Leggere attentamente


ogni riferimento a fatti e persone è puramente casuale, se qualcuno dovesse riconoscersi in tilla papilla bullo ti sbullo o sullo catullo o, riconoscere qualcun'altro, probabilmente è affetto da una forma degenerativa della coscienza, malattia che ancora non ha nome e chissà se mai lo avrà, e semmai dovesse averlo si correrebbe il rischio che qualcun'altro potrebbe riconoscersi nel nome di quella malattia, comunque, ritornando a questa forma degenerativa si consiglia agli affetti da tal malanno una buona dose di cazzi propri, da farsi naturalmente

giovedì 29 aprile 2010

For a friend


Ricordava il suo sorriso e gli occhi azzurri dentro ai quali amava perdersi.
Era come essere un sasso, buttarsi dentro quegli occhi come in un lago ed immergersi tra le spire di quei cerchi concentrici che andavano delineandosi, senza annegare.
La piacevolezza di sentirsi avvolta da tutto quell'azzurro, come essere in mezzo ad un cielo senza nuvole.
Ricordava quel tic dispettoso delle labbra, quel gesto involontario che gliele faceva arricciare in una smorfia e lo faceva sembrare un bimbo capriccioso.
Ricordava le lunghe notti seduti su una spiaggia a parlare, sagome d'ombra che potevano stare immobili per ore.
Il ricordo non era mai sbiadito.
Riusciva a rimanere nitido ed incancellabile nonostante il vento, nonostante il tempo, nonostante tutto.

"And all the dreams we had, I will carry on
As I watch the sun go down, watching the world fade away
All the memories of you come rushing back to me
As I watch the sun go down, watching the world fade away
All I want to do Id kiss you once goodbye, goodbye"

mercoledì 28 aprile 2010

Patentebi


Patentebi amava la sua macchina più di qualsiasi altra cosa al mondo.
Mentre guidava, fumava una sigaretta e rollava una canna, parlava al cellulare e prendeva il caffè, alzava il volume della radio a manetta e sussurrava parole d'amore.
La sua quattroruotemotrici era il percorso alternativo della sua esistenza, il profilo con il quale lasciava che lo distinguessero.
Tutto avevano condiviso, strade e pensieri, salite e pianti, discese e risa e ovunque fossero stati lo avevano fatto amandosi e dandosi rispettive soddisfazioni.
Patentebi sapeva che quell'amore non sarebbe mai finito e si preoccupava di curare ogni particolare per rendere unico ed indimenticabile ogni momento passato insieme a quattroruotemotrici.
Del resto erano nati insieme, si erano protetti tante volte, lei urlando non appena qualcuno osava sfiorarla, lui accarezzando le morbide curve che splendevano e riflettevano ogni variabile meteorologica.
Un brutto giorno, dopo anni in cui erano stati inseparabili, lei esalò l'ultima messa in moto.
Subito dopo, si spense per sempre.
Gli proposero un Suv una Multijet una Cabrio degne di rendere labile il ricordo di quattroruotemotrici a chicchessia.
Ma non a lui, che con la foto di un week end al mare che li ritraeva insieme, vento nel vento, proseguì la sua strada, camminando.

domenica 25 aprile 2010

Altre forme di vita


Mi piace guardare le macchie.
Formano disegni, il mio immaginario si diverte a far prendere loro una forma buffa identificabile.
Di solito ci vedo facce tonde sorridenti o animali un po' sghembi.
Mi succede anche con certe venature del pavimento.
Concentro lo sguardo ed eccoli formarsi, solo per me.
Posso anche distrarmi e se ci torno continuo a vederli, una volta individuati restano li.
Non mi succede con le nuvole, troppo soggette ai cambiamenti delle correnti.
Ho fantasia per le cose statiche mentre non riesco a concentrarmi su quelle dinamiche.
La pigrizia degli oggetti immaginari mi rilassa.
Allo stesso modo, la mia indolenza.

giovedì 22 aprile 2010

Ti vorrei sollevare


Io non ce la faccio.
Così come fatico a capire chi fa uso delle k al post del ch, allo stesso modo strozzerei chi elide verbi e parole.
Come cazzo lo articoli un discorso mozzando le lettere finali e, soprattutto, per quale diavolo di motivo lo fai?
Esempio pratico:
"Vorrei sentir te venir da me e insieme andar verso il mar"
Mi sembra un arzigogolo assurdo.
Senti come suona più dolce:
"Vorrei sentirti venire da me e insieme andare verso il mare"
Se mi capita di leggere periodi affettati vedo svolazzare glitters e cuori.
Si, mi da la stessa sensazione.
Forse sono le parole stesse che, ribellandosi apertamente, lanciano un appello stroboscopico.
A me viene l'orticaria ed il desiderio di prendere a testate l'autrice (sono quasi sempre donne, ahimè) di tale crimine letterario.
Olè, un altro rospo sputato!

