi da qualsivoglia tragica situazione
  • non le piace ostentare
  • parla e si confronta con piacere
  • porta l'orologio a destra, ma non è mancina
(le cose in comune - daniele silvestri)

mercoledì 16 maggio 2012

Don't you

L'empatia è quella strana cosa che ti fa entrare in contatto mentale con una persona lasciando che tu percepisca le sue emozioni e i suoi drammi.
Non importa che quella riceva i tuoi stessi impulsi.
Tu li senti, li assimili come se fossero i tuoi.
Mi capita  di entrare in questo stato con sconosciuti.
Più con gli uomini che non con le donne.
Che si sa che con le seconde non ho questo grande feeling.
Quando mi succede, mi capita di vivere le loro emozioni, di "sentire" i loro stati d'animo, di "ascoltare" le sensazioni come se le vivessi sulla pelle.
Riesco perfino a soffrire della loro sofferenza o essere felice della loro felicità.
E ci sono due persone in particolare, in questo mondo virtuale, con le quali mi sento legata da questo punto di vista.
Non so spiegarne i motivi e non so nemmeno se sia una cosa normale, ma so che sentirmi come una pellicola adesiva tra pareti sensoriali, è una cosa che m'inquieta, mi stupisce e mi gratifica.

(don't you - simple minds)

martedì 15 maggio 2012

Personal Jesus

Ogni tanto mi tocca convivere con lo scazzo cosmico.
Mi tedio da sola e quindi perchè tediare gli altri?
Quindi divento evanescente, sparisco per un po', non penso a nulla e cerco la via di fuga per tornare a me stessa.
Compitino niente male, credetemi.
Ma ieri notte, in una delle mie oniriche distanze, disquisivo su dio seduta su una seggiovia.
Una tizia, sconosciuta e rompicoglioni, voleva convincermi che il destino è determinato dalla sua esistenza e che tutto ruota intorno a lui e ai suoi compimenti e che se la tale (terza persona sconosciuta anch'essa) avesse cominciato a pregare, sarebbe uscita dal tunnel delle sue paranoie ed incertezze.
Di contro, le proclamavo l'Amour pensiero, indottrinandola sul fatto che se avesse trombato invece di perdersi nei meandri dei suoi problemi, avrebbe visto il mondo sotto un'altra luce.
E concludevo invitandola a fare altrettanto.
Che non mi si dica che non sono coerente pure nell'incoscienza!

(personal jesus - depeche mode)

giovedì 10 maggio 2012

Dust in the wind

Cara Carola,
sai bene quanto io sia riservata e come ben mi guardi dal rivelare cose che ti sputtanerebbero dentro la cerchia delle tue amicizie.
Eppur mi chiedo, come tu possa continuare a far risplendere meraviglie nel tuo mondo costruito sulla sofferenza degli altri, al punto da passare per una santa mancata.
Perchè se ben guardiamo, sei forse la peggiore delle femmine, che si ostina ad apparire come una madonna ma che ha peccato tutti i peccati disponibili.
E, come un'apparizione, sei ingannevole, frutto dell'immaginario, proiezione della speranza che ognuno ripone in sè.
Ed è per questo che la tua falsità andrebbe svelata.
Perchè tu possa rivelarti per quel che sei davvero.
Una donnetta terrena, di una certa età, che finge di vivere in un sogno, in un mondo che per giunta non esiste.
Altro non sei che polvere nel vento della vita.

Agostina

(dust in the wind - kansas)

mercoledì 9 maggio 2012

Didino'

Caro Nerd,
che te lo voglio proprio dire che a volte mi fai cadere i coglioni come le pere mature dall'albero.
Perchè quando ti lamenti del tuo misero stipendio, vorrei ricordarti che:

  • io lavoro 2 ore al giorno più di te e percepisco il tuo stesso stipendio
  • a me non vengono pagati i contributi
  • io non usufruisco della pensione
  • a me non vengono pagate: ferie, permessi, tredicesima, quattordicesima, rol, festività.
  • io non avrò la liquidazione
Quindi, la prossima volta in cui mi dirai che hai avuto un aumento di stipendio scandaloso, non ti stupire se ti salterò addosso per cavarti gli occhi.
Pirla.


martedì 8 maggio 2012

4 amici al bar

Domenica ero a Bergamo...
"Ma dai, eri a Bergamo e non mi hai detto niente?"
Si ero a Bergamo e anche se te l'avessi detto avresti inventato la scusa del viaggio programmato sei mesi prima per la pesca del salmone canadese fuori stagione e siccome non mi piace che s'inventino minchiate per giustificare il fatto che non ci si voglia incontrare non te l'ho fatto presente.
Quindi non mi rompere i coglioni e fammi raccontare.
Allora, ero a Bergamo.
Quella di sotto.
Che mica sono andata in gita.
Se volevo andare a passeggio avrei scelto una meta più turistica.
O sarei andata a Gardaland, per dire.
A Bergamo di sotto, trovare un bar per sbocconcellare qualcosa è impresa titanica.
No, che noi qui siamo abituati a vedere i bar uno attaccato all'altro, che magari uno mangia nel primo e uno in quello accanto ma seduti allo stesso tavolino.
Paghi solo presso due casse diverse.
Ma son dettagli.
A Bergamo di sotto, invece, si è dovuto girare parecchio per trovare un bar che ci permettesse a) di mangiare b) di fare la pipì.
Essendo l'unico della zona, anche piuttosto mignon, abbiamo fatto la coda per tutto, privilegiando le urgenze.
Ora, io non so se nel bergamasco (quello di sotto) siano a corto di lavoro come da queste parti, ma se così fosse, ve lo do io un consiglio: aprite un grande bar con un grande cesso.





