Che io manco per qualche mese e la piattaforma cambi tutto l'ambaradan non è che mi stia tanto bene.
Non ho più l'età e il piglio per star dietro a queste evoluzioni, perbacco.
Nella mia vita, tutte ste novità, mica ci sono.
Sono rinchiusa nella regione di adozione, per andare a lavorare devo portarmi dietro l'autocertificazione, conosco sempre più gente che si è "covidizzata" ma che, per fortuna, ne è uscita indenne.
La mia vita sociale è in caduta libera assoluta.
Non che prima fosse tutta frizzi e lazzi, ma questa solitudine assoluta, alla lunga, comincia a crearmi disagio e disturbo.
In più, l'appropinquarsi delle feste, mi rende ancora più intollerante.
Capisco che non sia un gran periodo e che il virus, nella sua natura di entità biologica, è infido e bastardo e che le precauzioni non bastino mai, ma mascherine a parte, è davvero riuscito a toglierci la cosa che più amiamo in assoluto: la libertà.
La possibilità di scegliere chi vedere, cosa vedere, dove andare, cosa fare, cenare fuori dalla propria dimora più altre varie es eventuali, alla lunga fa sclerare.
Perché in quanto animali sociali, per quanto la gente ci stia sul culo, abbiamo bisogno di interazione, di spazio, di uscire dalle mura domestiche di prendere la macchina e vagare senza meta.
Questo nulla cosmico che abbiamo intorno ci divora e incattivisce.
Questo Natale sarà atipico, quasi stressante.
Allora mi chiedo cosa augurare quest'anno ad amici, parenti e conoscenti.
Che dire Buon Natale, mi sa tanto di presa per il culo!