Prendendo spunto da un post di un uomo in cammino, ho cominciato a riflettere sulla figura della donna romantica.
Lasciando perdere le ragazzine che hanno tutto il diritto di credere all'amore eterno e al principe azzurro, quando sei abbastanza matura e hai vissuto le situazioni problematiche legate all'amore e le sue sfaccettature, se un po' di sano cinismo e realismo è entrato in te, comincerai a vedere le cose in maniera diversa.
E ti adeguerai alla condizione accettando quello che ti viene proposto se ti aggrada.
Poi, ci sono quelle che bluffano.
Ti fanno lo spiegone sul rapporto che vorrebbero, mettono le mani avanti e ti fanno capire che non si accontenteranno, prima ancora di sapere cosa o quale offerta stiano vagliando.
Ed è più facile che si cimentino in acrobazie di conquista proprio quando si sentiranno dire dall'altra parte, che oltre ad una sana ginnastica da letto, non ci sarà null'altro.
Perchè le conquiste impossibili, sono cariche di aspettative represse.
Loro pensano che saranno in grado di farti innamorare, ti si appiccicheranno addosso come un lenzuolo sudaticcio, saranno colme di attenzioni.
Dimentiche che dall'altra parte c'è un uomo e il suo pensiero semplice che se ti dice che vorrebbe solo trombare, e te lo dice a chiare lettere, nulla potrai per ottenere altro.
Ella soffrirà delle pene autoinflitte, additando egli come unico responsabile del suo dolore, accusandolo di averla sedotta e abbandonata, cosa peraltro chiara dall'inizio.
Perchè la donna romantica incazzata, delega sempre all'altro l'umiliazione della sconfitta.
E colleziona amori tutti uguali che crede di aver vissuto.
Tutti finiti nello stesso modo.