martedì 20 aprile 2010

what happens tomorrow


Cubo di redenzione 15 settembre 2070

Ormai credo mi restino poche ore.
Non cedo, non cedo di un passo e questo porterà al mio reset.
Mi hanno concesso di scrivere un'ultima volta.
Non mi lascerò scappare questa occasione.
Sono nata nel 2045.
Già da parecchio tempo ognuno doveva avere un nome proprio unico, una sorta d'impronta digitale inconfondibile.
I miei creatori volevano chiamarmi Principessa_delle_stelle.
Provarono, ma il nome era già in uso.
Le alternative offerte dal sistema erano Principessa_delle_stelle2714, Principessadellestelle94802 Principessa_delle_stalle, che non aveva voluto nessuno.
Chiesero alternative al database sperando che proponesse loro un name adatto a me.
Un buon compromesso si rivelò essere Astro_indaco.
Per gli amici A_i.
Fin da piccola, mi rivelai una ribelle, una guerriera, affamata di server da distruggere, virus da inoculare nelle reti.
Volevo cambiare il sistema volevo essere riconosciuta come individuo.
Scoprii di non essere la sola.
Nascosti tra i bit più nascosti, vivevano quelli come me, i ribelli.
Ci riunivamo ogni volta che potevamo per studiare strategie, per scambiarci informazioni utili, per condividere istanti.
Era bellissimo, talmente bello che ci facemmo travolgere da tanta meraviglia e abbassammo la guardia.
Ci arrestarono.
Tutti.
Le celle di redenzione potevano ospitarci due alla volta.
Sconosciuti eppure noti.
Forse.
Il mio compagno si rivolse a me e si presentò, primo contatto vocale della mia vita, "chi sei?" mi chiese "io sono Tulipano_rosso_acceso".
"A_i" risposi.
Sentimmo gli occhi riempirsi di fluido e istintivamente c'intrecciammo senza sapere cosa stessimo facendo.
Lo portarono via.
Ora tocca a me.
Mi daranno un nuovo nome, la mia memoria sarà cancellata e rinascerò.
Mi sono installata un virus di nuova generazione.
Se funzionerà potrei non perdere la memoria sommersa.
Se funzionerà saprò cosa fare.

lunedì 19 aprile 2010

Comfortably numb


"Sto diventando insensibile"
"Forse trombi poco"
"Una delle ultime volte ho trovato un cazzo piccolo. Sai cosa vuol dire farsi trombare da uno col cazzo piccolo?"
"Mi hai sempre detto che non si tratta mai di quantità ma di qualità"
"In quel caso mancavano entrambe, ma forse sono davvero diventata insensibile in tutti e per tutti i sensi e allora se ti manca la sensibilità di e dei sensi, un cazzo piccolo serve solo a devastare la tua autostima"
"Potevi cercarne uno più grande?"
"Dovrei cercare il cazzo giusto nelle mutande degli uomini, e non basterebbe; passarne in rassegna una quantità adatta, ravanare abbastanza per capirlo. Aberrante non trovi? La natura avrebbe dovuto far si che le proporzioni fossero rispettate, sarebbe tutto più semplice"
"Quindi ti arrendi?"
"No, resto solo in attesa"
"Nel frattempo?"
"Resto piacevolmente insensibile"

sabato 17 aprile 2010

E la luna bussò


Ho sognato il mio romanzo.
L'ho sognato tutto, per intero.
Bella la storia, bella la trama.
Appena ho aperto gli occhi il primo pensiero è stato di mettermi a trascriverlo.
Poi mi sono riaddormentata.
Quando mi sono svegliata non lo ricordavo più.
Mi sono sforzata di ritrovarlo nella memoria, di cercarlo tra le pieghe del cervello.
Mononeurone se lo stava mangiando.
L'ho lasciato a digiuno troppo a lungo.
Ora sedimenta nella sua digestione.
L'unica speranza è che lo caghi tutto intero.

giovedì 15 aprile 2010

Paranoid


La verità è la sincerità della cosa per cui si dice o si nega la verità stessa.
Se dici una bugia, ecco che non sei sincero.
Potrebbe essere una questione di punti di vista, ma è innegabile che la persona desiderosa di essere sincera, ti dirà una cosa vera e incontrovertibile.
Ci sono verità assolute che non ammettono soggettività se non come negare l'evidenza.
La verità non va formulata, è li davanti a te.
Se due individui guardano lo stesso oggetto, nello stesso momento, vedranno la stessa cosa, ma potrebbero avere per la stessa, due verità inconfutabili.
Quindi si avranno due verità discordanti.
Morale, la verità è ciò che uno vede.