lunedì 7 maggio 2012

Titanic

Aveva, da sempre, un tarlo nel cervello.
Un giorno gli misero una pulce nell'orecchio.
Gemellati, insetti e parassiti, proclamarono una giornata di festa nazionale, alla quale parteciparono personaggi insospettabili.
Bastava girare in certi ambienti per riconoscersi al volo e per essere sicuri di essere nel posto giusto, era sufficiente negare l'evidenza fino a sfinire l'interlocutore.
I vermi in numero superiore a tutti gli altri, brindavano alla furbizia e assistevano alle prove per il presunto  spettacolo di burlesque
Il serpente più viscido, tentava una masturbazione occasionale mentre ripeteva come un mantra due parole "mi" e "consssssenta" che avevano funzionato per anni ma nel tempo avevano finito per perdere credibilità.
Tarlo dichiarò a Pulce di sentirsi nauseato e di aver preso in seria considerazione l'idea di abbandonare ogni cervello che si rivelasse inutile.
Pulce, non fece in tempo a rispondere a causa di un trauma da schiacciamento eseguito coscienziosamente dall'unghia lunga del dito mignolo del suo ospite.
Un mafioso emigrato in America e scampato al disastro del Titanic

domenica 6 maggio 2012

Balocchi e profumi

I miei parenti più prossimi, quando parlano dei propri figli, sembra abbiano generato solo geni.
Senza la  lampada però.
Novelli Einstein, capaci di fare qualsiasi cosa meglio di chiunque altro.
E poi, sono bellissimi, studiosissimi, autodidattissimi.
Suonano ad orecchio tutti gli strumenti musicali, conoscono a menadito 4 lingue.
A parole.
Nei fatti, sono ordinari, come tutti i figli normali di persone normali.
Spesso viziatissimi e istericissimi.
Cosa che li rende antipaticissimi.
Quando parlo di mia figlia, lo faccio sempre cercando di avvicinarmi il più possibile alla realtà, a volte esagerando per difetto.
Avendo  sentimenti e manifestazioni d'affetto che devono aver dimorato lungamente in una ghiacciaia, sono parca di coccole, e infastidita dal riceverne.
E' un mio limite che credo le abbia procurato qualche mancanza.
Questo non toglie nulla al fatto che l'adori e per lei mi butterei nel fuoco.
E senza aspettare che impari l'ostrogoto.

venerdì 4 maggio 2012

Un giorno credi

Mi chiedo spesso quale sia il motivo per il quale le donne si mettano in stato di sottomissione mentale rispetto all'uomo.
La donna aspetta.
Aspetta che sia lui a chiederle di uscire, sia lui a baciarla per primo, sia  lui a certificare lo stato di relazione, sia lui a chiederle di sposarlo.
Manca equilibrio, in questo gioco tra sessi.
Lei parte sempre da un livello inferiore.
Se lui non la chiama, lei ribolle accanto al telefono, controlla l'orologio ogni 15 secondi o che il mezzo di comunicazione sia perfettamente funzionante.
E' lui che definisce se si è amici, amanti o fidanzati e non necessariamente in quest'ordine.
Ovvero, lei deve aspettare un cenno di conferma  o di smentita.
Prima di allora si è nulla.
Quando va bene si è due persone che si vedono.
Se lei tenta l'approccio per prima, l'istante dopo le resta appiccicata l'etichetta di quella che la da a tutti.
Anche se nessuno l'ha mai vista.
Lui è quello che per antonomasia ragiona col pisello, quello freddo, insensibile e dispersivo, lei quella che mette il cuore ovunque, innamorata al primo sguardo, attenta e sempre a disposizione.
Che poi, lasciando perdere l'erba e tutto il fascio, è spesso così.
E qui riporto una frase rubata ad uno che l'ha rubata a sua volta e che cita testualmente ""Le illuse aspettano IL PRINCIPE AZZURRO... Le sagge hanno capito che essere la principessa di un PIRATA è molto meglio."

Secondo me, quelle che davvero hanno capito tutto, sono quelle che hanno smesso di aspettare sia il principe che il pirata!


(un giorno credi - edoardo bennato)






giovedì 3 maggio 2012

Casetta in Canadà

Ominodelcervello, abita nel cranio di Chiunque.
In usufrutto.
Gli capita spesso, di dover fare piccole e/o grandi opere di ristrutturazione.
Vuoi perchè il passare del tempo rovina le cose, vuoi per il fatto che, comunque sia, ogni tanto un'aggiustatina qui e là bisogna darla.
Sposta quadri e divani, ridipinge pareti.
Quando è proprio in  vena, costruisce muri in cartongesso per creare stanze delle quali poi non se ne farà nulla.
Ma è creativo e se non fa, diventa pigro e se l'inedia l'avvolge, s'intristisce.
C'è sempre la conseguenza della conseguenza a cui si somma la conseguenza della conseguenza.
Spesso, quando Ominidelcervello  martella in maniera compulsiva, Chiunque tende a sedarlo con sostanze chimiche, che tanto lo sa che a parlarci non si arriva a nulla.
In fondo, sta lavorando per migliorare l'aspetto della sua magione.
Chiunque, egoista e poco incline all'accettazione del dolore, se ne fotte, salvo poi lamentarsi quando Ominodelcervello, sparisce per giorni senza avvisare.
Oddio, c'è anche chi non ha mai avuto il piacere di ospitarne alcuno.
Ma questa è un'altra storia.

(casetta in canadà - boni latilla)