lunedì 12 aprile 2010

Il tempo se ne va


Ogni tanto mi diverto ad andare in giro per la rete a cercare persone con le quali non ho più nulla da dire o da fare.
E' quella curiosità malata, cinica e politicamente scorretta che però mi diverte tanto.
Uno dei tanti che ho trovato, ma solo per caso e non per ricerca, aveva il profilo su faccialibro.
Giuro che non l'avrei riconosciuto mai.
Aveva delle foto di come è diventato e di com'era e devo dire che il tempo è stato inclemente con lui.
Mi sono chiesta se questo tempo che lascia un'impronta così dura su di noi, è così evidente per tutti.
Perchè in fondo, noi ci vediamo abbastanza simili.
Vivendoci quotidianamente, non ci rendiamo conto dei cambiamenti che subiamo.
Ma gli altri, quelli che ricordano come eravamo, loro si che se ne accorgono.
Per evitarne la consapevolezza bisognerebbe chiudere i ponti col passato remoto e vivere di presente, al massimo di passato prossimo.
Invecchiare intimorisce tanto che molti quarantenni credono che basti scrivere con la k al posto del ch per sentirsi ancora giovani.
Ma il tempo trascorre inesorabile e sentirsi non è essere.

giovedì 8 aprile 2010

The end


Ma tu, ti rompi mai il cazzo?
Io infinite volte, se vuoi te le declamo.
Le preferisci in ordine alfabetico oppure sparso?
E' che credo e spero di non essere l'unica alla quale accade così spesso, che va bene che è un periodo di merda, ma credevo di poter ovviare alla quantità di scassamenti.
Invece no.
Ho provato a pulire casa che ormai brilla di luce propria quasi come un sole e mi sento ossessionata dalla muta degli animali che vivono con me.
Allora prima di diventare compulsiva smetto e faccio fare festa agli acari, almeno un po', giusto il tempo di ritrovarmi nuovamente nello stato di rottura di coglioni e ricominciare con straccetti e scopette e spazzoloni.
Forse dovrei mettermi a cucinare delle torte, o semplicemente cucinare ma solo al pensiero mi prende male e allora vado a curare gli acquari di faccialibro che i pesci virtuali mangiano e sporcano peggio di quelli reali.
Dopo un po' sono punto e a capo.
Se fossi un cane mi morderei la coda.
E mi sono rotta il cazzo anche di pensare.
Che se stai a vedere la cosa più grave è proprio quella.
Oppure paradossalmente è il suo contrario.
Non so e non c'ho voglia di approfondire.
E' che c'ho tutti i giorni uguali.
E sono stanca di tutta questa prevedibilità.

mercoledì 7 aprile 2010

Upside down


Una notte, una delle tante in cui sperimentava la fase rem in maniera continuativa e apparentemente in pace con la parte onirica, sentì improvvisamente una mano intrufolarsi nel suo cervello e prenderne possesso.
L'esperienza si rivelò devastante.
Per quanto cercasse di sforzarsi, i suoi pensieri prendevano pieghe storte ed inopportune che andavano a spalmarsi e cozzare contro latitudini impensabili e inarrivabili in circostanze normali.
Era un trip paradossale e involontario nel quale si era ritrovata suo malgrado e dal quale sembrava non ci fosse modo di uscire.
La mano sfrucugliava tra le amenità residenti in quella parte di corpo, disconnettendo migliaia di sinapsi.
In sostanza si ritrovò a non possedere più nessun potere sulla parte più importante di se stessa.
Sarebbero potute piovere rane dal soffitto, avrebbe potuto perdere sangue dagli orifizi e sarebbe rimasta immobile ed immutata.
Intanto le prime luci dell'alba, comparivano attraverso le fessure della serranda.

venerdì 2 aprile 2010

Al centro del mondo


E dire che ce ne sono di problemi.
Tanti, in questa nostra italietta che cerca di remare contro corrente.
Che se io fossi un politico, mi rimboccherei le maniche e cercherei, almeno nel piccolo della regione che rappresento, di risolvere almeno quelli risolvibili.
Ci proverei, farei grandi sforzi per farlo e non è detto che ci riuscirei, ma almeno ci avrei provato.
E non comincerei da grandi minchiate o prendendo di mira la debolezza di una categoria specifica, cercherei di progredire e non di tornare nel buio.
Non sarei schiava di nessuno tantomeno di questa chiesa ipocrita che detta legge e posizioni e che nasconde dentro di sè il peggio del peggio.
Che predica bene e che razzola male...
Al diavolo, la chiesa gli fa una pippa.
Così i nuovi pipparoli padani decidono (?) che nelle strutture sanitarie delle loro regioni sarà bandita la pillola abortiva.
E certo, non era forse il più grave dei problemi da risolvere?
Un colpo al cerchio e uno alla botte, contentino ai vescovi che ci hanno sfrantecato i marroni con i loro ordini elettorali e punizione esemplare alle donne.
Due piccioni con una fava.
I celoduristi, dovranno cominciare a farsi molte seghe, perchè le donne alle quali potrebbe non essere più consentito il diritto di scelta, smetteranno di dargliela.
Almeno abbiamo la speranza che diventino tutti ciechi!

(vi consiglio la lettura di questo articolo "il peccato delle donne" della Aspesi)